Panettone

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Tutti pensavano, dietro i cappelli:
lo sposo è cornuto, è stato tradito!
« Chi volta el cùu a Milan, il volta al panetùn! »
(Vecchio detto milanese)

Il panettone (Buttathi chemorbidus, Sant'Ambrogio 1500, o giù di lì) è un organismo biotecnologico pluricellulare sintetizzato all'inizio del XVI° secolo nei laboratori segreti del PoliMi.
Inizialmente dubbiosi sull'utilità della loro creazione, gli scienziati s'avvedettero presto del grande potenziale celato nella morbida mollica della loro (all'inizio lo identificavano con questo epiteto) "scatarrata", localizzata nella sua duplice attitudine: animale da compagnia e fonte alimentare.

Biologia

Il panettone nasce in forma polverulenta, cresce in stato di gel e raggiunge la maturità sessuale come spugna piena di brufoli dolci di cioccolato e canditi. Il suo punto triplo, entro il quale il panettone coesiste in forma solida, aeriforme e plasma, coincide con la temperatura di 374°F e alla pressione di 190 mmHg. È l'unico intervallo in cui il panettone risulta edibile.
Può capitare che il possessore si affezioni del suo panettone nel periodo post-natalizio e decida di non consumarlo, decidendo di adottarlo. Ed ecco che il mangereccio panettone si trasforma in un docile e silenzioso pet, indifferente alle coccole dei padroni, ma anche molto pulito e dotato di una spiccata predisposizione all'accoglienza di funghi del genere Penicillum, in quanto substrato ideale. È il cosiddetto Panettone di San Biagio, indistruttibile, consumato il 3 febbraio a Milano previo ammorbidimento con acquaragia e usato nel '43 dai difensori sovietici come ostacoli anti-carro.

El panetùn nella leggenda

La creazione in vitro del panettone non è universalmente accettata dalla comunità scientifica mondiale, persino Roberto Giacobbo la ritiene una panzana. Per questo, nel corso degli anni, sono state formulate numerose e fantasiose ipotesi sulle sue origini:

  • Comunismo coatto: si narra che in periodo di avvento, tanto tempo fa, abbienti e poveracci condividessero lo stesso pane, ben "arricchito" per l'occasione. Il riccastro però non si faceva certo buggerare, anzi: giocando sui molteplici significati del verbo dare e con una baguette di tre settimane la notte di Natale la passava in allegria.
L'eterna lotta fra panettone e pandoro è giunta al cinema!
  • Pan de Toni: una delle più accreditate: Toni era lo schiavo e banca organi del cuoco di Ludovico il Moro. Un giorno egli divenne involontariamente il suo angelo salva-chiappe, quando sopperì alla perdita del dolce per la mensa di Natale del Moro, maldestramente dimenticato in forno dallo stesso cuoco:
- Maldestro cuoco: “Uhé, Toni! Quell'intruglio che t'eri preparato per la tua miserabile famiglia ha avuto un gran successo tra i marchesi in sala! Un po' duretto e sbiadito, ma da leccarsi i baffi!”
- Toni: “Di che dolce vai cianciando, che non ho avuto tempo di preparare nulla? Piuttosto, hai mica visto dove ho appoggiato la mia pietra pomice?”
  • Mangia e taci: è la storia di Messer Ulivo delle Bicocche che, per stupire la sua bella, tentò un dì di inventare un manicaretto impastando tutto quello che trovò in cucina. Riuscì egregiamente nell'intento: lei non restò solo stupefatta, ma addirittura putrefatta. Da quel giorno don Ulivo barrò "veleno per topi" dalla lista degli ingredienti.

Un'altra teoria vedrebbe il panettone come prodotto della distillazione del petrolio, a un livello intermedio tra il bitume e il combustibile per torpediniere. La Shell nega energicamente il coinvolgimento in questa teoria.

Curiosità

  • Pur essendo decisamente più antico, il panettone ha ricevuto il riconoscimento agroalimentare P.A.T. molto più tardi della sua nemesi nababba, il pandoro. Cazzo, e ancora ci scandalizziamo per qualche favoritismo elettorale alle primarie?!


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