Alberto Malesani

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Alberto Malesani (Verona, 5 giugno 1954) è un allenatore di calcio ed ex calciato...

No, aspetta n'attimo! Noi due non ci conosciamo, sicuramente non ci conosciamo. Però... apro una parentesi veloce, senza polemiche e senza niente. Credo che tu non sia stato...non sei molto al corrente della mia carriera. Tu non sei molto al corrente della mia carriera e di quello... anche degli ultimi risultati miei. Perché... nel duemila... nel 2010, se parliamo di salvezza, si portò in salvezza il Bologna - non è... non è distante il 2010... Vedi, e allora bisogna essere precisi quando si fa una domanda.

Ma... io non ho fatto nessuna domanda, mister. Ho fatto soltanto un'introduzione...

Mi fai parlare adesso? Adesso mi devi fare parlare! Perché già partiamo male qua, partiamo malissimo. Con voi bisogna dire bugie e fare i ruffiani, come coi tifosi... IO NON LO SONO, CAZO!

Va bene, ma non si arrabbi, mister!

Io non sono arrabbiato. Io non ho tempo di arrabbiarmi, perché lavoro ventiquattr'ore al giorno. Ventiquattro ore al giorno sono là, io! TUTTI I GIORNI, CAZO! VERGOGNATEVI, CAZO!

Ma chi è che si deve vergognare, scusi?

Non lo so, io non dico niente, perché sennò dopo ufficio inc...qua non c'è ufficio inchieste né niente. Dopo vengono anche a rompere i coglioni quelli dell'ufficio inchieste, e quello non va bene. Quindi io non voglio che venga l'ufficio inchieste, dico solo: l'arbitro dev'essere attento. Non può rovinare il campionato di piccole squadre. Ma non solo noi, succede anche alle altre squadre. Possibile una roba del genere?

Ehm... d'accordo, mister. Vogliamo andare avanti con l'articolo?

Va bene! Intervistami, Monica!

Potremmo partire dalla sua infanzia, mister.

Beh, guarda, la mia infanzia... la mia infanzia è stata normalissima. A otto anni, come tutti i ragazzini della zona, facevo l'assaggiatore di Valpolicella. Lo sai cos'è il Valpolicella?

Certo che lo so, mister, è un vino.

Allora... no, no... per favore, mi lasci parlare, dopo ribatti. Allora, invece... cos'è che...cos'è che facevo da bambino? Bevevo Valpolicella, appunto. Ma no al pomeriggio, ogni tanto, che uno dice vabbè, cosa ci vuole... no, ventiquattr'ore al giorno, bevevo Valpolicella! VENTIQUATTR'ORE AL GIORNO, CAZO!

E a scuola come andava?

Guarda, io ho fatto un percorso completo, credo...quello che dovrebbe fare ogni studente: prima partire dal basso, dalla prima media diciamo, e imparare, crescere, ripetere l'anno, ma proprio per approfondire le, le, le... le nozioni che poi ti servono nella vita. Dopo, quando è il momento, si può anche andare in seconda, ma senza fretta... io ho fatto tutto quel percorso lì e mi son divertito con tutti, guarda, perché poi dopo, anzi... anzi, ti dirò di più, che sono contento di averci messo sette anni, SETTE ANNI CAZO!, a finire le medie!

E una volta finita la scuola, che cosa ha fatto?

Mi sono dedicato alla mia passione.

Il calcio.

No, la musica.

La musica?

Eh sì, la musica. LA MUSICA, CAZO! Cosa pensi che sono qua a fare, a raccontarti delle storie? Ero anche bravetto, eh, facevo la controfigura di Branduardi. Però mi sono rotto le scatole presto. È che... è un brutto ambiente quello della musica. E poi non mi piaceva il pubblico.

Come mai?

Eh come mai! Come mai? Ma fatemi un piacere, dai, su! Ogni volta la solita storia. Arrivavo sul posto e tutti questi qua cominciavano a chiedermi autografi, dediche, foto insieme... CAZO! Fatemi un piacere! È ora di finirla qua, state calmi tutti, CAZO! STATE CALMI! RISPETTATE LA FILA! Non ho mai visto una roba del genere! Tutti presuntuosi, ironici, ridono: eh, eccolo, arriva il cantante di turno, facciamoci la foto insieme! Qua si fanno le cose seriamente, CAZO! Allora ho detto basta!

È stato allora che si è dedicato al calcio?

Oh, se qua gli intervistatori pensano di saperne di più degli intervistati io posso andar fuori. Scusami, no, no, io posso andar fuori. A me non me ne frega neanche se m'ammazzano, perché la coscienza ce l'ho a posto! CAZO! Lavoro ventiquattr'ore al giorno, fatela finita, cazo! Fatela finita! E domande del cazo, sempre! Dai, fammi una domanda di calcio, invece!

Ma... è proprio quello che le stavo chiede...

Chiedimi del Chievo, che mi hanno dato in mano la squadra e l'ho portata in Serie B. Credo che se non è un'impresa come il Sassuolo, ci manca poco. Perché il Chievo, chi sa dov'è Verona, era un posto dove c'era la diga, ci passa l'Adige... ci sono certe pantegane, lì, che hai voglia a mettere le trappole col formaggio dentro... tutte sul metro e ottanta, sono le pantegane lì... 500 abitanti, metà dei quali pantegane, e siamo andati in Serie B.

Dopo il Chievo, è arrivata la chiamata della Fiorentina...

Bellissima città Fiorentina, tra l'altro!

... e del Parma.

Oh finalmente uno che se lo ricorda. Ma dai, su... Figa, su, basta! L'ultimo allenatore in Europa che so' stato, che ha vinto... Dighelo, chi se ne ricorda! Nessuno lo dice! Mai uno! In due anni Monica, mai uno che l'ha detto! Mai 'na voce fora dal coro! Coppa Italia, Coppa Uefa e Supercoppa italiana in tre mesi, CAZO!

Però in campionato avete ottenuto dei risultati mo...

Mo cosa?

Modesti, mister.

No, tu stavi per dire mollo.

Ma no, mister. Modesti. Risultati modesti.

Ma che mollo? Ma che...cosa dite? Mollo che? Ma che mollo? Ma quale mollo? Cioè, cosa vuol dire mollo, qua? Non capisco, io. Mollo... se uno resiste 21 anni a questi livelli qua non credo che sia tanto mollo. Un po' di rispetto anche lì. Che mollo? Siete molli voi quando dite quelle...queste cose qua, perché vi fa comodo dire 'ste cose qua che uno è mollo.