Federico Barbarossa: differenze tra le versioni

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia 2.0.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
Riga 12: Riga 12:
Federico perseguiva l'ideale di impero universale e voleva estendere i suoi domini in tutta Europa, ma era circondato da vassalli che aspettavano il momento adatto per pugnalarlo alle spalle ed era in conflitto con la Chiesa, tanto che per farle uno [[Vittorio Sgarbi|sgarbo]] liberizzò in un solo giorno l'[[aborto]], l'[[eutanasia]], la [[fecondazione assistita]], le nozze gay e le bestemmie.<br />Indirizzò le sue mire espansionistiche verso l'unico paese che da sempre accetta le invasioni straniere come se fossero un raffreddore passeggero: l'[[Italia]].
Federico perseguiva l'ideale di impero universale e voleva estendere i suoi domini in tutta Europa, ma era circondato da vassalli che aspettavano il momento adatto per pugnalarlo alle spalle ed era in conflitto con la Chiesa, tanto che per farle uno [[Vittorio Sgarbi|sgarbo]] liberizzò in un solo giorno l'[[aborto]], l'[[eutanasia]], la [[fecondazione assistita]], le nozze gay e le bestemmie.<br />Indirizzò le sue mire espansionistiche verso l'unico paese che da sempre accetta le invasioni straniere come se fossero un raffreddore passeggero: l'[[Italia]].


Da buon turista tedesco, appena scese in Italia Federico creò un mucchio di casini: fu visto completamente sbronzo di [[Jägermeister]] mentre faceva a pugni con una banda di [[truzzi]] in una discoteca di [[Jesolo]]. Nel 1166 invitò i rappresentanti delle maggiori città lombarde a un summit ed elencò le sue condizioni: le città avrebbero dovuto rinunciare all'indipendenza e sottomettersi a lui. I lombardi risposero:
Da buon turista tedesco, appena scese in Italia Federico creò un mucchio di casini: fu visto completamente sbronzo mentre faceva a pugni con una banda di [[truzzi]] in una discoteca di [[Jesolo]]. Nel 1166 invitò i rappresentanti delle maggiori città lombarde a un summit ed elencò le sue condizioni: le città avrebbero dovuto rinunciare all'indipendenza e sottomettersi a lui. I lombardi risposero:


{{quote|Come volete, Eccellenza, ci sottometteremo come se fosse antani, oppure in quattro anche scribai che cofandina. Come antifurto, per esempio!|}}
{{quote|Come volete, Eccellenza, ci sottometteremo come se fosse antani, oppure in quattro anche scribai che cofandina. Come antifurto, per esempio!|}}
Riga 23: Riga 23:


{{quote|Noi ce l'abbiamo.|}}
{{quote|Noi ce l'abbiamo.|}}

Fu una disfatta. Travolti dai carrocci da guerra, ustionati dal fitto lancio di frecce incendiarie e cassoeula bollente, Federico e i suoi si ritirarono con la coda tra le gambe. Ingenti le perdite: tre battaglioni di fanteria e l'intera scorta di [[Jägermeister]]. La sconfitta segnò la fine dei sogni di conquista del Barbarossa: se non ce l'aveva fatta a piegare quattro bifolchi armati di rastrello, cosa avrebbe potuto fare contro potenze come [[Andorra]] e [[San Marino]]?


== Altre opere pie ==
== Altre opere pie ==

Versione delle 16:56, 8 nov 2009

Template:Accusa

Quest'articolo è sotto processo!
Le sue sorti sono in mano al giudice Santi Licheri, che sta decidendo se cancellarlo o meno. Il tuo voto può fare la differenza (ma non illuderti più di tanto...). Leggi la politica di cancellazione di Nonciclopedia.
Disambiguazione – Ritenta, sarai più fortunato. Se ti aspettavi la sua trasposizione cinematografica, vedi Barbarossa (film).
Federico Barbarossa brinda alla morte di Renzo Martinelli.
« Se domani perdo contro 'sti straccioni, spero almeno che ne traggano un bel film! »
(Federico Barbarossa prima della battaglia di Legnano)
« Se ci riescono quelli di Jackass perché non dovrei farcela anch'io? »
(Barbarossa su tuffarsi a bomba in un fiume indossando un'armatura da venti kg)

Federico I (Svevia 1120 - Vasca da bagno, 1190), detto il Barbarossa perché si tingeva per apparire più giovane e rimorchiare più squinzie, fu imperatore di Germania, rompicoglioni accanito e cantautore impegnato.
Figlio di Federico il Microdotato e di Giuditta l'Insoddisfatta, alla morte sulla spiaggia di Ostia di Corrado III il Busone divenne, nel 1152, amministratore delegato dell'azienda di famiglia, la Sacro Romano Impero spa.

Politica

Federico perseguiva l'ideale di impero universale e voleva estendere i suoi domini in tutta Europa, ma era circondato da vassalli che aspettavano il momento adatto per pugnalarlo alle spalle ed era in conflitto con la Chiesa, tanto che per farle uno sgarbo liberizzò in un solo giorno l'aborto, l'eutanasia, la fecondazione assistita, le nozze gay e le bestemmie.
Indirizzò le sue mire espansionistiche verso l'unico paese che da sempre accetta le invasioni straniere come se fossero un raffreddore passeggero: l'Italia.

Da buon turista tedesco, appena scese in Italia Federico creò un mucchio di casini: fu visto completamente sbronzo mentre faceva a pugni con una banda di truzzi in una discoteca di Jesolo. Nel 1166 invitò i rappresentanti delle maggiori città lombarde a un summit ed elencò le sue condizioni: le città avrebbero dovuto rinunciare all'indipendenza e sottomettersi a lui. I lombardi risposero:

« Come volete, Eccellenza, ci sottometteremo come se fosse antani, oppure in quattro anche scribai che cofandina. Come antifurto, per esempio! »

Federico aveva un senso dell'humour pari a quello di Gasparri; capì la supercazzola solo il giorno seguente: si incazzò di brutto e ordinò di radere al suolo le città italiane. L'esercito germanico prese Asti, travolse Como, massacrò Pavia, infierì su Como. Si salvò solo Alessandria, i cui abitanti si finsero in ferie.
Dopo alcuni scontri dall'esito altalenante i due schieramenti si fronteggiarono a Legnano, donando fama immortale a un paese in cui altrimenti l'unico fatto di rilievo risaliva a quando il Conad locale aveva finito i carrelli della spesa. La Lega, capeggiata da Alberto da Giussano, Arnaldo da Brescia e da Cotechino da Bergamo, si lanciò all'attaccò intonando l'urlo di guerra:

« NOI CE L'ABBIAMO DURO!!! »

L'esercito di Federico, di temperamento più melanconico e meno pomposo, rispose con un:

« Noi ce l'abbiamo. »

Fu una disfatta. Travolti dai carrocci da guerra, ustionati dal fitto lancio di frecce incendiarie e cassoeula bollente, Federico e i suoi si ritirarono con la coda tra le gambe. Ingenti le perdite: tre battaglioni di fanteria e l'intera scorta di Jägermeister. La sconfitta segnò la fine dei sogni di conquista del Barbarossa: se non ce l'aveva fatta a piegare quattro bifolchi armati di rastrello, cosa avrebbe potuto fare contro potenze come Andorra e San Marino?

Altre opere pie

  • Impose la dieta a Costanza, una sua cugina grassa che alla mattina aveva bisogno dell'argano per alzarsi dal letto. La dieta funzionò: dopo una settimana Costanza perse settantacinque chili. Dopo due morì.
  • Mise al bando suo cugino il duca Enrico XII, reo di avergli usurpato il divano durante le sue guerre in Italia.
  • Organizzò l'addio al celibato per il pontefice Alessandro III.
  • Rase al suolo Crema e Tortona. Evidentemente non amava i dolci.

Famigghia

Costretto al matrimonio riparatore con Beatrice di Scalogna dopo una camporella finita in tragedia, Federico ebbe undici figli:

  • Federico II, che praticava come ginecologo pur non avendo mai preso la laurea.
  • Federico III, che sapeva sillabare "Sassonia" a rutti.
  • Beatrice, detta l'Aperta perchè si era fatta mezza corte.
  • Sofia, morta in tenera età di scorbuto.
  • Federico III e ½, nato senza la parte inferiore del corpo.
  • Federico IV, la vendetta.
  • Enrico VI, detto lo Schifoso perchè lasciava le caccole sotto la sedia.
  • Corrado II, morto in tenera età di colera.
  • Ottone, che fece carriera come trombettista in un gruppo jazz.
  • Guglielmo, morto in tenera età facendo i gargarismi col Dixan.
  • Filippo, che si fece operare e iniziò a battere sulla Via Vigentina col nome di Samantho.

Alcuni storici attribuiscono le cause del perenne cattivo umore di Federico al cattivo rapporto con la moglie; proprio per stare lontano da casa e dalla famiglia Barbarossa si impegnava in guerre contro chiunque gli capitasse sotto tiro.

Le crociate e l'agguato mortale

Nel 1187 il merchandising della C.H.I.E.S.A. era in calo, così il papa Gregorio VIII pensò di rilanciarsi nel mercato sfruttando il clamore mediatico e organizzò la terza crociata.
La martellante pubblicità in tv convinse anche Federico Barbarossa a farsi crociato; del resto era un nobile dalla specchiata moralità cristiana e divideva il talamo con una moglie che avrebbe volentieri strangolato, per cui colse al volo l'occasione di rischiare la pelle inutilmente in qualche posto in culo al mondo.
Lasciato Enrico VI, il figlio scemo, a governare l'impero, Federico partì con circa 20.000 cavalieri alla volta di Costantinopoli. Assieme a lui c'erano gli amici conosciuti su facebook: il re di Francia Filippo Augusto, detto il Cieco perché sbatteva sempre la macchina parcheggiando, e il re d'Inghilterra Riccardo I, detto Riccardo Cuor di Mela per la sua passione per i biscotti Mulino Bianco.

Non ci fu nulla da fare...

La missione non iniziò sotto i migliori auspici. Sbarcati in Turchia, le truppe cristiane scoprirono che Alitalia aveva smarrito i loro bagagli. Dopodiché vennero spennate dai venditori di souvenir locali.
Successivamente Riccardo I venne ridotto in fin di vita da una vecchietta cui aveva negato il posto a sedere in autobus, e Filippo Augusto fece ritorno a casa per via di un dolorosissimo foruncolo che, se non curato in tempo, lo avrebbe portato alla tomba nel giro di ottant'anni.
Federico si ritrovò a dover guidare da solo un esercito stremato dalla fame, dagli attacchi turchi e dalle punture dei tafani giganti. Dopo estenuanti giorni di marcia le truppe di Federico arrivarono al fiume Göksu, che offriva riposo e ristoro. L'imperatore si era appena immerso e già beveva con gran gusto e rumore di idrovora inceppata, quando dal fiume sbucò un salmone, evidentemente al soldo degli infedeli, che colpì a tradimento in pieno coccige il Barbarossa!
Il sovrano di Germania rimase eroicamente in piedi, e per un attimo parve non risentire dei vili colpi ricevuti, ma poi con un ultimo gemito affondò in acqua. I suoi uomini accorsero per prestargli i primi soccorsi, ma era troppo tardi. Il salmone attentatore e filomusulmano si era frattanto dileguato.
Se ne andò così il più grande regnante che i trincabirre abbiano mai avuto. Dopo Federico nessuno riuscì a coltivare il sogno di una Germania unita, a partire da suo figlio Enrico VI che il mercoledì successivo perse il regno giocandoselo a poker.

Leggende

Federico era tenuto in grande onore dalle popolazioni germaniche sue contemporanee, e dopo la sua morte fiorirono molte leggende sul suo conto. Si dice che fosse in possesso di armi invincibili come la Lancia del Destino, il raggio della morte e il telecomando rivestito in gomma che quando cade rimbalza.
Nell'immaginario collettivo Federico è diventato il protettore dei sessantenni che per far vedere che hanno ancora il fisico vanno a fare il bagno nei torrenti ghiacciati e rischiano la congestione e l'annegamento.
Si dice che non sia morto, ma che stia solo dormendo con i tappi nelle orecchie e non abbia sentito la sveglia. Oppure che sia scappato in qualche atollo indonesiano in compagnia di Elvis Presley.
Secondo i ben informati aveva il setto nasale d'oro, è stato eliminato dall'FBI e aveva registrato nel cellulare il numero del Prete Gianni.
Nelle scuole medie della Turingia è in voga una leggenda metropolitana, secondo la quale se ci si pone davanti a uno specchio col capo ricoperto di rognone fritto e cantando Stille Nacht al contrario, lo specchio rifletterà per pochi secondi l'immagine di un burbero uomo dalla barba rossa.

Voci correlate