Almanacco del giorno dopo
L'Almanacco del giorno dopo era una trasmissione che andava in onda ogni sera su Raiuno verso le 19.30 per ricordare alle telespettatrici di sbrigarsi a portare in tavola perché ormai era ora di cena.
Pensato inizialmente come riempitivo di cinque minuti tra due blocchi pubblicitari, in breve tempo divenne esattamente questo, conquistando rapidamente un vasto seguito tra gli appassionati di musica medievale, stampe curiosamente somiglianti alle figure delle carte napoletane, annunciatrici sensuali come il detersivo per piatti e vaccate assortite.
Mantenne la sua collocazione dal 1976 fino alla metà degli anni '90, quando una serie di concause ne determinarono la soppressione. Tra queste va menzionato non solo l'avvento dell'Auditel, che permise di appurare che l'indice d'ascolto del programma era superiore solo a quello del segnale orario e delle televendite di Roberto Artigiani, ma anche l'improvvisa necessità dei vertici RAI di trovare una collocazione a Carlo Conti, che da qualche tempo ciondolava per i corridoi degli studi a supplicare i vari capistruttura col curriculum in mano e a provarci con le vallette, dopo aver trascorso otto anni a supplicare le vallette e provarci con i capistruttura.
Conduttrice del programma era una tale Paola Perissi, ex annunciatrice relegata a questo negletto ruolo dopo l'assunzione di Alessandra Canale, assai più disposta di lei a presentarsi in video scapezzolata, e quindi abbandonata a lungo negli studi dopo la chiusura del programma. Venne ritrovata nel 2004 da una spedizione guidata da Mario Tozzi, che la trovò accanto ad un piatto con un ratto mezzo addentato mentre narrava la biografia di San Benedetto del Tronto a uno sgabello.
Sigla
Si tratta indubbiamente dell'elemento più caratterizzante del programma, dal momento che il resto dei contenuti era palesemente scopiazzato dal calendario di Frate Indovino. La melodia musicale che la contraddistingueva era stata composta appositamente per la trasmissione dal maestro Mazza durante un periodo particolarmente fecondo, che s'inseriva prima della pubblicazione di numerose colonne sonore per telenovelas paraguayane e successivamente ad una lobotomia frontale. Il brano, una composizione per clacson, theremin e chitarra a fiato che presentava una riuscita fusione tra tradizioni musicali trecentesche e pulizia del suono tipica del punk, s'intitolava "Chanson balladée", nome che fu tagliato rispetto all'originale "Chanson balladée et fischiée faite avec quatre accordes buttés là et que sembr così vecch che perfin quand mon nonn est nat era déjà fuor de mod".
A questo suggestivo motivo si abbinava la rotazione di dodici stampe seicentesche, opera dell'incisore andorrano Fulgencio Antonio Rubio Gonçalo Eufemio del Carraturos y Posalaquaglias y Vaccariellos Pinto e Olhalavechias. Tali immagini, realizzate con la tecnica della rigatura sulla carrozza del suo committente, che non lo pagava da sei mesi, raffigurano ciascuna una scena tipica dei mesi dell'anno:
- gennaio: un uomo rovescia due secchi d'acqua addosso a un cervo, allegoria della digestione dei pranzi delle feste natalizie;
- febbraio: un uomo mascherato con dei pesci in mano, uno dei quali è il suo;
- marzo: un uomo vestito di stracci che regge un cesto d'erba e una bandiera che reca la scritta "Ti serve fumo?";
- aprile: un uomo piegato lateralmente abbraccia una vacca pensando di guidare una moto;
- maggio: una donna rappresentata insieme a vari strumenti musicali: è l'amministratrice delegata della Fender;
- giugno: un pescatore che ha in mano un'aragosta: sullo sfondo, Gualtiero Marchesi accanto ad una pentola d'acqua bollente lo attende con impazienza;
- luglio: un contadino che porta un fascio di grano, smadonnando perché ha grippato la trebbiatrice;
- agosto: un uomo che beve un fiasco di vino seduto su una panchina, mentre osserva e commenta l'operato di un gruppo di operai che stendono l'asfalto;
- settembre: un uomo che succhia un grappolo d'uva senza accorgersi di essere con un piede in un pitale;
- ottobre: un uomo appena punto da uno scorpione che balla il Tacatà insieme a lui;
- novembre: un boscaiolo intento a mozzarsi un piede per farsi riformare alla naja;
- dicembre: un uomo con una clessidra che sta per portare via un anziano, accanto alla scritta "Muoviti che è l'ora delle pastiglie per la pressione".
Un altro breve frangente della canzone sopra descritta, consistente in un assolo di vuvuzela, costituiva la sigla di chiusura insieme a un'altra immagine, raffigurante un uomo barbuto che regge uno stendardo con su scritto E' FINITA LA COMEDIA, evidente personificazione dell'ignoranza.
Rubriche
Dopo l'esposizione da parte della Perissi degli orari di sole e luna e di una breve biografia del santo del giorno coinvolgente come un'orgia tra ciccioni, il programma consisteva di due parti. Nella prima, dal titolo Domani avvenne, era brevemente ricordato un avvenimento passato con gustosi aneddoti e completo spregio della consecutio temporum.
A seguire andava in onda un'ulteriore rubrica, scelta a rotazione a seconda di qual era il curatore che la sera prima aveva perso a burraco. Tra queste figuravano:
- Dalla parte degli animali proponeva un breve documentario su una determinata specie e in particolare sulle sue abitudini: per questa ragione era particolarmente apprezzata dai bracconieri.
- Le pietre raccontano, nella quale un esperto esponeva il contenuto delle sue conversazioni con un mucchietto di ghiaia.
- Conosciamo l'italiano?, che vedeva un linguista stigmatizzare l'uso improprio della lingua italiana nei niubbi facts.
- Le buone maniere di ieri e di oggi, dove un nobiluomo disquisiva sui più disparati aspetti del Galateo, dalla postura a tavola alle modalità con cui frustare i maggiordomi.
La trasmissione terminava infine con una citazione di un artista o di un letterato, ossia nella lettura di un avviso di garanzia indirizzato a loro.