Paul Cezanne

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« Meleeee! Pereeee! Frutta di stagioneeee! Avanti, signore e signori! Ce n'è per tutti i gustiii!! »
(Cézanne promuove i suoi dipinti)
« Ma va a laurà, vá! Deficent! »
(Papà di Cézanne sulle attitudini del figlio)
Cézanne. Autoritratto dal titolo: Io con una di quelle merde di cappelli che mi regala mio padre.
Cézanne. Autoritratto dal titolo: Io a forza di portare quelle merde di cappelli che mi regala mio padre.

Paul Cézanne era un vitellone figlio di papà, che non sapendo cosa fare della sua vita decise di inventarsi pittore. Fu uno degli avanguardisti del movimento pittorichenonsannodisegnare sfociato in artisti del calibro di Pablo Picasso e Mario Schifano. Non se lo cagò mai nessuno e fu scartato da ogni scuola e galleria d'arte della Francia. Cézanne Continuò ostinatamente a dipingere con il solo sostegno della madre e della sorella, le uniche che gli compravano i quadri. Le due donne che erano vegane convinte influenzarono molto i suoi soggetti costringendolo a dipingere solo frutta e verdura. A babbo morto il figlio, che con un fenomenale slancio di fantasia solita del padre era stato battezzato Paul, contattò un antenato di Boni di Telemarket e gli vendette l'intera collezione stipata in solaio che contava più di ottomila tele con ortaggi, legumi, e frutta mista, guadagnando 45 Franchi in un colpo. A seguito di abili operazioni di marketing oggi le opere di Paul Cézanne sono valutate un sacco di soldi e le poche che non rappresentano frutta, due sacchi.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Paul Cezanne

La giovinezza

Cezanne: L'uomo che mi fissa scaccolandosi.
Il piccolo Paul fin da bambino era molto introverso e non aveva amici. Anche in casa parlava poco e le poche volte che parlava, parlava da solo. Aveva perennemente lo sguardo basso e conosceva perfettamente ogni mattonella della casa. La maggiore ispirazione per le sue opere la trasse di fatti dalle mattonelle. Tutte le notti la madre Anne lo portava nel letto e tutte le mattine lo ritrovava in cucina nel cassetto delle posate, rannicchiato accanto alle forchette. A volte i genitori lo trascinavano al parco giochi, ma Paul approfittando della distrazione dei due si dileguava in un attimo mimetizzandosi tra la vegetazione o scavando un bunker nella sabbia.
Il padre non tollerava le attitudini del piccolo Paul.
Essendo anche affetto da paranoia Cezanne ebbe molti problemi a scuola. Siccome si sentiva sempre osservato si sedeva nell'ultimo banco spostando la sedia proprio nell'angolino in fondo per avere tutta la classe sotto controllo. In realtà nessuno lo disturbava anche perché ogni giorno cambiava travestimento. All'età di 17 anni ebbe una crisi di identità. La madre udì un urlo raccapricciante provenire dalla cucina. Lo trovò in stato catatonico. Paul aveva realizzato che era troppo cresciuto e non avrebbe mai più potuto dormire vicino alle forchette.
Cézanne: Shazzan.
Suo padre ... aveva un negozio di cappelli e ad ogni ricorrenza gliene regalava uno, ma siccome era un taccagno inguaribile dava a Paul solo gli avanzi di magazzino, sempre troppo stretti o troppo larghi. Proprio il padre con i soldi lesinati dai regali riuscì ad aprire una banca e iscrisse Paul a giurisprudenza per tutelarsi in caso di guai. Ma il ragazzo si vergognava molto a presentarsi alle lezioni con quei ridicoli cappelli così, appoggiato dalla madre e dalla sorella, decise di frequentare l'Académie Suisse, l'accademia delle belle arti svizzera dopo aver tentato invano di iscriversi alla prestigiosa École des Beaux-Arts, forse a causa della sua domanda di iscrizione.
« Ho deciso di iscrivermi alla École des Beaux-Arts perché mi piace il nome e perché mi piace colorare con i pennarelli. E poi voglio fare l'artista perché mio padre mi ha regalato un cappello col pennacchio.

Ciao.

P.S. Mi piace anche fare le palline col Pongo. »

Il fatto che non avesse mai preso in mano una matita non ostacolò il suo ingresso nella cerchia degli eccentrici artisti svizzeri che apprezzavano molto i suoi stupidi cappelli. Fu bocciato ripetutamente agli esami di disegno dal vivo perché continuava a dipingere banane e zucchine al posto degli arti, angurie al posto della testa e mele o pompelmi se dipingeva una modella. Il professore inoltre gli ricordava ogni volta di non copiare l'Arcimboldo ma di crearsi uno stile personale, forse non rendendosi conto di avere semplicemente a che fare con un imbecille.

Periodo romantico: di quando Cézanne si innamora di una ragazza che non lo caga pari

In tale periodo Paul frequentò, foraggiato da suo padre, giurisprudenza e lì conobbe il suo amico per la pelle Émile Zola, un secchione di primo banco che lo fomentò all'asocialità costringendolo a leggere sei volte tutte le opere di Victor Hugo. Lo costrinse anche a frequentare il Louvre. Proprio qui Cézanne iniziò a copiare le opere dei grandi maestri mettendoci un foglio sopra e una lampada a petrolio dietro per poi ricalcarle con una matita Punta F. Il custode lo beccò mentre bucava involontariamente la Monnalisa e lo cacciò a calci in culo. Appena fuori però vide Hortense Fiquet (Ortensia Fighetta) e se ne innamorò, ma invece di presentarsi si nascose dietro un bidone. Il vederla entrare al Louvre spinse Paul a diventare definitivamente pittore. Corse a casa e dipinse due pere e una prugna e le portò al Salon con la vernice ancora fresca. Il portinaio non lo fece entrare ma il pittore fece resistenza, così il portinaio lo infilò nel quadro e lo cacciò a spintoni. Cézanne tornò a casa e dipinse tre pere, sei pompelmi e un'albicocca e si diresse al Salon des Réfuses (Salone dei rifiuti) dove gli dissero gentilmente che erano pieni di quella merda e che le nature morte avevano rotto i coglioni già al tempo degli Egizi; al Salon c'era anche Hortense e subito Cézanne andò in panico e cercò di mimetizzarsi davanti a un paesaggio. Hortense, dannatamente miope, si soffermò un minuto sul quadro con Paul in posa immobile e commentò: "Carino!" La relazione tra Paul e Hortense fu travagliatissima e lui soffriva di profonde crisi che confidava solamente all'amico Zola. Fu proprio lui a scoprire, dopo mesi e mesi di piagnistei e di scampanellate alle tre di notte con pianti isterici, che quell'idiota di Cézanne non si era ancora presentato e Hortense non sapeva chi lui fosse.

Carrellata di opere del periodo romantico

Cézanne sperimentò ogni tipo di frutta, sopratutto mele e pere, unendo elementi di contrasto (che non c'entrano un cazzo) come un pitale, una tromba e un putto a cui, però, non riuscì a dipingere le mani.

Periodo impressionista: di quando la mattina Cézanne si guarda allo specchio

Con l'aiuto dell'amico Zola, Cézanne riuscì finalmente a conoscere Hortense e la convinse a sposarlo mostrandole gli assegni spediti dal papà. Cézanne ingravidò la moglie al primo rapporto sessuale della durata di 17 secondi, ai quali vanno sottratti i 12 di preliminari. Al settimo cielo per la nascita del piccolo Paul, Paul toccò uno dei suoi più alti momenti artistici con La casa dell'impiccato. L'opera piacque al suo amico Zola che gliela acquistò per dodici Franchi e un pacchetto di sigarette. Cézanne era al settimo cielo e dipinse La casa dell'impiccato 2 ma l'amico stroncò l'opera. L'artista ritornò alla frutta, in tutti i sensi possibili, aggiungendo la geniale variante "sudario" che è anche un po' il presagio degli eventi successivi. Cézanne presentò le sue opere al solito Salon, opere che vennero regolarmente ridicolizzate e quindi rifiutate. I critici cominciarono a chiamarlo il fruttivendolo. In quel periodo non era insolito vederlo mentre passeggiava per strada bersagliato dai passanti con pomodori marci e frutta avariata.

Carrellata di opere del periodo impressionista

La mamma di Cézanne si arrabbia moltissimo quando il figlio lascia marcire la frutta sul tavolo e gli impone di metterci qualcosa sotto, ma poi si arrabbia perché sporca le tovaglie. Beh, allora...

Periodo costruttivo: di quando Cézanne decide finalmente di farla finita

Il padre di Paul ricevuta la lieta notizia del nipote in arrivo gli dimezzò il vitalizio. Il pittore si vide costretto a produrre un numero infinito di opere del repertorio vegetariano che rivendeva alla madre e alla sorella per pochi spiccioli. Si indebitò addirittura con il chincagliere accorgendosi solo alla fine che spendeva dieci volte in più per oli e pennelli di ciò che guadagnava vendendo i quadri. Tra i suoi vegetali apparì al posto del sudario un teschio. Preso dalla pietà Zola glie lo acquistò. Cézanne, come ormai avrete imparato, cominciò a farne a raffica finché non ricevette una lettera dalla madre e dalla sorella di cui pubblichiamo la fotocopia originale:

Zola proprio in quel periodo scrisse un romanzo intitolato L'ouverte che parlava di un pittore fallito che alla fine si suicida e ne spedì una copia all'amico. Cézanne inspiegabilmente paranoico si incazzò moltissimo e non gli parlò più. Cominciò a dipingere solo teschi e si rinchiuse ancor di più in se stesso, ma siccome pesava 130 chili ci stava veramente stretto. Un giorno, mentre dipingeva En plain aire (in piena aria) fu colto di sorpresa da un temporale improvviso e pochi giorni dopo morì di polmonite. Ironia della sorte il quadro che stava dipingendo era un capolavoro inarrivabile che con la pioggia si cancellò.

Carrellata di opere del periodo costruttivo

Cézanne inizia ad immaginare se stesso da vecchio, poi dipinge i genitori, i parenti, gli amici e infine ancora se stesso col figlio dal volto visibilmente annoiato.

Voci correlate



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