Campionato mondiale di calcio 1982: differenze tra le versioni

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Una delle novità di questo mondiale è la scelta di premiare un po' tutti, come si usa nelle gare di atletica delle scuole elementari, una medaglietta non si nega a [[nessuno]]. Per dare una possibilità di prendere un premio alle squadre sfigate, si organizza l'elezione del ''"Calciatore più brutto del mondiale"'', ogni nazione presenterà il suo campione e poi, nello stadio con più conati di vomito, verrà eletto il vincitore. Questi i selezionati:
Una delle novità di questo mondiale è la scelta di premiare un po' tutti, come si usa nelle gare di atletica delle scuole elementari, una medaglietta non si nega a [[nessuno]]. Per dare una possibilità di prendere un premio alle squadre sfigate, si organizza l'elezione del ''"Calciatore più brutto del mondiale"'', ogni nazione presenterà il suo campione e poi, nello stadio con più conati di vomito, verrà eletto il vincitore. Questi i selezionati:
[[File:Mondiali 1982 calciatori più brutti.jpg|center|thumb|680px|Difficile esprimere una preferenza, siamo di fronte a un vero [[Freaks|freak show]].]]
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== Note ==
== Note ==

Versione delle 22:07, 9 giu 2014

Per il logo ufficiale la FIFA si era rivolta nientemeno che al celebre Joan Mirò, che realizzò l'opera a sinistra. Scambiata per lo scarabocchio di un bambino di tre anni, fu cestinata a vantaggio del logo a destra, realizzato da un oscuro tipografo di Salamanca. Mirò non la prese affatto bene e morì di crepacuore l'anno dopo.
« Pooo po po po...no aspè, cos'è che cantavano all'epoca? Ah, già: da, da, da, tutti figli di Bearzot. »
(Qualunque italiano mentre rivede le immagini del trionfo dell'1982)

I Mondiali di calcio Spagna 1982 sono stati la dodicesima edizione del mondiale di calcio, nonché la prima in cui ai nastri di partenza si presentavano 24 squadre anziché le tradizionali 16, perché la FIFA ci teneva a dimostrare al mondo intero di sapersi destreggiare anche con numeri grandi. Tale decisione ebbe un impatto determinante sulla crescita del gioco del calcio a livello globale, e poi che mondiali sarebbero senza squadre come il Burundi e la Groenlandia?

È tuttora il mondiale ospitato da un'unica nazione che ha visto impiegato il maggior numero di stadi, alcune partite furono giocate anche nel campo dell'Oratorio Don Bosco de la Vega, dietro raccomandazione di Zorro.

La scelta della Spagna come Paese organizzatore era dovuta ad una mera semplificazione linguistica: si era provveduto a riciclare la documentazione in lingua spagnola in uso nei Mondiali precedenti, svoltisi in Argentina, effettuando solo piccole correzioni qua e là a colpi di sbianchetto. Ciò comportò un notevole risparmio sulle traduzioni e sulla redazione di nuova modulistica, grazie al quale i vertici della Federcalcio spagnola poterono garantirsi ogni sorta di sollazzo sessuale per tutta la durata del torneo.

Qualificazioni

File:Tango España - pallone ufficiale Mondiali Spagna 1982.jpg
Il pallone del torneo era identico a quello usato in Argentina quattro anni prima anche nel materiale: 100% vera pelle di desaparecido.

Nonostante l'allargamento del torneo a 24 squadre non mancarono le sorprese in fase di qualificazione: in Europa non riuscì a qualificarsi l'Olanda, finalista nelle due precedenti edizioni, che venne superata da Francia e Belgio: a conti fatti, è lecito ritenere che continuare ad affidarsi a un Cruijff ormai quarantenne e un Neeskens dipendente dalla macchina per la dialisi non sia stata un'idea brillante. Ottenne la qualificazione invece la sorprendente Irlanda del Nord, che eliminò Svezia e Portogallo mandando l'IRA a far saltare in aria i loro aerei all'aeroporto di Belfast. Quanto all'Italia, a un avvio di girone folgorante fecero seguito diverse prestazioni balbettanti, che non costarono la qualificazione solo perché la Danimarca si ostinò a disputare l'intero girone con la squadra di hockey su prato.

In Sud America fece scalpore l'eliminazione dell'Uruguay fresco vincitore del Mundialito del 1981: per la Celeste fu un vero peccato non poter contare nella partita decisiva in Perù su cinque titolari, bloccati alla dogana con del materiale sospetto che poi si scoprì essere dell'arbre magique all'aroma di mars fritto. Nel girone del Centro-Nord America invece riuscì a fallire l'approdo alla fase finale il Messico, che pagò cara la presunzione con cui affrontò il girone eliminatorio: infatti la stella Hugo Sánchez, centravanti del Real Madrid, onde non affaticarsi in vista del torneo insistette per giocare tutte le qualificazioni in porta.

I gironi africani videro la qualificazione di Camerun e Algeria, che beneficiarono di numerose defezioni dovute a motivi finanziari e riuscirono ad arrivare in Spagna nascosti nella stiva di un cargo che trasportava calamari. In Asia, infine, la Nuova Zelanda vinse lo spareggio contro la Cina e conquistò insieme al Kuwait il posto di materasso annunciato del Mondiale.


Gruppo 1

File:Portachiavi di Naranjito, mascotte dei mondiali di Spagna 1982.jpg
Naranjito, la mascotte, s'impiccò dopo aver puntato tutti i suoi averi sulla vittoria delle Furie Rosse.

Un gruppo ben equilibrato che comprendeva l'Italia quarta in Argentina quattro anni prima, la solida formazione polacca che poteva contare sulla vecchia guardia che giunse terza nel 1974 rafforzata da uno Zbigniew Boniek non ancora rimbecillito dalle apparizioni alla Domenica sportiva e il Perù che aveva superato il primo turno nel 1978 ed era guidato da quel Gerónimo Barbadillo che ad Avellino era venerato quasi quanto Ciriaco De Mita. A completare i quadri i poco accreditati camerunensi, la cui preparazione tattica e atletica al Mondiale era stata curata da un'équipe di sciamani.

La prima partita fu disputata a Vigo tra Italia e Polonia. Gli azzurri, convinti che si stesse parlando di Vigo di Fassa, avevano disputato le ultime due amichevoli pre mondiali calzando scarponi da sci e giunsero quindi all'appuntamento più preparati a disputare la Vasaloppet che il Mondiale. Per fortuna la nazionale polacca aveva come giocatore di riferimento il veterano Grzegorz Lato, che aveva sulle spalle più mondiali disputati che capelli: per non rischiare perdite umane a causa della calura, le due squadre scelsero dunque di prenderla con calma, e finì 0-0. Il giorno successivo, Perù e Camerun decisero a loro volta di non spremersi troppo e chiusero anche il loro incontro a reti bianche. Seguirono quindi l'1-1 tra Italia e Perù e lo 0-0 tra Polonia e Camerun, in un girone che somigliava sempre più a una partita di tresette a perdere.

Alla vigilia dell'ultimo turno, visti i risultati degli altri gironi, gli scaltri polacchi realizzarono che arrivando secondi nel girone rischiavano di doversi scornare nella fase successiva con Brasile e Argentina, perciò si scossero dal torpore dei primi due incontri e ipotecarono il primo posto con un sonoro 5-1 al Perù, che dal canto suo non se la prese troppo a male visto che aveva già prenotato il volo di ritorno per Lima per la sera stessa. Per evitare di finire con le due grandi sudamericane, l'Italia era dunque costretta ad infliggere un punteggio analogo al Camerun: un'impresa disperata poiché le statistiche sottolineavano impietosamente come l'Italia non aveva mai segnato 5 gol in una girone intero, figurarsi in una sola partita. Gli azzurri affrontarono dunque gli africani con lo stato d'animo di un bovino al macello, e pensarono che per evitare figure di merda annunciate era meglio cedere il passo agli sprovveduti camerunensi. Inaspettatamente però al 61' un calcio di punizione di Antognoni destinato in fallo laterale carambolò addosso a un Graziani intento a scaccolarsi e finì in fondo alla rete difesa da N'Kono. Colti di sprovvista dall'accaduto, gli Azzurri rimediarono in fretta e furia grazie a Dino Zoff che simulò una colica renale su un innocuo passaggio di M'Bida, ma non riuscirono a regalare la decisiva rete del vantaggio ai Leoni Indomabili che, mangiata la foglia, per evitare ogni rischio nascosero il pallone agli Azzurri e improvvisarono una partita a bitch volley fino allo scadere. La frittata era dunque fatta: contro Brasile e Argentina si prevedevano tanti di quegli scapaccioni che in confronto quello dello Zaire del 1974 sarebbe sembrato un risultato dignitoso.

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Polonia 4 3 1 2 0 5 1 +4
Italia 3 3 0 3 0 2 2 0
Camerun 3 3 0 3 0 1 1 0
Perù 2 3 0 2 1 2 6 --4

Gruppo 2

Il gruppo 2 sembra sorteggiato apposta per far qualificare la Germania. Nella benevola urna, riconoscibile perché coperta di svastiche, vengono inserite tre squadre inutili che iniziano per A: Austria, Algeria e Andokazzostan. A fine estrazione ci si accorge che il Cile è restato fuori, si scopre la burla e si fanno tutti grasse risate. Tranne i cileni, che sono palesemente condannati. Contrariamente a quanto accade di solito, l'Algeria non ha prestato i suoi migliori giocatori alla Francia, se ne accorge troppo tardi la Germania che perde alla partita d'esordio per 2-1. L'Austria, rassegnata al fatto che non potrà giocare con le palle di Mozart (ritenute non regolamentari), batte comunque il Cile per 1-0. La Germania deve recuperare, vittima sacrificale ancora il Cile, battuto per 4-1. Dopo il 2-0 tra Austria e Algeria, quest'ultima infligge un 3-2 ancora al Cile. La classifica è fuori di ogni logica calcistica, Algeria e Austria a 4 punti, Germania a 2 e Cile non pervenuta. Nell'ultima partita del girone, la Germania affronta l'Austria già matematicamente qualificata. Per i crucchi è l'ultima spiaggia, in caso di sconfitta o pareggio sarà fuori. Per evitare la clamorosa eliminazione, il cancelliere Helmut Schmidt promette al presidente austriaco Rudolf Kirchschlager di restituirgli le spoglie di Adolf Hitler, conservate surgelate in un luogo segreto. Al 10' minuto il tedesco Hrubesch ruba palla a centrocampo, i difensori austriaci sono disposti malissimo, due di essi sono sdraiati a prendere il sole sulla tettoia della panchina, altri due sono impegnati ad unire i puntini da 1 a 46 su la Settimana Enigmistica, la Germania passa in vantaggio. Il risultato va bene ad entrambe le squadre, per il resto della partita gli spettatori organizzano gare di karaoke per passare il tempo, si ubriacano tutti assieme con otto cisterne di birra, inneggiano al terzo Reich ed escono abbracciati dallo stadio.

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Germania Ovest 4 3 2 0 1 6 3 +3
Austria 4 3 2 0 1 3 1 +2
Algeria 4 3 2 0 1 5 5 0
Cile 0 3 0 0 3 3 8 --5

Gruppo 3

Prenotato Zurpone...

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Belgio 5 3 2 1 0 3 1 +2
Argentina 4 3 2 0 1 6 2 +4
Ungheria 3 3 1 1 1 12 6 +6
El Salvador 0 3 0 0 3 1 13 --12

Gruppo 4

Testa di serie del girone era l'Inghilterra, che dopo la vittoria ai mondiali del 1966 aveva battuto solo San Marino e Samoa Americane ma fu piazzata in prima fascia per evitare confronti con l'Argentina, con cui la tensione era alle stelle a causa della guerra nelle Isole Falkland e del fatto che, per ritorsione, il Tottenham licenziò il regista argentino Osvaldo Ardiles obbligandolo a rimpatriare a bordo di un pedalò. Avversari degli inglesi erano:

Ad iniziare le ostilità fu la sfida di Bilbao tra inglesi e francesi, con un'importante defezione tra le fila britanniche: l'asso Kevin Keegan, infatti, dovette saltare tutta la prima fase a causa di una tendinite al piede destro che si era procurato nel vano tentativo d'imparare a infilarsi le infradito. Prevalse l'Inghilterra per 3-1, con l'ispirato duo di centrocampo composto da Bryan Robson e Ray Wilkins che scardinò la difesa francese con millimetrici passaggi filtranti e colpi di piede di porco sui reni. L'indomani, la volitiva formazione del Kuwait impose l'1-1

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Inghilterra 6 3 3 0 0 6 1 +5
Francia 3 3 1 1 1 6 5 +1
Cecoslovacchia 2 3 0 2 1 2 4 -2
Kuwait 1 3 0 1 2 2 6 -4

Gruppo 5

L'eccitazione dei tifosi spagnoli, pronti a vedere la loro squadra diventare la terza nazione consecutiva a trionfare nel mondiale in casa, era talmente palpabile che nessuno batté ciglio quando, alla vigilia del debutto, il governo alzò il prezzo della benzina, raddoppiò le imposte sulla casa e si spinse addirittura a tassare le tapas con l'aperitivo, costringendo i bar spagnoli a sostituirle con le pizzette Catarì. D'altronde il sorteggio sembrava aver apparecchiato per la Spagna un avvio di torneo morbido, poiché a far compagnia alle Furie Rosse nel raggruppamento capitarono:

L'incontro d'esordio a Valencia vide i padroni di casa opposti agli honduregni in una gara dal pronostico talmente chiuso che a chiunque scommettesse sulla vittoria dei centroamericani veniva prescritta una perizia psichiatrica. Il portiere spagnolo Luis Arconada, presagendo una serata di completo riposo, si presentò in campo in vestaglia e pantofole e, al posto della tradizionale Gatorade, posizionò a lato della porta una bottiglia di Cardenal Mendoza: prima ancora che potesse accomodarsi in poltrona, però, il centravanti honduregno arrivò a tu per tu con lui, lo fece uscire con la scusa di dover leggere il contatore del gas e infilò in porta il pallone dell'1-0, fregandogli anche il brandy. Da allora in avanti la Spagna cinse d'assedio l'area avversaria grazie a un prolungato possesso di palla e a un plotone di tiratori scelti posizionati sugli spalti, ma venne respinta ripetutamente dai prodigiosi interventi del portiere honduregno e trovò l'1-1 su rigore solo perché l'estremo difensore, gasato dai miracoli compiuti, tentò di parare il tiro con la sola imposizione delle mani. Il giorno successivo, jugoslavi e nordirlandesi pareggiarono 0-0 un incontro talmente noioso che al 15' del secondo tempo le televisioni di tutto il mondo ne sospesero la messa in onda per trasmettere le repliche dell'Ispettore Derrick.

Nella seconda giornata la Spagna faticò nuovamente ed ebbe ragione per 2-1 della Jugoslavia solo grazie a un dubbio rigore assegnato per un fallo di mano del portiere, mentre l'Honduras costrinse al pareggio per 1-1 anche l'Irlanda del Nord in una partita dove la somma del valore di mercato dei giocatori in campo equivaleva a un panino con la coppa e una gassosa. Il turno conclusivo si aprì con il successo 1-0 della Jugoslavia sull'Honduras, che permise agli slavi di sperare nel passaggio del turno in caso di vittoria della Spagna sull'Irlanda del Nord: vista la forma mostrata fin lì dalle Furie Rosse, tanto valeva augurarsi che un meteorite che radesse al suolo Valencia durante la partita. Infatti furono i nordirlandesi a prevalere per 1-0 contro la fischiatissima formazione di casa, apparsa talmente giù di tono che metà squadra accusò i crampi già durante il riscaldamento, aggiudicndosi così il girone spedendo gli spagnoli contro Inghilterra e Germania Ovest nel girone di Madrid, dove arrivarono di corsa con gli imbufaliti jugoslavi che li inseguivano sparando loro sui piedi. La classifica finale recitava dunque:

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Irlanda del Nord 4 3 1 2 0 2 1 +1
Spagna 3 3 1 1 1 3 3 0
Jugoslavia 3 3 1 1 1 2 2 0
Honduras 2 3 0 2 1 2 3 -1

Gruppo 6

Il portiere carioca Valdir Peres, oltre a somigliargli sospettosamente, era colpito dallo stesso sortilegio che colpì Massimo Mattolini, la maledizione della saponetta[1]. Ma nessuno lo sapeva.

L'ultimo dei gruppi si caratterizzava per un equilibrio perfetto: ne facevano parte due squadre dell'emisfero boreale (URSS e Scozia) e due di quello australe (Brasile e Nuova Zelanda). Che tra Brasile e Nuova Zelanda ci fosse un divario tecnico di circa 67 anni luce era un dettaglio formale; che tra Scozia e URSS ci fosse di mezzo l'Europa era noto a tutti, bastava dare un'occhiata su un qualunque atlante, ma di sicuro questo girone avrebbe garantito gol e spettacolo. E così fu: nel gruppo 6 furono segnati più gol che in tutti gli altri e le partite furono tutte avvincenti e combattute, a cominciare dalla prima.

Si affrontavano Brasile e URSS. L'esito sembrava scontato, anche perché i sovietici erano in astinenza forzata da vodka, secondo le ferree disposizioni del cittì Konstantin Beskov. L'indiscutibile supremazia brasiliana sembrava destinata a fare un sol boccone degli avversari, ma al 34' il centrocampista Andrij Bal' ciabattò casualmente il pallone nel tentativo di liberarsi di una vespa che gli ronzava intorno. La sfera rimbalzava innocua verso l'estremo difensore brasiliano Valdir Peres che stava cercando di decifrare uno striscione collocato sulla tribuna opposta: «"Бразилия дерьмо"... O que significa isso?» Quando si rese conto che la palla passava dalle sue parti fu troppo tardi: si produsse in un intervento goffo e sgraziato degno del miglior Garella. Solo che Garella aveva un gran culo, Valdir Peres no: i russi erano inopinatamente in vantaggio. Durante l'intervallo, nel chiuso degli spogliatoi, Valdir Peres fu sottoposto ad uno sparticulo con doppio riporto. Ci volle parecchia fatica, ma nella ripresa il Brasile ribaltò il punteggio con due "surricagni" da fuori area di Éder e Sócrates, che il portiere sovietico Dasaev nemmeno vide, tanto che fino al novantesimo era convinto di essere imbattuto. Si arrese all'evidenza solo quando vide le immagini registrate in tv e un biglietto per una vacanza-premio quinquennale al gulag di Verkhojansk sul suo comodino.

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Brasile 6 3 3 0 0 10 2 +8
Unione Sovietica 3 3 1 1 1 6 4 +2
Scozia 3 3 1 1 1 8 8 0
Nuova Zelanda 0 3 0 0 3 2 12 -10

Le stelle del mondiale

Alcuni giocatori hanno inciso sui risultati più che altri, tra loro Claudio Gentile, roccioso difensore degli Azzurri.

Claudio Gentile, un nome un controsenso.

La gara nella gara

Una delle novità di questo mondiale è la scelta di premiare un po' tutti, come si usa nelle gare di atletica delle scuole elementari, una medaglietta non si nega a nessuno. Per dare una possibilità di prendere un premio alle squadre sfigate, si organizza l'elezione del "Calciatore più brutto del mondiale", ogni nazione presenterà il suo campione e poi, nello stadio con più conati di vomito, verrà eletto il vincitore. Questi i selezionati:

Difficile esprimere una preferenza, siamo di fronte a un vero freak show.

Note

  1. ^ Non è quello che state pensando voi, luridi sporcaccioni.