San Dokan

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Questo utente offende il Signore ed i suoi seguaci!
Lascialo perdere, o sarai scomunicato, arso vivo
e messo sotto sale per compiacere il Signore.

« Sale scende la marea e riporta la sua rudeera, un sèdell e una sciavata e una tuletta de Red Bull.
Sandokan cun't el mohito e'l bigliett cun soe l'invito, Sandokan che ha imparato a pilotare le infradito. »
(Omelia di monsignor Davide Van de Sfroos nel giorno dedicato al santo.)

San Dokan (Mompracem, 14 magosto 1840Gomorra, 21 settobre 1880) conosciuto in precedenza come Sandokan, è venerato come santo in Malesia e nel casertano.
A quanto risulta dalle smentite ufficiali, demolite dalla ritrattazione di un pentito nel Braccio D a San Vittore, potrebbe essere il patrono di Casal di Principe.
È anche il santo protettore della Nazionale di calcio della Malesia, dei domatori di tigri, del Clan dei Casalesi e della parrucca di Moira Orfei.
Sulla vita del santo fu girata una serie televisiva italiana nel 1976 che ebbe molto successo, nonostante la presenza di Kabir Bedi, un venditore di rose pakistano, attore a sua insaputa, nel ruolo principale.

« Sandokan, Sandokan, giallo è il sole e la forza mi dà.
Sandokan, Sandokan, dammi forza e ogni giorno ogni notte il coraggio verrà! »
(Antica preghiera della tribù degli Oliver Onions.)

La vita

I vertici della Compagnia delle Indie mentre licenziano il padre di Sandokan, ha già 50 anni e rovina l'immagine "giovane e dinamica" della società.

Saādokantha Ketepassha, questo il suo vero nome, è il secondogenito di una numerosa famiglia indiana, considerata agiata perché possono permettersi di pagare due funerali l'anno (a seguito di morte per denutrizione) risparmiando leggermente sul cibo.
Il padre lavora per la Compagnia delle Indie, una multinazionale di proprietà inglese con solide radici nelle tradizioni, tanto che ha trasformato la carica di presidente in quella di Rajah, che equivale più o meno a "faraone".
Quando il padre perde il suo lavoro di contabile la famiglia vive dei momenti terribili. Il suo genitore ha un fisico che non gli consente di lavorare come scaricatore al porto, è praticamente la versione maschile di Madre Teresa di Calcutta, anche se con meno baffi.
La madre è stata a più riprese scartata dal bordello locale, è visibilmente dimagrita e le numerose gravidanze hanno lasciato il segno, tanto che i clienti non trovano più le morbide "maniglie dell'amore" e si afferrano alle vene varicose.

Il sogno che fece nascere la vocazione in San Dokan, nel quale simbolicamente: "il Bene s'ingroppa il Male".

La donna si occupa della casa e dei dodici figli. L'attività che gli prende più tempo è spazzare, non tanto perché la casa è grande, anzi, quanto per sollevare e spostare continuamente i piccoli da terra per liberare il pavimento, un vero incubo.
Saādokantha è un bambino robusto e vivace, non frequenta la scuola pubblica[1] ma ha già le idee chiare sul proprio futuro:

  1. fondare una baby gang;
  2. rimediare soldi per acquistare delle armi serie;
  3. fare una grossa rapina per comperare un vascello;
  4. diventare pirati e scorrazzare per i 7 mari;
  5. fumare oppio tutto il giorno e violentare giovani donne bianche se capitano a tiro.

Praticamente la sola attività che consente ad un malese di non morire di fame, o per le frustate dei colonialisti.

I suoi uomini si fanno chiamare Le tigri di Mompracem, nome approvato alla sesta votazione spuntandola per tre soli voti su Gli oranghi del Borneo. Dopo dieci anni di attività, su Sandokan e la sua ghenga pende una taglia anche a San Marino. La regina Vittoria ha promesso di concedere la sua prima figlia femmina a chi gli porterà la sua testa, in alternativa: la possibilità di trombarsi tutte le ragazze della Royal Ballet School per dieci anni.
Improvvisamente, una tiepida mattina di aprugno, Sandokan annuncia alla ciurma che vuole lasciare l'attività piratesca.

« Miei prodi, per me non è più tempo di allegri arrembaggi! Stanotte ho sognato un cane che sodomizzava una tigre e, nella mia ignoranza, avevo pensato che il significato fosse: anche il tuo migliore amico può colpirti alle spalle. Poi ho parlato con la suora che teniamo incatenata nella stiva, quella che usiamo quando non abbiamo altre donne, e mi ha spiegato il reale significato. Secondo lei pagherò presto per i miei peccati, la turgida spada dell'Arcangelo Gabriele affonderà nelle mie carni se non faccio ammenda. Vi lascio quindi nave e bottino, io prendo la suora affinché mi guidi verso la redenzione (tra un pompino e l'altro). »
(Discorso di addio di Sandokan.)

Dopo un lungo viaggio i due giungono a Caserta, dove si dividono. Sandokan resta in quel luogo tranquillo, fonda un ordine religioso chiamato Nuova Camorra Organizzata e passa il resto della vita offrendo protezione agli abitanti, ricevendo in cambio piccoli gesti di riconoscenza. In seguito, anche la sua discendenza farà lo stesso.

I miracoli

La decisione finale della sua canonizzazione fu presa da Benedetto XVI nel 2013, nonostante il parere contrario del cardinal Bertone e di tutto il settore distinti della Cappella Sistina. I miracoli erano tuttavia evidenti:

Il culto

La tradizionale Processione degli Smutannati, che si tiene come ogni anno a Cantonata (P2) nel giorno dedicato al santo.
« Sandokan del casertano,
io ti invoco a cuore in mano,
se pago il pizzo regolare:
il negozio non farmi saltare. »
(Attuale preghiera a San Dokan.)

Oltre a quelli già citati, invocano la sua protezione:

Personaggi che gli sono devoti