Campionato mondiale di calcio 1982: differenze tra le versioni

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L'ultimo dei gruppi si caratterizzava per un equilibrio perfetto: ne facevano parte due squadre dell'emisfero boreale ([[Nazionale di calcio dell'URSS|URSS]] e [[Nazionale di calcio della Scozia|Scozia]]) e due di quello australe ([[Nazionale di calcio del Brasile|Brasile]] e [[Nazionale di calcio della Nuova Zelanda|Nuova Zelanda]]). Che tra Brasile e Nuova Zelanda ci fosse un divario tecnico di circa 67 [[Anno luce|anni luce]] era un dettaglio formale; che tra Scozia e URSS ci fosse di mezzo l'[[Europa]] era noto a tutti, bastava dare un'occhiata su un qualunque [[atlante]], ma di sicuro questo girone avrebbe garantito gol e spettacolo. E così fu: nel gruppo 6 furono segnati più gol che in tutti gli altri e le partite furono tutte avvincenti e combattute, a cominciare dalla prima.
L'ultimo dei gruppi si caratterizzava per un equilibrio perfetto: ne facevano parte due squadre dell'emisfero boreale ([[Nazionale di calcio dell'URSS|URSS]] e [[Nazionale di calcio della Scozia|Scozia]]) e due di quello australe ([[Nazionale di calcio del Brasile|Brasile]] e [[Nazionale di calcio della Nuova Zelanda|Nuova Zelanda]]). Che tra Brasile e Nuova Zelanda ci fosse un divario tecnico di circa 67 [[Anno luce|anni luce]] era un dettaglio formale; che tra Scozia e URSS ci fosse di mezzo l'[[Europa]] era noto a tutti, bastava dare un'occhiata su un qualunque [[atlante]], ma di sicuro questo girone avrebbe garantito gol e spettacolo. E così fu: nel gruppo 6 furono segnati più gol che in tutti gli altri e le partite furono tutte avvincenti e combattute, a cominciare dalla prima.


Si affrontavano Brasile e URSS. L'esito sembrava scontato, anche perché i sovietici erano in astinenza forzata da [[vodka]], secondo le ferree disposizioni del cittì Konstantin Beskov. L'indiscutibile supremazia brasiliana sembrava destinata a fare un sol boccone degli avversari, ma al 34' il centrocampista Andrij Bal' ciabattò casualmente il pallone nel tentativo di liberarsi di una [[vespa]] che gli ronzava intorno. La sfera rimbalzava innocua verso l'estremo difensore brasiliano Valdir Peres che stava cercando di decifrare uno striscione collocato sulla tribuna opposta: ''«"Бразилия дерьмо"... O que significa isso?»'' Quando si rese conto che la palla passava dalle sue parti fu troppo tardi: si produsse in un intervento goffo e sgraziato degno del miglior [[Claudio Garella|Garella]]. I russi erano inopinatamente in vantaggio. Durante l'intervallo, nel chiuso degli spogliatoi, Valdir Peres fu sottoposto ad uno [[sparticulo]] con doppio riporto. Ci volle parecchia fatica, ma nella ripresa il Brasile ribaltò il punteggio con due "surricagni" da fuori area di [[Éder Aleixo de Assis|Éder]] e [[Sócrates]], talmente potenti che il portiere sovietico [[Rinat Dasaev|Dasaev]] rimase da allora perennemente spettinato.
Si affrontavano Brasile e URSS. L'esito sembrava scontato, anche perché i sovietici erano in astinenza forzata da [[vodka]], secondo le ferree disposizioni del cittì Konstantin Beskov. L'indiscutibile supremazia brasiliana sembrava destinata a fare un sol boccone degli avversari, ma al 34' il centrocampista Andrij Bal' ciabattò casualmente il pallone nel tentativo di liberarsi di una [[vespa]] che gli ronzava intorno. La sfera rimbalzava innocua verso l'estremo difensore brasiliano Valdir Peres che stava cercando di decifrare uno striscione collocato sulla tribuna opposta: ''«"Бразилия дерьмо"... O que significa isso?»'' Quando si rese conto che la palla passava dalle sue parti fu troppo tardi: si produsse in un intervento goffo e sgraziato degno del miglior [[Claudio Garella|Garella]]. Solo che Garella aveva un gran [[culo]], Valdir Peres no: i russi erano inopinatamente in vantaggio. Durante l'intervallo, nel chiuso degli spogliatoi, Valdir Peres fu sottoposto ad uno [[sparticulo]] con doppio riporto. Ci volle parecchia fatica, ma nella ripresa il Brasile ribaltò il punteggio con due "surricagni" da fuori area di [[Éder Aleixo de Assis|Éder]] e [[Sócrates]], talmente potenti che il portiere sovietico [[Rinat Dasaev|Dasaev]] rimase da allora perennemente spettinato.


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Versione delle 20:09, 9 giu 2014

Per il logo ufficiale la FIFA si era rivolta nientemeno che al celebre Joan Mirò, che realizzò l'opera a sinistra. Scambiata per lo scarabocchio di un bambino di tre anni, fu cestinata a vantaggio del logo a destra, realizzato da un oscuro tipografo di Salamanca. Mirò non la prese affatto bene e morì di crepacuore l'anno dopo.
« Pooo po po po...no aspè, cos'è che cantavano all'epoca? Ah, già: da, da, da, tutti figli di Bearzot. »
(Qualunque italiano mentre rivede le immagini del trionfo dell'1982)

I Mondiali di calcio Spagna 1982 sono stati la dodicesima edizione del mondiale di calcio, nonché la prima in cui ai nastri di partenza si presentavano 24 squadre anziché le tradizionali 16, perché la FIFA ci teneva a dimostrare al mondo intero di sapersi destreggiare anche con numeri grandi. Tale decisione ebbe un impatto determinante sulla crescita del gioco del calcio a livello globale, e poi che mondiali sarebbero senza squadre come il Burundi e la Groenlandia?

È tuttora il mondiale ospitato da un'unica nazione che ha visto impiegato il maggior numero di stadi, alcune partite furono giocate anche nel campo dell'Oratorio Don Bosco de la Vega, dietro raccomandazione di Zorro.

La scelta della Spagna come Paese organizzatore era dovuta ad una mera semplificazione linguistica: si era provveduto a riciclare la documentazione in lingua spagnola in uso nei Mondiali precedenti, svoltisi in Argentina, effettuando solo piccole correzioni qua e là a colpi di sbianchetto. Ciò comportò un notevole risparmio sulle traduzioni e sulla redazione di nuova modulistica, grazie al quale i vertici della Federcalcio spagnola poterono garantirsi ogni sorta di sollazzo sessuale per tutta la durata del torneo.

Qualificazioni

File:Tango España - pallone ufficiale Mondiali Spagna 1982.jpg
Il pallone del torneo era identico a quello usato in Argentina quattro anni prima anche nel materiale: 100% vera pelle di desaparecido.

Nonostante l'allargamento del torneo a 24 squadre non mancarono le sorprese in fase di qualificazione: in Europa non riuscì a qualificarsi l'Olanda, finalista nelle due precedenti edizioni, che venne superata da Francia e Belgio: a conti fatti, è lecito ritenere che continuare ad affidarsi a un Cruijff ormai quarantenne e un Neeskens dipendente dalla macchina per la dialisi non sia stata un'idea brillante. Ottenne la qualificazione invece la sorprendente Irlanda del Nord, che eliminò Svezia e Portogallo mandando l'IRA a far saltare in aria i loro aerei all'aeroporto di Belfast. Quanto all'Italia, a un avvio di girone folgorante fecero seguito diverse prestazioni balbettanti, che non costarono la qualificazione solo perché la Danimarca si ostinò a disputare l'intero girone con la squadra di hockey su prato.

In Sud America fece scalpore l'eliminazione dell'Uruguay fresco vincitore del Mundialito del 1981: per la Celeste fu un vero peccato non poter contare nella partita decisiva in Perù su cinque titolari, bloccati alla dogana con del materiale sospetto che poi si scoprì essere dell'arbre magique all'aroma di mars fritto. Nel girone del Centro-Nord America invece riuscì a fallire l'approdo alla fase finale il Messico, che pagò cara la presunzione con cui affrontò il girone eliminatorio: infatti la stella Hugo Sánchez, centravanti del Real Madrid, onde non affaticarsi in vista del torneo insistette per giocare tutte le qualificazioni in porta.

I gironi africani videro la qualificazione di Camerun e Algeria, che beneficiarono di numerose defezioni dovute a motivi finanziari e riuscirono ad arrivare in Spagna nascosti nella stiva di un cargo che trasportava calamari. In Asia, infine, la Nuova Zelanda vinse lo spareggio contro la Cina e conquistò insieme al Kuwait il posto di materasso annunciato del Mondiale.


Gruppo 1

File:Portachiavi di Naranjito, mascotte dei mondiali di Spagna 1982.jpg
Naranjito, la mascotte, s'impiccò dopo aver puntato tutti i suoi averi sulla vittoria delle Furie Rosse.

Un gruppo ben equilibrato che comprendeva l'Italia quarta in Argentina quattro anni prima, la solida formazione polacca che poteva contare sulla vecchia guardia che giunse terza nel 1974 rafforzata da uno Zbigniew Boniek non ancora rimbecillito dalle apparizioni alla Domenica sportiva e il Perù che aveva superato il primo turno nel 1978 ed era guidato da quel Gerónimo Barbadillo che ad Avellino era venerato quasi quanto Ciriaco De Mita. A completare i quadri gli sconosciuti camerunensi, la cui preparazione tattica e atletica al Mondiale era stata curata da un'équipe di sciamani. La prima partita sarà giocata dall'Italia a Vigo, contro la Polonia. Gli azzurri, convinti che si stesse parlando di Vigo di Fassa, avevano disputato le ultime due amichevoli pre mondiali calzando scarponi da sci. All'appuntamento giunsero infatti leggermente "sulle gambe", per fortuna la nazionale polacca aveva come giocatore di riferimento il veterano Grzegorz Lato, che aveva sulle spalle più mondiali disputati che capelli. Per non rischiare perdite umane si decise di prenderla con calma, e finì 0-0. Vista la calura, era meglio non affaticarsi troppo e giocarsi il tutto per tutto più là. L'italico ingegno fece scuola, seguirono quindi lo 0-0 tra Perù e Camerun, l'1-1 tra Italia e Perù e lo 0-0 tra Polonia e Camerun. A questo punto, visti i risultati degli altri gironi, gli scaltri polacchi realizzarono che arrivando secondi nel girone rischiavano di incontrare Brasile e Argentina, l'incontro seguente col Perù lo vinsero per 5-1, ed ipotecarono così il primo posto. I perversi della statistica si affrettarono a sottolineare che l'Italia non aveva mai segnato 5 gol in una partita, al più c'era riuscita in un mondiale intero. La partita col Camerun fu giocata con lo stato d'animo di un bovino che va al macello, tanto valeva far passare loro, per evitare figure di merda in seguito. Inaspettatamente però Graziani la mise dentro per sbaglio al 61', quindi si rese necessario far segnare M'Bida un minuto dopo, per infondere coraggio alla compagine africana. Mangiata la foglia, i Leoni indomabili iniziarono a nascondere il pallone con una fitta serie di passaggi, fino allo scadere. L'Italia era condannata al secondo posto, e a beccarsi le due proibitive squadre sudamericane. La frittata era fatta.

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Polonia 4 3 1 2 0 5 1 +4
Italia 3 3 0 3 0 2 2 0
Camerun 3 3 0 3 0 1 1 0
Perù 2 3 0 2 1 2 6 --4

Gruppo 2

Prenotato Gorilla...


Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Germania Ovest 4 3 2 0 1 6 3 +3
Austria 4 3 2 0 1 3 1 +2
Algeria 4 3 2 0 1 5 5 0
Cile 0 3 0 0 3 3 8 --5

Gruppo 3

Prenotato Zurpone...

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Belgio 5 3 2 1 0 3 1 +2
Argentina 4 3 2 0 1 6 2 +4
Ungheria 3 3 1 1 1 12 6 +6
El Salvador 0 3 0 0 3 1 13 --12

Gruppo 4

Testa di serie del girone era l'Inghilterra, che dopo la vittoria ai mondiali del 1966 aveva battuto solo San Marino e Samoa Americane ma fu piazzata in prima fascia per evitare confronti con l'Argentina, con cui la tensione era alle stelle a causa della guerra nelle Isole Falkland e del fatto che, per ritorsione, il Tottenham licenziò il regista argentino Osvaldo Ardiles obbligandolo a rimpatriare a bordo di un pedalò. Avversari degli inglesi erano:

Ad iniziare le ostilità fu la sfida di Bilbao tra inglesi e francesi, con un'importante defezione tra le fila britanniche: l'asso Kevin Keegan, infatti, dovette saltare tutta la prima fase a causa di una tendinite al piede destro che si era procurato nel vano tentativo d'imparare a infilarsi le infradito. Prevalse l'Inghilterra per 3-1, con l'ispirato duo di centrocampo composto da Bryan Robson e Ray Wilkins che scardinò la difesa francese con millimetrici passaggi filtranti e colpi di piede di porco sui reni. L'indomani, la volitiva formazione del Kuwait impose l'1-1

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Inghilterra 6 3 3 0 0 6 1 +5
Francia 3 3 1 1 1 6 5 +1
Cecoslovacchia 2 3 0 2 1 2 4 -2
Kuwait 1 3 0 1 2 2 6 -4

Gruppo 5

L'eccitazione dei tifosi spagnoli, pronti a vedere la loro squadra diventare la terza nazione consecutiva a trionfare nel mondiale in casa, era talmente palpabile che nessuno batté ciglio quando, alla vigilia del debutto, il governo alzò il prezzo della benzina, raddoppiò le imposte sulla casa e si spinse addirittura a tassare le tapas con l'aperitivo, costringendo i bar spagnoli a sostituirle con le pizzette Catarì. D'altronde il sorteggio sembrava aver apparecchiato per la Spagna un avvio di torneo morbido, poiché a far compagnia alle Furie Rosse nel raggruppamento capitarono:

L'incontro d'esordio a Valencia vide i padroni di casa opposti agli honduregni in una gara dal pronostico talmente chiuso che a chiunque scommettesse sulla vittoria dei centroamericani veniva prescritta una perizia psichiatrica. Il portiere spagnolo Luis Arconada, presagendo una serata di completo riposo, si presentò in campo in vestaglia e pantofole e, al posto della tradizionale Gatorade, posizionò a lato della porta una bottiglia di Cardenal Mendoza: prima ancora che potesse accomodarsi in poltrona, però, il centravanti honduregno arrivò a tu per tu con lui, lo fece uscire con la scusa di dover leggere il contatore del gas e infilò in porta il pallone dell'1-0, fregandogli anche il brandy. Da allora in avanti la Spagna cinse d'assedio l'area avversaria grazie a un prolungato possesso di palla e a un plotone di tiratori scelti posizionati sugli spalti, ma venne respinta ripetutamente dai prodigiosi interventi del portiere honduregno e trovò l'1-1 su rigore solo perché l'estremo difensore, gasato dai miracoli compiuti, tentò di parare il tiro con la sola imposizione delle mani. Il giorno successivo, jugoslavi e nordirlandesi pareggiarono 0-0 un incontro talmente noioso che al 15' del secondo tempo le televisioni di tutto il mondo ne sospesero la messa in onda per trasmettere le repliche dell'Ispettore Derrick.

Nella seconda giornata la Spagna faticò nuovamente ed ebbe ragione per 2-1 della Jugoslavia solo grazie a un dubbio rigore assegnato per un fallo di mano del portiere, mentre l'Honduras costrinse al pareggio per 1-1 anche l'Irlanda del Nord in una partita dove la somma del valore di mercato dei giocatori in campo era di un panino con la coppa e una gassosa. Il turno conclusivo si aprì con il successo 1-0 della Jugoslavia sull'Honduras, che permise agli slavi di sperare nel passaggio del turno in caso di vittoria della Spagna sull'Irlanda del Nord: vista la forma mostrata fin lì dalle Furie Rosse, tanto valeva affidarsi a un meteorite che radesse al suolo Valencia durante la partita. Infatti furono i nordirlandesi a prevalere per 1-0 contro la fischiatissima formazione di casa, apparsa talmente giù di tono che metà squadra accusò i crampi già durante il riscaldamento spedendo gli spagnoli contro Inghilterra e Germania Ovest nel girone di Madrid, dove arrivarono di corsa con gli imbufaliti jugoslavi che li inseguivano sparando loro sui piedi. Il girone si concluse così con la seguente classifica:

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Irlanda del Nord 4 3 1 2 0 2 1 +1
Spagna 3 3 1 1 1 3 3 0
Jugoslavia 3 3 1 1 1 2 2 0
Honduras 2 3 0 2 1 2 3 -1

Gruppo 6

Il portiere carioca Valdir Peres, oltre a somigliargli sospettosamente, era colpito dallo stesso sortilegio che colpì Massimo Mattolini, la maledizione della saponetta[1]. Ma nessuno lo sapeva.

L'ultimo dei gruppi si caratterizzava per un equilibrio perfetto: ne facevano parte due squadre dell'emisfero boreale (URSS e Scozia) e due di quello australe (Brasile e Nuova Zelanda). Che tra Brasile e Nuova Zelanda ci fosse un divario tecnico di circa 67 anni luce era un dettaglio formale; che tra Scozia e URSS ci fosse di mezzo l'Europa era noto a tutti, bastava dare un'occhiata su un qualunque atlante, ma di sicuro questo girone avrebbe garantito gol e spettacolo. E così fu: nel gruppo 6 furono segnati più gol che in tutti gli altri e le partite furono tutte avvincenti e combattute, a cominciare dalla prima.

Si affrontavano Brasile e URSS. L'esito sembrava scontato, anche perché i sovietici erano in astinenza forzata da vodka, secondo le ferree disposizioni del cittì Konstantin Beskov. L'indiscutibile supremazia brasiliana sembrava destinata a fare un sol boccone degli avversari, ma al 34' il centrocampista Andrij Bal' ciabattò casualmente il pallone nel tentativo di liberarsi di una vespa che gli ronzava intorno. La sfera rimbalzava innocua verso l'estremo difensore brasiliano Valdir Peres che stava cercando di decifrare uno striscione collocato sulla tribuna opposta: «"Бразилия дерьмо"... O que significa isso?» Quando si rese conto che la palla passava dalle sue parti fu troppo tardi: si produsse in un intervento goffo e sgraziato degno del miglior Garella. Solo che Garella aveva un gran culo, Valdir Peres no: i russi erano inopinatamente in vantaggio. Durante l'intervallo, nel chiuso degli spogliatoi, Valdir Peres fu sottoposto ad uno sparticulo con doppio riporto. Ci volle parecchia fatica, ma nella ripresa il Brasile ribaltò il punteggio con due "surricagni" da fuori area di Éder e Sócrates, talmente potenti che il portiere sovietico Dasaev rimase da allora perennemente spettinato.

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Brasile 6 3 3 0 0 10 2 +8
Unione Sovietica 3 3 1 1 1 6 4 +2
Scozia 3 3 1 1 1 8 8 0
Nuova Zelanda 0 3 0 0 3 2 12 -10

Note

  1. ^ Non è quello che state pensando voi, luridi sporcaccioni.