Maritozzo: differenze tra le versioni

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[[File:maritozzi con la panna.jpg|right|thumb|230px|La prodigiosa trasformazione di semplici panetti in una leccornia senza pari.]]
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{{cit2|Me stai de fronte, lucido e 'mbiancato, la panna te percorre tutto in mezzo,<br />
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Me fai salì er colesterolo a mille, lo dice quell'assillo d'er dottore,<br />
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ma te dirò, mio caro '''maritozzo''', te mozzico, poi pago er giusto prezzo!|Ignazio Sifone, poeta carpentiere, ''Ode ar maritozzo'', Garbatella [[1964]].}}
ma te dirò, mio caro '''maritozzo''', te mozzico, poi pago er giusto prezzo!|Ignazio Sifone, poeta carpentiere, ''Ode ar maritozzo'', Garbatella [[1964]].}}
Il '''maritozzo''' è un dolce tipico del [[Lazio]], in particolar modo della città di [[Roma]]. La leccornia è costituita da [[pane]] morbido, preparato con uvetta e scorza d'[[arancia meccanica]] candita. Viene poi inciso profondamente in senso longitudinale<ref>per lungo, de tajo</ref>, lo si completa quindi con [[Manuali:1001 modi intelligenti di usare il pene con fantasia|panna montata]].<br />Deve il suo nome all'usanza di offrire, nei periodi matrimoniali, questo dolce alle future spose, che soprannominavano "maritozzi" i donatori. È plausibile pensare che l'invenzione del maritozzo sia stata ad un certo punto necessaria, probabilmente quando, [[Statistica|statistiche]] alla mano, offrire un [[Croissant|cornetto]] cominciò a non essere considerato di buon augurio.<br /> Ma cosa rende il maritozzo così appetibile? L'abbiamo chiesto al professor Damiano Bonsai Potta, titolare della cattedra di ''Scienze comportamentali e metodologie approssimative'' all'[[università]] di Teoria Infondata ([[Boh]]).
Il '''maritozzo''' è un dolce tipico del [[Lazio]], in particolar modo della città di [[Roma]]. La leccornia è costituita da [[pane]] morbido, preparato con uvetta e scorza d'[[arancia meccanica]] candita. Viene poi inciso profondamente in senso longitudinale<ref>per lungo, de tajo</ref>, lo si completa quindi con [[Nonbooks:1001 modi intelligenti di usare il pene con fantasia|panna montata]].<br />Deve il suo nome all'usanza di offrire, nei periodi matrimoniali, questo dolce alle future spose, che soprannominavano "maritozzi" i donatori. È plausibile pensare che l'invenzione del maritozzo sia stata ad un certo punto necessaria, probabilmente quando, [[Statistica|statistiche]] alla mano, offrire un [[Croissant|cornetto]] cominciò a non essere considerato di buon augurio.<br /> Ma cosa rende il maritozzo così appetibile? L'abbiamo chiesto al professor Damiano Bonsai Potta, titolare della cattedra di ''Scienze comportamentali e metodologie approssimative'' all'[[università]] di Teoria Infondata ([[Boh]]).
{{cit2|Il maritozzo viene esposto in modo esageratamente "aperto", quasi ad evocare una [[Vagina|vulva]] totalmente accessibile, allo scopo di far leva sul basso istinto del [[cliente]] di passarci la [[lingua]] in mezzo, per godere della sua dolcezza.|Damiano Bonsai Potta, ''Dinamiche psicotiche dei golosi'', [[Padova]] [[1969]], Ed. Lo Cicero.}}
{{cit2|Il maritozzo viene esposto in modo esageratamente "aperto", quasi ad evocare una [[Vagina|vulva]] totalmente accessibile, allo scopo di far leva sul basso istinto del [[cliente]] di passarci la [[lingua]] in mezzo, per godere della sua dolcezza.|Damiano Bonsai Potta, ''Dinamiche psicotiche dei golosi'', [[Padova]] [[1969]], Ed. Lo Cicero.}}


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[[File:Rogo della strega.JPG|right|thumb|320px|Roma, 1515. Una pasticciera di via della Scrofa viene giustiziata in piazza del Popolo, aveva aggiunto i pinoli nell'impasto dei maritozzi destinati al cardinal Opizio Pamphili.]]
[[File:Rogo della strega.JPG|right|thumb|320px|Roma, 1515. Una pasticciera di via della Scrofa viene giustiziata in piazza del Popolo, aveva aggiunto i pinoli nell'impasto dei maritozzi destinati al cardinal Opizio Pamphili.]]
* '''Preparazione''':
* '''Preparazione''':
# Mettere l’uvetta in ammollo in acqua tiepida {{s|e poi fateci il pediluvio}}.
# Mettere l’uvetta in ammollo in acqua tiepida <del>e poi fateci il pediluvio</del>.
# Impastare farina, lievito di birra, zucchero, uovo e burro fino ad ottenere [[qualcosa]].
# Impastare farina, lievito di birra, zucchero, uovo e burro fino ad ottenere [[qualcosa]].
# Lavorare con forza a mano l'impasto, se tenta di ribellarsi e prendere il controllo della vostra [[vita]], un pugno ben assestato può farlo desistere.
# Lavorare con forza a mano l'impasto, se tenta di ribellarsi e prendere il controllo della vostra [[vita]], un pugno ben assestato può farlo desistere.
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== Note ==
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== Voci correlate ==
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*[[Marito]]
*[[Marito]]
*[[Manuali:Uccidere il proprio coniuge e farla franca|Cucinare per un marito violento]]
*[[Nonbooks:Uccidere il proprio coniuge e farla franca|Cucinare per un marito violento]]
*[[Manuali:Condurre un programma di cucina senza saper cucinare|Insegnare a qualcuno a cucinare (prima che muoia di fame)]]
*[[Nonbooks:Condurre un programma di cucina senza saper cucinare|Insegnare a qualcuno a cucinare (prima che muoia di fame)]]


[[Categoria:Dolci]]
[[Categoria:Dolci]]

Versione attuale delle 14:15, 12 dic 2020

La prodigiosa trasformazione di semplici panetti in una leccornia senza pari.
« Me stai de fronte, lucido e 'mbiancato, la panna te percorre tutto in mezzo,

co 'n sacco de saliva nella gola, te guardo 'mbambolato e con amore.
Me fai salì er colesterolo a mille, lo dice quell'assillo d'er dottore,

ma te dirò, mio caro maritozzo, te mozzico, poi pago er giusto prezzo! »
(Ignazio Sifone, poeta carpentiere, Ode ar maritozzo, Garbatella 1964.)

Il maritozzo è un dolce tipico del Lazio, in particolar modo della città di Roma. La leccornia è costituita da pane morbido, preparato con uvetta e scorza d'arancia meccanica candita. Viene poi inciso profondamente in senso longitudinale[1], lo si completa quindi con panna montata.
Deve il suo nome all'usanza di offrire, nei periodi matrimoniali, questo dolce alle future spose, che soprannominavano "maritozzi" i donatori. È plausibile pensare che l'invenzione del maritozzo sia stata ad un certo punto necessaria, probabilmente quando, statistiche alla mano, offrire un cornetto cominciò a non essere considerato di buon augurio.
Ma cosa rende il maritozzo così appetibile? L'abbiamo chiesto al professor Damiano Bonsai Potta, titolare della cattedra di Scienze comportamentali e metodologie approssimative all'università di Teoria Infondata (Boh).

« Il maritozzo viene esposto in modo esageratamente "aperto", quasi ad evocare una vulva totalmente accessibile, allo scopo di far leva sul basso istinto del cliente di passarci la lingua in mezzo, per godere della sua dolcezza. »
(Damiano Bonsai Potta, Dinamiche psicotiche dei golosi, Padova 1969, Ed. Lo Cicero.)

Ti scappa di fare i maritozzi?

Un maritozzo non può essere improvvisato da mani inesperte, ci sono regole millenarie da rispettare.

Prima di tutto è bene fissare alcuni concetti di base:

  1. i maritozzi non sono panini, non sono cornetti, non sono brioche e non sono pagnottelle;
  2. i pinoli non ci vanno, alcuni pasticceri sono stati lapidati con le pigne perché si ostinavano a farlo;
  3. usare la vanillina nell'impasto può favorire il manifestarsi del demone Belfagor;
  4. usare la panna spray per guarnirli è reato, viene punito col taglio delle mani persino nello Stato Vaticano;
  5. la panna deve essere applicata a mezzo spatola, l'uso di sacca o siringhe provoca l'arrivo di spietati killer ceceni;
  6. i maritozzi sono maritozzi, punto e basta.

Detto questo, qualora vogliate cimentarvi nella loro preparazione, dovete tener presente che la difficoltà è elevata (Buddy Valastro li ha preparati per il compleanno di un fabbro di Testaccio, è stato preso a sprangate) inoltre, il tempo di preparazione è pari a quello che occorre per pulire i vetri del palazzo dell'ONU.

  • Ingredienti (per 8 maritozzi):
    • 200 grammi di farina (che è quella polvere bianca... no, non quella... l'altra)
    • 20 grammi di lievito di birra
    • 1 uovo (preferibilmente di gallina, se usate quello di struzzo moltiplicate le dosi per cinque)
    • 50 grammi di burro (il resto del panetto lo potete usare per fare quella cosa che avete visto in un film
    • 100 grammi di uva passa (se passa, altrimenti andate a prenderla al supermercato)
    • 60 grammi di cedro
    • 60 grammi di scorza di arancia
    • 3 cucchiai di Zucchero (domandate a lui in che cassetto della cucina si trovano)
    • Panna fresca da montare (chiedete gentilmente altrimenti è considerato stupro)
Roma, 1515. Una pasticciera di via della Scrofa viene giustiziata in piazza del Popolo, aveva aggiunto i pinoli nell'impasto dei maritozzi destinati al cardinal Opizio Pamphili.
  • Preparazione:
  1. Mettere l’uvetta in ammollo in acqua tiepida e poi fateci il pediluvio.
  2. Impastare farina, lievito di birra, zucchero, uovo e burro fino ad ottenere qualcosa.
  3. Lavorare con forza a mano l'impasto, se tenta di ribellarsi e prendere il controllo della vostra vita, un pugno ben assestato può farlo desistere.
  4. Mettere a lievitare fino a quando non raddoppia (se prima non l'avete sottomesso, ora sarà troppo tardi).
  5. Aggiungere l’uvetta scolata, il cedro e la scorza d’arancia, sminuzzati con una spada laser (se non ne avete una usate il machete di quando eravate mercenario in Gabon).
  6. Ungere una teglia bassa da forno e dividere la pasta in 8/10 panettini ovali. Schiacciare i panetti leggermente (tanto per rafforzare il concetto di chi comanda), copriteli con un panno di cotone e lasciate ancora a lievitare per 5-6 ore, tempo utile per cucinare il pranzo, altrimenti vostro marito torna dal cantiere e vi prende a cinghiate.
  7. Infornare a 200°, fin quando non sono dorati fuori e morbidi dentro, se aprendo lo sportello vi minaccia ancora, vuol dire che non si è ammorbidito abbastanza.
  8. Spennellare i maritozzi con un cucchiaio di zucchero sciolto in acqua tiepida, rimettere in forno spento per pochi minuti.
  9. Squartare i maritozzi immaginando di essere Dexter Morgan, lo sguardo da psicopatico non è fondamentale per la buona riuscita, ma aiuta.
  10. Riempire la ferita con panna montata non zuccherata (se siete sadici potete salarla, così il maritozzo soffrirà di più).

Note

  1. ^ per lungo, de tajo

Voci correlate