Gualtiero Marchesi

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Gualtiero Marchesi mentre prepara lo spumone di Vinavil

Per molti Gualtiero Marchesi era un cuoco, o almeno questa è l'opinione generale. Lui ha sempre rifiutato questa definizione semplicistica, preferendo definirsi un artista a tutto tondo, un incrocio tra Michelangelo e Napo Orso Capo.
Da quando imparò ad aprire la scatoletta del tonno insuperabile, grazie ad un incantesimo del Mago Otelma, la sua ascesa nell'olimpo della cucina internazionale non ha avuto ostacoli. Pranzare al suo ristorante costava come ristrutturare un casale in Toscana, ma i suoi numerosi estimatori dicono che ne vale la pena. Se escludiamo tutti i politici, ai quali il conto lo paghiamo noi, verrebbe da dire a ciascuno dei restanti quattro:
"Te sei parecchio deficiente... E aiutame a dì parecchio!".
Nel 2008, ebbe un aspro scontro con la casa editrice francese che stampa la Guida Michelin, contestandone la competenza.

« Se i francesi della Michelin capiscono di cucina, io sono una betoniera! »
(Gualtiero Marchesi, a proposito della Guida Michelin)
« Se Gualtiero Marchesi capisce di cucina, io scendo dalla betoniera! »
(L'Omino Michelin, che si è sentito (errando) coinvolto.)
« Se L'Omino Michelin capisce di betoniere, ma allora chi cucina? »
(I francesi della Guida Michelin, che non capiscono una sega.)

Gli inizi

Il piccolo Gualtiero, privo di pannolino, insaporisce la polenta prima di essere servita nel ristorante del padre.

Nasce a Milano il 19 marzo 1930 da una famiglia di ristoratori pavesi, più precisamente di San Zenone Po. Il padre aveva lasciato il biscotto nel forno della madre per troppo tempo, questa piccola disattenzione regalò al mondo il piccolo Gualtiero. Durante il battesimo, Don Palmiro (parroco della Chiesa di S.M.Abbuffata a Milano) servì l'ostia con una glassa ai mirtilli, accompagnata da uno Château Lafite Rothschild del 1926.
Grazie ai genitori scopre subito l'amore per la cucina e loro, grazie ai Carabinieri, scoprono presto l'effetto di una denuncia per tentato avvelenamento. Scampato il processo, dopo aver risarcito il malcapitato cliente, il padre decide che è meglio allontanare dai fornelli Gualtiero, almeno finché non abbia acquisito le necessarie basi.
Dal 1948 al 1950 frequenta la scuola alberghiera di Lucerna in Svizzera. Entra in contatto con cuochi svizzeri, tedeschi e francesi, ampliando in modo considerevole la possibilità di cucinare boiate poco commestibili.
La ricerca dell'amalgama perfetto di gusti e sapori di vari paesi lo spinge a sperimentare oltre i confini del buonsenso, al punto che il suo: "Escargot ripiene ai Würstel di donnola con scaglie di cioccolato fondente" lo porta ad avere dieci colpi di mattarello sulle mani (di cui due lato nocche), inferti dal severo insegnante Auguste Besciamell.

L'ascesa

Olaf Fröding, insegnante di "Frittate di Bargiglio" di Gualtiero Marchesi.

Prosegue il suo perfezionamento a Parigi, presso la "Ecole d'Oignons sur le Ventre", conseguendo il diploma di "Alteratore di Flora Intestinale Senior". Grazie ad un falsario, consigliatogli da un lavapiatti di Cosenza, lo trasforma in quello da "Grand-Maître Cuisinier de Paris", con finta firma autografa di Paul Bocuse.
Nel 1977 fondò il suo primo ristorante nel capoluogo lombardo, evitando astutamente di citare il suo nome. La notizia tuttavia trapelò. La paura di incappare nel posto da lui gestito, seconda solo a quella generata dalla mucca pazza, fece incrementare la vendita delle pizze da asporto del 32%. La sua strategia commerciale risultò però vincente: "far mangiare poco chiedendo una cifra spropositata". Questi due fattori rappresentano il canto delle sirene per le seguenti categorie:

La consacrazione

La preparazione del pluripremiato piatto "Brain & Marshmallow" (conosciuto in Italia come Dolci pensieri).

Nel 1986 ricevette, primo ristorante in Italia, il riconoscimento delle tre stelle della Guida Michelin. Qualche anno dopo, ne perse una a briscola con Topolino e la sostituì con una da sceriffo acquistata a Disneyland Paris.
Nel giugno 2006, fonda la "Italian Culinary Academy of Mal de Panz" a New York, vincendo nello stesso anno il premio "Horrible Food" per il dolce "Brain & Marshmallow". La leccornia è stata inserita al settimo posto delle forme di tortura bandite da Amnesty International, esattamente tra "la privazione del sonno" e gli "elettrodi attaccati ai testicoli".
In occasione dei suoi ottant'anni, il 19 marzo 2010 nasce la "Fondazione Gualtiero Marchesi", che ha come missione la diffusione del bello e del buono in tutte le arti, dalla musica alla pittura, dalla scultura alla cucina.
I nuclei dell'anti-terrorismo internazionale hanno creato una speciale task force per far fronte a questa minaccia.

« Non ci siamo fatti intimorire da Muammar, Re e Dittatori... I marchesi ci fanno una sega!! »
(James "Steel" Fritzmajer, comandante in capo della Task Force M1NK1A)

La morte

Gualtiero Marchesi muore il 26 dicembre 2017, colpito da un panettone avanzato dal giorno prima e gettato da una finestra dai vicini incivili. Le sue ultime parole sono state:

« Io al posto di canditi e uvetta ci metto: il ribes nero caramellato e i datteri nani di Betlemme denocciolati. »
(Gualtiero Marchesi in punto di morte alle sue figlie.)

Primi piatti famosi

Alcuni primi piatti che hanno fatto scalpore, se non altro per il prezzo.

Alcuni suoi piatti sono finiti all'attenzione dei media, per motivi che probabilmente chiarirà la magistratura. Vediamone alcuni:

  1. "Risotto allo zafferano e foglia d'oro". Un normale risotto allo zafferano (che puoi mangiare altrove per 3 euro), impreziosito da una foglia d'oro, ricavata dalle protesi dentarie degli ebrei del tesoro trafugato dai nazisti. Questo particolare storico, fa lievitare il costo del piatto a 285€ (non puoi portarti via la foglia, non è fine!).
  2. "Risotto allo zafferano e schizzo di sugo". Il solito risotto allo zafferano (che mangi meglio alla Caritas Ambrosiana), impreziosito da uno schizzetto di sugo finto (il basilico si paga a parte 12€ a foglia), costo del piatto 65€ (non è permessa la "scarpetta" col pane, non è fine!).
  3. "Raviolo di pesce alla smandrappata". Un raviolo, sapientemente aperto ed esposto in posa oscena. All'interno, spinaci e filetti di merluzzo di Capitan Findus, ma il piatto è impreziosito da una foglia di prezzemolo che traspare da una sottilissima sfoglia di pasta. Costo del piatto 95€ (se scansi la foglia, paghi una penale di 30€ per "lesa maestà" e poi, non è fine!).

Inoltre, va segnalato il sontuoso "Uovo all'uovo". Non chiedetemi di descrivere questo prodigio, costa millemila €. Avevo finito lo stipendio e pure l'Alka-Seltzer, inoltre Nonciclopedia non mi ha ancora riborsato le spese sostenute per gli articoli sulla pajata, la coratella e la coda alla vaccinara. Sarà per la prossima volta.

Menu di pesce Marchesi

Menu di pesce "Marchesi", servito al matrimonio di mio cugino con la settima moglie.

Questo celeberrimo menu era stato proposto da Gualtiero il 7 dicembre 2011, l'occasione era la celebrazione di Sant'Ambrogio al Teatro alla Scala, dove la sera andava in scena il Don Giovanni di Mozart e in pomeridiana il Don Lurio di Dan Peterson.
Mio cugino, che quando si tratta di sposarsi non bada a spese, ha incaricato un suo amico cuoco (che cucina presso il 1° Reggimento Trasmissioni della Caserma "Santa Barbara" di Milano), di copiare il menu di Marchesi.
Ovviamente, per motivi di copyright, furono cambiati i nomi delle pietanze.

  1. Antipasto "C'ho più fame de prima". Che comprendeva:
    1. due gamberetti abbracciati da finto polipo realizzato con crauti sintetici;
    2. un grumo di polpa di granchio adagiato su pizzetta Catarì;
    3. sei spaghetti abilmente "intorcinati" conditi da un trito di prezzemolo e mezzo pinolo;
    4. quattro fettine di carpaccio di lattarino, rintracciabili col microscopio elettronico a scansione (fornito a corredo);
    5. otto grammi di polpa di cefalo condito alle cime di rapa;
  2. Zuppa "è cotta porta l'altra". La disposizione del pesce è studiata in modo tale che, per gustarla al meglio, i piccoli pezzi vanno prelevati secondo la "successione di Fibonacci" e applicando in seguito l'algoritmo recursivo XOR. Il mancato rispetto di questa semplice regola matematica, fa svegliare il verme solitario e allora diventa difficile sfamarsi;
  3. Seppia "Zio Paperone". La particolare doratura è realizzata con un bombardamento di isotopi Iodio-131, che conferiscono anche croccantezza e il tipico sapore di ospedale. Il nero è ovviamente inchiostro, però tassativamente Pelikan;

Al termine del pranzo di nozze, gli invitati presero d'assalto le cucine armati di coltelli e forchette. Dopo aver torturato il cuoco per due ore, si fecero consegnare le chiavi della dispensa e si cucinarono 30 kg di salcicce e una mezza quintalata di fagioli. Mio cugino scampò all'ira dei commensali con un abile stratagemma, si rotolò nudo nella farina e si finse un putto della fontana del ristorante per due giorni.

Ricetta per tutti

Pistacchi a braccio: La preparazione della delicata pietanza

Siiii!!! Anche tu puoi sentirti un grande shefs metr cuocone come Marchesi. Con questo piatto, Gualtiero è stato votato "Essere Raccapricciante 2008" da una selezionatissima giuria di Serial Killer.
Ingredienti:

  • 2 kg di pistacchi parzialmente digeriti,
  • 1 braccio (fino al gomito) possibilmente disossato,
  • 4-5 carote,
  • 1 gallone di Olio extra vergine di oliva,
  • 1 lamina d'oro di circa 10 g. (in alternativa le fedi nunziali dei tuoi nonni),

Preparazione:

  1. Ingurgitate voracemente i pistacchi e aspettate 3 ore,
  2. al sopraggiungere delle doglie vomitate tutto nel pentolone,
  3. tagliate finemente le carote e il braccio a pezzi grossolani,
  4. rosolate con olio di oliva, fino ad ottenere una puzza nauseabonda che allarma il vicinato,
  5. unite il tutto, frullate e scaldate 10 minuti prima di servire,
  6. a guarnizione unite la lamina d'oro (se usate le fedi, potete sempre lasciare due dita intere a cui metterle, da adagiare poi nel piatto).

Servite e fuggite a gambe levate.

Riconoscimenti

Voci correlate


Il mondo della cucina
L'Olient Expless

Tofu - Sushi - Soia - Gatto flitto