Khalil Gibran
Khalil Gibran (arabo: جبران خليل جبران Jubrān Khalīl Jubrān) (Bohsharri, 6 dicembre 1883 – New York, 10 aprile 1931) è stato un poeta, pittore e
filosofo libanese. Il fatto che sia nato da quelle parti giustifica sicuramente il "filosofo", e qualche spinello di troppo. Era di religione cristiano-maronita, una sorta di frangia cattolica estrema, conosciuta anche come "pashmine verdi", intollerante alle minoranze islamiche. Emigrò con la famiglia negli Stati Uniti, dove fondò l'Associazione della Penna (al-Rābiṭah al-Qalamiyyah), punto d'incontro di tutti i nove letterati arabi emigrati in America. La sua poesia venne tradotta in oltre 20 lingue, di cui un paio salmistrate. Divenne un mito per i giovani, che considerarono le sue opere come breviari mistici, dove trovare tutte le risposte alle grandi domande della vita tipo: "Dopo che il prete ha molestato un bambino, il comunista lo mangia lo stesso?" Era tenuto talmente in considerazione che se diceva "Non ci sono più le mezze stagioni", nei negozi si vendevano solo bermuda e tute da sci. In Italia, uno come lui, sarebbe stato più inutile di un culo senza buco, ma negli States sono abituati a fagocitare qualsiasi boiata, così come fanno col cibo. Gibran ha cercato di unire nelle sue opere la civiltà occidentale e quella orientale, col risultato di scrivere un libro di ricette tra cui spiccano il couscous con la pajata e il felafel all'amatriciana. Fra le opere più note: Il Profeta (scritto in inglese), Massime spirituali (scritto in arabo) e Sabbia e spuma (scritto veramente a cazzo di cane). Prossimo alla morte, aveva abbracciato prima il pensiero New Age di Osho, poi quello Full Shame di Otelma, infine quello Total Body di Jill Cooper. Era talmente rincoglionito che chiamava la sua cagnetta "Duchessa d'Alba", e gli faceva pure la riverenza.
Biografia
Jubrān Khalīl Jubrān nacque in Libano (allora parte dell'Impero ottomano) nel nord montagnoso del paese. Da quelle parti un giovanotto di bella presenza, di buone maniere e amante dello studio, non può che finire ad allevare capre. L'alternativa sarebbe stata fare il farmacista, o magari il chirurgo, ma occorreva nascere in una famiglia ricca e da qualche altra parte. Ebbe la prima istruzione da alcuni preti e, leggendo la Bibbia, iniziò a sviluppare le idee che ispirarono i suoi primi lavori (come Il Profeta, Gesù cattivo e Dio sciacallo, per par condicio). Questo tenere i piedi in più staffe è tipico dei libanesi, poiché il loro paese ha sempre avuto un costante ruolo di crocevia e ponte tra il mondo cristiano ed islamico, e perché sono dei pusillanimi senza palle.
Il padre di Gibran, un esattore, fu imprigionato per peculato dalle autorità ottomane. Era solito riscuotere le tasse e poi, vista la cadenza settimanale dei resoconti, prestare quei soldi a strozzo ad altri, che li usavano per pagare le tasse. L'idea era geniale, perché i conti tornavano sempre e lui ci guadagnava nel frattempo con gli esosi interessi. A seguito dell'arresto gli confiscarono tutti i suoi beni, compresa la casa, le capre e otto forme di casu marzu. La famiglia era talmente ridotta in miseria che, per mangiare, era il padre che tirava loro le arance attraverso le sbarre. La madre di Gibran decise di trasferirsi presso suo fratello, negli Stati Uniti, portando con se Khalil e le sue sorelle Mariana e Sultana, che per mestiere facevano le ricamatrici. Li seguì anche il fratellastro Boutros, che con quel nome era l'anima della festa. Il 17 giugno 1895, a bordo del brigantino Al Jazeera, avvistarono finalmente la Statua della Libertà, ma restarono in quarantena su Ellis Island fino a Natale, dell'anno dopo.
Subito dopo l'arrivo a New York, la famiglia si trasferì a Boston, dove allora viveva la seconda comunità siriana più grande d'America, suo cugino Youssef e la moglie con i dodici figli. Dal 30 settembre 1895 Gibran frequentò la sua prima scuola, dove l'insegnante di inglese lo persuase a cambiare il suo nome per adattarlo alla pronuncia americana. Gli proprose prima Kyle Garey, poi Gibby Kallaghan e infine Gipsy Kings. Quando si stancò di ridere alle sue spalle tirò fuori Kahlil Gibran, poteva andare. La sua particolare inclinazione per il disegno erotico-mistico attirò l'attenzione del fotografo Fred Holland Day e del reverendo James "Black Fly" Beckerman. Il primo usò alcuni suoi lavori come copertine per una rivista, il secondo per fomentare un delirio bigotto nei confronti di quelli che definì "immigrati stupratori". Holland Day gli fece conoscere la scrittrice Josephine Peabody, che esercitò su Gibran un'influenza benefica e stimolante (soprattutto la seconda) grazie ai "mugoloni Josephine", accennati in alcune poesie ma di cui purtroppo non sappiamo granché. Nel 1899, dietro consiglio della madre, Gibran fece ritorno in Libano. Qui frequentò corsi di letteratura araba e francese, spaziando quindi dalla leggera malinconia alla profonda depressione. Per uscire da quella spirale negativa, fatta di abusi d'acqua gassata e sporadici episodi di violenza sui porcellini d'India, fece ritorno negli States. Appena sbarcato apprese della morte di Sultana per tubercolosi; l'anno successivo fu testimone anche della morte di Boutros (sempre per tubercolosi) e della madre, di tumore. Di questo periodo le sue opere Frammenti di sfiga e Ora che mia madre non può mantenermi farò prostituire Mariana, in cui emerge il lato pragmatico del suo pensiero.
Nel frattempo Gibran venne introdotto in un circolo molto esclusivo di intellettuali da Josephine, oramai sua abituale amante. Nel corso di una serata intitolata "Lirica pastorale al buio", in cui gli uomini indossavano solo una maschera da lupo e le donne da pecora, fece conoscenza con Mary Elizabeth Haskell di cui, una volta girata ed estratta dal mucchio, si innamorò perdutamente.
Lei era di dieci anni più anziana e ammirava molto le sue
opere. Era soprattutto ammaliata dal fatto che Khalil, mentre la possedeva selvaggiamente contronatura, riuscisse a decantare una poesia sulla tessitura del caftano libanese. Visto l'amore di entrambi per i versi raffinati, e per la pecorina, nacque una duratura comunanza letteraria che, grazie ai
preziosi consigli di natura linguistica[daje] di Mary, avrebbe consentito a Gibran di scrivere in inglese negli anni futuri. Nel 1908 la Haskell gli fece dono di un viaggio a Parigi, dandogli la possibilità di studiare arte con Gustav Klimt, di cui era un grande ammiratore. In realtà il pittore si chiamava Auguste Rodin, ma era brutto quasi come l'altro e quindi si poteva cadere facilmente nell'inganno. Tra una tela imbrattata e l'altra, Gibran studiò Nietzsche, Voltaire e Rousseau, realizzando che scrivere qualcosa di vendibile era veramente alla portata di tutti.
L'anno dopo morì il padre e Gibran, avuta notizia della benedizione in punto di morte del genitore, ne fu confortato, ma questo era niente in confronto al "tiramisù" che gli fece la Haskell al suo ritorno a Boston. In America, dove le sue opere vennero esposte in centinaia di gallerie, trascorse gli ultimi vent'anni di vita. Morì a New York il 10 aprile 1931, proprio mentre scriveva un'ultima poesia per Mary Haskell rimasta incompiuta.
Non solo poeta
Il Gibran poeta è quello che tutti conoscono, ma la sua intensa attività come
pittore è altrettanto celebrata. Il suo stile, fatto di madidi corpi avvinghiati, di amplessi mistici e posizioni ardite, gli valsero l'epiteto di "brutto porco che non sei altro", in più di un'occasione. Ne faceva un vanto, forse la sua arma migliore. Mostrando all'occasionale compagna di letto un disegno zozzo, fatto sul momento, era solito dire:
Parole che toccano il cuore, senza dubbio, ma che al contempo racchiudono una profonda inquietudine, un senso di inadeguatezza compensato da una carnalità forzata, probabilmente sbandierata a supporto di un apparato riproduttivo misero. Eppure Mary Haskell sembra smentire questa ipotesi, soprattutto in una lettera del 1911 alla sua amica Betty Greenhouse in cui, senza mezzi termini, descrive Khalil "...con un pistolone che al confronto la Colt 45 di Buffalo Bill è una Derringer". Dove sia la verità non è dato saperlo, e francamente ci interessa quanto la dinamica dei moti ondosi nell'isola di White, ossia nulla. Inoltre, l'articolo abbasta[1] .
Note
- ^ Abbastare: essere adeguato alle esigenze del momento