Antonio Maria Giovinazzi (Fermo, 2 novembre 1993 - Prima curva del giro di ricognizione, prossimo GP) è un pilota di F1, autodemolitore e intasatore di traffico italiano. Attualmente in forza come seconda guida dell'Alfa Romeo e come badante di Kimi Raikkonen.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Antonio Giovinazzi
Giovinazzi sorride dopo aver investito due meccanici
« Chi va piano, va sano e va lontano... »
( Giovinazzi al suo ingegnere che gli chiedeva di spingere al massimo )
« Se Giovinazzi partecipa anche alla prossima corsa, chiediamo l'aumento! »
( Commissari di gara dopo aver sventolato 2 bandiere rosse, 12 bandiere gialle e 19 bandiere blu. )
« Nessun corpo è più veloce della luce e nessun corpo è più lento di Giovinazzi.  »
« Davanti all'eternità dell'Universo, cosa sono 10 secondi di penalità?  »
( Giovinazzi la prende con filosofia)
« WOW! Prima volta che io vedere testacoda, fuoripista e ribaltamento con fuoco in stessa curva! »
( Marc Genè commenta l'ennesimo ritiro di Giovinazzi)



Biografia

Infanzia

 
L'Alfa 147 di Giovinazzi prima che venisse dipinta di rosa e ripetutamente incidentata

Giovinazzi trascorre un'appisolata giovinezza nel profondo Sud Italia, in una graziosa cittadina in provincia di Taranto chiamata Martina Franca, nota per il dolce vivere degli abitanti le cui giornate sono scandite da un campanile con orologio che accumula secondi di ritardo ogni giro d'ora.

La madre di Giovinazzi, Rosalba Straziolento, era un' allevatrice di lumache, mentre il padre, Rosario Sognidoro Giovinazzi, lavorava come casellante autostradale.

Osservando il duro lavoro del padre, il piccolo Antonio capisce che la vita è un'avventura da affrontare a passo d'uomo, possibilmente incolonnati nel traffico, ridendo del prossimo che è sempre di fretta e si consuma nello stress del frenetico mondo moderno.


Adolescenza

Come tutti i giovani maschi della Puglia, consegue la licenza di guida a 12 anni.

Ma il giovane Antonio non è un ragazzo come gli altri: non si accontenta di guidare una utilitaria Euro Zero, di attaccarsi al clacson per ogni scemenza e magari causare un paio di incidenti con omissione di soccorso. Al contrario lui sogna in un futuro prossimo di pilotare auto costosissime, nei circuiti più belli del mondo e di far sentire la voce delle ambulanze che corrono presso il maxi tamponamento causato alla prima curva di un Gran Premio.


Con queste premesse, grazie ai soldi messi da parte coi primi furti, compra la sua sognata auto sportiva, la tamarrissima Alfa Romeo 147 JTD usata del 2001, appartenuta a un giovane boss locale.

Inutile dire che un ragazzo meridionale a bordo di un' Alfa 147, non può che aderire alla sacra e nobile setta dei Tamarri.

Tuttavia gli squilibri ormonali tipici dei sedici anni, lo trasformarono in un truzzo fru fru. Decise di farsi crescere i capelli, di vestire jeans attillati col risvoltino e di ascoltare le canzoni di Laura Pausini, manifestando quindi tutti e tre i classici sintomi di una omosessualità incipiente.

Ovviamente la sua diversità non poteva essere tollerata dall'arretratezza culturale di una cittadina di provincia. Il fragile Antonio divenne vittima dell'ottusa cattiveria dei suoi coetanei che non gli perdonavano di aver dipinto la sua Alfa color rosa, di presentarsi in classe con lo zainetto delle Winx e di sculettare nei corridoi.

Decise quindi di lasciare gli studi dando il suo contributo alle pessime statistiche sull'abbandono scolastico nel Mezzogiorno.


Maturità

 
Giovinazzi parcheggia la sua Alfa per facilitare ai meccanici il cambio gomme.

Come tutti i ragazzi disoccupati del profondo Sud, Giovinazzi passava le sue giornate dormendo tra il parco e il baretto, talvolta ciondolando tra i marciapiedi e nelle stazioni dei pullman.

Ammazzava il tempo discutendo di finanza e politica con i barboni che incrociava. Parlava male del Governo: diceva che è tutto un magna magna, che non danno opportunità ai ragazzi, che è una generazione bruciata, che ci vorrebbe il reddito di cittadinanza, che è una guerra tra poveri… e in genere tutte le frasi fatte, tipiche del disagio giovanile.

Un giorno il suo fidanzatino dell'epoca gli suggerì di darsi un look un poco più macho, fu allora che Giovinazzi iniziò a interessarsi di motori. Presto capì di avere un particolare talento nell' intasare il traffico cittadino: prediligeva strade piene di semafori e dossi dissuasori, principalmente nelle ore di punta poichè lo eccitava il trenino di auto che si formava alle sue spalle.

Nel 2016 mentre guidava in autostrada, rigorosamente nella corsia più a destra a 30 km/h, venne notato da John Elkann che rimase ammirato da quel ragazzo che guidava imperturbato nonostante le continue manovre intimidatorie dei camionisti che invano gli lampeggiavano per farlo levare di mezzo.

Seguitolo fino all'Autogrill, il Presidente della Fiat gli chiese di scendere dalla sua 147 rosa e di presentarsi. L’erede degli Agnelli capì che anche quella volta il fiuto di famiglia per gli affari aveva colto nel segno: da tempo pensava di creare un team Alfa Romeo in Formula 1, team che facesse da scuderia satellite a una Ferrari con risultati sempre più deludenti. Sapeva che l'unico modo per non vedere una Rossa arrivare ultima al Mondiale, era creare una macchina ancora più lenta guidata magari da un pilota flemmatico che si limitasse a portarla al traguardo.

Oltretutto Giovinazzi era un alfista metrosexual: questo avrebbe generato appeal alla fetta di mercato per cui era stata progettata la Stelvio, ovvero i meridionali gagà (unici consumatori mondiali non ancora conquistati da Audi, BMW e Mercedes).


Esordio in F1

 
Il prete irlandese Neil Horan, durante il GP di Silverstone 2003, scavalcò le barriere e si mise a correre tra le monoposto. A oggi è l'unico uomo ad aver percorso un giro di pista più lentamente di Giovinazzi.

Il 25 settembre 2018 viene ufficializzato come guida titolare dell’ Alfa Romeo, ripristinando la grande tradizione dei piloti italiani che mancavano in F1 ormai da alcune stagioni.

Il nome di Giovinazzi venne quindi accostato a fenomeni del calibro di Giancarlo Fisichella, Jarno Trulli, Vitantonio Liuzzi e Luca Badoer: leggendari fulmini di guerra che hanno dato adito a tutti i peggiori pregiudizi sugli italiani tra cui quello di automobilisti incoscienti, pigri, lenti e casinisti, con una particolare avversione per la forza centripeta.

Durante i primi test si capì fin da subito che era confermata la regola per cui gli italiani sono più bravi a costruire le auto piuttosto che a guidarle: Giovinazzi era lento oltre ogni decenza, faceva confusione tra i pedali e grattava sempre al cambio marcia.

Sergio Marchionne, che era stato messo all’oscuro sul nuovo pilota, iniziò a insospettirsi quando sentì suonare dai box una canzone dei Sud Sound System. Avvicinandosi alla monoposto vide che il volante era stato rivestito di pelliccetta rosa e che penzolava un Arbre Magique al profumo di cime di rapa.

 
Giovinazzi in blu mentre si fa largo tra i colleghi

Il grande manager ebbe un malore da cui non si riprese più: John Elkann raccontò che al suo capezzale, Marchionne gli fece le seguenti raccomandazioni:

1- Fondere la Fiat con la Peugeot.

2- Prendersi cura di suo fratello Lapo.

3- Cambiare Giovinazzi con un qualsiasi membro della famiglia Schumacher.


Nelle sue memorie postume, Marchionne racconta che in realtà, Giovinazzi, fosse il figlio illegittimo di Susanna Camusso e Maurizio Landini. Il complotto dei sindacati prevedeva che il compagno Antonio, a furia di figuracce, avrebbe portato al fallimento la famiglia Agnelli, spalancando la strada a una nazionalizzazione della Fiat.

L’eterna aspirazione della CGIL di trasformare gli operai metalmeccanici in impiegati statali si sarebbe così finalmente realizzata.

Giovinazzi si distinse come il pilota più lento da quando esistono i cronometraggi sui giri: testimoni diretti affermano che Tazio Nuvolari corresse più veloce, nonostante fosse alla guida di un’Alfa con le ruote strette tipo bicicletta, avesse un casco fatto di cartapesta e girasse su piste con balle di paglia al posto dei cordoli.

Tuttavia anche nella sua prima stagione riuscì a togliersi qualche soddisfazione: infatti in ben due occasioni si qualificò alla ventesima posizione della griglia di partenza non umiliandosi come tutte le altre gare a partire dai box con diverse penalità.

A Montecarlo riuscì addirittura a conquistare il suo primo e unico punto in carriera, grazie a una strategia di gara che i giornalisti hanno presto nominato Antonio’s Russian Roulette.

La tecnica prevedeva una partenza prudente dall’ultima posizione per evitare l’ennesimo incidente con ritiro alla prima curva. Poi bisognava accumulare abbastanza ritardo su tutti gli altri piloti in modo che una volta rientrati tutti dai box per il primo cambio gomme, l’Alfa si trovasse a metà gruppo con gli pneumatici consumati. A quel punto Giovinazzi, su una macchina inguidabile, avrebbe fatto da tappo per tutto il resto dalla gara fino al traguardo. I piloti incolonnati alle spalle avrebbero desistito a superarlo poiché conoscevano l’imprevedibilità di Antonio e come in una roulette russa temevano di essere loro le vittime settimanali della manovra spericolata che gli avrebbe causato il solito ritiro.

La consacrazione

 
Il nuovo animale simbolo di Martina Franca

Il 13 settembre 2020 si correva all’Autodromo del Mugello la gara più importante dell'anno: il prestigiosissimo Gran Premio di Toscana.

Alla prima curva, per la serie “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”, l’Alfa Romeo di Kimi Raikkonen provoca un incidente che costringe la safety car a uscire per diversi giri.

Giovinazzi è confuso: il suo compagno finlandese gli ha rubato la parte. Per giunta la safety car è in pista da otto giri e lui non è abituato a gareggiare per così tanto tempo. Mentre la safety car sta rientrando, i piloti si preparano a ripartire proprio sul rettilineo del traguardo, nel gruppo, purtroppo per loro, c'è anche Giovinazzi.

Probabilmente distratto dall’atto di modificare con i tasti al volante la canzone che stava cantando al karaoke, non si accorge che davanti a sè il gruppo ha rallentato: Giovinazzi entra come una palla da bowling tra i birilli e causa un maxi tamponamento a catena che costringe i commissari a fermare la gara con la bandiera rossa.

I team radio degli altri piloti sono un decalogo su come vengano declinate nei vari idiomi le bestemmie.

Giovinazzi si è ripreso la scena: i pochi tifosi, causa Covid, sono in visibilio sugli spalti. Acclamano l’eroe di casa e dimostrano ancora una volta che al pubblico delle corse motoristiche non interessano i tempi sul giro e le tecnologie ma piuttosto gli incidenti e le sexy ombrelline. La gara fu così rocambolesca che addirittura arrivò terzo un pilota tailandese.

Durante la cerimonia del podio, a accompagnare il bagno di Champagne, in onore di Giovinazzi, l’orchestra suonò la Tarantella al posto della solita Les Toreadors della Carmen.

Anche a Martina Franca giunge voce delle imprese del loro concittadino. Si ricordano di quel ragazzo incompreso che a bordo della sua 147 rosa faceva sclerare i pendolari.

Il sindaco del paese gli dona le Chiavi della Città e in suo onore fa modificare l’animale araldico da un cavallo al galoppo a una tartaruga appisolata.


Curiosità

 
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  • Una volta Giovinazzi è stato doppiato anche dalla safety car.
  • Ha prestato la sua voce a Sid, il bradipo ritardato de “L’era glaciale”.
  • Ha subito 1368 sorpassi.
  • Ha effettuato 12 sorpassi (di cui 7 tagliando la curva).
  • I nipoti di Enzo Ferrari hanno diffidato John Elkann a far guidare a Giovinazzi la monoposto che porta il nome del nonno.
  • Dagli spalti lo si può riconoscere per la livrea rosa del casco e i fuoripista nel giro di ricognizione.
  • Secondo i bookmakers le sue probabilità di vincere un Mondiale sono le stesse che ha Buffon di vincere la classifica cannonieri della Serie A.
  • Gli organizzatori dei Gran Premi lo stimano perché è l’unico pilota che non inopportuna le hostess.
  • Una volta, durante le prove libere, è riuscito a sorpassare Hamilton.

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