Utente:Maxped/Sandbox4: differenze tra le versioni

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== I sacchetti ==
== I sacchetti ==
[[File:Alberto Burri all'opera.jpg|thumb|right|L'artista come un dominatore del fuoco ha il pieno controllo della sua creazione.]]
[[File:Alberto Burri all'opera.jpg|thumb|left|L'artista come un dominatore del fuoco ha il pieno controllo della sua creazione.]]
Bicchiere bruciato
Bicchiere bruciato



Versione delle 23:09, 5 gen 2013


« Cosa dovrebbe rappresentare questa cagata? »
(Critico su opera di Alberto Burri.)
« Proprio adesso che l'arte si è liberata del soggetto vogliamo imporgliene uno? »
(Fantasiosa risposta di Alberto Burri riguardo alla sua manifesta incapacità di produrre arte.)
« Ci vogliono le "veraci" con gli spaghetti! LE-VE-RA-CI! Che cazzo è 'sta 'merda? »
(Burri durante un'animata protesta contro una palese violazione alla Convenzione di Ginevra nel campo di concentramento a Hereford)

Nel periodo in cui la pittura aveva raggiunto le più alte vette della tecnica nella rappresentazione dellla natura, gli artisti non seppero più che cazzo inventarsi. Proprio durante questo periodo decadente crebbe Alberto Burri. Questi si arruolò come ufficiale medico dopo la laurea durante la seconda guerra mondiale. Fu catturato dagli americani. Fu proprio durante il periodo di prigionia che Burri iniziò a "dipingere". Per tale motivo fu lestamente rilasciato, ma ormai era troppo tardi. Futurismo, astrattismo, sacchismo, sacchettismo, bucherellismo, combustismo, neo-vandalismo e terrasecchismo sono solo alcune delle dimensioni artistiche esplorate o addirittura coniate da questo grande protagonista del '900[citazione necessaria].

I sacchi

Burri annoiato dai monotoni giorni di prigionia era da tempo in cerca di un diversivo. Fu così che decise di farsi crescere i baffi, fatto ciò si dedicò alla progettazione di una imponente "banana" alla Fonzarelli per adornare il suo capo.

Un ufficiale americano, vedendolo trafficare davanti allo specchio con phon e forbicette tutto il santo giorno gli affidò un incarico: rammendare i sacchi di patate bucati. Ce n'erano montagne nel campo di concentramento. Almeno erano di tela anche se un po' grezza, ma chi se ne importava? Mica ci doveva dipingere, li doveva solo rattoppare, quello era il compito assegnatogli, ma siccome sapeva cucire a cazzo di cane ne risultavano strani agglomerati che da lontano potevano essere scambiate per qualcos'altro a fantasia. Qualche idiota, come sovente accade, le scambiò per opere d'arte.

Finita la guerra Burri fu liberato dal campo di concentramento in Texas assieme ai camerati Giuseppe Berto e Galeazzo Musolesi. Spiazzato dall'assenza di sacchi bucati in città ove erano tutti nuovi e integri di pura juta, ma conscio di non avere televisori da suggellare per non pagare il canone essendo di fatto ancora in America, decise di bucarli. Burri espose i suoi sacchi bucati in una galleria di Chicago, e dove sennò? Ebbero un notevole successo. I visitatori li riempirono di avanzi, pezzi tartine e bignè del rinfresco. Con queste opere Burri tocca le vette del massimo espressivismo e del riciclismo.

I sacchetti

L'artista come un dominatore del fuoco ha il pieno controllo della sua creazione.

Bicchiere bruciato

Burri, tornato in Italia come affermato artista, prese l'ardita decisione di passare a materiali più impegnativi. Scelse i sacchetti di plastica. Li bucò col fuoco, e li stropicciò tutti. Tale fu la genesi di un'intero filone narrativo che fu a posteriori chiamato Buchi del culo spannati con evidenti prolassi emorroidali cronici. Con questa critica spietata al consumismo Burri richiama plasticamendole le reminiscenze mediche trasmutando la purezza dell'afflato cosmico in materia pulsante, regalandole il ruolo di protagonista e contesto; e molte altre frasi pompose ma prive di significato.

Altre cose

Al culmine della sua carriera non ancora pago delle vette raggiunte volle dare ancora segno della sua genialità realizzando una serie di opere tutte uguali ma di diverso colore e dimensioni. L'ispirazione gli venne osservando alcune zolle di terra spaccate dal sole che gli ricordavano molto un quadro a olio che era pieno di crepe provocate dalla sua incapacità di diluire i colori. Siccome era da realizzarsi in ceramica e lui non era capace le fece fare tutte a un suo amico. Nacquero così le colossali zolle di terra secca spaccata dal sole . Per realizzarle l'astuto Burri componeva grandi zolle di terra e le faceva spaccare dal sole, le pitturava poi le portava all'amico con l'altoforno che le rendeva immortali opere d'arte. Di seguito venivano vendut come muretti o recinzioni a prezzi smodati. Proprio durante il periodo land-art gli venne commissionata un opera per commemorare Gibellina, una città rasa al suolo dal un terremoto. Burri folgorato da un'idea fece sommergere la città con una colata di cemento. Qualcuno se ne accorse. Burri cercò di rappezzarla battezzando l'opera Sudario di cemento. I più abboccarono.

Perchè, perchè lo hai fatto?

« Eh, il fatto è che di gente che sapeva disegnare già ce ne erano a vagoni. Gli altri avevano già preso praticamente tutto: la frutta l'aveva fatta tutta Cezanne, i cubi li aveva già fatti Picasso. Avevano gia fatto tutto! I ciccioni li fece il Botero, gli sgarri se li era presi il Fontana, furbo quello!, Le fotocopie le ha fatte il Warhol, il pattume se l'era già accaparrato Schifano. Ci rimanevano i sacchi e la merda, che cazzo dovevo scegliere secondo te? La merda l'ho lasciata al Manzoni. »
(Alberto Burri)

La fine

Burri muore per avvelenamento da monossido di carbonio e asfissia mentre cerca di dare fuoco a un sacchetto della Coop dentro un sacco di juta in cui si è rinchiuso in cerca di nuove idee geniali.

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse ti incuriosisce sapere com'è dormire coi pesci?

  • Burri fabbricava i pennelli con le setole dei suoi baffi
  • Burri non usò mai un pennello
  • Se non per darsi la schiuma da barba