Viola d'amore

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Una viola d'amore perfettamente accordata.

La viola d'amore è uno strumento musicale della famiglia dei cordofoni, affine alla viola ma dotata di un sofisticato sistema di risonatori armonici differenziali ed è un tipico strumento sperimentale del periodo Barocco, insieme al violino a piede e al serpentone.

Controverse le spiegazioni sull'origine di questo nome. Le più probabili, dopo che l'ipotesi di una corruzione dell'espressione "viola dammorì!", legata alle imprecazioni delle cavie degli ascoltatori del prototipo, si è dimostrata (malgrado tutto) priva d'ogni fondamento, sono le due tradizionali che si rifanno alla dolcezza del suono, oppure alle pratiche erotiche legate allo strumento. L'ipotesi più probabile appare tuttavia legata alla risonanza magnetica delle corde, che finiscono per suonare tutte insieme, contemporaneamente, finendo per aggrovigliarsi a gomitolo. Come disse il malinconico violinista francese Jean-Marie Leclair: "Ma violà est foutou!" (lett. "La mia viola sta amoreggiando").

Strumenti simili alla viola d'amore sono: la viola d'amore a chiavi (ibridata con il carillon), la viola d'amore a tasti (da interfacciare con le corde del pianoforte), la viola d'amore a frustini ("in caso di emergenza rompere il vetro": questa scritta è tutto quanto enigmaticamente ci rimane).

Funzionamento

La viola d'amore è munita di sette corde frottate, di cinque/sette corde vibratili in metallo chiamate corde simpatiche o simpatetiche che penetrano dentro le corde principali, e infine di un insieme casuale di corde definitele corde frullanti, trasversali al sistema di corde precedenti. Infine, un sistema (ortogonale, completo) di chiavi permette di tenere insieme lo strumento, evitandone l'autodistruzione.

Questo strumento è infatti caratterizzato dalla presenza di tsubo, che, premuti casualmente dai suonatori più sprovveduti, ne provoca l'esplosione dopo tre secondi. (A causa di questa difficoltà d'esecuzione, lo strumento è diventato molto raro). Nei casi peggiori, lo strumento può anche prendere fuoco.

Costei è viola, ma è non "d'amore".

Non dimentichiamo i pirolini, che vanno stretti e allentati in continuazione.

Storia

Fin dal suo primo apparire intorno alla metà del secolo decimosettimo fino alla metà del secolo decimonono, la viola d’amore è stata oggetto di massicce e insaziabili trasformazioni e diverse tipologie dello strumento sono coesistite, portando alla proliferazione dei sottotipi succitati.

Lo strumento travalicò l'ambito ristretto delle sale da concerto e divenne il prediletto di balenieri, cattedratici, seminaristi e sagrestani, legionari stranieri, palombari, pescatori di perle, spoglierelliste, aeropittori. La sua diffusione provocò (secondo le cronache dell'epoca) un aumento della mortalità giovanile e della cecità.

Una volta risolto il problema della mutevole accordatura grazie alle trasformate di Fourier, si è passati al problema della scordatura, complessa modalità notazionale ed esecutiva peculiare dello strumento.

In questo modo, lo strumento è arrivato indenne alle crociate moraliste fino al secolo ventesimoprimo, che finirà per concludersi con l'integrazione della viola d'amore in Skynet.

Celebri d'esecutori (la viola d'amore nella storia)

  • Bach: ha scritto per qualsiasi strampalato strumento barocco: credevate che si sarebbe lasciato sfuggire anche questa prelibatezza? Ovvio che no! Di lui ci sono non dei concerti, ma, singolarmente, delle Cantate e delle Messe per viola d'amore, dimostrando così una conoscenza geniale e polivalente delle possibilità dialogiche dello strumento.
  • Attilio Ariosti: la usava nei suoi divertimenti, potete immaginarvi quali.
  • Heinrich Ignatz Franz von Biber detto il Biberon: Harmonia artificiosa-ariosa-arcibiliosa, brano precorritore del metal, ove produce delle armonie così lontane dalla tradizione occidentale da provocare l'arrivo degli UFO sulla Terra, in anticipo di secoli.
  • Giuseppe Antonio Vincenzo Giandomenico Giulio Aldrovandini: con un nome così lungo, ho esaurito lo spazio...

Costruttori di viole d'amore

Qui ci sono sia il viola, sia taaanto amore.

La viola d'amore nei media

  • Giacomo Meyerbeer immaginò, con il pretesto di dare all'opera un colore storico, di inserire un preludio e un accompagnamento per viola d'amore in un episodio del cartone animato I Flintstones, la cui azione però si svolge nel 1964 a.C., epoca nella quale questo strumento era sconosciuto; come del resto la televisione, il frullatore, l'aspirapolvere, i circoli del bowling...
  • In uno dei primissimi cartoon dell'Uomo Ragno (in quel periodo i nemici erano per lo più degli innocui sciroccati vestiti da mosconi e da pesci palla, o delle minacce cosmiche, insomma nulla di veramente serio), il suo avversario era un vecchio violinista impazzito che gli faceva esplodere le ragnatele con il violino. Grazie al suono del violino spalancava le casseforti; crepava i muri; metteva a nanna i poliziotti; ma viene sconfitto dall'Uomo Ragno grazie alle leggi dell'acustica. In un dialogo dichiara di stare usando una viola d'amore pepatomica costruita dallo Stradivari, ma i disegnatori si limitano a rappresentare un comunissimo violino a quattro corde - con il ponticello arrotondato!
La storia s'intitolava: "Il violinista impazzito" e il nome dell'avversario del Ragno era, saggiamente: "Il Violinista", vestito con una livrea viola con cassetti.
  • In un episodio inedito di "Ken il Guerriero", gli tsubo vengono raggiunti attraverso le vibrazioni prodotte dal poderoso strumento da parte di un vecchio, allampanato personaggio che si chiama coincidentemente "Il Violinista". È sempre lui!

Voci correlate