Sergio Marchionne

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Per una volta Marchionne non indossa il suo amato pulloverino. Lo vediamo ritratto in un inedito abito bianco con mezza mantellina in tinta.
« Il pallone è mio e se non mi fate giocare in attacco mi trasferisco in Serbia con il pallone. Gnè gnè gnè. »
(Sergiolino Marchioncino.)
« Vorrei tranquillizzare gli operai di tutti gli stabilimenti italiani sul destino della FIAT. Potete stare sereni, abbiamo delle sorprese, in serbo, per voi. »
(Sergio Marchionne ad inizio luglio 2010)
« Marchionne può volere quello che gli pare, ma noi siamo qui per difendere gli operai e non il padrone. Per cui, o si piega alle nostre richieste o fronteggerà una guerra. »
(Bonanni e Angeletti un attimo prima di firmare qualsiasi carta Marchionne gli sottoponesse.)
« La Fiat non ha mai preso un soldo dallo Stato nel corso degli ultimi anni di gestione. »
(Marchionne, riferendosi allo Stato del Vaticano)

Sergio Marchionne (Chieti 1914 - Sing Sing 2018) è stato uno dei manager più amati d'Italia per via dei maglioncini a girocollo in puro pelo d'operaio pomiglianese.
La sua opinabile bruttezza e il suo supposto viscidume non devono trarre in inganno, perché Marchionne è bello dentro[1]. Anche i suoi metodi, apparentemente spietati, potrebbero essere rivalutati se osservati sotto l'ottica del direttore della sua banca.

Biografia

La locandina del film a lui dedicato.

Figlio di Concezio de Conceiçao, maresciallo dei Carabinieri, di Annamaria Franzoni, madre esemplare, e del lattaio, prende dal papà l'intelligenza, dalla mamma la bontà d'animo e dal lattaio due sganassoni che gli cambiano per sempre i connotati rendendolo più simile a un mastino napoletano incrociato con un maiale che a un essere umano.
Amante degli studi, si diploma alla Ragioneria di Chieti non ancora ventenne. Il padre, per la vergogna di essere l'unico in famiglia ad avere un figlio diplomato, lo caccia di casa imbarcandolo sul primo traghetto per la Serbia. Il sopruso paterno lo scioccherà per sempre facendogli vedere la Serbia dappertutto.
Fortuna sua che il comandante si accorge per tempo che la Serbia non ha nessuno sbocco sul mare, e fa rotta per il Canada da dove, eventualmente, i passeggeri avrebbero potuto prendere una nave gommata o cingolata per raggiungere Belgrado. Sergio capì che il destino lo stava guidando e la sua vita sarebbe potuta cambiare se avesse saputo approfittare[2] delle opportunità che il Canada offriva.
Giunto oltreoceano[citazione necessaria] in mutande, ciabatte infradito e maglione a girocollo, per sbarcare il lunario accetta i lavori più umili, come tramortire i bambini rom per espiantargli gli organi da vendere al mercato nero, avvelenare le vecchiette per rubargli la pensione, segare le mani ai commercianti che non ce la fanno più a pagare gli strozzini.
Nei ritagli di tempo, influenzato dal pensiero liberale di Tomás de Torquemada e Pietro Gambadilegno frequenta la Bastard Inside University di Toronto, dove si laurea a pieni voti in Sfruttamento Continuato delle Masse Lavoratrici Camuffato da Liberismo e consegue il Master in Torbide Relazioni con Organismi Sindacali Compiacenti. Gli si spalancano così le porte per un radioso futuro.

« Fuori dal Canada, però. »
(Il Canada)

Rientrato in Italia dopo una breve sosta in Svizzera per acquistarne acquisirne la cittadinanza, presenta il suo curriculum a varie aziende e viene assunto come raccoglitore di pomodori nelle campagne di Foggia.

« Con quel maglioncino a girocollo farai carriera! In pochi anni potresti diventare portatore di ceste. »
(Il caporale prende per il culo Marchionne.)

Attratto dal volontariato e dalle associazioni benefiche, si iscrive alla P2 e nel giro di due ore viene promosso da raccoglitore di pomodori ad amministratore delegato della FIAT con il compito primario di generare del profitto aziendale compatibilmente con i diritti dei lavoratori e comunque senza andare mai a discapito delle stesse maestranze[buona questa!].
Amante del dialogo e particolarmente sensibile ai rapporti umani, come prima mossa del mandato convoca nel suo studio i rappresentanti dei lavoratori della FIAT di Termini Imerese e di Pomigliano d'Arco presentandogli in anteprima il nuovo piano industriale. La seconda mossa è quella di rinchiuderli in una Vergine di Norimberga foderata in cachemire fino a che non lo avrebbero accettato. In tale occasione, la stampa ostile gli avrebbe attribuito la seguente affermazione:

« Se vi piace è così altrimenti ci spostiamo all'estero, gne gne gne. »

Il pensiero

Sebbene il titolo possa sembrare fuori luogo quando si parla di Marchionne, esiste un pensiero sul quale si fonda la sua filosofia manageriale:

« Le maestranze sono alla base della filiera industriale ed è su di essa che poggia tutta la struttura che permette lo sviluppo, non già della FIAT in quanto azienda privata, ma del mio conto in banca Sistema Paese per intero, ma se c'è una cosa che non posso tollerare è la la pausa pranzo, cazzo. La pausa merenda mi va bene, ma quella pranzo no! Mai! È il demonio, porca paletta, e per questo va combattuta con tutte le armi: con la politica, con la bomba atomica, con i referendum farlocchi. »
(Sergio Marchionne)

I successi

Innumerevoli i successi di Marchionne in campo manageriale.
Se si contano...
Dunque, tre per sette...
Allora, partendo da...
Uno.
Contando da, partendo da, sempre uno rimane. Però bisogna ammettere che è stato un risultato mica da ridere prendere in mano una FIAT indebitata per milioni di euro con tutti i trans torinesi e in pochi mesi risanarla mettendo sulla strada meno di un miliardo di persone.
E senza mai togliersi il maglioncino a girocollo!

Curiosità

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  • A lui si deve il lancio della Fiat Culo
  • Il suo stipendio annuo è pari a quello di trecento operai della Fiat e alla metà di quanto spende Berlusconi per aiutare le extracomunitarie minorenni in difficoltà. Vale a dire 7.387.300 € annui, cioè 20.239 € al giorno, cioè 843 € l'ora (comprese ore di sonno, igiene, pasti, cambio del maglione, stronzate da dire, ecc), cioè 14 € al minuto. Perciò se Sergio scorreggia nel tuo stesso ascensore dovresti essergli grato, ti ha donato circa 28 €.

Note

  1. ^ Cioè in galera.
  2. ^ Lui che approfittatore non era mai stato.[lol]

Voci correlate