Braveheart - Cuore impavido

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In tempo di saldi gli scozzesi impazziscono...
« Agonizzanti in un letto, fra molti anni da oggi, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni della vostra vita a partire da adesso, per avere un'altra occasione, soltanto un'altra occasione per ritornare su questo campo di battaglia a gridare ai nostri nemici che ci potranno togliere la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà! »
(William Wallace arringa i suoi prima di fare la fila alle Poste)
« La scozzese standard non è esattamente una modella. »
(Studente di AFS Intercultura su donne scozzesi)
« Braveheart m'ha insegnato due cose: il valore della libertà.. e che la gonna sta meglio alle donne. »

Braveheart - Cuore impavido è il penultimo episodio della serie Arma letale. Dopo aver sgominato spacciatori di droga, rapinatori e yakuza giapponese, stavolta Mel Gibson se la deve vedere con i pericolosi giochi di potere della Corona britannica.
Il film presenta l'inconfondibile marchio di fabbrica criptorazzista del regista australiano: ogni ebreo, gay o minoranza etnica presente nelle due ore e mezza di pellicola muore in maniera atroce.

Veridicità storica

Per narrare le gesta del patriota scozzese William Wallace Mel Gibson ha passato molto tempo a documentarsi in biblioteca e a leggere riviste specializzate mentre attendeva il suo turno dal barbiere. Certo, alcuni particolari secondari sono stati romanzati per esigenze di copione, ma questo semmai è un pregio, non un difetto.
Ad esempio, Isabella di Francia non ha mai conosciuto Wallace perché è nata sedici anni dopo la sua morte.
O ancora, se proprio dobbiamo cercare il pelo nell'uovo, l'esercito scozzese non era armato di AK-47.
E a dirla tutta, Wallace non era un ex-marine tornato traumatizzato dalla Guerra del Vietnam, e non ha sconfitto gli inglesi grazie all'alleanza con i talebani.
Non ci è inoltre giunta notizia di ritrovamenti di nunchaku nella Scozia medioevale.

Ma a parte questo, la realtà delle vicende storiche è stata perfettamente rispettata.

Trama

I primi passi come nerd capellone

Scozia, favolosi anni '70 del 1200. Il giovane caciottaro William Wallace abbandona la sua casa dopo che il padre e il fratello, militanti nei Cobas del latte, sono morti schiacciati da una cisterna di liquame.
Ritorna dopo molti anni decisamente cambiato: ha imparato a leggere, a duellare e a rammendare i calzini.

Smorfia di dolore e colorito insolito: Wallace ha appena mangiato in una mensa universitaria.

I suoi compaesani da buoni scozzesi ospitali lo accolgono col saluto tradizionale: lo prendono a sassate. Wallace riconquista il rispetto di tutti con un rutto che fa volar via il toupè di Amish, suo amico d'infanzia e grassone locale.
William viene ragguagliato delle novità: lo spietato monarca inglese Edoardo I Plantageneto governa la Scozia con pugno di ferro e ha imposto regole orrende come la guida a sinistra, il thè alle 17 e lo ius primae noctis.
A William, che tra una caciotta e l'altra si è fidanzato con Murron, girano non poco le balle al pensiero di dover cedere il giro d'inaugurazione sulla propria pollastra a un nobile inglese, così si arrovella per trovare una soluzione.
Da che mondo è mondo sono tre i modi per sfuggire allo ius primae noctis:

  • Restare scapolo.
  • Sposare un roito.
  • Sposarsi in gran segreto e poi spacciare la propria moglie per una colf.

William e Murron scelgono il terzo metodo, nonostante il padre di lei non veda di buon occhio la loro unione.

- Murron: “Mio padre non vuole che ci sposiamo. Dice che sei un impulsivo e che ci causerai un sacco di guai con gli inglesi!”
- William: “Con tuo padre ci parlo io. È quel signore robusto coi baffi?”
- Murron: “No. Quella è mia madre.”

Tutto sembra filare liscio quando un giorno un rappresentante di aspirapolvere, frustrato dal laconico disinteresse di Murron verso i suoi prodotti, sfonda la porta e cerca di violentarla. Wallace rincasa in quel momento e riduce l'uomo a un'ameba. Dopodiché prende Murron a pizze in faccia, che si sa che se un uomo ci prova è perché la donna si è mostrata disponibile.
Il trambusto attira però i pulotti inglesi, che arrestano la donna. William fugge buttandosi dalla finestra e atterra di culo su una bicicletta. Il che non sarebbe così grave, se solo la bici avesse il sellino.

Murron viene condotta in piazza e sgozzata dal comandante inglese. La rappresaglia non è finita: se Wallace non si consegna verrà pubblicamente distrutta la sua collezione di vinili di musica celtica.

William Wallace e il fido Amish.

Le scaramucce con gli inglesi

Innanzi a un tale ricatto Wallace non può sottrarsi. Con un abile travestimento da vecchio che guarda gli scavi riesce a entrare indisturbato nella guarnigione inglese e una volta lì massacra gli armigeri a forza di citazioni in latino e coltellate nelle budella.
Allo stesso modo delle mosche che si fiondano sulla merda, attorno a lui si crea un piccolo manipolo di ribelli. Wallace può accarezzare il sogno di una vita: cacciare gli usurpatori inglesi e abolire l'ICI sulla prima casa. Giorno dopo giorno le fila del suo esercito si ingrossano e William diventa un mito inarrivabile.

- Wallace: “Figli di Scozia! Io sono William Wallace!”
- Soldato 1: “William Wallace è alto due metri!”
- Wallace: “Ma no, sciocchino! Quello è Ben Wallace, pivot dei Detroit Pistons e dei Chicago Bulls!”
- Soldato 2: “Wallace lancia palle di fuoco dagli occhi!”
- Wallace: “Via via, era una lieve congiuntivite...”
- Soldato 3: “E i fulmini tonanti dal culo?”
- Wallace: “Emh... la sera prima avevo esagerato con la fagiolata!”
La battaglia di Stirling.

Ben presto però lanciare uova alle finestre e suonare i campanelli delle case inglesi per poi scappare non basta più: William raduna le sue truppe a Stirling, dove ad affrontarli trova la cavalleria inglese mandata dal gaio principe Edoardo II.
L'imponente esercito nemico, in completo rosa shocking perché secondo Edoardo II "è troppo trendy", intimorisce gli scozzesi che già pensano a scappare. Bastano poche battute a Wallace per ridare fiducia ai soldati dei soldati. Con rara eloquenza ricorda agli scozzesi tutti i soprusi che hanno dovuto subire in secoli di sottomissione: le tasse, le razzie, gli stupri, gli orrendi vestitini pastello della regina Elisabetta, il muso di Camilla Parker Bowles!
Gli scozzesi schiumano di rabbia come cani idrofobi e si lanciano all'attacco.
È una vittoria schiacciante, la prima di una lunga serie: una dopo l'altra Wallace conquisterà York, Semipalatinsk e l'asilo di Rignano Flaminio.

Happy ending

I continui successi di Wallace stanno facendo venire la bile a Edoardo Plantageneto, e neppure il suo passatempo preferito, gettare consiglieri omosessuali dalle torri, riesce a ridargli il buonumore. Decide allora di ricorrere alle sue innate doti di dispensatore di bustarelle e attira dalla sua parte tutti i nobili scozzesi. Tra essi figura Robert Bruce, comprato dal Plantageneto in cambio di tre ettari di terra e un'ospitata come caso umano della giornata in un programma a caso della D'Eusanio.

Wallace sottoposto a tortura.

A causa del tradimento dei nobili e dall'infelice scelta di parare le frecce avversarie col culo le truppe di Wallace vengono sconfitte nella battaglia di Falkirk. William sfugge ai tentativi di cattura grazie a un provvidenziale sms inviatogli da Isabella di Francia, casalinga annoiata con un debole per gli zotici che non usano lo shampoo.
Nel 1305 però Wallace viene catturato mentre ubriaco marcio picchia un cameriere in un pub di Glasgow. Edoardo I lo tortura ripetutamente facendogli indossare la maglietta della Nazionale di calcio dell'Inghilterra e sparandogli nelle orecchie i pezzi di Elton John.
Nonostante le sevizie Wallace trova la forza di urlare in punto di morte:

« Viva la Scotch ale! »

La sua morte non sarà vana: Robert Bruce, spinto dal rimorso per l'orribile tradimento compiuto ma soprattutto dalla rabbia per il siluramento televisivo della D'Eusanio, sconfiggerà il principe checca e darà l'agognata indipendenza agli scozzesi, liberi finalmente di girare in kilt e suonare la cornamusa alle tre di notte.