Ischia

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Template:Isola

« A Ischia si mangia, si beve e si fischia »
(Un arbitro corrotto)
« ...chissà allora cosa si fa a Giava! »
(Un ischitano in grado di esprimersi in italiano)


- Ischitano: “Io sono di Ischia!”
- Tutti: “Ehhhh?”
- Ischitano: “L'isola vicino a Capri!”
- Tutti: “Ahhhhhhh!”


Ischia prima dell'invasione del turismo di massa

L'isola d'Ischia è una ridente isoletta nel golfo di Napoli. Almeno è quello che ci vogliono far credere. In realtà si tratta di un esperimento scientifico ideato nell'epoca fascista per risolvere questo enigma: cosa succede se trasferisco l'intera città di Napoli, più orde di crucchi, più comitive di pensionati del Nord Italia in 42 km quadrati e li faccio convivere con 60.000 abitanti? L'isola è detta anche "isola verde", dal colore degli abitanti che non riescono a muoversi liberamente perché intralciati da enormi bus gran turismo. I turisti, per una legge locale, devono essere tassativamente over 60, ridenti e sudaticci, e si devono spostare in gruppo. I locali si dividono tra quelli che abitano vicino al mare (più evoluti) e quelli della zona montuosa (ancora non toccati dalla civiltà).

I frequenti accoppiamenti tra consanguinei hanno portato a un progressivo abbassamento del quoziente intellettivo della popolazione. L'aspirazione massima del giovane ischitano medio è comprarsi un 125 e andare in discoteca il sabato sera. Tra l'altro una legge locale impone tassativamente di andare tutti nello stesso comune e nello stesso locale quando si esce la sera. Se vi beccano a fare un giro diverso vi confinano a Procida.

In casi eccezionali la fauna ischitana può emigrare temporaneamente fino a Napoli, servendosi di mezzi nautici risalenti a precedenti periodi bellici, taluni reduci dallo sbarco in Normandia. Questo avviene in particolar modo in occasione di riti di iniziazione isolani quali: battesimo, comunione, matrimonio... quando gli ischitani si avventurano fino al Retfil per comprare gli adornamenti per il corpo adatti alle loro fastose cerimonie. Lo spostamento a Napoli è però fonte di enorme ansia: si sa che i napoletani aspettano i ricchi ischitani, pronti a derubarli, quindi occorre mettere in atto tecniche avanzate di occultamento gioielli, borse, orologi...avanzare con fare circospetto e mettere gli acquisti in anonime buste del mercato rionale.

Il rapporto con i Napoletani

Per qualche ragione misteriosa, l'ischitano medio tende a considerarsi come facente parte della provincia di Stoccolma, e ribadirà sempre con forza l'idea di non essere assolutamente, e per nessuna ragione, parte della provincia di Napoli. L'idea verrà poi supportata dall'adozione di tutta una serie di comportamenti, quali tifare Juventus, trasferirsi a Roma perchè "non è sporca e caotica come Napoli" et similia, atti a sottolineare ulteriormente la non-appartenenza. Ironicamente, gli isolani sono in fin dei conti del tutto simili ai tanto vituperati dirimpettai, condividendone la lingua, il senso civico, il rispetto per il lavoro del prossimo ed anche il senso della pulizia. Tipico dell'Ischitano è piangere tutto l'anno per i danni causati "dai Napulegni", per poi fittare una delle sue duecento case abusive a dei camorristi di Secondigliano, in nero ovviamente. Con i soldi risparmiati grazie all'evasione fiscale, l'Ischiense potrà continuare in pace a fare causa ai vicini, a sottopagare i dipendenti, a non pagare i fornitori e tutte quelle altre attività che lo intrattengono tra un'estate e l'altra.

Economia

L'Isola d'Ischia vanta una delle economie più deprimenti di tutto il sistema solare, fondata sul turismo alberghiero, sugli scambi culturali con i clan di Casale e soprattutto sulgli abusi sessuali verso gli autoctoni. Gli isolani non abbastanza fortunati da possedere alberghi, lidi, case abusive o pompe di benzina, sono in genere impiegati in una delle migliaia di strutture ricettive della metropoli, senza ovviamente mai essere pagati. Le buste paga vengono passate solo a patto di una pronta restituzione (eh...), e le lettere di licenziamento firmate al momento dell'assunzione stessa. Cazzo ridete, non sto inventando niente. I ricchi imprenditori isolani, recentemente giudicati "particolarmente repellenti" perfino da Licio Gelli, possono così risparmiare intere fortune, da impiegarsi poi nel videopoker, nell'alcolismo, nel gioco d'azzardo o nell'acquisto di altri terreni nuclearizzati.