Sfortuna

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(Rimpallato da Jella)
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« La sfiga è 'na brutta cosa, ma me fa magna' »
(Wanna Marchi sulla sfiga)
« La sfiga non esist- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH! »
(Chiunque sulla sfiga, poco prima di finire in un tombino aperto)
« La foltuna è cieca ma la sfiga ha pule il ladal »
(Antico proverbio cinese)
« Se in un anno bisestile Leonardo DiCaprio ha vinto l'Oscar, la sfiga non esiste! »
(CICAP su teoria dell'inesistenza della sfiga)
« Fico, tu sei pagato per fare il presidente della Camera, come lo era la Boldrini. A volte mi viene il dubbio che non sia una carica fortunata: Bertinotti, Fini, Boldrini, Fico.. occhio che non porta fortunissima. »
(Matteo Salvini augura tanta sfiga sfortuna ad un avversario politico eccessivamente fico)

La sfiga è la giusta punizione divina per chi ci crede.

Origini del termine

Un tornado e un fulmine proprio nello stesso posto, questa è proprio sfiga!

Le teorie sulle origini di questa misteriosa quanto occulta parola si contano ormai sulle dita di un pollice. Infatti non ci sono teorie. E se ce ne fossero anche state, questa mia affermazione le ha annullate tutte quante tranne una. E quell'una è questa, che dice appunto che non ci sono teorie. Quindi ci limiteremo a dire che sfortuna è veramente un bel termine, simpatico e tutto,mentre la sua parte volgare,sfiga,deriverebbe da s figa quindi,non poter ehm...usare la figa per scopi molto sporchi.Se non è sfiga questa!
Abbiamo tuttavia due testimonianze sull'argomento. Una di queste ci perviene da Seneca, nelle Epistulae Morales Ad Lucilium. Poi sappiamo tutti com'è finito.

Questo individuo sembrerebbe essere stato colpito da un raro caso di "sfortuna". Ma forse no. Magari gli piace.
« Un marito si rivolge alla moglie mentre lei lo assiste al capezzale. L’uomo è malridotto, consapevole di avere ancora poco da vivere.

“Cara – le dice – tu mi sei sempre stata vicina, in ogni momento della mia vita. Eri con me quando mi ruppi una gamba in montagna, e mi aiutasti a raggiungere l’ospedale…” “E anche al mare, quando caddi dalla barca e venni ferito dall’elica del motore, tu fosti pronta a soccorrermi!” “Per non parlare di quella volta che caddi dalla scala in casa, preparando l’albero di Natale, o di quell’altra volta che mi schiantai contro un muro con la macchina… e ti ho sempre avuta accanto, pronta ad aiutarmi e consolarmi…” “E anche ora, che sto per andarmene, continui a stare con me, come sempre. Sai, cara… mi viene un dubbio…”
E la moglie: “Quale dubbio, tesoro? Dimmi…”

“Non sarà che porti sfortuna?” »
(Seneca, Epistulae Morales Ad Lucilium)

Fonti poco attendibili, che costituiscono l'altra testimonianza, sostengono che il termine deriva più probabilmente dall'ononimo paesino umbro[1] dove nel medioevo un frate cappuccino, San Gerolamo da Sfortua, venne ucciso nel selciato davanti al monastero da un vaso di fiori caduto dall'alto, anche se era ben lontano da ogni balcone del paese. Ancora oggi a Sfortua si celebra la ricorrenza a metà ottembre (il 13/13 di ogni anno) con una corsa per il borgo medievale, mentre le vecchie megere lanciano vasi di fiori zavorrati di piombo agli atleti.

Tempi moderni

La dea sbendata, la sfortuna onnivedente, si serve spesso di elementi naturali come piante carnivore, rocce frananti o, come in questo caso, coccodrilli.

La sfiga ha un ruolo molto importante nella società moderna. Anche se il XX secolo è stato il secolo della tecnologia, delle rivoluzioni scientifiche e della emancipazione sessuale, ancora molta gente continua a leggere oroscopi e a credere che le stelle governino la loro vita e cercano in tutti i modi di ingraziarsi la dea bendata, quando per migliorare il proprio stile di vita sarebbe molto più logico un servizietto al capoufficio.

Dal canto suo, il mondo accademico ha proposto una teoria scientifica della casualità e del random, che però non appare molto convincente in alcune delle sue affermazioni.

« È impossibile prevedere se, dove e quando si verificherà un evento random »
(Scienziato della Nasa sulla "Teoria della causalità generale")

L'affermazione palesemente è palesemente contraddetta dal fatto che l'erba del vicino è sempre più verde, ovviamente a causa della sfiga.

Molti avvenimenti quotidiani sono accusati di essere causati dalla sfortuna. Alcuni esempi:

  • Mentre vai in macchina di notte per la provinciale[2] ti attraversa la strada un gatto nero e per evitarlo vai contro un albero, distruggendo la macchina nuova;
  • Stai lavorando da ore a una relazione da consegnare tra 5 minuti al capoufficio pena il licenziamento, quando salta la corrente elettrica e perdi tutto;[3]
  • La tua prima volta per la troppa foga rompi il preservativo e crei una ragazza madre;
  • Il tuo cucciolo di pit-bull, comprato per fare compagnia all'ultimo arrivato della famiglia gli stacca la giugulare.
  • Esci da casa e un vaso di fiori ti cade in testa;
  • Stai in un parco con la famiglia e un vaso di fiori ti cade in testa;
  • Stai al centro del deserto del Sahara quando vedi un'oasi in lontananza, la raggiungi, ti chini per bere la prima goccia d'acqua in 2 giorni, quando un vaso di fiori ti cade in testa.
  • Se metti la mano in un pagliaio e ti pungi con l'ago.

Per evitare questi spiacevoli inconvenienti, un medico su dieci consiglia una vigorosa grattata e una bestemmia gratuita, almeno una volta al dì.

Significati

Questo ha tutta l'aria di essere un lampante esempio di sfortuna.

Nel corso della storia, il termine "sfortuna" è stato utilizzato per indicare così tanti tipi di situazioni, fatti, condizioni, pantaloni, bimbirillioni e fancarulli che si tende ora a marcarlo come il termine PoLiMoRfO, un termite che appunto è rimasto orfano più volte. Non chiedetemi perché.

Passiamo ora in rassegna i vari periodi che hanno segnato la storia di questo sfortunato vocabolo (ah ah ah! ah.)

  • 740 a.C.: non esisteva ancora.
  • 666 a.C.: nascita sulla carta del TPM (Trio che ti Porta Sfiga) con Jessica Fletcher, il piccolo Conan e Tonino Guerra.
  • 220 a.C.: non esisteva neanche adesso.
  • 100 a.C.: stava per esistere ma poi ha cambiato idea dopo aver saputo che il pro-prozio di John Titor l'aveva predetto.
  • 1-33 d.C..: anni di predicazione del sedicente mago Gesù Cristo, la cui religione porterà sfortuna a miliardi di persone nei secoli a venire.
  • 11 d.C.: per la prima volta il termine appare, ma solo perché uno starnutì pochi petasecondi prima di dire la parola "fortuna" (quindi non può essere considerato un effettivo primo utilizzo).
  • 1960 d.C: la gente ormai stanca di aspettare l'uscita del termine, dichiara guerra all'Everest.
  • 1990 t.v.b: l'Everest risponde franando. Lo si può considerare un prototipo basilare e imperfezionato di iella.
  • 2000 h.t.t.p.: viene scoperto il pandoro da passeggio. Ma di "sfortuna" ancora niente.
  • 2006 s.p.a.: anno pressoché tranquillo, ormai la popolazione mondiale capisce che aspettare il momento con ansia sarebbe totalmente privo di senso e decide di darsi al badminton subacqueo.
Portavoce ufficiale del concetto di "sfortuna".
  • 2024 d.C: viene finalmente dato il via ufficiale all'esistenza di questo termine. Per la precisione oggi. 28/03/2024. Sì perché fino adesso è stato stabilito che non ci fossero teorie adatte per l'origine, quindi l'origine è automaticamente adesso. Oggi, 28/03/2024, è stata riconosciuta per la prima volta ufficialmente l'esistenza del termine "sfortuna". Ora servirà anche fornire un significato, ovvero:
« Dicesi "sfortuna" l'atto di andare a dormire dimenticando di aver lasciato 5 Kg di gatto sul fornello, non curandosi del fatto che se il gatto mai dovesse decidere di alzarsi, il fornello rimarrebbe scoperto e sensibile a intemperie e pericoli di vario genere, quindi in sostanza devi ricordarti di fissare il gatto in qualche modo al ripiano che ospita il fornello. Tipo usando chiodi (anzi no, il Vaticano potrebbe citarti in causa per violazione del copyright), allora boh..vendono dell'ottimo scotch in ferramenta. Fa 45 gradi. Insomma vedi tu dài... »

Credere alla sfortuna?

La sfiga non sempre però essere un valore universale dell'umanità. Ad esempio, non tutti vanno fuori strada quando incrociano un gatto nero, ma preferiscono investirlo, anche a costo di trovarsi qualche ciuffo di peli imbrattato di sangue sul paraurti. Altri impiegati vanno in giro con dei gruppi elettrogeni, altri ragazzi ancora usano preservativi extra-strong, ancora altri individui camminano con del sale in tasca e del borotalco nelle orecchie. È dunque possibile che la selezione naturale darwiniana si spinga a togliere cortesemente di mezzo chi crede ancora ai tarocchi? Sembrerebbe una spiegazione ragionevole, ma non tiene conto del fatto che Charles Darwin sia morto per un trauma cranico causato da un vaso di gerani caduto dal balcone della mamma, che quest'ultima ha urtato per sbaglio mentre annaffiava i fiori.

Concludendo: la sfiga è solo una superstizione.

Non bisogna essere superstiziosi perché porta tanta sfiga.

Lista di porta-sfortuna

  • Giacomo Leopardi
  • Un menagramo è un individuo la cui mera presenza è sufficiente a catalizzare la sorte avversa, ma si badi bene: sempre sugli altri, mai su di sé... mannaggia a lui.
  • Il tredici, il diciassette e il quattro (quest'ultimo in Giappone);
  • Alessandro Manzoni;
  • Rompere uno specchio;
  • Far cadere il sale;
  • Far cadere la dinamite;
  • Aprire un ombrello in casa;
  • Augurare «buona fortuna» o «auguri» prima di un evento importante;
  • Augurare «ti possa venire un cancro» o «va' a morì ammazzato» dopo un evento importante;
  • Un gatto nero che attraversa la strada;
  • Passare sotto una scala appoggiata a un muro;
  • Una scala appoggiata a un muro che attraversa la strada;
  • Passare sotto un gatto nero;
  • Marco Masini;
  • Le parole "È maligno", se dette da un medico;
  • Le parole "È positivo", sempre se dette da un medico;
  • Mariottide;
  • Gareggiare contro Steven Bradbury;
  • Schopenhauer;
  • Bruno Pizzul;
  • Gianfranco Mazzoni;
  • Jessica Fletcher;
  • Conan Edogawa;
  • Don Matteo;
  • Hercule Poirot.

Video

Voci correlate

Note

  1. ^ Sfortua, per l'appunto, in provincia di Assisi
  2. ^ Non stavi andando a mignotte, vero?
  3. ^ Moglie e casa comprese, appena saputo del licenziamento.