Giovanni Trapattoni: differenze tra le versioni

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In questi anni (intervallati solo dall'anno sabbatico Cagliaritano) Trapattoni dimostra la sua totale incapacita espressiva, in qualsiasi lingua provi a comunicare. Ad anni di distanza gli esperti stanno ancora cercando di decifrare la maggior parte delle sue conferenze stampa; gli studiosi più accreditati ritengono che egli intendesse accusare i giocatori di essere [[Alcolista|''bottiglie vuote'']]. Eminenti glottologi italiani, non sono però certi che la parola ''Strunz'' si riferisse al giocatore in questione.
In questi anni (intervallati solo dall'anno sabbatico Cagliaritano) Trapattoni dimostra la sua totale incapacita espressiva, in qualsiasi lingua provi a comunicare. Ad anni di distanza gli esperti stanno ancora cercando di decifrare la maggior parte delle sue conferenze stampa; gli studiosi più accreditati ritengono che egli intendesse accusare i giocatori di essere [[Alcolista|''bottiglie vuote'']]. Eminenti glottologi italiani, non sono però certi che la parola ''Strunz'' si riferisse al giocatore in questione.


{{Quote|Uno allenatore non è un idiota. Questi giochi, come due o tre giocatori erano deboli come una vuoto bottiglia. Strunz! Strunz! è due anni qua, ha dieci partite giocato, è sempre infortunato. Cosa permettiamo? Strunz. Hanno molto simpatico compagni, mettete in dubbio i compagni! Devono mostrare adesso io voglio, sabato questi giocatori devono mostrarmi e i suoi fans devono da soli lo partita vincere. Io sono stanco adesso il padre di questi giocatori. Uno è Mario, uno, un altro è Mehmet. Strunz al contrario è uguale. Io sono terminato. |La trascrizione della famigerata intervista.}}
{{Quote|Uno allenatore non è un idiota. Questi giochi, come due o tre giocatori erano deboli come una vuoto bottiglia. Strunz! Strunz! è due anni qua, ha dieci partite giocato, è sempre infortunato. Cosa permettiamo? Strunz. Hanno molto simpatico compagni, mettete in dubbio i compagni! Devono mostrare adesso io voglio, sabato questi giocatori devono mostrarmi e i suoi fans devono da soli lo partita vincere. Io sono stanco adesso il padre di questi giocatori. Uno è Mario, uno, un altro è Mehmet. Strunz al contrario è uguale. Io sono terminato. |La trascrizione della famigerata intervista. [[Cosa avrà voluto dire?]]}}





Versione delle 02:06, 21 gen 2009

File:Trap02.jpg
Trapattoni chiama le sue capre.
« Non dire gatto se non l'hai nel sacco »
(Il Trap su Pippare gatti)
« Bisognerebbe che le gare fossero gestite con un minimo di pazientosità »
(Il Trap su neologismi)
« Direi, forse, senza dubbio, forse che per vincere oggi ci è mancato un uomo, più che un uomo direi un uomo... »
(Il Trap su abuso di cannabis)


Giovanni Trapattoni nasce, da padre e madre ignoti, a Vergate sul Membro il 17 Marzo 1939. Era venerdì.[1] Dopo esperienze fallimentari in diversi settori (dalla danza classica all'arredamento di interni), per sbarcare il lunario, fu costretto a fingersi un calciatore e poi un allenatore.

La carriera da calciatore

Dopo aver mosso i primi passi nei campi abusivi di periferia, esordì nel milan dando rapidamente mostra delle sue doti nel gioco brioso e spettacolare[citazione necessaria] giocando come mediano arretrato. Trovandosi presto a disagio, in una posizione tanto avanzata, diventa prima terzino e poi difensore centrale. In quest'ultimo ruolo, Trapattoni, trova la sua dimensione ideale, dimostrandosi impenetrabile alle offensive di campioni del calibro di Capparella e Larrivey. Divenuto un pilastro della squadra, approfitta per imparare il più possibile dal suo allenatore dell'epoca: Nereo Rocco. Gli esperti ritengono, che proprio grazie alla vicinanza con il mitico allenatore, Trapattoni abbia elaborato la sua teoria di gioco moderna e spregiudicata: il catenaccio.

Le vittore

Il prestigioso trofeo ottenuto.

Nella sua militanza rossonerocerchiata, Trapattoni ha vinto:

  • 2 scudetti
  • 1 coppa con le palle della Serie piede a banana
  • 2 coppe dei campioni
  • 1 coppa del nonno
  • 3 premi L'Importante È Partecipare

La nazionale

L'autore del gol Coreano.

Tenuto in altissima considerazione dagli allenatori della sua epoca, è stato convocato in nazionale per ben 17[2] volte. La stima è nei suoi confronti era tale, che fu utilizzato in una partita ufficiale per ben 4 volte[3]. Inserito nella selezione che partecipò ai mondiali del '62, pur non scendendo mai in campo, grazie alla sola presenza, guido la squadra a una precoce eliminazione da parte della Corea.

Gli ultimi anni

Dopo aver rubato stipendi nella capitale padana per più di un decennio, Trapattoni, decise che far finta di giocare era troppo faticoso e si trasferì nel Varese, dove riusci quasi a non vedere il campo per ben due anni.

La carriera da allenatore

Come allenatore si è distinto sia in patria che all'estero, annoiando gli spettatori di mezzo mondo.

Il lavoro in patria

I primi anni da allenatore furono segnati da una dura gavetta, alla guida di squadre scarsamente competitive quali: Milan, Inter e Rubentus. Ciononostante, grazie al gioco innovativo e brioso che lo contraddistingue conquisterà numerosi traguardi di prestigio: oltre a numerosi scudetti, vince il Campionato Mondiale di Tressette a Perdere e ben tre premi come allenatore più folkloristico d'Europa.

Svariati anni più tardi, Trapattoni allenerà anche il Cagliari (che compie grazie a lui la transizione da squadra da UEFA a squadra da retrocessione) e Fiorentina, perdendo in tutte le competizioni a cui prende parte.

L'esperienza all'estero

Noto ormai in tutto il continente, Trapattoni viene richiesto da ogni parte, approndando, nel 1994, in Crukkia, alla guida del Bayern di Monaco, che guiderà ad alcuni successi e a molte magre figure.

In questi anni (intervallati solo dall'anno sabbatico Cagliaritano) Trapattoni dimostra la sua totale incapacita espressiva, in qualsiasi lingua provi a comunicare. Ad anni di distanza gli esperti stanno ancora cercando di decifrare la maggior parte delle sue conferenze stampa; gli studiosi più accreditati ritengono che egli intendesse accusare i giocatori di essere bottiglie vuote. Eminenti glottologi italiani, non sono però certi che la parola Strunz si riferisse al giocatore in questione.

« Uno allenatore non è un idiota. Questi giochi, come due o tre giocatori erano deboli come una vuoto bottiglia. Strunz! Strunz! è due anni qua, ha dieci partite giocato, è sempre infortunato. Cosa permettiamo? Strunz. Hanno molto simpatico compagni, mettete in dubbio i compagni! Devono mostrare adesso io voglio, sabato questi giocatori devono mostrarmi e i suoi fans devono da soli lo partita vincere. Io sono stanco adesso il padre di questi giocatori. Uno è Mario, uno, un altro è Mehmet. Strunz al contrario è uguale. Io sono terminato.  »
(La trascrizione della famigerata intervista. Cosa avrà voluto dire?)


Dopo essersi dimesso dal Bayern farà (ahinoi) ritorno in Italia a Firenze.

La nazionale

I tifosi cercano Trapattoni dopo l'Europeo.

Dopo l'esperienza toscana, in virtù dei meriti acquisiti, Trapattoni, ricevette l'incarico di selezionatore della nazionale italica, che guiderà ai Mondiali del 2002 e agli Europei del 2004, con scarsi risultati in entrambe le competizioni.

In Coppa del Mondo, la squadra azzurra, riesce a superare i gironi grazie a un sapiente calcolo tattico, approdando, con qualche difficoltà, alla fase ad eliminazione diretta. Nonostante un accoppiamento sullo carta facile, la formazione italica, verrà però brutalmente eliminata al golden gol dalla Corea[4].

A questo punto, tifosi ed esperti, si aspettavano un rapido esonero con relativo calcio in culo. La federazione decide invece di confermargli la fiducia, con grande detrimento degli appassionati, già prefiguranti ulteriori figuracce in arrivo.

Agli Europei la nazionale sarà eliminata addirittura ai gironi. Trapattoni diede la colpa al biscotto. Gli italiani a lui, ottenendone la rapida calciorotazione.

Gli ultimi anni

Dopo la duplice sconfitta della nazionale, Trapattoni, in fuga dai tifosi che volevano scuoiarlo vivo, è costretto a riparare in Spagnogallo[5]. Nel giro di un anno sarà costretto ad abbandonare anche questo paese, per ritornare in Germania, a Stoccarda, dove rimarrà sei mesi prima di essere scoperto dalle autorità. Ancora in fuga, trasloca prima nella vicina Austria. Qui, per un breve periodo, sembra ritornare agli antichi fasti. Dopo altri due anni, per evitare l'estradizione in Italia, è ancora una volta costretto a lasciare il paese. Attualmente vive e lavora in Irlanda, fingendosi allenatore della nazionale locale.

Innovazioni Tattiche

Trapattoni, è divenuto noto per il suo modulo di gioco spregiudicato: il 7-1-2. Il suo utilizzo ha consentito di divertire milioni di spettatori, pur con un occhio di riguardo per il risultato. Si pensa che l'idea di questo modulo sia stata mutuata dal suo maestro Nereo Rocco:

« Vuoi picchiate tutto quello che vi passa davanti, se poi prendete anche il pallone pazienza »
(La filosofia calcistica di Rocco)

Nel corso degli anni, inoltre, ha ideato e sperimentato sul campo da gioco, numerose tattiche:

  • fischiare di continuo (per far credere agli avversari che l'arbitro abbia interrotto il gioco)
  • frequenti abluzioni di acquasanta (per rinvigorire i calciatori)
  • cospargere il campo avversario di sale (fa avvizzire l'erba e devasta il morale)
  • aspergere di olio gli attaccanti (per renderli più sguscianti alla marcatura)
  • improvvisare pantomime nell'area tecnica (per distrarre il collega sull'altra panchina)
  • dare la colpa all'arbitro (per sopravvivere ai tifosi dopo la partita)

Voci correlate

Note

  1. ^ È vero, lo giuro.
  2. ^ Che combinazione, come la data di nascita.
  3. ^ Solo le qualificazioni tra l'altro
  4. ^ Sbaglio o c'è una costante in tutto questo.
  5. ^ Italiano, Tedesco, Portoghese: Trapattoni ha dimostrato di essere capace di proferire castronerie in ben tre lingue.