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== Enrico De Nicola ==
== Enrico De Nicola ==
[[File:Enrico De Nicola e Jack Nicholson Joker.JPG|right|thumb|300px|De Nicola prima e dopo essersi truccato per una serata in maschera.]]
[[File:Enrico De Nicola e Jack Nicholson Joker.JPG|right|thumb|300px|De Nicola prima e dopo essersi truccato per una serata in maschera.]]
{{Cit|Ricordatevi, giovanotto, che noi napoletani non siamo dei lazzari scostumati, ma uomini di carattere. Così è stato vostro nonno, così è vostro padre, così siate voi!|Enrico De Nicola a [[Gianalfonso D'Avossa]] scambiandolo per suo nipote.}}
{{Cit|Ricordatevi, giovanotto, che noi napoletani non siamo dei lazzari scostumati, ma uomini di carattere. Così è stato vostro nonno, così è vostro padre, così siate voi!|Enrico De Nicola al giornalista [[Gianalfonso D'Avossa]] scambiandolo per suo nipote.}}
{{Cit|Era nu bravo guaglione.|[[Giorgio Napolitano]] su Enrico De Nicola.}}
{{Cit|Era nu bravo guaglione.|[[Giorgio Napolitano]] su Enrico De Nicola.}}
{{Cit|Decida di decidere se accetta di accettare!|[[?|Manlio Lupinacci]] a proposito dell'indecisione di De Nicola su quale [[cravatta]] mettersi per andare al lavoro.}}
{{Cit|Decida di decidere se accetta di accettare!|[[?|Manlio Lupinacci]] a proposito dell'indecisione di De Nicola su quale [[cravatta]] mettersi per andare al lavoro.}}


'''Enrico De Nicola''', o '''Nicola De Enrico''', come diciamo noi di [[NONCICLOPEDIA]] per prenderlo per il [[culo]], è stato un [[politico]] e [[avvocato]] italiano, nonché il primo [[Presidente della Repubblica Italiana]], nonostante ricoprì questo ruolo per appena 4 [[petosecondi]] e mezzo.
'''Enrico De Nicola''', o '''Nicola De Enrico''', come diciamo noi di [[NONCICLOPEDIA]] per fare dell'ironia spiccia, è stato un [[politico]] e [[avvocato]] italiano, nonché il primo [[Presidente della Repubblica Italiana]], nonostante ricoprì questo ruolo per appena 4 [[petosecondi]] e mezzo.


Prima di ricoprire la poltrona di [[Presidente della Repubblica]], ricoprì la potrona di [[Presidente della Camera]] in seguito, ha sfidato se stesso ricoprendo simultaneamente sia la poltrona di [[Presidente del Senato]] sia quella di [[Presidente della Corte Costituzionale]], avrebbe voluto ricoprire anche il ruolo di [[Presidente del Consiglio]] e fare così l'an plein delle maggiori cariche istituzionali italiane ricoperte, ma non ci riuscì, in compenso fu il primo ed ultimo Presidente della Repubblica<ref>Benché non fosse proprio un Presidente della Repubblica in quel periodo.</ref> a condannare a morte [[qualcuno]].
Prima di ricoprire la poltrona di [[Presidente della Repubblica]], ricoprì la poltrona di [[Presidente della Camera]] in seguito, ha sfidato se stesso ricoprendo simultaneamente sia la poltrona di [[Presidente del Senato]] sia quella di [[Presidente della Corte Costituzionale]], avrebbe voluto ricoprire anche il ruolo di [[Presidente del Consiglio]] e fare così l'en plein delle maggiori cariche istituzionali italiane ricoperte, ma non ci riuscì, in compenso fu il primo ed ultimo Presidente della Repubblica<ref>Benché non fosse proprio un Presidente della Repubblica in quel periodo.</ref> a condannare a morte [[qualcuno]].


== Vita ==
== Vita ==

Versione delle 19:54, 24 mag 2014

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(--Alex 48 18:24, feb 27, 2014 (CET))

http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_De_Nicola

Enrico De Nicola

De Nicola prima e dopo essersi truccato per una serata in maschera.
« Ricordatevi, giovanotto, che noi napoletani non siamo dei lazzari scostumati, ma uomini di carattere. Così è stato vostro nonno, così è vostro padre, così siate voi! »
(Enrico De Nicola al giornalista Gianalfonso D'Avossa scambiandolo per suo nipote.)
« Era nu bravo guaglione. »
(Giorgio Napolitano su Enrico De Nicola.)
« Decida di decidere se accetta di accettare! »
(Manlio Lupinacci a proposito dell'indecisione di De Nicola su quale cravatta mettersi per andare al lavoro.)

Enrico De Nicola, o Nicola De Enrico, come diciamo noi di NONCICLOPEDIA per fare dell'ironia spiccia, è stato un politico e avvocato italiano, nonché il primo Presidente della Repubblica Italiana, nonostante ricoprì questo ruolo per appena 4 petosecondi e mezzo.

Prima di ricoprire la poltrona di Presidente della Repubblica, ricoprì la poltrona di Presidente della Camera in seguito, ha sfidato se stesso ricoprendo simultaneamente sia la poltrona di Presidente del Senato sia quella di Presidente della Corte Costituzionale, avrebbe voluto ricoprire anche il ruolo di Presidente del Consiglio e fare così l'en plein delle maggiori cariche istituzionali italiane ricoperte, ma non ci riuscì, in compenso fu il primo ed ultimo Presidente della Repubblica[1] a condannare a morte qualcuno.

Vita

Giovinezza

Nacque a Napoli il 9 novembre 1877, quando la città partenopea non era ancora stata nominata capitale dello Stato Camorrista. Da buon donnaiolo partenopeo studiò al Liceo Classico, in seguito si laureò in giurisprudenza, diventando rapidamente un rinomato e riconosciuto azzeccagarbugli nazionale.

I primi anni in politica

Come ogni avvocato napoletano che si rispetti, De Nicola decise di entrare in politica, da prima come consigliere comunale del comune di Napoli, ma si annoiò presto di questa carica, perché lo impegnava troppo, così decise di farsi eleggere deputato, in questo modo avrebbe avuto molto più tempo da dedicare alle sue attività personali. Ricoprì diverse cariche istituzionali, ma niente che valga veramente la pena ricordare. Quando nel '22 i fascisti fecero la marcia su Roma, De Nicola, che non si era ancora reso del tutto conto che l'Italia era stata unita da più di 50 anni, venne scelto per siglare il patto di pacificazione tra partito Fascista e Partito Socialista, il quale venne firmato dal Duce con una penna ad inchiostro simpatico.

Il periodo fascista

Dopo che il Re d'Italia Sciaboletta diede la fiducia a Mussolini, De Nicola insieme a molti altri deputati Liberali e Popolari firmò la fiducia al nuovo esecutivo. Per ricompensarlo della firma il Duce decise di lasciarlo tranquillo nella sula poltrona di Presidente della Camera, ma allo scadere del mandato De Nicola per la vergogna decise di abbandonare l'incarico, in seguito venne nominato senatore, ma non prese mai parte ai lavori assembleari, essendo troppo impegnato a non farsi vedere in giro per la vergogna.

Nel 1943, dopo la caduta del regime, considerato paradossalmente l'unica figura autorevole della politica pre-fascista, fu chiamato a mediare fra gli Alleati e i Savoia per consentire un più agevole passaggio di poteri, non che ne avesse mai avuto molto la famiglia reale.

Si deve in particolare a De Nicola l'"intelligente" soluzione che evitò a Vittorio Emanuele III l'abdicazione: propose di istituire la figura del "Luogotenente", da affidare all'erede al trono Umberto. La creazione di questa figura, pur limitando la sovranità monarchica, permise di ridurre l'impatto formale della sconfitta: in pratica semplicemnete rinominando il Re d'Italia Luogotenente, la nazione risulta vincitrice nonostante la palese sconfitta, la nazione viene consegnata nelle mani degli Usa, i Savoia, specialmente Sciaboletta, non vengono linciati come avrebbero meritato, i parlamentari che appoggiarono i fascisti se ne uscirono fuori col culo pulito e la guerra continua...

Le ragioni dell'elezione

Alla definitiva fine della guerra, l'Assemblea Costituente dovendo eleggere un capo dello Stato provvisorio, che facesse anche da parafulmine in caso di improvvise e non previste rivolte popolari, non sapendo che pesci pigliare decisero di nominare proprio De Nicola, essendo un'uomo di grande spessore politico facilmente sostituibile.

L'elezione fu il frutto di un lungo lavoro "diplomatico" fra i vertici dei principali partiti politici, i quali, superata una iniziale contrapposizione fra le candidature di Benedetto Croce e Vittorio Emanuele Orlando, che non volevano fare da capo espiatorio in caso di problemi, avevano finalmente convenuto che si dovesse eleggere un presidente con la faccia da bravo ragazzo, capace dunque di riscuotere il maggior gradimento possibile presso la popolazione affinché il trapasso[2] dal sistema monarchico-illiberale al nuovo sistema parlamentare-illiberalee fosse il meno traumatico possibile. Si convenne perciò che dovesse scegliersi un terrone, a compensazione della provenienza settentrionale di tutti i leader politici e che dovesse trattarsi di un monarchico o pseudo tale; De Nicola da questo punto di vista era la scelta migliore che si potesse fare, anche perché era l'unico napoletano conosciuto capace di parlare con un tono di voce medio e senza troppi accenti dialettali fuori luogo.

I dubbi l'umiltà

Noto infatti per una prudenza ai limiti dell'indecisione, De Nicola era uno che ci metteva sempre 3 ore per decidere come vestirsi alla mattina, per questo quando gli venne chiesto di accettare la nomina a Capo dello Stato provvisorio, il futuro Presidente della Repubblica antepose tutta una sequela di ragionamenti, dubbi e pensieri che fecero incazzare un po tutti quanti, anche perché senza una capo di Stato non si potevano iniziare i lavori della Costituente, né tantomeno applicare il maxischermo nell'aula della Camera per vedere il calcio di inizio del nuovo campionato appena ripartito.

La prima cosa che fece come Capo dello Stato provvisorio fu quella di condannare a morte gli autori della strage di Villarbasse, quando gli fecero notare che in teoria la pena di morte era stata di fatto abolita con l'entrata in vigore della costituente, De Nicola, probabilmente ignorando i limiti del suo ruolo istituzionale a causa dei suoi trasorsi monarchici, disse che non gliene fregava una beata mazza e che tramortire a bastonate dieci poveracci per poi nasconderli in una cisterna a farli morire del tutto di stenti, non è propriamente una cosa che si può pensare di risolvere con la grazia.

Dopo questo evento non gli venne fatto fare nient'altro, motivo per cui decise di rassegnare le dimissioni e tornarsene a casa, ma la Costituente gli strappo il foglio davanti agli occhi e gli disse di tornarsene al suo posto, al quel punto De Nicola disse che stava male e che voleva tornarsene a casa, ma la Costituente non ci cascò e gli gli intimò di nuovo di tornarsene al suo posto, altrimenti avrebbe chiamato i suoi genitori.

Con l'entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana, il 1º gennaio 1948, il suo ruolodi Capo di Stato provvisorio venne rinominato Presidente della Repubblica Italiana; successivamente, De Nicola portò un certificato medico firmato da sua madre, che lo esonerava dal ruolo di Presidente, ragion per cui vennero indette nuove elezioni, da cui emerse la figura del illiberale Luigi Einaudi.

Cariche successive

Come ex presidente della Repubblica, Enrico De Nicola divenne di diritto senatore a vita, oltre a questo ricevette una pensione di vecchiaia, una pensione d'invalidità, una pensione da dipendente stataele, una pensione d'oro e su sua esplicita richiesta ogni anno per San Gennaro ricevette un maiale per farci la porchetta. Comunque dopo alcuni anni decise di ributtarsi in politica, diventando presidente del Senato, si dimise in occasione delle votazioni per la legge elettorale sul cosiddetto premio di maggioranza, altrimenti detta legge truffa, certe cose non le fanno solo oggi, ma le facevano tranquillamente anche prima.

Nonostante la veneranda età ebbe ancora la forza per mettersi a fare il primo Presidente della Corte Costituzionale, ma neanche un'anno dopo dovette mollare a causa della fatica di stare seduto tutto il giorno a leggere Topolino, ritornò a fare il semplice senatore a vita, fino a quando il 1º ottobre 1959 rassegnò le dimissioni dalla pubblica vita, aveva 81 anni e ancora una carica presidenziale da ricoprire.

Personalità

Considerato l'unico napoletano onesto, umile, serio e austero della storia e per questo molto stimato, Enrico De Nicola, era solito andare in giro con la sua vecchia e sgangherata Panda 4x4 e il suo famigerato cappotto rivoltato, che il Presidente indossava sia durante le occasioni ufficiali, sia quando andava a dormire, arrivando spesso ad aggredire verbalmente chiunque avesse cercato di rattopparlo o toccato senza chiedere il permesso. Durante il suo mandato di capo dello Stato rifiutò lo stipendio previsto e anzi spese sempre di tasca propria, anche perché voleva fare bella figura davanti a certi spilorci come De Gasperi, che quando erano tutti al bar non si azzardavano mai ad offrire il caffé.

Considerando la provvisorietà della sua carica, ritenne improprio stabilirsi al Quirinale, optando per Palazzo Giustiniani, anche perché all'epoca ogni venerdì sera si organizzavano dei tornei di scopone scientifico. Durante la sua presidenza, ostentava un'agendina nella quale, asseriva, andava prendendo appunti sul corretto modo di esercitare la funzione presidenziale, quasi una sorta di codice deontologico per capi di stato. Il suo successore, Luigi Einaudi, fra le prime cose che fece da presidente, mandò alcuni dei suoi sgherri a requisire quest'agendina, ma una volta ottenuta quando fece per leggerla, la trovò incredibilmente vuota, senza che De Nicola vi avesse scritto alcunché, solo nell'ultimissima pagina era riportato il disegnino di un dito medio con su scritto «Tiè, arrangiati come ho fatto io!»




Preceduto da:
The last King
9 maggio 1946 - 18 giugno 1946
Enrico De Nicola
Capo di Stato provvisorio della neonata Repubblica delle Banane
28 giugno 1946 - 11 maggio 1948
Succeduto da:
Quello che ha dato il nome a tante squole
12 maggio 1948 - 11 maggio 1955

Note

  1. ^ Benché non fosse proprio un Presidente della Repubblica in quel periodo.
  2. ^ Mai parola fu più corretta ed emblematica.

Template

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[[|thumb|100px|1]] Enrico De Nicola
Motto: Sarà il caso di comprarmi un cappotto nuovo?
2
Luigi Einaudi
Motto: Il mio nome è leggenda!
3
Giovanni Gronchi
Motto:
4
Antonio Segni
Motto: Come sarebbe a dire che sono io il Presidente della Repubblica?
[[|thumb|100px|5]] Giuseppe Saragat
Motto:
6
Giovanni Leone
Motto: Ahia! A sto giro mi sa che ho fatto una cazzata!
Secondo motto: Mi dimetto e me la squaglio!
7
Sandro Pertini
Motto: Qualcuno ha da accendere?
Secondo Motto: Se fossi ancora vivo gliela rompo in testa la costituzione!
8
Francesco Cossiga
Motto: Certe cose bisogna farle a picconate!
9
Oscar Luigi Scalfaro
Motto: Io non ci stò!
10
Carlo Azeglio Ciampi
Motto: Agli ordini Franca!
11
Giorgio Napolitano
Motto: Ce lo chiede l'Europa!
12
Giorgio Napolitano
Motto: Esulto con viva e vibrante soddisfazione!
Secondo motto: No, state tranquilli, non c'è nessun complotto internazionale!