Lucio Dalla

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« Wuruhwuooooooohh... sbiridibiribiwuhuoooooo... »
(Una struggente strofa d'amore di Lucio.)
« Non so se hai presente una puttaaaaanaaaa... ottimista e di siniiiiiiistraaaa... »
(Lucio sulle quote rosa in politica del PD.)
« Da quando sei partito c'è una grossa novità... »
(Lucio Dalla, scrivendo ad un amico lontano, gli comunica di essersi fatto la ceretta.)
« Vorrei amarti anche qua, nel cesso di una discoteca o sopra il tavolo di un bar... »
(Dalla, strofa dedicata a Ron.)
« Dalla, cantautore bolognese o consiglio per giovani signorine in età da marito? »
(Freak Antoni su Lucio Dalla.)
« Tre più tre per lui fa sempre seeeeette... »
(Lucio Dalla su Antonio Di Pietro.)
Una foto di Dalla risalente agli anni '60, con i suoi caratteristici occhiali tondi.

Lucio Dalla (Bologna, 2.5 milioni di anni fa - Montreux, tardo Olocene) è stato l'ultimo esemplare vivente di uomo di Neanderthal, nonché cantautore ventriloquo unico nel suo genere. È stato il massimo esponente, insieme ad Umberto Bossi dopo che un ictus lo ha rincoglionito, di una particolare categoria di divulgatori che si esprime con versacci insensati, come "burubidibiiiiiiiii... stubdibidibooooooohhhh..."[citazione necessaria], tirandoci su un fottìo di soldi. Il suo stile non va però confuso con quello di Vasco Rossi e giggi dalessio[1]; il primo infatti ha un vocabolario di versi limitato ai soli "eeeeh..." e "nanananana..."; il secondo, semplicemente, non è capace nemmeno di parlare italiano, né di intonare una sola cacchio di nota su sette esistenti, diventando inascoltabile appena apre bocca davanti a un microfono.

Gli esordi

Fuggito quand'era ancora cucciolo dall'antichissima colonia di scimpanzé di "2001: Odissea nello spazio" appena questi scoprirono l'esistenza delle mazzate, trovò inizialmente accoglienza tra i punkabbestia del centro di Bologna, che lo notarono per il folto pelo e lo impiegarono come cane yorkshire da accompagnamento per le loro elemosine.
Presto stufo dell'insonnia causata dai potenti rutti dei suoi padroncini, decise di fuggire in cerca di padroni meno tossici e puzzolenti.
Venne trovato e adottato dal circo Togni, dove trovò anche lo spunto per tentare la carriera nello spettacolo: lo usavano per le foto-ricordo coi bambini al posto delle scimmiette, ma senza molto successo. Ogni volta, i bimbi si impaurivano, piangevano e chiamavano anche il papà, cosicché il povero Lucio finiva pure per "abbuscare" di brutto.

Dalla (a sinistra) insieme allo yeti durante la sua fase più rock. Il pelo che ricopre le chitarre è di produzione propria.

Si scoprì dotato di un grande talento vocale casualmente, quando per errore rimase chiuso nella gabbia dell'orsetto ricchione, e spaventato, iniziò a urlare cose senza senso come "barabahibirwhoooooooh..."[citazione necessaria] in cerca d'aiuto.
Togni, fiutato l'affare, contattò rapidamente la RAI, proponendo uno scambio alla pari: Lucio Dalla a X Factor in cambio di Morgan al circo come clown, ma la trattativa inizialmente fallì per la violenta protesta dei clown, dichiaratamente omofobi.
Si giunse a una soluzione quando venne promesso a un contentissimo Morgan di metterlo nella gabbia con il suddetto orsetto ricchione[2].

Primi passi musicali

Evolutosi da quadrupede a Homo erectus, l'irsuto Lucio conobbe i colleghi Tomas Milian e l'abominevole uomo delle nevi in uno zoo comunale, e con loro formò il suo primo gruppo rock, i "Piero Peluche". La formazione vedeva Milian ai rutti, l'uomo delle nevi ai bonghi in pelo composti dai suoi stessi testicoli e Lucio allo "zurhuwibididwhoooooooh..."[citazione necessaria], al piano e al clarinetto contemporaneamente[3]. Durante il loro primo concerto, facendo semplicemente amicizia con una groupie, scoprì la gnocca, che divenne immediatamente la sua musa ispiratrice. Mandò così affanculo i suoi due compagni di pelo, abbandonandoli sull'Autostrada Bologna-Firenze, e iniziò la carriera solista.

Gli anni '60 e il Cantagiro

Ricostruzione al computer di come sarebbe Lucio Dalla dopo una depilazione con gli isotopi di Plutonio 239.

Consigliato dai più importanti protagonisti musicali degli anni '60, come Edoardo Vianello, Gino Paoli, i Finley e Tony Tammaro, si convinse a partecipare al Cantagiro, nota kermesse che mescolava heavy metal, velocità su due ruote e cannoni, praticamente come nell'odierno Gods of Metal.
La prima partecipazione fu un totale fallimento: durante le prove, venne tamponato dal solito Rompicoglioni di Max Biaggi, che sarà poi regolarmente menato e mandato affanculo da tutti, tanto per cambiare. Alla seconda partecipazione, presentò il brano "Ma questa pera", in un suggestivo duetto con Marco Pantani, che divenne un importante inno presso i tossici di quel decennio. Tant'è che pur classificandosi inizialmente 6758mo, grazie a una clamorosissima botta di culo per la squalifica per doping dei primi 6757 partecipanti, si ritrovò a vincere il concorso.

Gli anni '70 e la svolta musicale

In una fase artistica difficile, in cui il cantante ominide non sapeva che banane pigliare, durante un'omelia trasmessa in mondovisione dell'allora cardinale Germano Mosconi e dell'arcivescovo Vittorio Sgarbi, ebbe una nuova illuminazione: la scoperta delle parolacce, che per la gioia dello stato pontificio divennero presenza assidua nei suoi testi.

Rottosi le palle del Cantagiro, decise di esibirsi a Canzonissima (programma RAI rivale di Paperissima), presentando un brano che stava molto molto a cuore alla comunità gay, intitolato "Bucio, dove vai"; si piazzò terzo, battuto da una scandalosa Cristina D'Avena in "Pollon combinaguai"[4] e da uno sconosciuto sessantenne polistrumentista che sì esibì "a cappella" facendo le pernacchie con le ascelle.

Il fratello gemello di Lucio Dalla, Enrico Beruschi.

Conobbe in quegli anni Gianni Morandi, che già all'epoca stava diventando nonno per la diciottesima volta, aveva già più nipoti di Zio Paperone e aveva pubblicato più "Best of" dei Pooh; nacque un'importante collaborazione, che portò Lucio a scrivere per Morandi uno dei suoi cavalli di battaglia, "Pidocchi di ragazza", brano di denuncia sociale sull'igiene intima femminile.

Sulla scia di questi successi, giunse la consacrazione definitiva di Lucio con il debutto al Festival di Sanremo nel 1972 con la celebre "4/3/1943". Questa rischiò addirittura di essere scartata per i due titoli che inizialmente furono pensati per la canzone: il titolo "zurupwiribudurhubiridirubidiruwoooooooohhhhh"[citazione necessaria] non entrava tutto nella copertina del vinile, mentre "Gesù Bambino" non piacque a quello stracciamaroni di Pippo Baudo perché Gesù era più famoso di lui e si sentiva messo in secondo piano da un personaggio decisamente più acclamato dal pubblico. Lucio si classificò terzo, dietro Samuele Bersani e Pierluigi Bersani, e davanti a Mariano Apicella con "Meno male che Silvio c'è", con le solite e immancabili proteste dei rosiconi del PdL che, tanto per cambiare, denunciavano brogli per la mancata vittoria del loro beniamino Apicella.

L'anno dopo tornò a Sanremo con un altro storico brano, "Piazza Grande", canzone autobiografica sulla calvizie che tragicamente avanzava, disboscando impietosamente la capoccia del cantautore, provocando pericolose frane e smottamenti di capelli. La canzone si piazzò, tuttavia, solo ottava dietro Nicola Di Bari, Peppino Gagliardi[5], il Milan, Gargamella, Zorro, il Gabibbo e un tizio che si trovò casualmente nei paraggi.

La maturità artistica

Lucio alla batteria durante un tour.

Durante la sagra dello squacquerone di Santarcangelo di Romagna, conobbe quattro poveracci disperati noti con il nome di Stadio, tutti depressi e appena lasciati dalle proprie fidanzatine, che si dissero disposti a fargli da band di supporto con la speranza di "cuccare" e magari diventare schifosamente ricchi e famosi. Nel pieno della sua evoluzione, un'altra importante scoperta scientifica completò l'ispirazione di Dalla: le pippe.

Frutto di questo cambiamento artistico fu "Disperato Erotico Stomp", che sostanzialmente narra la stessa storia che accomuna tutti i cornutoni quando scoprono i tradimenti della propria ragazza con ogni essere biologicamente vivo possibile, per poi passare nottate infelici su Youporn per consolarsi. Dello stesso periodo, il pezzo "Com'è profondo il cane", il cui testo racconta una storia di sesso tra un dobermann e un mastino napoletano. Tematiche simili vengono riprese anche nel successivo singolo "L'ano che verrà".

Alla fine del decennio, tornò ad abbaiare in coppia, stavolta con Francesco De Gregori per "Banana Republic", un tour che avrà tra i protagonisti un giovanissimo Piero Marrazzo con un gruppo di simpatiche amichette sudamericane. O amichetti.
Affiancato da De Gregori scrive e compone "Cozza sarà" e "Ma come fanno gli ombrellai", che riscuotono grandissimo successo nelle radio private eschimesi.

Tra uno "sduburiduoooww"[citazione necessaria] e l'altro, Lucio approdò anche nel mondo del cinema, in piccole parti, come nel 1973 in "Il prato macchiato di rosso", documentario sulle mestruazioni, e "La vendetta del figlio di Kong", per il quale riceve l'"Oscar dei Primati dal pollice opponibile" come miglior controfigura nelle scene d'azione e addetto al catering.

Caruso

Dalla (in primo piano, con l'inconfondibile barba) in concerto insieme agli Stadio al festival dello gnocco fritto di Imola. Allo xilofono, un giovanissimo e irriconoscibile Gaetano Curreri. A sinistra, l'affascinante Milly Carlucci presenta la band.

Gli anni '80 si aprono con dischi poco acclamati, che resteranno invenduti persino sulle bancarelle dei vucumprà.
Spicca però la notevole ballata "Anna e Marco", che racconta la storia d'amore tra Anna Tatangelo e Marco Pannella, finita male perché lui pensava agli scioperi della fame anche quando lei era in calore, cioè sempre in entrambi i casi.
La crisi artistica di Lucio si risolse nel 1986 con l'enorme successo del brano "Caruso", concepita da Lucio durante il suo soggiorno all'albergo "Scarrafone" di Napoli, dove si dice che il tenore Caruso morì bestemmiando come un friulano.

Con gli immensi guadagni delle vendite, poté finalmente comperare il "Canta Tu" agli Stadio per toglierseli dalle palle, oltre a una serie di costosi autotrapianti di pelo: diventato sempre più calvo, pensò bene di riciclare il pelo che avanzava da ogni altro angolo del suo corpo per fabbricarsi un parrucchino. Anzi, vista l'abbondanza di materia prima, ne vennero fuori anche un paio di tappeti per il salotto.

Due anni dopo, venne ricontattato da Gianni Morandi, che s'era gravemente rotto i coglioni di sfornare figli e nipotini a profusione. Per scappare da una famiglia numerosa come una squadra di football americano, chiese a Dalla di realizzare un album insieme. Il prodotto fu "Dalla, Morandi", cui seguì un imponente tour dal vivo.
Numerosi gli equivoci scatenati dal nome del tour, "Dalla, Morandi: in Europa": in molti avevano capito che Morandi fosse diventato donna e andasse a fare la mignotta in giro per il continente.
L'ultima tappa del tour, nella cittadina di Leccate di Sotto, fu trasmessa in diretta da Rete 4, facendo incazzare Mike Bongiorno come un babbuino per lo spostamento della 6735189549ma puntata della "Ruota della Sfortuna".

La copertina di uno degli ultimi album. Notevole l'uso del parrucchino.

Gli ultimi successi, il declino e lo scandalo "ParrucchinoGate"

Negli anni '90, la popolarità di Lucio si confermò grazie al brano "Attenti al culo", scritto per lui da Ron, rimasto terrorizzato dopo essere finito per sbaglio in sauna con Alfonso Signorini e Jonathan del Grande Fratello. Da lì in avanti, l'ispirazione del nostro artista calò spaventosamente, giusto lo sforzo di registrare un paio di canzoncine inutili come "Canzone" e "Ciao" per fare fessi e contenti quelli di Radio Italia[6].
Dalla fine del decennio in poi, non fu più in grado di combinare nulla di ascoltabile o degno di nota, preferendo così dedicarsi all'allevamento di tupè da combattimento.

La fine definitiva è legata a un evento tragico: il suo parrucchino, battezzato "Ciuffo di Cuoio", venne accusato di aggressione e tentato omicidio ai danni del parrucchino di Paolo Limiti. L'ammasso di capelli è riuscito a scampare l'arresto fuggendo in Brasile, dove tutt'ora negano la sua estradizione in Italia e lo considerano ormai un rifugiato politico. Sembra che nell'aiutare la fuga all'estero di Ciuffo di Cuoio siano coinvolti anche i capelli trapiantati di Silvio Berlusconi[7]. Sentendosi abbandonato e decaduto, ha rifiutato stoicamente l'idea di farsi crescere il riporto per sostituire il vuoto creato da Ciuffo di Cuoio, riprendendo comunque l'attività di compositore: ricordiamo la sua colonna sonora per lo spettacolo teatrale "La notte degli assorbenti viventi".

Disperato per la morte di Germano Mosconi, Lucio Dalla non ha retto, ed un infarto letale lo ha colpito in Svizzera.

Curiosità

Grande patito di Formula 1, qui lo vediamo in compagnia di Flavio Briatore.
  • Il suo hobby preferito era la coltivazione di parrucchini.
  • Per il suo irsutismo, invece che con il classico rasoio, si radeva con il trattore.
  • È stato omaggiato da papa Germano Mosconi del nobile titolo di Cavaliere di Gran Croce de quèa putàna de quel gran Schifoso Can per l'immane mole di parolacce e imprecazioni nei suoi testi.
  • Sarebbe dovuto essere il protagonista dei famosi spot del Crodino, ma nei provini gli venne preferito il finto scimmione per il suo simpatico accento romanesco.
  • Ha lavorato segretamente come controfigura del pupazzo Uan nelle scene pericolose di Bim Bum Bam.
  • Era appassionato di automobilismo, e ha dedicato giusto qualche brano[citazione necessaria] a diversi piloti. Citiamone appena un paio: "Ayrton", "Nuvolari", "Schumacher", "Massa", "Alonso", "Prost", "Warwick", "Liuzzi" e la recente "La moglie di Flavio è una gran maiala", dedicata a Briatore.

Note

  1. ^ Per contratto, siamo tenuti a storpiarne apposta il nome e a scriverlo con le iniziali minuscole, in segno di disprezzo e offesa.
  2. ^ Evento che scatenò la gelosia di Andy e causò lo scioglimento ufficiale dei Bluvertigo.
  3. ^ Vi chiedete come faceva a cantare e allo stesso tempo soffiare nel clarinetto? Non lo suonava esattamente con la bocca... Esatto, avete indovinato.
  4. ^ La pudica e casta Cristina si esibì indossando un pantalone che lasciava intravedere ben mezzo centimetro di caviglia, fatto considerato oltraggioso e ai limiti della pornografia, per l'epoca.
  5. ^ ...chiiiiiiiii?!
  6. ^ S'erano rotti le palle anche loro di dover passare sempre Arisa e Fabri Fibra.
  7. ^ Ovviamente, è solo una calunnia montata dai soliti magistrati di sinistra.


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