Souvenir

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Il tipico souvenir di Parigi.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Souvenir
« Ehi, mamma, guarda che ti ho portato da Roma! »
( Stupido turista americano con in mano una statuetta del David di Michelangelo. )
« Ma questo sasso grigio non lo pago alla cassa? »
(Lo stesso turista, un anno dopo, arrestato a Pompei.)
« Dite no alle pallide imitazioni! No ai souvenir! Portate a casa le emozioni originali! »
(Slogan dell'A.T.I. (Associazione Tombaroli Italiani))

Il souvenir è di solito un piccolo oggetto (ma esistono anche clamorose eccezioni, Vincenzo Peruggia docet) che il povero turista sfigato è costretto a portarsi a casa per dimostrare di essere andato veramente in vacanza in una grande città d'arte o in un luogo esotico invece che a Casalpusterlengo.

Basterebbe quindi una macchinetta fotografica per evitare di comprarne uno e spendere i propri soldi in cose più utili, ma come è noto dalla legge di Murphy, qualunque viaggio si trasforma in un susseguirsi pazzesco di inconvenienti. I più classici sono (immaginiamo un viaggio a Pisa):

  • la macchinetta fotografica che cade a terra e si frantuma in mille pezzi;
  • Macchie di secrezioni dovute al giorno in cui (una tantum) la soprintendenza piccionistica rimuove il guano da tutti i monumenti rilevanti che sono quindi sprangati;
  • per i motivi di cui sopra i piccioni non sanno dove posarsi per defecare, quindi sono proprio sopra l'ignaro turista mentre costui sta comprando le cartoline.

In definitiva il disgraziato non ha altra possibilità, per provare di essere stato a Pisa agli amici, che comprare la statuina della torre pendente, al modico prezzo di dieci euro (trenta se il poveraccio è livornese).


Storia del souvenir

Certi souvenir di paesi lontani non si scordano mai.

Il souvenir era molto importante nell'antichità e ogni volta che si andava a visitare un paese straniero ci si premurava di tornare con tutto il meglio che quel paese ospite avesse da offrire. Gli Assiri erano maestri di questa nobile tradizione e non contenti di trafugare procurarsi i prodotti tipici locali, si portavano dietro anche la popolazione straniera, così da non avere nostalgia degli usi e costumi dei posti visitati una volta tornati.

Purtroppo oggi seguire la tradizione dei propri avi comporterebbe anni di galera nonché il servizio di apertura su Studio Aperto, quindi il turista moderno invece di dedicarsi ad attività stimolanti come la caccia di giovani vergini da mettere dentro un sacco o il trasporto di tesori d'arte da rivendere a peso d'oro in patria, è costretto a comprare brutte copie in finto-metallo/finto-vetro/finta-plastica di un monumento locale (che magari non è riuscito a visitare proprio perché ha passato l'ultima giornata rimasta a comprarne la versione ridotta) o ancora peggio, una maglietta di cotone con la scritta del luogo pagando dai venti euro in su, quando il tipografo del suo quartiere gliela faceva identica a tre.

(in)Utilizzo

Dopo aver subito una rapina camuffata da acquisto per ottenerlo, il turista, di nuovo a casa, porta tutto contento l'oggetto al destinatario (un parente, un amico, il partner, o, se molto nerd, il portiere). Costui ricompenserà le fatiche del povero sfigato con un commosso

« ah, bello... »

Il souvenir svolgerà quindi il compito per cui è stato costruito e progettato: prendere polvere[1].

La svolta

Accadde un giorno che un certo artista milanese di nome Massimo Tartaglia, non avendo niente da fare come ogni esponente della categoria che si rispetti, si prese a cuore la sorte dei souvenir. Deciso a dimostrare che il loro destino non dovesse per forza essere l'inesorabile mercatino delle pulci, ideò una disciplina sportiva nuova di zecca: il lancio del souvenir. Di fronte alla commissione olimpica, Tartaglia diede una dimostrazione pratica nella sua città natale. Sfortunatamente passava di lì il presidente del consiglio più amato degli ultimi 150 anni e una partita di questo promettente sport in erba venne fraintesa come azione terroristica.

Il presente del souvenir è perciò in bilico. Molti esponenti del governo li additano come armi del terrorismo rosso, con la prova che il 90% dei souvenir è costruito in Cina[2], chiedendo che vengano inseriti tra le armi vietate dalla Convenzione di Ginevra. A seguito delle nuove norme di sicurezza sugli aeroporti, in Italia oggi è vietato portare con sé souvenir contundenti. Quindi ora fra le tante disgrazie che il souvenir causa all'incauto viaggiatore, si aggiunge la possibilità di essere fermato dalla polizia, perdere l'aereo ed essere sottoposto per un giorno intero ad intense perquisizioni.

Souvenir noiosi

Ossia quella robaccia che i vostri conoscenti vi costringono a comprare solo per dimostrare quanto siete disposto a rovinarvi per lor quanto gli volete bene...

Statuine

La categoria principe dei fastidiosi ricordini, se non altro perché una delle più economiche. Si tratta di fedelissime riproduzioni (per farvi un paragone: hanno un livello di realismo medio o pari a quello di un quadro di Kandiskij) di un monumento celebre. Costruiti in materiali affidabili che spaziano dalla plastica tossica, al vetro scheggiato fino al metallo, rigorosamente piombo, rinomato per le sue qualità inquinanti e velenose.
La risposta di Arcore alla maglietta "I Love New York".

Abbigliamento

Prendere vestiti dagli scarti di magazzino e rivenderli a un prezzo centuplicato? Impossibile, direte voi. E invece no! E cosa ancora più incredibile, non avrete bisogno di usare le forbici dalla punta arrotondata. Ciò che vi serve è semplicemente appiccicarvi sopra il simbolo della vostra città/paesino/baraccopoli, di solito una pantegana alzata su due zampe o una quaglia dai colori psichedelici e aspettare che il tonto il gradito ospite compri la vostra roba. Se siete pigri, è sufficiente il nome del luogo, qualche disperato (con le bimbominkia provate con la scritta in glitterato: risultato garantito!) lo troverete sempre.

Cartoline

Gloriosa categoria pressoché estinta da quegli abomini frutto del demonio banalmente chiamati macchine fotografiche, internet e posta elettronica. L'età dei pochi rimasti fedeli alla foto in cartoncino non supera i novant'anni. Grazie alla solerzia delle patrie poste, le cartoline inviate arrivano sempre dopo il vostro ritorno a casa, con relativo figurone col destinatario (sì, anche se vi fate da Palermo a Trento sopra di un mulo zoppo. Batterete sempre sul tempo le poste, è inevitabile, Mr Anderson).

Finto Artigianato

Una deli più subdoli raggiri congegnati per accalappiare i visitatori che se la tirano e che "non rientrano nei canoni prefissati del turismo di massa e vogliono cogliere la vera essenza del posto, de-costruendo la propria visione della realtà per calarsi dentro gli equilibri di nuovi mondi". Li si riconosce subito, in quanto ci tengono ad essere chiamati "viaggiatori" e non turisti, oltre che per la loro tendenza a triturare i maroni dei poveri indigeni attaccando discorsi noiosi utili solo per sfoggiare la propria conoscenza del luogo (cose che per la maggior parte neppure il locale conosce e a ragione essendo quasi sempre inutili) e mostrare di essere "uno di loro". Siccome questi soggetti sono perlopiù pseudo-intellettuali convinti di essere gli Hemingway del ventunesimo secolo, raggirarli non è molto più complesso che fregare il turista medio. E soprattutto dà molta più soddisfazione.

Basta far leva sulla loro vanità, parlare con lui, convincerlo che quel vaso in ceramica è costruito in uno stile presente solo e soltanto in quel paesino, dalle mani dell'unico artigiano duecentonovantenne testimone di quell'antichissima arte, insistere che solo un gran intenditore poteva avere l'occhio per accorgersi di una tale rarità. Tempo cinque minuti, e il soggetto se ne uscirà tutto contento dopo aver sborsato qualche centinaio di euro per quel vaso (in plastica) che il negoziante in realtà aveva comprato tre giorni prima dai cinesi della via accanto a due euro.

Oggettino New Age/finto Hippie

Immancabile in ogni posto di mare la bancarella o il negozietto pieno di cianfrusaglie con orrendi gnomi in miniatura che si risvegliano durante la notte notte esaudendo desideri (roba da esorcista, altro che buon auspicio), buddha panciuti che se la ridono al pensiero che state davvero perdendo tempo lì dentro, gioielli kitsch in plastic corallo, borse/poncho/flauti inca-peruviani anche se siete a Varazze e soprattutto quel costante fumo grigiastro che avvolge tutto quanto e che i negozianti dicono essere incenso (se se...).

Souvenir porno

Cartolina che ritrae la statua in scala 1:1 del pene di John Holmes

Categoria costituita da elementi delle precedenti. Segni particolari: di una tristezza infinita. Di solito vengono acquistati da morti di figa in fase terminale che cercano qualcosa di nuovo dopo aver visto tutto il porno su internet (e che non si sono fusi col proprio computer in un'entità unica) o più comunemente da simpaticoni dotati di un senso dell'umorismo a metà strada tra la Premiata Ditta e un sedicenne metallaro.

Souvenir originali

Siete stufi di tornare dalle vostre vacanze ed essere accolti dalle facce da funerale dei vostri cari delusi dalle minchiate che avete portato loro?[3]

È cosa buona e giusta che i turisti imparino i valori della terra che visitano.

Ecco una pratica lista di ricordini originali e alternativi.

  • Venezia: sorprendete i vostri amici con il rivoluzionario effetto gel del guano di piccione sui vostri capelli! Per procurarvelo non dovete far altro che stare fermi in Piazza San Marco e aspettare, madre natura provvederà al resto;
  • Milano: come a Venezia, con la differenza che i vostri capelli (ammesso che non si corrodano) assumeranno una colorazione variabile tra il fucsia e l'amaranto, tutto merito della tipica aria salubre della città e dei suoi benefici effetti sui piccioni;
  • Napoli: un caratteristico sacco dell'immondizia per divertirvi con tutta la famiglia con la variante italiana del gioco della pignatta;
  • Corleone: una testa di cavallo autentica da appendere in salotto, dono della cittadinanza. È consigliato riceverla il giorno prima della partenza;
  • Norvegia: uno squisito trancio di balena da gustare a cena in compagnia del vostro amico ambientalista;
  • Cina: un tenero panda per la gioia di grandi e piccini. Attenzione però, sono in edizione limitata!
  • Amsterdam: ehhh, qui ogni consiglio è inutile, so già cosa ti vuoi portare. Attento alla polizia, però!
  • New York: se passate nel ridente quartiere del Bronx, avrete molte possibilità di ricevere una calda accoglienza di una decina di pallottole sparate proprio contro di voi! E come "Siamo fatti così" insegna, tutto quel ferro dentro l'organismo non può fare che bene alla circolazione sanguigna;
  • Praga: ansioso di bullarti con gli amici per quella stangona bionda conosciuta in un localino e che ti sei portato a letto mostrando loro il video della tua grande performance di ben due minuti? Gesto ammirevole, ma fatica sprecata, perché sarete sicuramente incappati in quei locali che invece di farvi pagare la strappona, guadagnano diffondendo i rapporti delle ragazze coi clienti come video porno amatoriali. E mentre voi con la faccia da ebete state tornando in Italia accarezzando la videocamera come il cattivo di Bond faceva con il suo gatto bianco, i vostri amici stanno già guardando le vostre imprese. E non solo loro, ma anche la tua famiglia, il prete della tua parrocchia, la tua ragazza e dulcis in fundo il padre di lei pronto ad accoglierti a casa armato di lanciarazzi.

Voci correlate

Note

  1. ^ a meno che non siete il turista tornato da Pisa d'inizio articolo, in questo caso la vostra ragazza sarà molto contenta della torre in miniatura che vi siete portati a casa.
  2. ^ Il restante 10 sono versioni contraffatte create a Napoli
  3. ^ In realtà siete proprio voi a fare ai vostri cari quell'effetto ma tant'è...