Urbano Cairo

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« «Champions League in tre anni!» »
(Urbano Cairo, 1 aprile 2005)
« Direi bene. Squadra volitiva. Bene Bianchi. Ho visto un grande Abbruscato. Volitivo. Direi bene »
(Urbano Cairo in un momento di alta eloquenza)
« È fuorigioco »
(Urbano Cairo dopo che Chiellini ha segnato dalla trequarti opposta)
« Quest'anno abbiamo la seria possibilità di arrivare in coppa Uefa »
(Urbano Cairo prima dell'inizio di ogni stagione)
« È soltanto colpa dell'arbitro se abbiamo perso! »
(Urbano Cairo dopo che in un derby Amauri, partito da fondocampo, si è scartato mezzo Torino e ha messo con il sedere per terra il portiere, segnando il gol vittoria)

Urbano Cairo nasce in una data non precisata da partenogenesi, che non sappiamo cosa voglia dire ma fa un sacco specie (anzi, abbiamo scoperto trattarsi di: "una riproduzione sessuale 'asessuata' perché, pur implicando la formazione di gameti, non richiede fecondazione". Insomma, dupalle). Soprattutto se consideriamo il personaggio, che non si capisce proprio da quale malato genio del male sia stato generato.

Storia

Cairo all'età di cinque anni gioca con i suoi compagni d'asilo.

Dopo aver fatto da badante a Veronica Lario, Urbano viene promosso a controfigura per le scene pericolose che coinvolgevano l'astro nascente del Lato Oscuro della Forza, Silvio Berlusconi. Conquistata la fiducia ne diviene pusher ufficiale. Urbano è pronto al grande salto e decide di contribuire alla rovina del paese mettendosi in proprio e cominciando a pubblicare ciarpame che con discreto coraggio definisce "riviste".

Data l'effettiva noia di una vita passata tra il ridente comune alessandrino di Masio e corso Magenta a Milano, sede dell'orrida società cui ha dato il suo nome, in un delicato sfoggio di fantasia e understate che precederà le meravigliose campagne abbonamenti degli "Anni del Calcio", e frequentazioni del calibro di Sandro Mayer e Silvana Giacobini, Urbano decide di comprare una squadra di calcio in grado di rendere concrete le sue ambizioni:

L'unico problema è che una squadra di calcio tendenzialmente costa. E anche tanto. E Urbano Cairo, nel 2004, ha già vinto il premio "Braccino" per la ventesima volta. Pare sia sua abitudine chiedere all'umile Bepin di offrirgli il caffè con la scusa geniale di: «Non poter cambiare le banconote da 500 euro che ho nella tasca interna del mio gessato su misura». Fortuna vuole (da quel momento in poi, la data segnerà l'inizio dell'"Era della ennesima sciagura a tinte granata) che quell'estate la rubiconda squadra del Torino F.C. fosse fallito e disponibile a costo zero.
Accolto da una folla festante, che anno dopo anno passerà dalle trombette ai forconi, che vede in lui il nuovo Berlusconi. Non solo per la foggia dei suoi abiti (abbiamo già detto che ha un gessato fatto su misura?) ma anche perché: «oh, Silvio sarà 'nostronzo però ha vinto le Champions». E chi da dieci anni si fa più campionati di B che di A è talmente disperato da non vedere che, mentre sta facendo benzina, qualcuno gli sta rubando la macchina.

Curiosità

  • Si dice che in realtà sia un egiziano travestito da cioccolatino.
  • È un uomo coerente che non torna mai sui suoi passi: fin'ora ha già cambiato 10 allenatori richiamandone 4 rispettivamente 3, 2, e 1 volta dall'esonero.
  • Conosciuto anche come "Berlusconino" o "Cavalierino" o "Piccolo Nano dei poveri", è stato riconosciuto come attento seguitore del Metodo Barça. Al contrario.
  • È solito lamentarsi per il comportamento dei suoi giocatori rei di non essere "volitivi, importanti e bene " anche se solo lui ha capito cosa significa.
  • È l'unico uomo in grado, ad inizio anno, di "ammazzare" il campionato di serie B, rimanendo in serie B.
  • Deve ancora capire la regola del fuorigioco.
  • Chiede il prestito di quasi tutti i giocatori. Quelli che non riesce a ottenere in prestito, li ottiene in comproprietà che poi puntualmente non riscatta.
  • A un assemblea di lega calcio è stato insultato da Enrico Preziosi che lo ha definito tirchio di merda.