Portavoce: differenze tra le versioni

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[[File:Serpente4.jpg|thumb|Un portavoce secondo l'iconografia [[rinascimento|rinascimentale]].]]
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Il '''portavoce''' è una figura mitologica ed è una sorta di ibrido tra un [[golem]] e una [[segreteria telefonica]]. ''Agostino da Sidney'' lo descrive come un essere dall'aspetto umano, ma che non ha una voce propria. Esso si aggrega sempre ad un individuo potente, di grande successo e [[gloria]], e si nutre della sua [[fama]] e delle sue parole. Secondo il ''Bestiario di Canterbury'' il portavoce non è un essere con una volontà propria benché abbia aspetto umano.
Il '''portavoce''' è una figura mitologica ed è una sorta di ibrido tra un [[golem]] e una [[segreteria telefonica]]. ''Agostino da Sidney'' lo descrive come un essere dall'aspetto umano, ma che non ha una voce propria e nemmeno un cervello. Esso si aggrega sempre ad un individuo potente, di grande successo e [[gloria]], e si nutre della sua [[fama]] e delle sue parole. Secondo il ''Bestiario di Canterbury'' il portavoce non è un essere con una volontà propria benché abbia aspetto umano. Secondo il filosofo [[Aristotele]] il portavoce è una categoria vuota con un buco in entrata ed uno in uscita.


Gli uomini più potenti, come re o capi di stato, posseggono anche più di un portavoce e in tali casi i vari esemplari si sfidano tra loro a suon di punzecchiature viscide, dispetti e scorrettezze varie per affossare i rivali e emergere nel gruppo, così da ottenere il consenso del loro padrone. Essi si nutrono dei comunicati stampa che dispensa loro il padrone e trovano grande piacere a parlare in sua vece.
Gli uomini più potenti, come re o capi di stato, possono possedere ed allevare interi branchi di portavoce e in tali casi i vari esemplari si sfidano tra loro a suon di punzecchiature viscide, dispetti e scorrettezze varie per affossare i rivali e emergere nel gruppo, così da ottenere il consenso del loro padrone. Essi si nutrono dei comunicati stampa che dispensa loro il padrone e trovano grande piacere a parlare in sua vece, a difenderlo dagli aggressori ed a riportare la Sua Parola.


La sua figura è assimilabile talvolta a quella di un [[angelo custode]], che salva la faccia del padrone in occasioni particolarmente scomode, come quando il padrone fa una [[figura di merda]] sostenendo dichiarazioni inopportune: in tal caso il portavoce interviene tempestivamente per chiarire le parole del suo padrone e renderle meno pericolose. Altre volte il portavoce assume il compito di
La sua figura è assimilabile talvolta a quella di un [[angelo custode]], che salva la faccia del padrone in occasioni particolarmente scomode, come quando il padrone fa una [[figura di merda]] sostenendo dichiarazioni inopportune: in tal caso il portavoce interviene tempestivamente per chiarire le parole del suo padrone e renderle meno pericolose. Altre volte il portavoce assume il compito di
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*[[cane]] da guardia, per difendere il padrone dagli attacchi di altri uomini potenti
*[[cane]] da guardia, per difendere il padrone dagli attacchi di altri uomini potenti


Spesso i portavoce abbandonano il loro padrone per seguirne un altro, di solito più carismatico o che permette loro di ricevere maggiore comfort o favori. Tali spostamenti avvengono solitamente nei mesi prima delle [[elezioni]], quando i vari portavoce fiutano da che parte tira il [[vento]] e si mettono dalla parte del capobranco che ritengono migliore per superare l'[[inverno]].
Spesso i portavoce abbandonano il loro padrone per seguirne un altro, di solito più carismatico o che permette loro di ricevere maggiore comfort o favori. Tali migrazioni avvengono solitamente nei mesi prima delle [[elezioni]], quando i vari portavoce fiutano da che parte tira il [[vento]] e si mettono dalla parte del capobranco che ritengono migliore per superare l'[[inverno]].


==Alcuni portavoce italiani==
==Alcuni portavoce italiani==

Versione delle 19:21, 17 apr 2010

Un portavoce secondo l'iconografia rinascimentale.

Il portavoce è una figura mitologica ed è una sorta di ibrido tra un golem e una segreteria telefonica. Agostino da Sidney lo descrive come un essere dall'aspetto umano, ma che non ha una voce propria e nemmeno un cervello. Esso si aggrega sempre ad un individuo potente, di grande successo e gloria, e si nutre della sua fama e delle sue parole. Secondo il Bestiario di Canterbury il portavoce non è un essere con una volontà propria benché abbia aspetto umano. Secondo il filosofo Aristotele il portavoce è una categoria vuota con un buco in entrata ed uno in uscita.

Gli uomini più potenti, come re o capi di stato, possono possedere ed allevare interi branchi di portavoce e in tali casi i vari esemplari si sfidano tra loro a suon di punzecchiature viscide, dispetti e scorrettezze varie per affossare i rivali e emergere nel gruppo, così da ottenere il consenso del loro padrone. Essi si nutrono dei comunicati stampa che dispensa loro il padrone e trovano grande piacere a parlare in sua vece, a difenderlo dagli aggressori ed a riportare la Sua Parola.

La sua figura è assimilabile talvolta a quella di un angelo custode, che salva la faccia del padrone in occasioni particolarmente scomode, come quando il padrone fa una figura di merda sostenendo dichiarazioni inopportune: in tal caso il portavoce interviene tempestivamente per chiarire le parole del suo padrone e renderle meno pericolose. Altre volte il portavoce assume il compito di

  • folletto tuttofare, per aiutare il padrone a sbrigare le mansioni più noiose, come fare le fotocopie, portare il caffè, o guardarsi tutti i programmi TV per vedere se hanno parlato male di lui
  • cane da guardia, per difendere il padrone dagli attacchi di altri uomini potenti

Spesso i portavoce abbandonano il loro padrone per seguirne un altro, di solito più carismatico o che permette loro di ricevere maggiore comfort o favori. Tali migrazioni avvengono solitamente nei mesi prima delle elezioni, quando i vari portavoce fiutano da che parte tira il vento e si mettono dalla parte del capobranco che ritengono migliore per superare l'inverno.

Alcuni portavoce italiani

Un portavoce secondo l'iconografia moderna.