Giovanni Trapattoni
Giovanni Trapattoni nasce, da padre e madre ignoti, a Vergate sul Membro il 17 Marzo 1939. Era venerdì.[1] Dopo esperienze fallimentari in diversi settori (dalla danza classica all'arredamento di interni), per sbarcare il lunario, fu costretto a fingersi un calciatore e poi un allenatore.
La carriera da calciatore
Dopo aver mosso i primi passi nei campi abusivi di periferia, esordì nel milandando rapidamente mostra delle sue doti nel gioco brioso e spettacolare giocando come mediano arretrato. Trovandosi presto a disagio, in una posizione tanto avanzata, diventa prima terzino e poi difensore centrale. In quest'ultimo ruolo, Trapattoni, trova la sua dimensione ideale, dimostrandosi impenetrabile alle offensive di campioni del calibro di Capparella e Larrivey. Divenuto un pilastro della squadra, approfitta per imparare il più possibile dal suo allenatore dell'epoca: Nereo Rocco. Gli esperti ritengono, che proprio grazie alla vicinanza con il mitico allenatore, Trapattoni abbia elaborato la sua teoria di gioco moderna e spregiudicata: il catenaccio.
Le vittore
Nella sua militanza rossonerocerchiata, Trapattoni ha vinto:
- 2 scudetti
- 2 coppe dei campioni
- 1 coppa del nonno
- 3 premi L'Importante È Partecipare
La nazionale
Tenuto in altissima considerazione dagli allenatori della sua epoca, è stato convocato in nazionale per ben 17[2] volte. La stima è nei suoi confronti era tale, che fu utilizzato in una partita ufficiale per ben 4 volte[3]. Inserito nella selezione che partecipò ai mondiali del '62, pur non scendendo mai in campo, grazie alla sola presenza, guido la squadra a una precoce eliminazione da parte della Corea.
Gli ultimi anni
Dopo aver rubato stipendi nella capitale padana per più di un decennio, Trapattoni, decise che far finta di giocare era troppo faticoso e si trasferì nel Varese, dove riusci quasi a non vedere il campo per ben due anni.