Utente:Giallo Antracite/Sandbox: differenze tra le versioni

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{{Cit2|Presidente, ho l’impressione che lei non sopporti più le accuse dei suoi alleati....|Minzolini incalza il premier con domande scomode}}
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[[File:Augusto Minzolini faccia deretano.jpg|thumb|300px|Augusto Minzolini si presenta al pubblico del Tg1.]]
[[File:Augusto Minzolini faccia deretano.jpg|thumb|300px|Finalmente un volto nuovo alla guida del Tg1.]]
'''Augusto Minzolini''' ([[Roma]], [[1958]]) è un [[giornalista]] [[italiano]], ovvero un giornalista come lo si fa in [[Italia]]. Perché da un lato esistono i giornalisti, ve li ricordate? Provate a chiedere ai vostri [[nonno|nonni]]: quei tipi col taccuino in [[mano]], che tentano di capire la verità delle cose, quelli che indagano, che riportano fedelmente le notizie, che fanno domande scomode. E poi ci sono i giornalisti italiani, grazie ai quali tra poco per sapere cosa è successo a [[Montecitorio]] dovremo andare a informarci di persona.
'''Augusto Minzolini''' ([[Roma]], [[1958]]) è un [[giornalista]] [[italiano]], ovvero un giornalista come lo si fa in [[Italia]]. Perché da un lato esistono i giornalisti, ve li ricordate? Provate a chiedere ai vostri [[nonno|nonni]]: quei tipi col taccuino in [[mano]], che tentano di capire la verità delle cose, quelli che indagano, che riportano fedelmente le notizie, che fanno domande scomode. E poi ci sono i giornalisti italiani, grazie ai quali tra poco per sapere cosa è successo a [[Montecitorio]] dovremo andare a informarci di persona.



Versione delle 22:00, 14 set 2009

Il titolo di questa pagina non è il titolo di questa pagina perché siamo dei cretini. Il titolo corretto è GAS- Giallo Antracite's Sandbox.

Benvenuto straniero.
Questa è la Sandbox di Giallo Antracite, ovvero l'utero dove si annida l'insano ovulo della satira.
Se non sei già fuggito potresti fermarti a leggerne i contenuti e se ti hanno anche insegnato a scrivere puoi lasciare eventuali consigli qui.
Giallo ci tiene a fare articoli taglienti.


La perla di saggezza del giorno è....

Mai rimandare a domani quelli che puoi bocciare oggi.

Altri progetti in lavorazione

  • Giovanni Giolitti
  • Odissea (un testa di nabbo di nome Maffe ha fatto prima di me)

Piano piano ho mantenuto le promesse, dovrebbero farmi ministro.

ODISSEA

« E ora tutti a casa! »
(Ulisse)
« Troia sei grande! »
(Priamo su Troia)
« Sei una gran troia! »
(Menelao su Elena)


L’Odissea è assieme all’Iliade una gigantesca soap opera divisa in 1316 puntate che spopolò dal IX al VI secolo a.C. dando inizio a fenomeni di divismo e di emulazione da parte di tutto il mondo antico. Venne trasmessa da tutte le principali emittenti del mondo allora conosciuto, compresa Al-Jazeera (dove il protagonista invece che Ulisse si chiamava Salaam Affheet) e Playboy TV (dove il protagonista si chiamava Palomo). L’opera, che valse ad Omero 8 Grammy Awards e ben 12 Oscar (tra cui miglior regia e migliori effetti speciali) avrebbe dovuto parlare di tutta la guerra di Troia, ma risultava essere uno sproposito di pellicola e così a 2 giorni dalla prima proiezione a Hollywood si decise di tagliare 13 chilometri di pellicola e di raccontare solo l’episodio del ritorno di Ulisse, fottendosene allegramente di tutti i massacri avvenuti nei decenni addietro. Le parti tagliate sono cmq disponibili nel Director’s cut. Mandato in onda per la televisione dall’emittente FOX ha sbaragliato tutti gli indici d’ascolto, battendo persino LOST e Ippocrate’s anatomy, che allora andava per la maggiore. Vennero fatte ben 20 stagioni (10 più di Baywatch), dopodiché Omero si ruppe il cazzo e si fermò, godendosi i proventi della serie televisiva prendendo il sole a bordo della piscina della sua megavilla, nella S. Bernardino Valley.

Prima stagione

Telemaco, il figlio di Odisseo, era ancora un bambino quando suo padre era partito per la Guerra di Troia. Tutto ciò che gli era rimasto di lui era il suo rasoio elettrico e un paio di mutande di pizzo. Ora sono passati dieci anni, Telemaco è un uomo, si è preso la patente, studia da geometra e lavora come barman per pagarsi gli studi e mantenere sua madre, Penelope, che ha il brutto vizio di dondolarsi sulla sedia.

Penelope, tuttavia, per portare anche lei qualche soldo a casa si è inventata anche lei un lavoro ed ha trasformato la sua casa in un bed & breakfast, occupato da anni da alcuni coinquilini molto fastidiosi, i Proci, metallari pieni di borchie, amanti del body building e del I proci sono più pieni di testosterone di un adolescente in un campo nudisti e per questo intendono convincere Penelope ad accettare il fatto che la scomparsa del marito è ormai definitiva e che, di conseguenza, lei dovrebbe scegliere un nuovo marito, approfittando degli incentivi del governo per chi si sposa una seconda volta. Ma Penelope, che già con Ulisse era bravissima a raccontare un sacco di palle per giustificare i succhiotti che aveva sul collo (sai caro, sono scivolata per le scale e ho battuto il collo sulla bocca del nostro vicino!) riesce ad imbastire le palle più mostruose solo per guadagnare tempo. Tra queste ricordiamo:

  • Sto tessendo una tela, un sudario per mio suocero Laerte; quado l’avrò finito sposerò uno di voi
  • Ho l’herpes, non posso baciarvi
  • Ho l’orecchio che mi fa contatto con il gomito
  • Non mi lavo i denti da quando mio marito è partito
  • Sono un trans, ma se per voi fa lo stesso sposiamoci pure!

Ma Penelope faceva molto di più: di notte disfa la tela che tesseva durante il giorno e al mattino versava del bromuro nel caffellatte dei Proci.


Intanto Odisseo non se la passa bene; finita da due anni la guerra di Troia, è imbottigliato nel traffico tra Pozzolatico e Roncobilaccio, dove si è preso tutto il traffico dell’Esodo di Agosto. La dea Atena, che è la protettrice di Odisseo, in un momento in cui il dio del mare Poseidone è impegnato a fare surf nella sua vasca da bagno, va da Telemaco e lo esorta a partire al più presto alla ricerca di notizie del padre.

Atena: Teleeeeemacoooo....!
Telemaco: Che c'èèèèè....?
Atena: sono Minerva, dea dei fiammiferi
Telemaco: mi dispiace, io uso solo gli svedesi
A: fai poco lo spiritoso o ti trasformo in un tappo di sughero. Tuo padre è nei guai.
T: donne, droga, politica?
A: no, si è inimicato un pezzo grosso dell’Olimpo ed ora vaga per il Mediterraneo di isola in isola come una nave della Costa crociere. Parti, o Telemaco, e vai in suo soccorso. Evita la A4 Firenze Borgo Panigale, ci sono dei rallentamenti. Ora và.

Il mattino seguente Telemaco convoca un'assemblea dei cittadini di Itaca e chiede loro di fornirgli una nave ed un equipaggio. Gli viene dato un gommone ed un cane che sa contare fino a 7.

Sciolta l'assemblea, Telemaco, all'insaputa della madre, fa quindi vela verso la casa di Nestore, un reduce del Vietnam e della guerra di Troia ed insieme al figlio di Nestore Pisistrato, suo vecchio compagno di Università, si dirigono verso Sparta. Qui incontrano Menelao ed Elena, che si sono infine riconciliati. Menelao dice di aver sentito dalla parrucchiera di Elena (che sa sempre i cazzi di tutti) che Odisseo era stato visto a Ogigia, un’isola della Grecia, in compagnia della ninfa Calipso, una nota escort da 4.000 dracme a notte. Scacciati infine dall’antipatico Menelao a colpi di corna i due ragazzi si mettono in viaggio per Ogigia.

Giovanni Giolitti

Giovanni Giolitti (pseudonimo di Giolitti Giovanni e anagramma di moderato dalle mani legate- Mondovisione 1842- Cavour 1965) è stato un famoso campione di bocce nonché politico italiano, nominato 3 volte presidente del Consiglio dei ministri e ben cinque volte amministratore del suo condominio. È stato a lungo considerato uno dei più grandi statisti della storia d’Italia finché non si è scoperto il significato della parola “statista”.

Giolitti in una foto di gruppo.

Giolitti, un uomo che è stato per la politica ciò che Van Gogh è stato per la politica ha cercato in tutta la sua vita di modernizzare la base economica, di favorire l’industria, di dare slancio alle imprese e di favorire la diffusione dei preservativi nelle scuole. Ha dato inoltre inizio ad un’epoca che con molta fantasia venne nominata età giolittiana.

Biografia

Stranamente non abbiamo notizie di Giolitti antecedenti alla sua nascita. Gli studiosi sono tuttavia concordi nel ritenere che Giolitti sia un personaggio realmente esistito. Una rinomata ricerca fatta dai ricercatori dell’International Stanford Fiesta College di Used Tampax, in Florida, con un elenco telefonico in mano non ha dato risultati, segno che Giolitti ammesso che sia davvero esistito, dev’essere ormai sicuramente morto.
Sappiamo tuttavia per certo che dopo un breve passato come ballerino di flamenco fece domanda per diventare Ministro del tesoro e venne assunto. Allora c’era una grossa carenza di personale e per diventare ministro i requisiti richiesti erano davvero minimi, quasi inferiori a quelli richiesti per fare il ministro ai tempi nostri.Il governo di cui faceva parte era il governo di Francesco Crispi, che ormai a 106 anni suonati era convinto di essere un pittore impressionista.

Crispi Presidente del Consiglio, Ministro di Grazia e Giustizia Zanardelli, Ministro della Marina Benedetto Brin, Ministro della Pubblica Istruzione Paolo Boselli: l’età media era di 136 anni, talmente alta che per abbassarla avrebbero dovuto nominare ministro un embrione di 22 settimane. Giolitti che era il teenager della situazione tentò di tenere alto il suo ruolo di ministro delle finanze emanando la famosa tassa sul possesso auto, una manovra che avrebbe dovuto rimpinguare le casse dello stato se non fosse che nel 1891 gli italiani con un auto erano 7 di cui 5 militavano nel suo governo e uno era lui. Dopo essere sfuggito ad un pestaggio ad opera dei suoi colleghi ministri il giovane Giolitti (Gitty per gli amici) ebbe l’occasione che capita una sola volta nella vita: le premature dimissioni di Francesco Crispi. I ministri tuttavia cercavano proprio un fantoccio da mettere al posto di Crispi per continuare a fare i loro comodi, qualcuno che fosse o troppo vecchio o troppo ebete per capire qualcosa di come si governa un paese e Giolitti, avendo entrambi requisiti, risultava la scelta ideale.

I cinque governi Giolitti

Dopo una breve parentesi di governo (6 febbraio 1891 -8 Febbraio 1891) del marchese Di Rudinì (un uomo che capiva di politica quanto Daniele Interrante di metrica latina) Giovanni Giolitti si insediò come Primo Ministro. Il suo governo durò meno di un governo di centrosinistra: dopo poco più di un anno infatti il giudice PierJohn Woodcock (che i puristi della lingua italiana chiamavano Piergiovanni Membrodilegno) pubblicò alcune intercettazioni telefoniche che lo vedevano coinvolto nello scandalo della Banca Romana che si era macchiata di gravi irregolarità nell’emissione delle banconote. Giolitti cercò di negare un suo coinvolgimento nella questione ma sulle banconote false emesse dalla banca romana c’era la sua faccia. Il primo Governo Giolitti fu segnato da alcuni fatti molto importanti, quindi vi citeremo i più inutili:

  • l’enciclica Rerum Novarum (trad: rerum novarum, frase intraducibile) di papa Leone XIII che riprendeva alcuni concetti dell’enciclica Nulla di novum di papa Tigre XXXII e dell’emiciclica rotatoria Magno cum appetito di papa Giaguaro V.
  • la rivolta dei fasci siciliani, un gruppo di naziskin del Palermo che rivendicavano alcuni gol annullati nell’ultimo derby contro il Catania.

Per la questione siciliana Giolitti si guardò benne dall'usare la forza limitandosi a distribuire biglietti omaggio per il circo a chiunque sopprimesse col sangue i moti insurrezionali.
Frattanto emersero volti nuovi nel panorama politico italiano: difatti all’età di 107 anni tornò Francesco Crispi , in carne ossa e catetere.

Giolitti risponde alle contestazioni dei disoccupati nel giugno del 1898.

Le principali operazioni di Crispi furono:

  • tre bypass
  • una rimozione di cataratta
  • risoluzione della questione dei Fasci siciliani organizzando bombardamenti a tappeto (il capo delle spedizioni fu Aladino)
  • risanamento del bilancio vendendo la Gioconda ai francesi.
  • conquiste coloniali (Etiopia, Libia e l'isola d’Elba).

Frattanto nel 1896 Crispi dovette dimettersi per impegni improcrastinabili col Padreterno. Dopo averlo commemorato con un sentito discorso funebre (era un uomo buono e generoso....ma cazzo aveva il culo incollato alla poltrona! Finalmente tocca a me! Ahahah!) Giolitti si apprestava a riprendere in mano le redini del paese, con la stesso impeto dell’incosciente che non sa minimamente cosa stia facendo.

Giolitti back in action

  • Per prima cosa tentò di sistemare l’ala massimalista del partito socialista offrendo loro dei soldi sottobanco. Ma i tempi di Craxi erano evidentemente prematuri perché Filippo Turati si offese e si indignò. Io non mi vendo per così poco- dichiarerà poi al suo gatto. Allora Giolitti giocò d’astuzia: puntò tutto sul 29 che non usciva da sei settimane. E poi propose a Turati un posto nel suo ministero il che voleva significare stipendio fisso, posto auto, biglietti per le partite gratis, ristoranti gratis, cinema gratis, treni gratis, aerei gratis, puttane gratis. Turati rifiutò sdegnosamente, ma riuscì a mettersi d’accordo telefonicamente con Giolitti per la faccenda delle puttane gratis.


Le dieci domande per Silvio

Roma - Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha deciso di farsi intervistare da Nonciclopedia, e di rispondere in esclusiva alle fatidiche 10 domande postegli dal quotidiano La Repubblica. A parte Cioè, Giardinaggio oggi e Pasta magazine mi sono fatto intervistare da tutti, non vedo perché negarmi proprio a voi- queste le parole del premier.

L'incontro è avvenuto in una dimora a caso del Presidente del Consiglio, scelta tramite lancio di dadi: è uscita Villa Certosa.

Tanto meglio- ha commentato Berlusconi- così vedrete che tutto ciò che si dice è falso e che non ho nulla da nascondere!

Ore 11 e qualcosa (il nostro orologio va indietro): arriviamo a Villa Certosa, si aprono i cancelli dorati dove campeggia uno stemma con un cavallo che ingroppa una puledra e la scritta: SEMPER ERECTUS.

Ci riceve Gianni Letta con uno strano pantalone di pelle. Quando si gira per mostrarci la strada ci accorgiamo che il pantalone ha tue ritagli all’altezza delle natiche e che si è depilato. Non accenniamo di questo al Presidente e accomodatici sul suo divano in pelle di Veltroni, iniziamo l’intervista.

1. Signor presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia?
In campeggio, l'ho sempre detto. Inizialmente non abbiamo legato molto, ma poi siamo diventati grandi amici. Ci siamo conosciuti in un campeggio della Toscana, allora eravamo coetanei ed entrambi molto belli e giovani. Oddio, io bello e giovane lo sono ancora, non trova?

2. Certamente. Nel corso di questa amicizia, quante volte vi siete incontrati e dove?
Alle feste di paese. A me piace andare a cantare ai compleanni delle ragazze e così spesso ci esibivamo insieme in alcuni pezzi classici della tradizione napoletana. Io ero la voce e il leader indiscusso, lui stava al tamburello e alla fisarmonica. Ci chiamavamo i Silvio e quell'altro band.

3. Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto "Elio" Letizia?
Guardi, semplice amicizia disinteressata. Poi con quel pezzo di figlia che si ritrova il mio disinteresse è aumentato a dismisura, mi creda. Com’è che dice quel proverbio? “Se ti arruffiani il padre, ti fotti la figlia”? Ahahahah! Sto scherzando eh, questa non la scriva. Oppure la scriva lo stesso, dirò che sono stato frainteso.

4. Perché ha discusso delle candidature con Letizia che non è neanche iscritto al PdL?
Se discuto di decreti legge con Sandro Bondi e del Milan con Galliani perché discriminare proprio Elio Letizia? Io, come lei ben saprà, sono un uomo dall’animo estremamente generoso, do una possibilità a tutti. È con questo spirito che ho accolto Brunetta nel mio governo.

5. Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
Mentre facevo le posteggie alle liceali fuori ad una scuola, non si vive mica di solo lavoro. L'ho trovata subito molto simpatica, così le ho fatto molti regali e l’ho subito invitata a casa mia a farle vedere la mia collezione di stampe cinesi. Non è così che si fa da sempre con le ragazze che ci stanno “simpatiche”, eh? (mi dà un colpettino con il gomito, n.d.r.).

6. Sì sì, certo. Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove?
Oeh! (fa col braccio un gesto per dire: hai voglia! N.d.r.) Le cene nella mia villa non mancano mai, io la mandavo a prendere in elicottero o in portaerei, si risparmia tutto il traffico del sabato sera. La sera a cena sceglievo con molta cura i vini, è bene che le ragazze siano brille ma non totalmente sbronze altrimenti s’addormentano e poi....e poi non si può più parlare di arte contemporanea come faccio di solito con le belle donne nei miei dopocena.

7. È stato chiarissimo. Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?
Guardi, se si riferisce a quell’assegno da 20.000 euro a Noemi le dico che non c’entra nulla. Eravamo usciti insieme a cena, le servivano i soldi per il parchimetro e così le ho detto: aspetta, adesso vedo cos’ho io nel portafogli... Si trattava di un'uscita innocente, è facile per certa stampa comunista farmi passare per una specie di malato sessuale che si è fatto un harem in casa ma non è così, io credo in Dio, negli angeli e nel paradiso fiscale. (Entra una cameriera vestita da coniglietta, ci porta due flute di champagne ghiacciato. Berlusconi le dà una pacca sul sedere e la manda via).

8. È vero che lei ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo o in politica?
Massì, chi di noi non si è dato delle arie per far colpo su una bella ragazza, su? Ho dovuto fare delle promesse certo, ma le avrei certamente mantenute, come con la Carfagna, la Brambilla e tante altre, alla fine le ho sistemate tutte. Sono o non sono un uomo di parola, eh? Dica la verità! (Mi dà un altro colpetto col gomito, n.d.r.)

9. Veronica Lario ha detto che lei "frequenta le minorenni". Ce ne sono altre che incontra o "alleva"?
A parte che non sapevo che Noemi fosse minorenne all’epoca del nostro primo incontro, ho comunque il permesso di suo padre. Poi io sono una persona seria, non posso mica compromettermi uscendo con una ragazza sola. Impegni permettendo cerco di incontrarne il più possibile, sopra i diciott'anni è tutta zona di caccia.


10. Sua moglie dice che "non sta bene" e che andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?
No guardi, aspetti un momento, rifletta: sono Presidente del Consiglio, sono ricco, ho un paese che mi adora qualunque cosa io faccia, ho trasformato la mia villa in Sardegna in un harem dove ricevo donne a tutte le ore ed ora mi sono anche liberato di mia moglie. Lei al mio posto come si sentirebbe? Lo dica!

Mi sentirei una meraviglia, ha ragione Presidente. Grazie per il tempo che ci ha concesso.
Ma per carità, mi sono divertito. Com’è che si chiama questo sito? Noncipedia?

Nonciclopedia, Presidente.
No perché è simpatico. Se vi serve una mano io potrei finanziare le vostre idee, farvi molta pubblicità. Voi avete utenti donne vero? Maggiorenni mi raccomando, non voglio avere altri casini.

Beh sì...perchè?
Ottimo. Mi faccio sentire io a breve tramite Emilio (Fede, n.d.r.). Voi intanto cominciate a raccogliere del materiale, foto osè, video zozzi, che io poi visiono tutto. Alla prossima, il piacere è tutto vostro! (ride, si allontana)

AUGUSTO MINZOLINI

« Silvio Berlusconi tocca il cielo con un dito. E il mio culo con un battipanni. »
(Augusto Minzolini, giornalista indipendente alla guida del Tg1.)
« Presidente, ho l’impressione che lei non sopporti più le accuse dei suoi alleati.... »
(Minzolini incalza il premier con domande scomode)
Finalmente un volto nuovo alla guida del Tg1.

Augusto Minzolini (Roma, 1958) è un giornalista italiano, ovvero un giornalista come lo si fa in Italia. Perché da un lato esistono i giornalisti, ve li ricordate? Provate a chiedere ai vostri nonni: quei tipi col taccuino in mano, che tentano di capire la verità delle cose, quelli che indagano, che riportano fedelmente le notizie, che fanno domande scomode. E poi ci sono i giornalisti italiani, grazie ai quali tra poco per sapere cosa è successo a Montecitorio dovremo andare a informarci di persona.

Ecco, visto da questa prospettiva Minzolini è un ottimo giornalista italiano così come Pinochet è stato un ottimo uomo di stato, visto dalla prospettiva di un fabbricante d’armi.

Provate anche voi, si chiama “gioco dei punti di vista”:

« Ma che bel falò! »
(Incendio di Roma dalla prospettiva di Nerone.)

In Italia stravolgi una dichiarazione e ti becchi una querela, stravolgine cento e diventi direttore del Tg1.

L'irresistibile ascesa

La vita di Minzolini nei primi anni è avvolta dal più fitto mistero. Sappiamo che è nato nel 1958, che è nato sotto il segno dello zerbino è che non ha mai avuto i capelli. Nel 1980 si iscrive all’Albo dei giornalisti a condizione che non dica mai a nessuno di farne parte, per non screditare l’Ordine.

Nel 1983 collabora con Panorama dove decide quali foto di donne nude mettere in copertina. Nel 1990 il suo primo incarico di rilievo, come redattore del Corriere dei piccoli. Nel 1997 Carlo Rossella lo inserisce nello staff de La Stampa prendendo il posto di Cooky, un pollo di gomma alto mezzo metro.

Nel 1998 rivela già al grande pubblico la sua spiccata capacità nel riabilitare gli elementi peggiori della società andando a scovare Bettino Craxi in una discoteca di Hammamet e chiedendogli di ritornare in Italia. Craxi è visibilmente commosso:

« Se gli italiani fossero tutti come lei dopo Tangentopoli minimo diventavo Papa! »
"Va bene questo qui, lo prendo!"- Berlusconi sceglie Minzolini alla guida del Tg1.

Non facciamo l’errore di chiamarlo "revisionismo storico", si chiama solo "faccio di tutto per ribaltare l’evidenza delle cose", ed è un procedimento scientifico. Ecco alcuni esempi:

  • Craxi non ha rubato si è solo messo i soldi dei contribuenti in tasca dimenticandoseli lì. A me succede sempre con gli occhiali da vista.
  • Mussolini non era un dittatore, era solo uno che faceva fucilare i dissidenti.
  • Riina è un mafioso? E perché lo Stato non gli ha trovato un lavoro?

Le superbombe di Minzolini

Nel 1997 Minzolini lanciò su La Stampa alcune notizie bomba, roba da far impallidire il parrucchino di Biscardi:

  • Rivelò l'accordo per eleggere Massimo D'Alema alla presidenza della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali
  • Fu l'unico a scoprire il luogo della cena nella quale Berlusconi, Fini, D'Alema e Marini si incontrarono in gran segreto per discutere di politica, fantacalcio e biancheria intima femminile.
  • Annunciò a grandi titoli che Topo Gigio aveva un’amante.

Molti suoi colleghi si chiesero stupiti come fosse possibile che Minzolini conoscesse il luogo di quella famosa cena. La sua risposta non si fece attendere:

« Come facevo a saperlo? Ero il cameriere! »

Direttore del Tg1, inizia lo show

« Hai lavorato bene, mio giovane allievo.... »
(Berlusconi nomina Minzolini direttore del Tg1)

Il 20 maggio 2009 Augusto Minzolini viene nominato a maggioranza dal CdA RAI direttore del TG1.

Beh, se tutti sono d’accordo io ufficializzerei la nomina di Minzolini a direttore del Tg1- disse Paolo Garimberti rivolgendosi a un gruppo di sedie vuote.

Quando gli altri giornalisti Rai lo trovarono nei corridoi dell’azienda pensarono si fosse perso mentre cercava il bagno e presolo in braccio stavano per esibirsi nel celebre lancio dello stronzo. Mai potevano pensare che dieci minuti prima Minzolini era stato eletto direttore del loro telegiornale, ottenendo l’approvazione di una sala vuota.

Un tipico spettatore alla vista del Tg1.

Gli autori della bravata vennero tutti messi a commentare le previsioni del tempo mentre nel maggio del 2009 Minzolini stesso, vestito come Al Capone il giorno del suo matrimonio, indicava al pubblico italiano le priorità del suo Tg:

« Avrò sempre in mente l’obiettivo di informarvi in modo completo e imparziale sui fatti che avvengono nel nostro paese e nel mondo. Adesso guardate attentamente questo pendolo.....io conterò fino a tre e al tre non ricorderete più nulla di quanto ho detto. »

Su queste basi il Tg dimostra subito di aver capito la linea editoriale che piace al Cavaliere:

« questa no, questa no, questa nemmeno.... »
(Minzolini organizza la scaletta del Tg1)

Ma vediamo nel dettaglio l’imponente opera re interpretativa del primo Tg nazionale:

  • Giugno 2009: sit- in di protesta dei terremotati d’Abruzzo sotto palazzo Montecitorio
  • Notizia riportata: Berlusconi ricostruisce da solo parte del centro storico dell’Aquila, impiegandoci solo 6 giorni, meglio di suo padre!
  • Luglio 2009: Inchiesta della procura di Bari- Nostra Signora delle Escort Patrizia D’Addario dichiara di aver ricevuto soldi dal premier in cambio di prestazioni sessuali.
  • Notizia riportata: oggi 12 Luglio fa molto caldo. Gli esperti dicono che ciò è probabilmente dovuto all’estate ma che a Natale dovrebbe far molto freddo.
  • Settembre 2009: Tarantini ammette: procuravo io le ragazze al premier.
  • Notizia riportata: nel paese di Giagazzu la signora Adalgisa compie 106 anni. Stasera cucino i peperoni in padella. Superenalotto, ancora nessun sei. Domani fa freddo, mettetevi un maglione pesante. Buona serata!

Ma Minzolini rifiuta di passare per un giornalista zerbino e mentre si toglie la polvere dalle setole tenta di spiegare l'inspiegabile, ovvero perchè un organo di informazione invece di dare notizie le nasconda:

La triste fine di Gianni Riotta, licenziato dalla guida del Tg1.
« Queste dichiarazioni sulle feste a Villa Certosa sono soltanto gossip, non c'è ancora una notizia certa e tantomeno un'ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori. Quelle chiappe potrebbero essere di chiunque. »

Che uomo prudente.

E poco importa se intanto su You Tube circolano foto, registrazioni, filmini hard ed un video in cui Berlusconi agita le mutandine della D’Addario e grida alle sue guardie del corpo: colpitaaaaa!, Minzolini aspetterà pazientemente che Berlusconi venga condannato per sfruttamento della prostituzione prima di informare il suo pubblico e difenderlo così:

« Embè? Anche Gesù frequentava Maria Maddalena! »

Il "minzolinismo"

Nonostante l’ingiusto appellativo di “Menzognini” affibbiatogli dall’opinione pubblica, Minzolini continua imperterrito a svolgere un lavoro serio, professionale e al servizio dei cittadini. Magari non proprio di tutti i cittadini, ma uno è meglio che niente.

In suo onore è stato coniato un nuovo termine, quello di “minzolinismo” inteso come “forma di giornalismo che si basa sulla raccolta di dichiarazioni anche informali di uomini politici, senza nessuna verifica delle informazioni raccolte”.

Tutti gli uomini del Presidente.

Finalmente il lavoro del giornalista e quello della parrucchiera non hanno più differenze.

Sulla scia di questi neologismi Emilio Fede tentò anche lui di ricevere giustizia:

  • Fede: caro Augusto, vedo che per spiegare il tuo giornalismo la stampa parla di “minzolinismo”. Non so se lo sai ma anch’io da venticinque anni faccio quello che fai tu adesso.
  • Minzolini: Ma certo che lo so, caro Emilio! E quello si chiama “fedismo”.
  • Fede: Ah. E ti spiacerebbe spiegarlo anche ai nostri colleghi? Sono venticinque anni che lo chiamano “leccaculismo”.

Curiosità

  • La giuria internazionale del Premio Ischia 2009 ha conferito a Minzolini un riconoscimento speciale per la carriera giornalistica. Poi ha conferito a Sbirulino un riconoscimento speciale per la sua carriera giornalistica. E infine ha conferito a una sedia a dondolo un riconoscimento speciale per la sua carriera giornalistica.
  • L’Autore di questo articolo adesso deve salutarvi. È atteso dalla giuria internazionale del premio Ischia che deve conferirgli un riconoscimento speciale per la sua carriera giornalistica.

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