Gothic Lolita

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Il celebre film del regista Stanley Rubik che inspirò la nascita del movimento.

La Gothic Lolita (ポルノビンべニッポマニ, Goshikku Roriita) è una follia collettiva alla giapponese, esattamente come il sushi, cioè il pesce crudo salterino, lo stile barocco/rococò e i putti angelici pieni di ghirigori e manfrine in perfetta nipponica sobrietà ed eleganza.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Gothic Lolita

Storia

Lo stile Gothic Lolita nasce in Giappocina, patria dei nerd e degli otaku affetti dal complesso d'inferiorità, terribilmente attratti a causa delle loro tempeste ormonali da dolciose bambine prepubescenti in zuccherevoli abitini dalla gonna a campana e dalle scarpette con la punta tonda. Il loro futuro sarà quello di essere manager arrapati affamati di mutandine o pedofili. Spesso entrambi.

Nasce, secondo le povere menti semplici oltreocaeno, grazie alla famosissima cantante Mana. Ah, è un uomo? Beh, al famosissimo transone Mana, leader di numerosi gruppi e poi solista[1]. In realtà in Giappocina è noto che Mana non c'entra un benemerito nulla, nonostante abbia cavalcato l'orda di nippo-bimbeminkia creando una marca di vestiti[citazione necessaria] Lolita. Da loro, la maternità dello stile[citazione necessaria] si deve esclusivamente all'Invisibile Unicorno Rosa, adorato come un dio dalle Sweet Lolita, che per primo negli anni '70 esportò le gonne a ruota nel paese. Questi esportò ben presto le terribili mutazioni genetiche subite dalla gonna a ruota in Giappocina in molte altre nazioni, delle quali la prima fu l'America, che nonostante avesse la colpa di aver inventato le gonne a ruota negli anni '50 non aveva traccia di Gothic Lolita sul territorio. Le pampine di 23 anni americane iniziarono ad avere una vera e propria ossessione, traducendo qualsiasi cosa trovassero dal nipponico sui siti al Lolita dedicati al ben più versatile inglisch. In questo modo la piaga si riversò sull'intero globo, data la comprensibilità ora rivelata della dottrina delle "gonne puffose".

Fazioni

Possiamo dividere le pampine lolita in 2 grandi branchi:

Gothic Lolita

Sono quelle che danno il nome all'intera epidemia mondiale, per ora ridotta in proporzione a pochi esemplari. Sono quelle più conosciute, più imitate, più stuprate e su cui la gente si fa più seghe in assoluto. Sono anche quelle che si vedono nei manghi, frutti giapponesi che si possono aprire e sfogliare al cui interno si trovano solitamente fumetti, negli anime[2] e nei videogiochi. Nonostante il grande privilegio di vedere la loro fazione rappresentata come capostipite di questa moda, esse non lo sono più affatto da molti anni e ciò le fa rosicare come nessuno mai. Esse rosicano anche per il proliferare di vestiti "gothic lolita" con gonne lunge due centimetri sotto il culo e scolli giganteschi per maggiorate da una nona di reggiseno, la cui vendita è maggiore in Inghilterra. D'altronde, chi si potrebbe mai fidare di quegli sporchi coloniasti così poco alternativi?

Sweet Lolita

Hanno invaso i negozi e ora il 98% di marche che producono vestiti "Lolita" produce solo Sweet. Apparentemente il nome così puccioso dovrebbe far pensare a un miglioramento dei vestiti, ma mai un pensiero è stato più sbagliato. La loro religione del Kawaii impone un unico colore: il rosa confetto. Ciò le rende le cugine malformate[3] di Paris Hilton, e capite bene come me quale maleficio ciò comporti. Eventualmente il coloraccio può essere sostituito da un azzurrino insignificante, che scade nel bianchiccio cacca di piccione. Hanno una vera e propria ossessione per le stampe infantili contenenti barboncini, gattini, canarini, orsettini, tutti in un'orgia cremosa dentro gelati, pasticcini e chi ne ha più ne metta. Sono anche in fissa con i fiocchi, di qualsiasi forma e dimensione. Anche la qualità del pizzo spruzzato sopra i vestiti è una valido motivo di paranoia, se non è pizzo DOC, DOP E DOCE, morbido al tatto, salato al gusto, tintinnante all'udito e invisibile alla vista non ne sono soddisfatte e possono anche strappare tutto il vestito da millemila euri che hanno comprato con posta aerea transatlantica in un batter d'occhio. Avvicinarsi a loro comporta il rischio di farsi infiocchettare dalla testa ai piedi in meno di tre petosecondi[4], senza un motivo preciso. Solo per la missione di pucciosizzare il mondo intero. Straordinariamente, nonostante la loro diffusione mondiale e straripante, che supera di ben due terzi la controparte gotica e scura e tenebrosa, nessuno le conosce. Ed è meglio così. Non vuoi essere trasformato nella loro piccola e graziosa mascotte, vero?

Nemici Naturali: le Gals

Una Lolita assassina di ritorno da una spedizione punitiva delle Gals.

Le Gals: donnine discinte che mostrano braccia e gambe e seni e schiene e facce, si vestono attillatissime, coloratissime e camminano su tacchi altissimi. Sono così issime che le Lolite proprio non ce la fanno a sostenerle. Letteralmente: le Gals più cicciotte[5], quando si lanciano addosso a una Lolita, durante le partite dello sport nazionale, il Sumo-lolita-gals, le maciullano tutto il delicatissimo armamentario che hanno addosso. Parasole, cestino di paglia e orso di peluche si spiaccicano. I pizzi si strappano. E le lolite bianche vengono imbratatte dai quintali di trucco delle Gals. Il quartiere generale delle donzelle si trova a Shinjuku, e suo acerrimo nemico è il ponte di Harajuku, luogo di pascolo ove si consuma la transumanza delle lolita. Durante i fine settimana le donzelle dei due gruppi non si incontrano mai. Se ciò accadesse, un'esplosione atomica a forma di cuore glitterato con ciglia finte[6] non ce la toglierebbe nessuno. Un evento peggio di Godzilla, King Kong e un tuffo a bomba di Briatore messi insieme.

Per combatterle straordinariamente le Gothic e le Sweet mettono da parte colori e rimostranze, si vestono di rosa e nero e si impegnano a darle di santa ragione.

Stile di vita

Il ragionamento di una Gothic Lolita.

Il lifestyle di una Lolita consiste nel bere , passeggiare, bere tè, mangiare torte, bere tè, mangiare pasticcini, bere tè, oziare, bere tè.

Le loro occupazioni giornaliere spaziano: da un'impalcatura facciale di 3 chili per le Gothic Lolite più ambiziose in una sessione di 5 ore la mattina, a una scorpacciata di cioccolatini iperglicemici e dolciosi [7] per le Sweet. Tuttavia non possiamo qui non citare le loro sorelle degli stili minori, dato che queste prime due fazioni sono, come abbiamo visto, molto noiose.

Per esempio, le 'Qi[8] Lolite lavorano in ristoranti cinesi, e sono maestre in incognito di Kung Fu.

Le Country Lolite, le lolite campagnole, fanno giri in carrozze trainate da cavalli per le campagne inglesi tutto il tempo. Ovviamente hanno un odore orrendo di sudore equino, in quanto non lasciano abbastanza tempo ai acavalli per pulirsi tra una corsa e l'altra.

Le Guro Lolite, ossia le lolite spaventose[9] si procurano saltuarimanete tagli sulle maggiori arterie per fornire di vero sangue i loro immacolati[10] vestiti, e fanno un mucchio di foto dopo averlo fatto. No, non sono parenti degli emo, per il semplice motivo che riguarda il loro sorridere come delle ebeti quando gli si chiede "È ketchup?".

Invece, le Classic Lolita sembrano la tua trisnonna sbucata fuori dal Titanic, con motivi a tappezzeria tarlata, collane di perle, scarpacce di pelle basse basse e rose ovunque, che vanno a sostituirisi ai più canonici fiocchi (e per questo sono odiate dalla Sweet, per cui i fiocchi sono una ragione di vita) e la loro occupazione è quella di collezionare bambole inquietanti di porcellana da posizionare a tradimento su scaffali, armadi e letti, per farti sentire fissato.

Esistono anche le lolite transgender, ma non nella maniera più conosciuta dagli occidentali, da uomo a donna, bensì nel modo contrario. Esse vengono chiamate Kodona, che no, non si riferisce ai calzini che si mettono nelle mutande per simulare la vera codona frontale maschile. Il loro hobby è provarci con tutte le Lolite normali, fare le macho e vantarsi di chi ha i pantaloni più retrò.

Musica

La musica preferita delle Gothic Lolite è il "visual kei". O anche il j-rock, che significa rock giapponese, dove i portatori di dottor Battiloca son tutti efebici e bellissimi e curatissimi, quasi come nel visual, o come delle donne.

No, non si scrive con la ipsilon, no, non è un paio di chiavi e no, non è nemmeno un paio di chiavi insivibili. Secondo 4Chan, il visual kei è un genere musicale dove la parte visibile è più importante di quella udibile. Nonché un genere dove i maschi si vestono da donna senza essere gay, ma solo perché "le donne sono belle". Ma le donne non ci sono affatto.

« Noi del Visual kei non ci tagliamo le vene! »
(Aspirante serial killer)

Giusto. Infatti se le dissanguano direttamente.

Una visual keiara.
« Non abbiamo quell'orribile make up! »
(Aspirante impalcatore di trucco)

Ce l'hanno peggiore.

Un... ehm... un... uhm... Un.
« Abbiamo i capelli molto più fichi che i loro, che tra l'altro loro li hanno solo neri! »
(Aspirante hair stylist)
aaaaaah! la cotonatura! AAAAH!

E questo è vero! Se li fanno persino arcobaleno, e se li cotonano anche. Non che sia fico.

« Siamo più simpatici! »
(Aspirante cabarettista)

Simpaticissimi


« non siamo depressi ci divertiamo come dei deficienti a strimpellare con le chitarre etc. etc. etc xD »
(Aspirante Jimi Hendrix)

Strimpellare, YEAH!


Note

  1. ^ Toccava il culo a tutti.
  2. ^ No, non anime di adolescenti innocenti rubate con contratto dalle appartenenti a questa società segreta, ma banali cartoni animati.
  3. ^ Leggasi basse e senza tette, insomma, giappocinesi.
  4. ^ Come i piraña! Con la differenza che non le trovate nella foresta amazzonica, ma per strada.
  5. ^ Non molte comunque, a causa dei microvestitini in microfibra fluo
  6. ^ Usate dalla quasi totalità delle Gals
  7. ^ Da vomitare più tardi
  8. ^ lettura ecciù
  9. ^ Sì, esitono realmente
  10. ^ Orrore! immacolati!

Voci correlate