Femminismo

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Delle femministe peccatrici formano il loro ridicolo simbolo a forma di impronta di gallina capovolta. Peccato, perché rimuovendo soltanto una donna si potrebbe ottenere il glorioso simbolo della Mercedes, ma le donne non sanno nemmeno cosa sia.
« Quando ho scoperto che era bianco e pure maschio ha perso tutto il mio interesse »
(Femminista su Dio)
« Gli uomini sono tutti uguali! »
(Una femminista di otto anni sulla sua approfondita conoscenza della vita)
« Il femminismo è la teoria, il lesbismo è la pratica »
(Donna femminista su "Come ti porto all'estinzione del genere umano in due semplici mosse")
« Ah, Pina, la Ministra: "SMACK!" ...una merda. »
(Paolo Villaggio sulle parole al femminile per forza.)

Il femminismo è stato un movimento ideologico affiliato a niente, e per questo incorr... inaff.. ineff... ehm... che mirava a una rivolta planetaria atta a far sì che ogni donna potesse sentirsi libera di essere stronza come un uomo, senza esser accusata di stregoneria. Essendo però la causa diretta dell'esistenza del femminicidio, va da sé che il femminismo è stato intrinsecamente antifemministico e autodistruttivo. Sebbene l'anarchico progetto sia fallito, ancora oggi esso ha delle eredi; ma è come paragonare Nichi Vendola a Che Guevara.

Inizi e sviluppo

Il femminismo nasce negli Stati Uniti, come tutte le grandi disgrazie mondiali, con il truce obiettivo dichiarato di dare il voto alle donne e l'ammissione dei ciechi alle scuole fotografiche. Le suffragette insorsero facendo dapprima richieste assurde, come istituire la festa della donna e lo spogliarello maschile. Mentre in Germania chi lottò per l'istituzione di questa festività venne
Delle terribili suffragette pronte a macchiarsi di chissà quali efferati crimini
punito mediante l'utilizzo di forni e con le loro ossa venne prodotto dell'ottimo sapone alla mimosa, gli americani senza spina dorsale e pieni di Big Mac permisero al movimento di crescere in maniera esponenziale e addirittura alcune donne ebbero l'ardire di imparare a ragionare. Il presidente degli Stati Uniti chiese dunque soccorso al Regno Unito, il quale però, ricordando la guerra d'indipendenza, e pensando erroneamente che l'emancipazione nella terra d'Albione non sarebbe arrivata[1], così rispose agli americani:
« Letteralmente, manco per il cazzo! »
(Il Sindaco di Londra)

Intanto il movimento sbarcava fuori dai confini statunitensi e invadeva Canada, Messico e Alaska. Nel sud-America la situazione si fece presto assai tragica, specialmente in Brasile, dove molti uomini furono costretti addirittura a diventare donne per non rischiare la vita.

Ormai la deriva femminista pareva inarrestabile, almeno nel Nuovo Mondo e a Cuneo.

Naturalmente un movimento così potente non poteva restare isolato in America; le suffragette costruirono una bomba atomica con cui tenere sotto controllo gli uomini, presero metà di loro e sbarcarono nel vecchio continente. Dopo tre giorni di marcia, si trovarono in Libia; ciò potrebbe sembrare strano in quanto La Libia si trova in Africa, ma ricordatevi che stiamo parlando di donne. Dopo una preghiera a Santa Lucrezia Borgia presero una carretta del mare e sbarcarono a Lampedusa, poi in Sicilia e infine su tutto lo stivale; si riuscì a sventare l'occupazione del vecchio continente solo lasciando mutande e calzini in giro tra Milano e Lione.

Ma intanto giunse il Sessantotto e il femminismo riprese a dilagare, assieme alle pretese delle femministe. Decisero che Dio era un maschilista e che la Bibbia andava riscritta: Gesù divenne così Gesualda e, con l'appoggio della Vergine Maria, si stabilì che Dio aveva creato prima la donna e poi l'uomo; per evitare disguidi Dio omise di dire che le aveva create senza il bottone di spegnimento.

Principi del femminismo

Se vedete questo siete arrivati al circolo femminista. Oppure ad un glory hole

Il femminismo è il movimento più equilibrato che l'umanità, pardòn, la femminilità abbia creato. Si contraddistingue per capacità critiche, coerenza e abuso dei termini "capacità critica" e "coerenza".

Di seguito si elencano alcuni principi a dimostrazione della sua validità.

Primo principio

« Tutti le donne nascono libere ed eguali in dignità e taglia di reggiseno e devono agire reciprocamente in spirito di sorellanza, limitandosi a tirarsi i capelli nelle risse, facendo udire temibili grida di battaglia quali "Iiiiihhhh" e "Sei una puttana!" »

Secondo principio

« Ogni donna ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza di ogni uomo che incontri »

Corollario: l’esistenza dell’uomo, essendo un semplice errore, non ha nessuna funzione vitale per la specie umana (Scusate: femmina!). Infatti è risaputo che le donne si riproducono per mitosi, esattamente come il plasmodio della malaria.

Terzo principio

« L’uomo è materialista e guarda esclusivamente l’aspetto fisico, è possessivo e violento »
.

Corollario: le donne non si preoccupano di frivolezze come l'aspetto fisico. Figurarsi poi se insultano le altre in caso esse abbiano un corpo meno avvenente del proprio. E tanto meno se hanno un corpo più avvenente! Infatti la fissazione del corpo è instaurata dalla società maschilista, e non assolutamente dall’innato senso femminile di competizione in bellezza per accaparrarsi il maschio migliore[citazione necessaria].

Corollario bis: la donna vecchia che sfama il suo appetito sessuale su schiere di ventenni non si definisce GILF né vecchia maiala ma un segno del progresso dei tempi

Corollario bis bis: gli uomini anziani che stanno con donne più giovani sono dei porci, anzi dei pervertiti, forse degli stupratori: nel dubbio, meglio ucciderli tutti. Appena nascono.

Quarto principio

« Nessuna donna potrà essere arrestata, detenuta o esiliata, a meno che non sia ella stessa a pretenderlo. »

Corollario: la donna è sempre innocente, essendo ontologicamente "diversa". Va da sé che qualsiasi accusa mossa a una qualsiasi donne è falsa, infondata e motivata esclusivamente dall'invidia del pene. No, un attimo... NB: fanno eccezione le suocere.

Quinto principio

« Un mondo governato dalle donne sarebbe un mondo migliore, privo di guerre, violenza e prevaricazione. »

Corollario: questo è dimostrato dal fatto che i paesi con maggiore composizione femminile al potere siano anche i più pacifici; USA in testa.

Corollario bis: le quote rosa sono uno strumento giusto ma anche un piccolo segnale soffocato dal maschilismo. Infatti se fossimo in una società avanzata e non retrograda dovrebbero riservare alle donne l’80% dei posti in Parlamento, lasciando il restante 20% a transessuali e gay.

Sesto principio

L'ultima frontiera del femminismo: gambe pelose contro lo stupro!
« La televisione ma in generale ogni mezzo di comunicazione, anche la radio, proietta negli occhi dello spettatore una versione mercificata del corpo della donna, che è vittima. »

Corollario: tutte le donne in televisione devono essere vincenti dottoresse, atlete o manager. Questo messaggio non distorce la realtà perché questa è la realtà. Non esistono donne incapaci o mantenute ma solo donne diversamente avvedute

Settimo principio

« La donna è molto avanzata rispetto all'uomo perché oltre a lavorare è anche madre. »

Corollario: non esistono donne incapaci che non sanno gestire i figli e li perdono al supermercato. E se esistono la colpa è dei commessi, maschi, che mettono fondotinta e rimmel accanto al detersivo per i piatti.

Ottavo principio

« Lo stupro è una piaga sociale costante e inaccettabile, che come diffusione rasenta i mozziconi di sigaretta gettati dalle auto in corsa »

Corollario: non esistono uomini innocenti accusati e condannati per stupro. Al massimo esistono donne che si sono un attimo confuse.

Nono principio

« Il femminicidio è una piaga sociale così orribile da meritare la pena di morte con castrazione. »

Corollario:quando è una donna che uccide un'uomo essa avrà subito molte violenze fisiche e psicologiche dall'uomo per molti anni.

Decimo principio

i giocattoli sessuali possono essere usati solo da donne e accentuano la lor forza di spirito gli uomini che li usano sono dei pervertiti e potenziali stupratori

Corollario:le bambole gonfiabili sono delle repliche inferiori alla donna, e posso rendere un uomo quasi indipendente dalla vagina, e quindi sono un pericolo per il controllo supremo femminista.

Le femministe oggi

Nonostante abbiano compreso che non devono mai più avventurarsi fuori dai loro due habitat, la cucina e il letto, le femministe tuttavia hanno mantenuto alcuni dei diritti che si erano ingiustamente accaparrate:

  • la possibilità di togliersi il reggiseno
  • l'8 marzo, data in cui tutti i fioristi fanno festa
  • la possibilità di portare mutande di dimensioni ridotte
  • la possibilità di apparire in televisione con ruoli di altissimo valore intellettuale
  • il diritto di voto
  • il diritto di veto (nella coppia, quando lei dice "No" è proprio "No", oppure ha mal di testa)
  • il diritto di peto, anche se non molto utilizzato
  • il diritto di feto

D'altro canto si sono anche tirate un sacco di zappe sui piedi, con la loro voglia di parità dei sessi:

  • l'obbligo di lavorare 8 ore al giorno nonostante poi debbano tornare a casa e lavare, stirare, pulire, cucinare, accudire i figli e scopare
  • Madonna
  • il diritto alla maternità sul lavoro, un periodo di tempo in cui è più semplice venire licenziate
  • la possibilità di dire la propria opinione: abitudine che non ha fatto altro che fugare ogni dubbio riguardo la loro inferiorità mentale
  • la possibilità di protestare nude contro il concetto di donna oggetto

Il #Metoo

Me too o metoo, acronimo di Mignotte E Troie Osannate Ovunque, è una manifestazione d'isteria femminile neofemminista collettiva che ha avuto diffusione virale a partire dal 2017 (tuttora in corso d'opera), ma che si rifà al movimento creato nel 2006 da Tarana Burke, un'attivista diversamente bianca e diversamente bella del Bronx. Fu tuttavia l'attrice Alyssa Milano (di New York) a diffondere via Twitter l'hashtag. Dall'alto della sua irreprensibile carriera d'intellettuale in convento - la Milano interpretò Samantha nella sit-com anni Novanta Casalingo Superpiù, dalla quale evinciamo il suo spessore - invitò tutte le donne, qualunque fosse il loro genere e il loro grado di chiavabilità oggettiva - a ribellarsi contro le molestie del maschio generico, al quale s'incominciò a imputare una colpa irredimibile: l'esistenza. Convinte di essere tutte oggetto del desiderio maschile, anche le donne con grado di chiavabilità di -1 su 10 (dove 10 è il massimo grado di chiavabilità e 0 sta fra Margherita Hack e Rita Levi-Montalcini) iniziarono a denunciare molestie perpetrate da soggetti maschili nei loro confronti. Sguardi di comprensibile disgusto maschile, posati su orridi glutei sformati dalla cellulite e coperti alla bell'e meglio da quegli abitoni-vestaglioni con i quali questo genere di chiattone tenta maldestramente di dissimulare l'inchiavabilità oggettiva, vennero dal #Meetoo in poi additati come molestie sessuali. Panze e tette cadenti di donne che vantavano trascorsi da ex-ballerine di danza classica (sì ma dove? A lustrare le scarpette nel retrobottega?) su cui sguardi orripilati di maschi si posavano con commiserazione mista a compassione, vennero classificati come lubriche molestie sessuali. Incazzature da banali scaramucce quotidiane di coppia, durante le quali il maschio si fosse permesso d'alzare la voce nei confronti della donna, furono subito oggetto di filmografia di denuncia presentata nei maggiori festival mondiali, fra i quali l'immancabile Berlinale. Ed è proprio nel settore cinematografico che il #Metoo ebbe la sua massima espansione, identificando nel produttore Harvey Weinstein (che ha prodotto, giusto per dare un'idea, film che vanno da Pulp Fiction a Shakespeare in Love), notoriamente impotente e dotato d'una tale panza che ci si domanda: ma come ca*** avrebbe fatto a?...il totem malefico contro cui scagliarsi: considerato molestatore seriale, è stato condannato a 23 anni di carcere. Potere incredibile della viralità social, visto che da noi, dove il Bunga-bunga è stato praticamente inventato portando alla perfezione per davvero lo sfruttamento usa e getta della donna, di tali condanne manco l'ombra.

In sintesi, il movimento si riassume nei seguenti punti di seguito esposti:

  • Tutte le donne sono vittime del maschio, SEMPRE.
  • Usa l'hashtag #metoo se un maschio con cui hai a che fare ti sta sulle palle (fuor di metafora), così da sbarazzarti di lui e soffiargli il posto.
  • Tutte le donne sono libere troie nel pieno diritto - sacro! - di troieggiare per il mondo impunemente.
  • Ti mostro il culo con il tanga mentre ti faccio l'occhiolino, caro maschio? Cazzi tuoi, letteralmente, se equivochi: mica volevo provocarti e tantomeno dartela...era così tanto per. Quindi se allunghi le mani ti denuncio e mi rimborsi i danni, OK?

Se ancora non l'aveste capito, il #Metoo non vuole la parità di genere ma la superiorità di genere e possibilmente occupare tutti i posti in precedenza occupati da maschi.

Tipologie di femministe

In seguito a tali stravolgimenti storici possiamo raggruppare le femministe contemporanee in quattro categorie:

La temibile Pippi Calzelunghe: icona del moderno femminismo svedese e internazionale
  • Femminista di sinistra: Sono i residuati bellici degli anni '70. Fra una canna e una manifestazione contro il Governo (che sia di destra o di sinistra poco importa, l’importante è scendere in piazza per far valere i propri diritti), ci infilano anche una critica alla discriminazione femminile attuata in questa società borghese maschilista e fallocratica. Poi, dopo il comizio, tutte a vedere uno spogliarello maschile, per rimarcare l'uguaglianza con gli uomini. Sono un po' come i giubbotti in pelle, i pantaloni a zampa d' elefante o la prostituzione: non passano mai di moda. Vestiario: gonna a fiori lunga fino alle caviglie, maglioncino in lana di pantegana, maglietta a favore dei bambino del Brembanistan o di che Guevara, berretto rubato a un bracciante peruviano, orecchini in legno grossi come dischi da frisbee, collana di coglioni di struzzo. La loro religione prediletta è l'islam, del quale ammirano i modelli d'emancipazione femminile.
  • Femminista di destra: Altresì conosciuta come “berlusconiana” o “donna in carriera”. Categoria in continua crescita, il suo scopo è quello di contrastare questa società maschilista bla bla bla combattendola sui luoghi di lavoro. La tenacia che la anima è notevole anche se, per fare carriera, certe volte si presta a dei vantaggiosi compromessi. Bisogna però soppesare i suoi proclami femministi. Ad esempio, una frase come “Bisogna dare più potere alle donne” è da leggere come “Qui comando io e nessuno mi rompa le scatole”. L'abbigliamento tipico si riassume in "Tutto quello che serve per attirare gli sguardi maschili salvo poi esplodere ringhiando: "Cazzo guardi, stronzo?”".
  • Femminista cattolica: Categoria poco conosciuta ma non per questo meno pericolosa; anzi. Specie del genere cattocomunista, persegue la difesa della femminilità tramite i precetti della Chiesa cattolica; un po’ come se Lapo Elkann aprisse un centro di disintossicazione. In base alla sua ottica il maschio non è tanto da annientare come nei casi precedenti quanto da tenere lontano, in quanto visto come l’incarnazione del peccato originale. Solitamente porta i capelli corti e solo i baffi permettono di distinguerla dal marito: quest' ultimo è infatti perfettamente sbarbato. Vestiario: crocifisso o, per le più giovani, croce di legno a forma di t, cilicio, cintura di castità, maglione blu scuro, camicia blu scuro, pantaloni blu scuro e scarpe di camoscio piatte come la loro taglia di reggiseno.
  • Nazifemminista: Queste delicate Valchirie si autorizzano a dichiarare le donne razza superiore alla razza umana. Come può spiegare qualsiasi professore di genetica, tale razza non deve mai mescolare i propri geni con quelli altrui ma, al massimo, autofecondarsi come fanno i cavolfiori. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, si prefiggono di darsi alla pratica dell'infanticidio selettivo dei propri neonati, eliminando quelli che ereditano il pistolino da papà ed equiparando la cosa a un aborto un po' tardivo. La nazifemminista è, in sostanza, la migliore sintesi tra una fanatica New Age e la nonna di Erode. Vestiario: capelli a zero e parecchi piercing o tatuaggi, camicione di flanella alla boscaiola incapace di contenere la panza alla Galeazzi, anfibi e jeans a vita bassa, taglia 62. Di solito vanno in giro a coppie per cercare camionisti o muratori ai quale fare coccole con la forza.

Curiosità

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NonNews

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  • Qualunque essere che nasce munito di pisello, lo fa per fare un dispetto al genere femminile
  • Femminismo e maschilismo sono anche formule magiche, che servono a bloccare all'istante ogni erezione (o forma di eccitazione in generale) presente nel raggio di millemila metri
  • Ci sono cose peggiori, per una bambina, che avere una madre femminista; ma anche cose migliori.
  • Voi potete anche non crederci, ma a una femminista è consentito diventare professoressa
  • Inoltre ai separatisti è consentito andare al governo.
  • Una statistica americana dimostra che le coppie in cui lei è femminista sono più romantiche e funzionano meglio a letto. Inoltre un'altra statistica dice che quando c'era lui i treni arrivavano in orario
  • Dalla statistica di cui sopra emerge che ci sono uomini che si mettono con le femministe. Quindi esistono uomini femministi ed eterosessuali. Contemporaneamente.
  • Qualunque femminista con le gambe pelose è comunque più trombabile di tua madre.

Note

  1. ^ E la Regina?

Voci correlate