Padova

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Suggestivo scorcio della città. Sulla sinistra la Torre dell'Orologio nel progetto originale dei comunisti, poi sventato dal SID.
« Un padovan, un musso e un can xè tre fradei! »
(Proverbio veneto)

Padova, oltre a essere capoluogo dell'omonima provincia veneta part-time, è più universalmente nota come la capitale europea dell'alcolismo molesto. Seppur meno laboriosa (a causa della forte presenza di studenti universitari), è infatti se possibile più ubriaca di ogni altra città veneta, regione che da sempre domina il settore della cirrosi epatica al di qua dell'Adriatico.

Padova vanta un'università molto antica e una popolazione di larghe vedute e, seppur per poco tempo, è stata il luogo ove l'Anello di Sauron era custodito. Ora l'Anello non si sa dove sia, però le malefiche bestie incaricate di proteggerlo ci sono ancora e vivono nel colorito quartiere di via Anelli, dove resistono stoicamente agli attacchi degli Uomini dell'Aquesturia.

La città di Padova è inoltre celebre per i "tre senza":

  • Il Santo senza nome, perché a nessuno importa.
  • Il Caffè senza porte, perché le bevande calde non vengono vendute con sistemi di apertura adeguati hanno rubate.
  • Il Prato senza erba, perché la marijuana è estremamente difficile da coltivare in Prato della Valle.

Geografia fisica

Padova è localizzata nel bel mezzo della nebbiosa pianura padano-veneta, a metà strada tra Bratislava e Cosenza e più in generale, vicino all'Islanda.

Fra i tanti canali arficiali che apportano aria salubre alla città, in particolare è risaputo che un bagno nel Piovego corrisponde a 30 radiografie al secondo, e neanche i più stupidi fra i piccioni osano avvicinarsi all'acqua (o quel che è).

Storia

Il Santo indica agli amici dove trovare le Troiane.

La storia di Padova ha radici antichissime, e anche un po' fradice. La leggenda vuole che dopo la distruzione di Troia ad opera dei greci le abitanti di Troia, guidate dal loro baldo protettore Antenore, si stabilirono lungo il Bacchiglione allo scopo di stabilire un insediamento al sicuro dalle avide mani delle tribù circostanti. Il piano riuscì perfettamente ma, forse per le immense ricchezze così accumulate da Antenore, Padova fu oggetto svariate volte di incursioni da parte di altri popoli, tra cui ricordiamo i Romani, gli Unni, i Veronesi e i Mongoli.

A causa delle sue nobili origini, Padova ha da sempre suscitato le mire evangelizzatrici della Chiesa, che in mille diversi modi ha tentato di prendere possesso della città, riuscendo addirittura a infiltrare nelle case del centro una borghesia devota e ostile all'istituzione universitaria e alle selvagge pratiche in vigore nella città. Ma a dispetto della pervicacia moralizzatrice, con eroica tenacia Padova è riuscita a mantenersi nei secoli fedele al suo ruolo di puttanaio del Veneto, luogo di perdizione alcolica nonchè polo culturale della bestemmia.

Monumenti e luoghi d'interesse

Piazza delle Erbe

Un tranquillo e sobrio mercoledì sera in Piazza delle Erbe.

Non è difficile immaginare perché Piazza delle Erbe si chiama così. Indizio: le pattuglie cinofile non sono lì per portare a spasso i cani.

Il luogo di ritrovo degli sbandati padovani per eccellenza. Ivi inoltre è consuetudine consumare il primo spritz della serata. Un po' simile a Gerusalemme durante le crociate Piazza delle Erbe è il solo posto in Veneto dove razza, numero di gambe e colore della pelle conta poco o almeno meno che di solito. Costituisce inoltre l'unica oasi ecologica cittadina protetta, oltre ai centri sociali, per la vita del punkabbestia, esemplare molto comune in città comuniste e decadenti come Bologna ma ancora piuttosto raro a Padova al di fuori delle riserve dove vive.

Solitamente, i frequentatori della piazza si muovono in branco per andare al PAM, il supermercato poco lontano, per fare rifornimento di vini di prestigio, vodka alla pesca e panini alla mortadella. Non è insolito vedere gruppi di metallari, trascinati dall'ebbrezza o dallo shopping o più probabilmente da entrambe le cose, andare in giro masticando rosei marshmallows o con un comodo prosciutto sottobraccio.

Inoltre, il costante affollamento per via del mercato mattutino e delle serate etiliche ne determina i caratteristici ornamenti del selciato, che a seconda dell'ora possono variare da cadaveri di arance a bottiglie vuote a prodotti di digestioni inverse.

Il Duomo

È il ritrovo truzzo per eccellenza a Padova. Da "duomo" deriva il verbo duomare, utilizzato per indicare il passare tutti i sabati pomeriggio seduti su un muretto, insultando chi non è parte dell'esclusivo ambiente dei figli di papà per poi dileguarsi al minimo accenno di rappresaglia.

Tali personaggi, abbigliati e riforniti dai munifici genitori in un modo che farebbe la fortuna di ogni rapinatore che si rispetti, sono soliti ostentare in questo modo la loro superiorità sugli altri, e nei momenti in cui non si trovino sul muretto ghiaccia-culi del Duomo a cazzeggiare (va ricordato che nessuno di loro produce alcunché per la società nella sua vita) si spostano in massa verso i locali più in della dolce vita patavina a bordo delle umili Audi TT e Porsche Cayenne del paparino. Se non ancora 18enni si accontentano di uno scarabeo o di un husqvarna sempre regalatogli da paparino.

Cultura

Istruzione

Università

Il prestigioso telescopio Galilei gentilmente donato dal celebre genio all'università di Padova. In basso a destra, un astrofisico si accinge a spiare le ragazze che fanno il bagno. A Lecce.

In qualsiasi parte di Padova e a qualsiasi ora del giorno e della notte i gruppi di universitari fanno sempre parte dello scenario urbano locale. Grazie a una sapiente delocalizzazione che ha portato a creare isituti, laboratori e aule un po' dappertutto (sottoterra, su dirigibili Zeppelin, nel Piovego) a Padova gli studenti sono considerati alla stregua di arredo urbano caratteristico seppure un po' molesto e spesso sbronzo.

L'Università patavina, vanto e maledizione della città allo stesso tempo, è la seconda d'Italia per prestigio dietro l'irraggiungibile ateneo di Campobasso, e tra le sue strutture compaiono costruzioni modernissime, palazzi medievali, caverne, e molto spesso baracche e chioschetti, e vanta tra i suoi ex docenti personaggi della statura di Galileo Galilei e Mauro Marin.

Enogastronomia

Enologia

Uno studente padovano in un momento di rilassatezza.

Cocktail o elisir? Difficile a dirsi. Quel che è certo e che a Padova lo spritz è d'uso comune a qualsiasi ora, da qualsiasi persona, a prescindere da ceto sociale, etnia e fede religiosa. Infatti a Padova lo spritz trova utilizzo non solo come bevanda, ma anche come propellente per motorini e automobili, e naturalmente principale, e in taluni casi unica, attività studentesca in città.

Non è infatti facile per lo straniero comprendere il valore dello spritz in città, dal momento che questo funge infatti anche da moneta corrente nella città patavina, da mezzo privilegiato per il compimento del desiderio sessuale di ognuno e parametro con cui valutare negativamente ogni altra città.

L'aperitivo tipico ha una funzione da aggregante sociale che non trova riscontro in nessun'altra attività cittadina: ogni categoria, emo, ultrà, boari e perfino ingegneri trova una momentanea pace interspecie durante il famoso Mercoledì Universitario. Unica categoria che non prende parte al rito cittadino sembra quella dei papaboys, che generalmente preferiscono trascorrere il mercoledì sera a evangelizzare la folla festante, finendo solitamente per otturare con le loro teste i cessi di Piazza delle Erbe.

Non è dato sapere dell'esitenza di altre sostanze alcoliche nei confini cittadini.

Infrastrutture e trasporti

Strade

Le strade di Padova non servono affatto ad andare da un luogo all'altro, in quanto i fumi dell'alcol rendono l'operazione comunque impossibile, ma al solo scopo di accopparsi a vicenda o suicidarsi in pubblico. Ad esempio, per i pedoni i semafori non servono, per i ciclisti i sensi unici non esistono, e per gli automobilisti i sensi unici vanno imboccati al contrario in retromarcia.

Gli automobilisti padovani, che in città guidano come dei boari, sorpassando a destra e a sinistra, strombazzando ai pedoni che attraversano col rosso e parcheggiando in doppia e tripla fila, sono in realtà molto gentili ed educati: infatti sono gli unici automobilisti che, quando vanno ad Asiago, segnalano la svolta ad ogni tornante mediante l'uso dell'indicatore lampeggiante di direzione. Invece, le frecce alla rotonda in città le mettono solo gli ni, perché sono extracomunitari e terroni di merda.

Ferrovie

Trenitalia si diverte a creare nuove lettere dell'alfabeto

Secondo molti esperti la vera stazione dei treni padovana non esiste e quella attuale altro non è che la stazione di Bucarest (o di Nairobi), portata in città nottetempo nella prima metà dell'ottocento. Questa convinzione radicata nasce dalla considerazione che la zona della stazione non è in effetti un luogo molto bello da vedere, anche se a dir il vero assai variopinto: si va dal vicino corso del Popolo divenuto ormai simile a una via di Pechino, alle zone retrostanti i binari sempre pullulanti di gentiluomini e signore altolocate, e in cui non è raro assistere a suggestivi giochi e manifestazioni di sommo senso civico per strada, per finire al vicino tempio McDonald's, dove ogni sera viene immolato un boy scout vergine, immerso nell'olio idrogenato vecchio di un mese. Il tutto senza un motivo. Recentemente è stata abbellitta da due bombe a mano giganti realizzate dallo scultore Massimo Bitonci come monito per i kebabbari della zona.

Mobilità urbana

Da pochi anni i padovani possono scegliere di viaggiare sul FortunaDrago, che ha la capacità di fare il giro della morte in curva[1]. Il mezzo è alimentato a spritz e offre la compagnia di interessanti conversatrici di giorno, e di intellettuali alla sera.

Personalità legate a Padova

Il Santo senza nome.
  • Galileo Galilei, ex insegnante di Fisica all'Ateneo. La cattedra da cui insegnava, ancora oggi visibile al Boh, palazzo sede dell'istituzione universitaria, riporta numerose incisioni di stampo sacro, sembra opera dello stesso Galileo quando durante il processo che subì si raccomandò più volte a San Germano da Verona.
  • Enrico Berlinguer, che qui perse la vita in seguito all'incontro con la nota intellettuale e futuro sindaco Giustina Destro.
  • Alessandro Del Piero, che nel Padova esordì da professionista. L'anno successivo alla sua cessione alla Rubentus, il Padova soffrì grandemente la sua partenza, ottenendo la promozione in Serie A.
  • Niccolò Ghedini, avvocato prediletto di Silvio Berlusconi, è padovano, anche se da integerrimo uomo di legge qual è dichiara di risiedere a Montecarlo, dove possiede un lampione.
  • Giancarlo Galan, Ministro dei Beni Culturali (eh già), è di Padova, ma Padova sostiene di essere pronta a pagare pur di liberarsene.
  • Andrea Palladio, che stanco di venir considerato un misero scalpellino sottopagato dai concittadini padovani decise di trasferirsi a Vicenza, dove riuscì ad affermarsi come architetto di fama mondiale: nient'altro che un banale errore di valutazione.

Note

Altri progetti