Utente:GorillaK2/Sandbox: differenze tra le versioni

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{{Dialogo|Finezza|Ma te sei rincoionito?! Noi semo esenti, l'[[chiesa|edifici de culto]] nun pagano 'e tasse!|Tenaja|Ma c'avemo 'a villa su 'a Tiburtina, tre attici e quattro ristoranti de lusso.}}
{{Dialogo|Finezza|Ma te sei rincoionito?! Noi semo esenti, l'[[chiesa|edifici de culto]] nun pagano 'e tasse!|Tenaja|Ma c'avemo 'a villa su 'a Tiburtina, tre attici e quattro ristoranti de lusso.}}
{{Dialogo|Finezza|Embè? Io nella villa e nell'attici ce dico 'e preghiere, quindi so' luoghi de culto, nun ce piove. Nei ristoranti ce spacciamo, ma co' 'sta legge che sta a propone "Zio Mimmo" diventa robba terapeutica, quindi passeno come opere de bene. Nun c'avemo da pagà nemmanco un centesimo.|Tenaja|Li mortacci tua che capoccia che c'hai! Ma co sti sordi mó ce famo? Oramai er porcello l'ho rotto...}}
{{Dialogo|Finezza|Embè? Io nella villa e nell'attici ce dico 'e preghiere, quindi so' luoghi de culto, nun ce piove. Nei ristoranti ce spacciamo, ma co' 'sta legge che sta a propone "Zio Mimmo" diventa robba terapeutica, quindi passeno come opere de bene. Nun c'avemo da pagà nemmanco un centesimo.|Tenaja|Li mortacci tua che capoccia che c'hai! Ma co sti sordi mó ce famo? Oramai er porcello l'ho rotto...}}
{{Dialogo|Finezza|Ce famo un bel [[puttan tour]]!|Tenaja|Ma sono ventordici mila euro!Per du puttane....nun so un po' troppi? }}
{{Dialogo|Finezza|Ce famo un bel [[puttan tour]]!|Tenaja|Ma sono ventordici mila euro! Pe' du puttane... nun sarannoo un po' troppi? }}
{{Dialogo|Finezza|Che te frega? Mica so sordi tuoi! Vorrà dire che te porto da Claudia "Du Scudi", n'[[puttana d'alto bordo|amica mia]]. È un po'cara, ma fa [[pompino|certi servizi]] che te pare de sta in Paradiso!|Tenaja|Ammazza, stasera se divertimo forte!}}
{{Dialogo|Finezza|Che te frega?! Mica so sordi tuoi! Vorrà dire che te porto da Claudia "Du Scudi", n'[[puttana d'alto bordo|amica mia]]. È un po'cara, ma fa [[pompino|certi servizi]] che te pare de sta in Paradiso!|Tenaja|Ammazza, stasera se divertimo forte!}}


I nostri eroi si mettono il vestito della festa, si agghindano e profumano. Indi escono dal covo a braccetto, pregustando una serata lieta, all'insegna del sesso e del vizio più sfrenato.
I nostri eroi si mettono il vestito della festa, si agghindano e profumano. Indi escono dal covo a braccetto, pregustando una serata lieta, all'insegna del sesso e del vizio più sfrenato.

Versione delle 13:02, 10 set 2016

GorillaK2/Sandbox
[[File:|frameless|center|260x300px]]"La carità se stecca para pe' tutti!"
Paese di produzioneItalia
GenereDrammatico, noir, gangster
RegiaGiuseppe Aloisi Razzi
Interpreti e personaggi
Non professionisti
« Prennemose Roma! »
(Tarcisio Giugiaro detto "er Tenaja")
« Guarda che è già robba nostra! Tra l'altro, nemmeno ce pagamo l'IMU! »
(Angelo Gabinasco detto "er Finezza")
« T'ho dato cinque chili de Ave Maria! Se nun sartano fòri entro du' minuti, te giuro sul Padre Nostro che t'ammazzo pure se me sei fratello! »
(Tenaja minaccia Bufalotto.)
« Nun me pijà pe' 'r culo! Confessa che è mejo! »
(Er Finezza chiuso nel confessionale con Claudia.)

Romanzo Cardinale è una serie televisiva italiana basata sul libro Ostia alla puttanesca, scritto da monsignor Guido Dal Pulpito, detto "zagaja", un ex appartenente alla banda di criminali della quale si narrano le gesta.
La serie è stata prodotta da Rai Fiction, in collaborazione con Sky Hot Club. I responsabili sono al momento irrintracciabili, ma l'improvvisa espansione del colonnato di San Pietro ha sollevato inquietanti teorie riguardo la loro scomparsa. Se tutto va bene, e se va bene a tutti, andrà in onda in prima visione sul canale satellitare Sky Primafili Mejoè.
La serie ha sorpreso per la qualità dei costumi e del trucco, tanto che gli attori somigliano come gocce d'acqua ad alcuni alti prelati. Questi ultimi, ovviamente, non farebbero mai quello che viene mostrato nel corso delle puntate[citazione necessaria]. Il regista ha tenuto a precisare che è pur sempre un'opera di fantasia, quindi: ogni riferimento a persone esistenti, o a fatti realmente accaduti, è da ritenersi mediamente casuale[1].

Trama

La locandina della serie.
Tenaja : Quel cojone de Bufalotto s'è fatto becca'[2] co' 'na minorenne!
Finezza : Spostamolo da n'antra parte. A Torre Maura ce mannamo Scarpetta finché nun se calmeno le acque.
Panzanella : Er Lombrico s'è allargato troppo, damo a tutti 'n esempio!
Verano : Lo devo da leva'[3] o je 'ncricco[4] solo li ginocchi?

La vicenda si svolge a Roma, dove la banda opera indisturbata da tempo immemorabile. La strategia vincente è sempre stata la stessa: assecondare il potere e spartire la torta senza dare troppo nell'occhio. In passato, dopo aver appoggiato il Clan dei marsigliesi, si erano alleati con la banda della Magliana, facendo in seguito affari anche con quelli di Mafia Capitale. Mai sotto i riflettori, mai indagati, tuttavia sempre presenti nel tessuto criminale della città.
Molti ritengono che l'organizzazione abbia varcato i confini della capitale, che siano praticamente ovunque. Tra essi il commissario Vito Scalogna, trasferito a Roma dopo aver

assestato duri colpi alla malavita grazie a due fortunate indagini, denominate: Ostia Connection ed Operazione Rosario, da lui stesso ideate.
Amori, nevrosi, amicizie e rancori, fanno da contrappunto a questa vicenda principale, nella quale ruotano personaggi spesso imprigionati nel loro ruolo, altre volte imprigionati e basta.

Personaggi principali

Personaggi principali
Angelo Gabinasco: detto "Finezza" per la sua eleganza e per le sue sottili ed astute strategie. È dotato di una naturale propensione alla paraculata, nonché di una parlantina che lo mette in grado di vendere bastoncini di pesce surgelato agli eschimesi. Si occupa di mantenere buoni rapporti con il resto della criminalità, che comprende: Mafia, Camorra, 'Ndrangheta e Politica. Calmo e riflessivo, non perde mai la testa davanti ai problemi, evitando per quanto possibile il ricorso alla violenza gratuita "Meglio servirsi di un buon killer a pagamento". Si innamora perdutamente di Claudia, finendo per rimetterci soldi e lucidità. Tarcisio Giugiaro: detto "er Tenaja" perché mena come un fabbro. Totalmente privo di scrupoli è, assieme a Finezza, una delle figure di spicco della banda. Dotato di un carattere fumantino, che lo rende affabile come un Salvini che trovasse la madre a letto con un negro, sopporta poco chi sgarra, gli infami e i soffia. Praticamente metà della popolazione della città. Si occupa degli investimenti immobiliari della banda; si finge un pezzente per sfuggire al fisco ma abita segretamente in un lussuoso attico.
Giorgio Pelliccia: detto "Panzanella" perché dargli del ciccione sarebbe oltremodo pericoloso. Possiede un suo personale codice d'onore, basato essenzialmente sulla regola "occhio per occhio", solo che uno dei suoi ne vale circa ventordici. Un giorno, dopo che un tizio gli aveva rigato per sbaglio la fiancata, ha noleggiato un carro armato e gli ha spiaccicato la macchina. Mettendola in controluce si poteva ancora distinguere chiaramente il fegato dell'imprudente e sfortunato soggetto. Si occupa delle "questioni legali", tipo far sparire le prove, trovare alibi convincenti, far evadere qualcuno o farlo accoppare in galera alla bisogna. Mimmo Nocella: detto "Verano" perché con la conta dei cadaveri se la gioca alla pari col cimitero della città. Freddo e spietato, è il braccio armato della banda. Di solito, se qualcuno prova a farla fuori dal vasetto[5], riceve una telefonata da Verano che gli dice: "Ahó, è tempo che nun se vedemio. Prepara er caffé, che passo a salutatte!". I pochi sopravvissuti hanno raccontato in seguito di aver avvertito immediatamente un forte odore di crisantemi.
Mafalda Zellosi: conosciuta nell'ambiente come Claudia "Du' scudi"[6] per via dell'iniziale tariffa praticata nel suo lavoro. Da allora i tempi sono cambiati, oggi entrare nelle sue grazie per una notte costa molto. Lo testimonia la presenza del direttore di banca che prende i suoi appuntamenti, nonché l'incremento del 75% dei mutui stipulati dallo stesso da quando lavora per lei. Per Claudia si perde la testa facilmente, è capace di numeri erotici così elaborati che tentando di rappresentarli con un disegno verrebbero fuori solo scarabocchi. Vito Scalogna: commissario di Polizia. È l'eroe senza macchia e senza paura, a parte quella di sugo sulla cravatta e un disturbo fobico per i ragni a tratti invalidante, tanto che la presenza di uno di quei cosi lo fa regredire a quando aveva 6 anni. Sebbene il suo aspetto lo faccia somigliare ad un gay dal ciuffo platinato, è cintura nera 3° dan di Aikidō e 5° dan di Insulto. Sa dire "Li mortacci tua e de tu' nonno in carriola" in sedici lingue, compreso il cabardo, cosa che lo rende simpatico ai suoi superiori come un brufolo sul cornicione della minchia. Lui e Finezza si invaghiscono entrambi di Claudia, finendo per inzuppare il biscotto nella stessa ciotola.

Personaggi secondari

Episodi

Episodio 1: Bufalotto viene beccato cor sorcio in bocca

Ultimora: uno dei Cardinali adesca minore e viene arrestato.

Scarpetta entra trafelato nel covo. Dei capi è presente solo Tenaja, intento a giocare a zecchinetta con Fra Gaetano e Fra Roberto, i fratelli Borzacchini. È sotto di duecento euro, interromperlo in un momento così delicato può costare la pelle, ma la notizia è veramente importante.

- Scarpetta: “A Tenà, le guardie so' ite a casa de Bufalotto e se lo so' bevuto. Stava co' 'na regazzina, c'aveva ancora le "mani in pasta"... ce semo capiti!”
- Tenaja: “Pezzo de mmerda malato! Co' Finezza ce parlo io, tu dillo a Panzanella. Dije pure de tené pronto Bottarella, nel caso lo dovessero trasferì dentro a 'n blindato.”
- Tenaja: “Regà devo scappà, quanto ve dovevo?”
- Fra Roberto: “Ma che stai a scherzà?! Ma nun stavamo a giocà pe' finta?”
- Tenaja: “Pe' finta un par de palle! Pijateve 'sti du' spicci e levateve dai cojoni, peppiacere!”
- Fra Gaetano: “Tranquillo Tenà, nun t'aggità! Noi nun semo mai venuti!”

Tenaja riporta la cosa a Finezza, quest'ultimo consiglia di aspettare che gli eventi evolvano. Nel frattempo, la zona rimasta sguarnita viene affidata a Scarpetta, che è felice di occuparsi della scuderia di Bufalotto: circa venti manze ucraine ancora "de ciccia tenera"[7]. La banda di San Basilio, anch'essa nel ramo mignotte, ha saputo dai giornali che Bufalotto è fuori gioco, quindi tentano una sortita per rapire le ragazze.
L'incauta concorrenza non sapeva però dell'avvicendamento e quindi si trovano davanti Scarpetta, che ha guadagnato il suo soprannome pulendo uno dei suoi "lavori" con un'intera pagnotta di pane. Lo scontro è inevitabile, come pure un cospicuo dispendio di caricatori, cosa che infastidisce l'unico superstite: Scarpetta, che è anche piuttosto spilorcio.

- Finezza: “Tutto a posto Scarpé?! Ho sentito che c'hai avuto 'na serata movimentata.”
- Scarpetta: “Ma no, le solite ragazzate! Pittosto dovresti avvisà Verano de trovà un posto pe' parcheggià quelli de San Basilio, quello solito oramai trabocca.”

Episodio 2: Folletto c'ha 'na bella pensata

Simone Pucchioni, chiamato "Folletto" perché aspira più polvere di quelli usati per pulire casa, non può essere definito sicuramente un genio. Forse nemmeno con buona approssimazione. È in possesso di un'intelligenza che rientrerebbe nella media, se fosse un allevatore di capre somalo del 200 a.C. Da lui puoi quindi aspettarti che sia in grado di fare il risvoltino ai pantaloni, magari anche di mettere calzini appaiati, non certo un'idea. Ma la natura ama sorprendere.

"Senti che robba! "Folletto" l'ha fatta arrivà ieri dar Marocco."
- Folletto: “Stateme a sentì. M'è capitata 'na partita de hashish che me dovete aiutà a di' "quanto è bbono". Voi in Marocco c'avete 'na fracca[8] de preti giusto?! Allora, ogni settimana ne accoppate uno de quelli più vecchi e poi: co' la scusa de riportà la salma a casetta sua, annisconnemo[9] la robba nella cassa der morto. Nel frattempo mannate un sostituto, vecchio pure lui, scelto tra quelli più rompicoglioni. Che ve ne pare?”
- Panzanella: “A Follé, ma che te sei magnato pane e volpe?! La cosa me sfaciola[10] parecchio.”
- Finezza: “Ma er fornitore è sempre Jamal El Fattoui? L'ultimo carico faceva schifo.”
- Tenaja: “Preciso! C'ho dovuto mischià i broccoletti che pianta mi' zia e 'na sarciccia pe' sballamme 'n pochetto!”
- Folletto: “Maddeché, è 'na sciccherìa! Inoltre, ne portamo trenta chili a viaggio, contro i due che mettemo de solito nella valiggetta diplomatica.”
- Panzanella: “C'ho già er primo candidato. Ve lo ricordate quel prete che bazzicava i rave party a Milano? Lesto... Lesbo... Ah, no! Lesmo! Manco a farlo apposta l'avevamo spedito a Rabat, quanno se dice culo... Me pare un segno divino, per me è sì!”
- Finezza: “Anche per me.”
- Tenaja: “Follé, c'hai tre sì!... ... Vabbè, 'llalléro! Era 'na battuta Follé!”

L'improvviso arrivo sul mercato di tutta quella merce mette però in agitazione la concorrenza. Presso la villa di Ciro Tapparella, a capo del clan Scellone di Caserta, si incontrano anche i rappresentanti di Cosa nostra e 'ndrangheta. Alla fine, dopo aver parlato a lungo della situazione, sembrano tutti d'accordo: I Cardinali hanno cacat' o' cazz!"
C'è da aspettarsi il peggio.

Episodio 3: L'affare Bengasi

Nel covo è una giornata senza sussulti, una di quelle in cui rischi pure di annoiarti. Quel cervellone di Saponetta, come sempre gobbo sui pezzi di carta, stava cercando di venire a capo dei conteggi dell'ultima settimana. Gli introiti erano stati soddisfacenti, seppur di poco avevano superato il PIL della Spagna. Panzanella e suo cugino Franco "er Cotica" avevano fatto venire le sorelle Foderafava, con lo scopo di venire anche loro. Per "rompere il ghiaccio", i quattro si erano messi a giocare a strip-rubamazzo, l'unico gioco che Marika aveva capito dopo tre mesi di corso serale. Verano nel frattempo spalmava d'olio Magda, il fucile a pompa che gli avevano regalato per i suoi cinquant'anni. Fu quest'ultimo ad alzarsi, sbuffando, per rispondere al telefono.

- Voce al telefono: “A Panzanè, so' Riccardino. Te devo chiede...”
- Verano: “Ahó zitto 'n'attimo, so' Verano. Panzanella è un momento impegnato... no, nun po' venì... er problema è che sta a cercà de venì, ma no ar telefono... ah, finalmente l'hai capita! Spiega a me, che poi je lo dico.”
- Riccardino: “A Verà, sto a chiamà dalla Libia. Al porto de Bengasi avemo trafugato du' conteiner pieni de preservativi, l'avemo fatti sparì a quelli de medici senza frontiere. È robba che trattamo? Ce po' servì pe' qualcosa? Chiedi e famme sapé.”
- Verano: “Vabbè, quanno finisce de trombà sento che dice e te richiamo. Ciao bello!”
"Che hanno detto quelli a Roma?"

L'improvvisa comparsa di Marika, seguita subito dopo da Gina, annuncia che i giochi sono oramai conclusi. Verano raggiunge la stanza di Panzanella e lo trova messo "a 4 di spade", tipica posizione del corpo disposto a croce di Sant'Andrea, che denota piena soddisfazione ed assoluto rilassamento.

- Verano: “Panzanè, ha telefonato Riccardino. C'ha du' conteiner de preservativi da piazzà. Che je dico?”
- Panzanella: “Intanto che mi prendo un minuto per riflettere, spiegami una cosa: MA CHI CAZZO È 'STO RICCARDINO?!”
- Verano: “È quello che c'ha combinato er casino co' l'ebrei, Riccardo er fijo de Guglielmo. Ma che nun te ricordi quando ha svarvolato[11] e ha detto che quei bastardi hanno buttato giù le torri gemelle?! O quando ha detto che nei campi de sterminio ne erano morti solo sei de polmonite?! Hai capito de chi sto a parlà?”
- Panzanella: “Sì, l'ho capito. Ma nun ce l'eravamo levato dai cojoni spedendolo in culo alla Luna?”
- Verano: “Infatti ha chiamato dalla Libia. Che je dico?”
- Panzanella: “A Verà, pure te sei bello che rincojonito. Ce lo sai come adoperamo quella merce: in primis ce rifornimo le mignotte pe' lavorà; in secundis li impacchettamo alla fabbrica sulla Bufalotta e poi li mettemo, , nei distributori automatici dei cessi all'Autogrill; in terzis vattene affanculo, che me vojo fa 'na pennichella!”

L'affare "guanti libici", come fu chiamato in seguito, frutta alla banda seicentoquintordicimila euro. Riccardino riceve dai suoi capi i complimenti e un soprannome, perché ci voleva mezza giornata per capire di chi si stesse parlando. Da quel momento viene chiamato "Fascio", soprannome che batte per pochi voti "Zio Adolfo".

Episodio 4: Il porcellino frantumato

Nella penombra del crepuscolo, una figura misteriosa si aggira per il palazzo. Sotto la veste si scorge un rigonfiamento sospetto e da quelle parti, almeno di solito, significa che presto servirà un nuovo capo. Invece non è così, e non si tratta nemmeno di un'erezione: Tarcisio Giugiaro, detto "Er Tenaja", reca in grembo un porcellino di ceramica, un salvadanaio contenente i fondi previdenziali complementari per truffatori e malandrini affiliati all'associazione. Trovato un solido tavolo, prende un martello e fracassa l'innocente porcello, con frastuono fragoroso. Attirato dal rumore, sopraggiunge Angelo Gabinasco, detto "Er finezza".

"Il protagonista della puntata."
- Finezza: “Ahó, ma che cazzo stai a fà? Quelli so li sordi der fondo!”
- Tenaja: “Evvabbè, ma ce stanno solo questi de sordi boni! L'altri so zozzi, li dovemo da ripulì. C'avemo la T.A.S.I. da pagà, che altro potemo fà?”
- Finezza: “Ma te sei rincoionito?! Noi semo esenti, l'edifici de culto nun pagano 'e tasse!”
- Tenaja: “Ma c'avemo 'a villa su 'a Tiburtina, tre attici e quattro ristoranti de lusso.”
- Finezza: “Embè? Io nella villa e nell'attici ce dico 'e preghiere, quindi so' luoghi de culto, nun ce piove. Nei ristoranti ce spacciamo, ma co' 'sta legge che sta a propone "Zio Mimmo" diventa robba terapeutica, quindi passeno come opere de bene. Nun c'avemo da pagà nemmanco un centesimo.”
- Tenaja: “Li mortacci tua che capoccia che c'hai! Ma co sti sordi mó ce famo? Oramai er porcello l'ho rotto...”
- Finezza: “Ce famo un bel puttan tour!”
- Tenaja: “Ma sono ventordici mila euro! Pe' du puttane... nun sarannoo un po' troppi? ”
- Finezza: “Che te frega?! Mica so sordi tuoi! Vorrà dire che te porto da Claudia "Du Scudi", n'amica mia. È un po'cara, ma fa certi servizi che te pare de sta in Paradiso!”
- Tenaja: “Ammazza, stasera se divertimo forte!”

I nostri eroi si mettono il vestito della festa, si agghindano e profumano. Indi escono dal covo a braccetto, pregustando una serata lieta, all'insegna del sesso e del vizio più sfrenato.

Note

Template:Legginote

  1. ^ che Dio ce la mandi bbona, possibilmente già senza mutande
  2. ^ farsi beccare: essere colti sul fatto, cor sorcio in bocca
  3. ^ levare: depennare dall'elenco "viventi"
  4. ^ incriccare: incrinare seriamente a sprangate
  5. ^ cagare fuori dal vasetto: espandere le proprie mire al di fuori dei confini stabiliti
  6. ^ 2 scudi=10.000 lire (o 10 euro) secondo il sistema monetario romanesco
  7. ^ da poco sulla strada
  8. ^ una fracca: quantità notevole, svariati assai
  9. ^ nascondiamo
  10. ^ andare a fagiolo, a genio
  11. ^ Svalvolare: uscire di testa, dalla grazia di Dio

Voci correlate