Marco Borriello

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L'unico motivo per portare in squadra Borrielo era la possibilità dei calciatori di farsi Belen nel ritiro.
« L'erba di San Siro sotto i tacchetti, il boato dei tifosi quando scendi in campo, il gol, la maglia sudata.  »
(Marco Borriello sul desiderio di giocare almeno una partita con la maglia dell'A.C. Milan)
« Scusi cerco un Suv Q7 col tetto apribile... »
(Marco Borriello chiede se c'è in concessonaria un'auto adatta alle sue caratteristiche)

Marco borriello è un calciatore, attualmente gioca presso l'A.S. Roma, dove vive di deliri sperando di vincere qualche trofeo che non sia la Coppa del nonno.

Carriera e cenni tecnici

Borriello, storpio dalla nascita, per i suoi movimenti ingombranti e sgraziati viene considerato un mancino naturale, mentre codesta cosa è solo un'idea che un tifoso si fa vedendolo giocare per la prima volta.

Marco Borriello durante un gesto tecnicamente scarso per controllare la palla con la maglia del Genoa

Infatti il povero Marco, costretto a camminare a V, tocca la palla in un modo particolare considerato dai giornalisti movimenti aggraziati e naturali[citazione necessaria]. Più veloce di un ramarro, ma più lento di un cane, Borriello in campo non ama driblare gli avversari preferendo la sua speciale tecnica: grazie ai suoi movimenti statici e per niente dinamici, comincerà a falciare con la sua grossa statura gli avversari di frontale, come se fosse uno schiaccia sassi, mietendo spesso come ultima vittima anche il portiere, che gli aprirà la strada al gol.

Cresciuto a Napoli, cominciò a giocare in parrocchia presso una squadra gestita da Giorgio Chinaglia e la Camorra. Marco per le sue deludenti prestazioni in campo costringerà il padre a fuggire per la vergogna, facendo scorrere in città la voce di essere morto per mezzo della malavita. Tutt'ora vive alle Bahamas.

File:Squadra milan.jpg
I compagni di squadra Kakà e Christian Brocchi danno l'addio con la maglia dell'A.C. Milan a Borriello

Marco calcisticamente cresce nel Milan, dove viene scoperto da Silvio Berlusconi durante una delle tante gite scolaresche che lo vengono a trovare al Consiglio. Nel 1999, il presidente Silvio decide di tagliargli lo stipendio mandandolo a studiare in un riformatorio di Treviso, in modo da colmare l'ignoranza del prodigioso calciatore, che secondo il presidente non poteva convivere in squadra con intellettuali del calibro di Paolo Maldini e Massimo Ambrosini.

Borriello esulta dopo un autogol con la maglia dell'Empoli

Nel 2002 con un colpo di stato a Treviso da parte della Lega Nord comandata da Umberto Bossi, Marco viene catturato per poi essere riportato a Milano dagli stessi leghisti. Silvio Berlusconi lo tessera subito per la sua squadra, dove non trovando spazio, viene incaricato da Carlo Ancelotti di fare la guardia ai suoi maiali giù nello spogliatoio.
Per caso, mentre sta osservando una delle tante partite in tribuna, viene colpito da un pallone che casualmente finisce in rete e gli fanno siglare una tristissima prima rete tra i professionisti. Esordisce in Champions League sostituendo Shevchenko, che durante la partita era stato colpito casualmente da un meteorite in campo che gli aveva causato ustioni e fratture lungo tutto il suo corpo. Ritenuto responsabile dell'infortunio al compagno di squadra, Marco viene punito da Adriano Galliani a stare fino a giugno all'Empoli, che in quel periodo era allenata da un lunatico e psicopatico di nome Leonardo Da Vinci, che si divertiva a vivisezionare i giocatori della propria squadra nel mentre delle sue crisi psichiche.

Tornato al A.C. Milan pochi mesi dopo senza alcuni pezzi del corpo, Adriano Galliani e Silvio Berlusconi sono indecisi se pensionarlo poiché è inutilizzabile in campo. Il lampo di genio viene però a Carlo Ancelotti, che decide di fare seguire a Marco un master a Reggio Calabria sul peperoncino di Soverato, che l'allenatore aveva intenzione di introdurre nell'alimentazione dei suoi maiali. Qui, tra lo stupore dei docenti della facoltà della Moiola Osella, Marco esce dal corso con il massimo dei voti e con un diploma che tutt'ora risiede nel gabinetto di Silvio Berlusconi. Silvio ed Adriano Galliani vedendo l'interessamento da parte di Marco nella buona forchetta, decidono di inviarlo a studiare i piatti di pesce a Genova, presso la U.C. Sampdoria. Qui diventa amico di Antonio Cassano, con cui impara a degustare i piatti a base di pesce. Rimane a Genova fino a gennaio, poiché Ancelotti per l'alimentazione dei maiali opta per una dieta vegetariana a base di radicchio. Marco quindi ritorna a Treviso, patria di codesta verdura, ad apprendere più ricette possibili a base di radicchio. Per il grande impegno, Berlusconi lo riprende a Milano, e gli fa firmare un contratto non fasullo per l'A.C. Milan, conquistando anche la fiducia del cuoco della squadra.

In questa foto sono rappresentati gli anabulizzanti di Borriello scovati dall'antidoping

Durante la partità Milan - Roma, Marco viene pizzicato a farsi una canna a base di erba cipollina olandese, insieme a Clerence Seedorf. Nonostante la sua allora fidanzata, Belen Rodriguez, dica che Borriello era stato trovato positivo per colpa della sua crema vaginale, viene punito solo Marco, poiché Seedorf fu più furbo e lasciò cadere la carta nel cesso di San Siro. L'arbitro Pierluigi Collina, diventato poco tempo prima Giudice Intergalattico succedendo a Santi Licheri, condanna Marco a seguire ogni domenica, per l'eternità, la Messa del Papa al Vaticano postandosi in prima fila e applaudendo a qualunque minchiata che il vecchio dica. In più Silvio Berlusconi, vittima di uno dei suoi tanti deliri, decise di licenziare in tronco il povero Marco, che solo pochi mesi prima era stato assunto con tanto entusiasmo.

Al Genoa

Nell'estate 2007 decise di andare in vacanza sulle spiagge genovesi, per sdrammatizzare il suo ennesimo taglio dalla squadra A.C. Milan. Qui, mentre partecipa a un torneo di calcetto nel suo villaggio turistico nel quale si dimostrerà essere capocannoniere con 3 gol, viene notato dalla società Genoa, a cui serviva un attacante di peso per il suo ritorno in Serie A. Conquista la tifoseria durante la partita di campionato contro l'Udinese, che in quel periodo era telecomandata dall'Argentina dal neo allenatore e calciatore Nestor Sensini.

Ritorno al A.C. Milan

Borriello pestato a sangue da Carlo Ancelotti dopo aver sbagliato un rigore

Vedendo gli ottimi risultati da parte di Borriello a Genova, Silvio Berlusconi decide di riprenderselo all'A.C. Milan, vedendo oramai un giocatore maturo per la maglia rossonera. A Milano però già tutto ricomincia storto, tanto che in estate Marco si spappola il menisco durante un contrasto in una delle partitelle organizzate da Carlo Ancelotti. Ritorna in campo in tempo per giocare contro la sua ex squadra, il Genoa, che costerà all'A.C. Milan l'amara sconfitta 2-0. Ritorna al gol durante una competizone di Coppa Uefa contro la selezioni di pastori di Zurigo. La rottura del femore per una caduta dalle scale, lo costringerà a fermarsi per tutto il 2009 e oltre.

A Roma

Visto che Totti si era rotto il quinto menisco del cervello (per la terza volta) i romanisti decisero di comprare il primo barbone che passava davanti a Trigoria ed il primo che passò di lì fu proprio il grande cuoco per maiali. Accortisi che aveva delle banane al posto dei piedi, fu messo a cucinare per Adriano; e questo spiega anche il grande "dimagrimento" di quest'ultimo. Ritenuto un giocatore veramente scarso, Marco fu girato alla Juve giusto in tempo per la Befana.

La breve esperienza juventina

A gennaio si trasferisce alla Juventus per uno sbaglio di Agnelli che voleva De Rossi ma dato che era ubriaco cercando di dire voglio il mio De rossi Bello disse Borriello. Così iniziò l'avventura di Borriello. Cinque mesi dopo il trasferimento entrò in campo restandoci per i tre secondi necessari per vincere uno scudetto.

Nazionale

Borriello viene lasciato come sempre negli spogliatoi durante una partita della Nazionale

Ha iniziato a giocare in Nazionale con la maglia dell'Under 21 allenata da Claudio Gentile, e dove in quel periodo giocavano giovani talenti come Sebastian Giovinco e Giuseppe Rossi. A febbraio del 2008, esordisce nella Nazionale allenata da Roberto Donadoni, che contro il Portogallo lo fece subentrare ad un ubriaco Luca Toni per colpa delle troppe birre bevute in Germania. Giocherà anche contro la Spagna di Fernando Torres, con il quale cercherà il duello per il titolo di migliore attaccante della partita, perdendo vergognosamente. Nel maggio del 2008 viene inserito nella lista dei convocati per gli Europei del 2008 da Roberto Donadoni, che non gli concederà neanche un minuto di gioco.

Trofei