Poeti maledetti

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La copertina originale dei Fiori del male, testimonianza della stabilità mentale di Baudelaire.
« POETI MALEDETTI! »
(Uno studente che studia Rimbaud e Verlaine)
« Noooooooooo!! Dov'è? Dov'è? Non di nuovo! »
(Charles Baudelaire, poeta maledetto, condannato a smarrire continuamente i suoi manoscritti.)
« A nera, E bianca, I rossa, O blu »
(Arthur Rimbaud tenta finalmente di imparare l'alfabeto con le letterine colorate dell'asilo.)

L'espressione (non algebrica) Poeti Maledetti è stata inventata dagli studenti di liceo per esprimere il massimo schifo possibile verso un gruppo di poeti accomunati da un ermetismo talmente accentuato da sfiorare la supercazzola:

« Non dico che la gioia non possa accompagnarsi alla bellezza, dico solo che la bellezza non si può accompagnare alla gioia, e che se la malinconia va con la bellezza non me la menate a me, se ogni tanto vado con le prostitute. »
(Baudelaire dopo 8 Ceres)

I Poeti maledetti si distinguevano dagli altri per essere particolarmente sfortunati.
L'espressione infatti era già usata da Paul Verlaine per designare la sua stessa sfiga, basti pensare che gli si spezzava la punta della matita ogni volta che tentava di scrivere qualcosa. A causa della loro maledizione, questi poeti vissero poco e male, e vengono ricordati dalla letteratura solo perché erano ubriaconi, drogati e mentalmente instabili. Nessuno sa cosa abbiano scritto, anzi è probabile che non abbiano scritto mai niente.
Capeggiata dalla coppia gay Verlaine-Rimbaud, quest'allegra comitiva svolse la sua malsana attività pseudo-artistico-avanguardista negli ultimi decenni del secolo decimonono, vandalizzando per sempre il verso francese con gravissime conseguenze.

Il movimento letterario

Un tornado si abbatte sulla casa di Rimbaud, appena ristrutturata.

La prima testimonianza di questa corrente letteraria si ha nel 1832, quando Alfred de Vigny scrisse uno dei suoi più grandi capolavori. Il manoscritto era sulla scrivania del poeta, pronto per essere proposto all'editore, quando una folata di vento fece aprire la finestra che urtò un barattolo d'inchiostro che si rovesciò sulle pagine, rovinando tutto. Era soltanto una delle tante maledizioni che colpirono De Vigny, il quale per evitare di diventare un poeta maledetto si diede alla botanica.
Nel 1862 Verlaine consegue il baccalaureato: una laurea che attesta la capacità di pescare baccalà, stoccafissi e scorfani. Entusiasta di ciò, si mette in testa di fare il poeta, così entra in un caffè e si mette a pensare. Gli viene subito un'idea così geniale che avrebbe rivoluzionato la storia della letteratura, ma appena inizia a scriverla sul suo quaderno si spezza la punta della matita. Disperato, il poeta chiede a tutti un temperamatite, ma nessuno lo aiuta. Si precipita così a casa, dove finalmente ne trova uno. Dopo aver fatto la punta alla matita, però, si rende conto di aver dimenticato qual era l'idea.
Germain Nouveau è un poeta maledetto. Tuttavia tu non lo conosci. In realtà nessuno lo conosce. Poiché era condannato ad avere idee geniali che nessuno comprendesse. Infatti nel 1881 inventò Facebook, ma quando presentò il suo progetto suscitò solo espressioni di disappunto.

Un complessato Charles Baudelaire osserva l'obiettivo della macchina fotografica credendo che sia una vagina.

Arthur Rimbaud era maledetto fin dalla nascita. Tuttavia, era un caso a parte. Infatti si distaccò dal movimento dei poeti maledetti perché voleva essere ancora più maledetto. Dai 30 anni in poi era così fatto che nel suo alcol c'era appena il 5% di sangue. Visse 37 anni. Troppi.

« Oh, no! Che guaio, che sciagura! »
(Sthéphane Mallarmé appena alzato dal letto.)

Stéphane Mallarmé aveva nel suo cognome un beffardo destino: era infatti condannato ad allarmarsi continuamente per qualsiasi cosa. Una volta si strappò i capelli dalla disperazione perché mentre faceva colazione gli erano cadute le briciole dei biscotti nel bicchiere del latte.

Verlaine e Rimbaud

Nonostante queste infauste premesse, i poeti maledetti decidono ugualmente di continuare la propria attività.
L'idea di formare questo fan-club del verso libero nacque da un incontro di Verlaine e Rimbaud in un ospedale psichiatrico, in cui erano stati ricoverati entrambi in stato farneticante: mentre il primo parlava dei suoi incontri con Colombina e Pulcinella, Rimbaud vedeva effettivamente davanti a sé Colombina e Pulcinella, naturale conseguenza dei sui suoi trip da LSD. Quest'intenso scambio di idee scatenò fra i due il colpo di fulmine. Riusciti ad evitare la scarsa sorveglianza medica, abbandonarono famiglie, baracca e burattini per fuggire prima in Martinica e poi in Belgio, dove incontrarono sinistri personaggi come Corbiére, un nano da circo che scriveva versi a tempo perso, e Mallarmé, ex-gioielliere di rue Fantin, scappato da Parigi dopo una copiosa rapina ai danni del negozio dove lavorava.

I poeti maledetti in Italia

Uno scapigliato si accinge a criticare la società. Notare la ribellione che traspare dai suoi occhi.

Così come oggi in Italia scopiazzano film americani, un tempo si scopiazzavano movimenti letterari francesi o tedeschi. Nascono così gli Scapigliati, i poeti maledetti italiani, che cercano di imitare i loro colleghi d'oltralpe con scarsi risultati. Fulcro della loro poetica è la ribellione verso la società. Essi esprimono questa ribellione portando strane capigliature, vestendosi con jeans strappati e borchie e scrivendo sui muri delle città frasi ribelli come Hasta la victoria siempre, No alla guerra in Iraq oppure Elena e Martina amiche x sempre.
Questo movimento, chiamato Scapigliatura, sparirà all'inizio del Novecento. I suoi rappresentanti, troppo occupati a drogarsi e ribellarsi alla società, dimenticarono di scrivere poesie.

Il mito dei poeti maledetti

  • Charles Baudelaire: precursore dei poeti maledetti, condannato a smarrire i suoi manoscritti e a cadere dagli sgabelli
  • Paul Verlaine: capostipite dei maledetti, condannato dal destino a rompere di continuo penne e matite. Non riuscì mai a completare le sue opere
  • Arthur Rimbaud: amico gay di Verlaine, maledetto contro il suo volere, ogni volta che cercava di mangiare si mordeva la lingua
  • Charles Cros: francese, amava travestirsi da papero. La sua maledizione consisteva nell'impedire ai suoi critici e biografi di scrivere cose sensate su di lui
  • Aloysius Bertrand: poeta maledetto dalla burocrazia, gli arrivavano sempre bollette troppo alte che non riusciva a pagare. Morì inciampando sulle scale della sua cantina, dopo che gli avevano staccato la corrente elettrica
  • François Villon: la sua maledizione consisteva nel dimenticare come si tiene la penna in mano, per questa ragione non ha mai scritto niente
  • Èmile Nelligan: era strabico
  • Carlo Dossi: ogni volta che passava sui dossi artificiali rompeva gli ammortizzatori della carrozza
  • Giovanni Camerana: italiano, faceva il maniscalco. La sua maledizione consisteva nell'essere scambiato per un poeta maledetto

Analisi filologica del dottor H.R.W. Strummeller

Poiché poco ci importa di parlare delle insulse biografie di codesti beoti, riportiamo la seria e calibrata analisi di alcuni loro testi, fatta da un grande filologo tedesco, che consumò i suoi malandati cristallini sulle loro scempiaggini per ben quarant'anni:

Il "Cuore rubato" di A. Rimbaud: analisi chimico-grammaticale.

"Il mesto mio cuore sbava a poppa,\ il mio cuore è gonfio di trinciato:\ CI sbalestrano su spruzzi di zuppa,\ il mesto mio cuore sbava a poppa:\ coperto dai sarcasmi della truppa\ che scappa in una ghignata generale,\ il mesto mio cuore sbava a poppa,\ il mio cuore è gonfio di trinciato!"\

Nella prima strofa il poeta intende esprimere



"Ho paura di averpaura, paura di aver freddo, mi nascondo\ come un uccello caduto che trema, e paventa il lacvveroocio." M. Desbordes-Valmore, ovvero Verlaine.


"Un obolo per il malandrino a caccia! \ Malocchio all'occhio dell'assassino!\ Ferro contro ferro spadaccino!\ Non ho l'anima in stato di grazia!-"


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