Mein Kampf

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« Il buon Dio non rende liberi i popoli vili, ma il lavoro sì »
(Messaggio di Hitler alla comunità ebraica)
« Un mondo corrotto “negrizzato” resterebbe per sempre privo dei concetti di umanamente bello e del sublime »
(Monito di Hitler all’umanità corrotta e negrizzata, negazione per antonomasia del bello)
Timbro della Nazionalsocialistaeariana Società Degli Autori Protetti, NSDAP

Il Mein Kampf è un manuale per costruire un mondo migliore, e va letto utilizzando il kit allegato. Opera unica di Adolf Hitler, che sfortunatamente morì appena prima di finire l’assemblaggio dei pezzi, è un manifesto senza tempo che chiunque, dotato di un minimo di iniziativa e di almeno trecento Panzerdivisionen, può seguire per diventare capo del mondo.

Indice

Il Mein Kampf è suddiviso tradizionalmente nei 16 tradizionali capitoli:

  • Cap. I Sangue Blut
  • Cap. II Suolo Boden
  • Cap. III Sangue e suolo Blut und Boden
  • Cap. IV Sangue e sangue Blut und Blut
  • Cap. V Suolo e suolo Boden und Boden
  • Cap. VI Un Popolo Ein Volk
  • Cap. VII Un Popolo, un Reich Ein Volk, ein Reich
  • Cap. VIII Un Popolo, un Reich, un Führer Ein Volk, ein Reich, ein Führer
  • Cap. IX Un Reich, un Führer, un Popolo Ein Reich, ein Führer, ein Volk
  • Cap. X Un Führer, un Popolo, un Reich Ein Führer, ein Volk, ein Reich
  • Cap. XI A ciascuno il suo Führer Jedem das seine Führer
  • Cap. XII Un Führer e una superiorità della razza Ein Führer und eine Rassenüberlegenheit
  • Cap. XIII Un Führer e uno spazio vitale Ein Führer und ein Lebensraum
  • Cap. XIV Un Führer e uno spazio Ein Führer und ein Raum
  • Cap. XV Un Führer e basta Ein Führer und Schluß
  • Cap. XVI Morto un Führer se ne fa un altro Wenn ein Papst stirbt, wird ein anderer gemacht

I contenuti essenziali

Un bravo camerata legge sempre il libro del suo Führer prima di andare a dormire

Pur avendo qualcosa di vagamente premonitore, e pur essendo stati dettati da Hitler a Hess, suo compagno di cella e camerata di partito, già nel 1923, nessuno si preoccupò troppo di quanto c'era scritto.

« Ma chi è questo Hintler, un imbrattacarte che gioca al calcio? E poi che titolo stupido: "Mai in campo" »
(Charles de Gaulle dopo aver dato un'occhiata al libro)

Il Mein Kampf esordiva con: distruzione della Francia, occupazione dell'anacronistica Polonia, devastazione dell'inutile Russia, e proseguiva con: conquista dello "spazio vitale" tedesco e dello "spazio mortale" per tutti gli altri, annientamento dello sporco bolscevismo ebraico ovunque si annidi, instaurazione del Führerprinzip (Il principe del Führer), eugenetica che non discrimina secondo la razza ma secondo il bello, Weltanschauung (filosofia del pensiero debolissimo) nazionalsocialista, superiorità razziale dell’ariano minata dalla mescolanza del sangue e dei vestiti e dallo scambio delle mogli, negri, slavi e soprattutto ebrei come schiavi dei tedeschi, idealizzazione dell’umanità da un punto di vista basso-xenofobo, inevitabile dominio germanico del mondo e delle donne, Volkstaat e filosofia della Volkswagen, ovvero:

  • il Volkstaat deve fondarsi sul concetto aristocratico della natura che vede il tedesco al vertice della scala evolutiva e l'ebreo nelle camere a gas;
  • il Führerprinzip deve opporsi alla democrazia, pernicioso e deforme aborto delle degenerate plutocrazie occidentali;
  • il principio d’autorità deve opporsi al principio di maggioranza, ovviamente;
  • preservazione degli elementi primordiali della razza, quindi solo i pitecantropi ariani;
  • lo Stato è solo un mezzo per raggiungere un fine e la fine, e deve produrre esseri fatti secondo l’immagine del Signore, che come sanno tutti era nazionalsocialista.

Le 150 tesi

  1. Propaganda, propaganda e ancora propaganda.
  2. Il vostro pensiero è tardo, un concetto deve essere ripetuto molte volte prima di penetrare nel vostro cervello.
  3. Prima di esporre le mie ragioni mi conviene demolire le vostre.
  4. Ogni razza che si mescola con altra inferiore è destinata a decadere e a scomparire. Dove manca la purezza etnica regnano i negri e gli ebrei.
  5. Ciò che fa morir di fame un negro spinge un ariano a duro lavoro e ad ardue conquiste.
  6. Prendere, fanaticamente e senza riguardi, posizione circa il fondoschiena proposto.
  7. Non si può rendere razzista solo in parte un popolo: si deve infondergli sensi razzisti con quella violenza che è propria di ogni estremismo. Bisogna conoscere la chiave che apre la via del suo cuore razzista. Forza e volontà.
  8. Distruggere gli avversari negri di questi scopi. Comprare il potere politico.
  9. Distruggere l’istituto parlamentare dall’interno, bruciarlo dall’esterno.
  10. Tutto è possibile a chi sa nuotare. Disprezzare i pericoli.
  11. Quanto più è alta la meta della lotta, e quanto minore è la comprensione che ne avete in questo momento voi, tanto maggiore è il mio successo.
  12. Fedeltà canina, abnegazione (non so cosa voglia dire), taciturnità vostra, decisioni mie, responsabilità vostre, coraggio pure.
  13. È sempre meglio una risposta del cazzo che nessuna risposta.
  14. Chi esige dall’oroscopo la garanzia del successo, rinuncia da sé all’importanza di fare qualcosa.
  15. Solo se una nazione è sana in tutte le sue membra ognuno può essere lieto di appartenerle. Una nazione, di cui una metà è povera, macilenta e negra e l’altra metà ebrea, offre un quadro così brutto che nessuno deve sentirsene fiero.
  16. La paura che ha il tempo nostro del nazionalsocialismo è il segno della sua impotenza, della sua ridicola tranquillità e del suo fastidioso ordine.
  17. Non voi inventate, non voi organizzate o pensate, ma sempre e unicamente l’uomo singolo, la persona, io.
  18. L’organizzazione deve incorporare in sé lo sforzo di elevare le nostre teste al di sopra delle vostre teste di minchia e di subordinare le teste di minchia ignoranti alle nostre.
  19. Autorità mia verso il basso e responsabilità vostra verso di me.
  20. Non individui responsabili decidenti a maggioranza di voti, ma pupazzi, che assistono il capo.
  21. Solo la costipazione spezza la costipazione, solo il truzzo il truzzo.
  22. Un’organizzazione può solo sussistere se una vasta massa sentimentale, la vostra, sta al servizio di una suprema direzione intellettuale, la mia.
  23. Le mete finali e le idee direttive devono essere costanti, ma il programma, la propaganda deve essere con genialità ed esattezza psicologica conformata all’anima del materiale umano infimo di cui dispone.
  24. In una dottrina è meno dannoso conservare una formula, anche se non risponde più interamente alla realtà, che abbandonarla o correggerla solo perché uno stronzo di sapientone qualunque te lo fa notare.
  25. Chi al porto toglie le barriere, spiana la via di cui si conosce l’inizio, ma che finisce in mare.
  26. Movimento d’importanza universale e di “posteriore” esclusività. Un movimento deve fare i conti con la posteriorità e non col plauso dell’anteriore.
  27. Strappare dalle mani del nemico le armi da fuoco della sua replica.
  28. La mia parola parlata è in grado di addurre grandi rivolgimenti, e ciò per motivi generali di ordine psicologico che non sto qui a spiegarvi. La suggestione è solo vostra.
  29. Un brillante oratore sa scrivere meglio di quanto un brillante scrittore sappia parlare, ma un brillante dittatore sa comandare, e se ne fotte di saper parlare e scrivere.
  30. Voi siete pigri, non ponete mano volentieri da voi agli scritti, restate attaccati alle vecchie abitudini, a immagini o film porno.
  31. Una conferenza fa minor impressione di giorno che di sera, soprattutto se è fatta male.
  32. Non si deve giudicare il discorso di un uomo di stato al suo popolo dall’impressione che esso produce su un professore d’università, ma dall’effetto che esercita su di voi, popolo miserabile.
  33. I giornali e i libri non appartenenti al vostro partito sono letti di rado, quindi io elimino i vostri partiti.
    Il giovane Adolf Hitler al tempo della stesura di Mein Kampf
  34. Un negro, inquadrato in un battaglione, circondato dai suoi camerati, si slancerà all’assalto più volentieri che se si trovasse solo; è incoraggiato a farsi ammazzare.
  35. Poco importa che ridano di noi o ci coprano di merda: l’essenziale è che ci menzionino, che si occupino di noi.
  36. Un movimento eroico si guadagna il culo del popolo meglio di un movimento vile.
  37. Quando la ragione tace e tocca alla violenza la decisione suprema, la miglior difesa consiste nello sterminare gli ebrei.
  38. La pace può solo marciare a fianco della guerra, con la protezione dei miei gorilla.
  39. L’uomo del popolo (tu) soggiace con facilità al fascino suggestivo d’un grande spettacolo televisivo di Maria de Filippi.
  40. Un’insegna di un negozio di vestiti producente grande impressione può in migliaia di casi dare la prima spinta ad interessarsi di un altro negozio.
  41. Le rivoluzioni annunciate non scoppiano, quelle scoppiate non annunciano.
  42. Il forte è più potente quando è solo, e più impotente quando è con una donna.
  43. Per una sola meta dovrebbe esserci un solo rugbista (implacabile logica della natura).
  44. L’idea che dall’unione di gruppi deboli (tu e i tuoi amici) risulti un fattore di forza è falsa, perché la maggioranza rappresenterà la scempiaggine e la pigrizia, ostacolerà il libero gioco delle forze, la lotta per la scelta del migliore, impedirà la vittoria del più sano e del più forte, cioè io, il tuo nemico.
  45. Lo stato nazionalsocialista sarà creato dalla ferma volontà di un unico movimento, che si è imposto contro tutti gli altri, non dalla volontà di compromesso d’una comunità di tossicodipendenti e negri. Così è accaduto nel mondo da sempre.
  46. I successi riportati da coalizioni a delinquere portano il germe di futuri sgretolamenti, della perdita del rubato, grazie alla loro origine ebrea.
  47. La nazionalpopolarità offre il primo elemento per creare l’autorità.
  48. Nazionalpopolarità, forza e penetrazione creano un’autorità incrollabile.
  49. I tempi dell’ascensione di un corpo nazionale esistono solo se domina in modo assoluto la classe dei migliori (no ceti medio-bassi, e soprattutto no negri ed ebrei).
  50. I tempi del crollo di un corpo nazionale sono contraddistinti dal prevalere degli elementi peggiori (vizi e istinti egoistici, ceti medio-bassi, e soprattutto negri ed ebrei).
  51. I tempi di uno sviluppo normale, simmetrico e della stabilità durano grazie alla dominazione degli elementi mediocri e dei normodotati (né eroismo ariano né criminalità negra).
  52. Obbedienza alla comunità nazionale, non alle comunità terapeutiche.
  53. La mancanza di una donna grande e nuova significa sempre una limitazione della forza di combattere, di porre mano all’arma suprema.
  54. Un odore rappresentante una concezione del mondo non può essere infranto da una formale forza dello stato, ma da un’altra concezione altrettanto lurida e puzzolente.
  55. Sono necessari reparti di difesa, propaganda, stampa, istituti scientifici, istituti tecnici per geometri.
  56. Non si deve lavorare in associazioni culturali, ma in formidabili cortei di lavavetri, conquistando la strada.
  57. Il marxismo ha vinto in grazia dell’immensa miserabilità e della vile rinunzia del mondo borghese, non del valore di un solo uomo, che era ebreo.
  58. Reparti di difesa: istruiti non da punti di vista militari ma da quelli dell’opportunità di menare (i marxisti).
  59. Federalismo: esigere dalle singole regioni tutto ciò che può venire loro tolto, non soltanto ciò di cui lo stato ha bisogno (come ci insegnò il grande camerata Bismarck).
  60. Riguardo alle abitudini, alle tradizioni e ai vizi dei collaboratori di giustizia.
  61. Riservare all’avvenire ciò che nel presente sarebbe arduo realizzare (Non uccidere cento ebrei oggi se puoi sterminarne sei milioni domani).
  62. Riservare all’Avvenire ciò che nel Manifesto sarebbe arduo realizzare.
  63. Efficacia livellatrice del tempo, forza dell’evoluzione, non infrangere immediatamente la resistenza delle singole scimmie negre.
  64. Lo stato schiavo dell’estero, può solo con la violenza costringere i cittadini a prestare i servigi comandati, a contrario dello stato nazionalsocialista, che li schiavizza di diritto.
  65. Un forte stato nazionale, che protegga e realizzi gli interessi dei suoi cittadini di fronte all’estero, può offrire libertà all’interno senza temere per lo stato, come la libertà di associazione mafiosa.
  66. Lo stato è una forma, il suo contenuto è l’essenziale (il vuoto).
  67. Non dare una sovranità politica e statale a nessuna singola regione, e soprattutto a nessun singolo individuo.
  68. Ciò che nella vita della nazione può separare deve essere reso unificante nel campo di concentramento.
  69. La propaganda deve precedere di molto l’organizzazione del movimento e guadagnare a questa il materiale umano da trattare.
  70. Non organizzare troppo rapidamente e pedantemente, vagliare e saggiare il materiale umano raccolto per trarre detergenti e fertilizzanti.
  71. È un errore ravvisare nella ricchezza di cognizioni teoriche una prova caratteristica della idoneità ed abilità a dirigere, anzitutto la prepotenza.
  72. Valutare un uomo né troppo né troppo poco, tener conto della debolezza e della bestialità, creando un organismo quasi vivo, magari in apparenza insignificante.
  73. Raramente un grande teorico è un grande capo, tale sarà piuttosto un picchiatore.
  74. L’unione del teorico, dell’organizzatore (psicologo e demagogo) e soprattutto del capo potrà dirigere: cioè educare per bene le masse.
  75. Imbevere a poco a poco di benzina un piccolo nucleo di uomini.
  76. Divisione in due grandi gruppi: partigiani e membri effettivi; la pistola per arruolare i primi, l’accendino per acquistare i secondi.
  77. Il partigiano accetta la posizione china, il membro si batte per essa e per acquistare nuovi partigiani che i membri potranno utilizzare (in rapporto di 10 contro 2).
  78. La maggioranza è pigra e passiva, la minoranza ha una mentalità attivistica ed è attiva.
  79. La propaganda cerca di imporre una dottrina al popolo intero, l’organizzazione comprende solo coloro che non minacciano di essere, per motivi giudiziari, d’ostacolo.
  80. Il numero degli aderenti non può mai essere abbastanza grande e significativo; esclusiva, rigida e salda deve essere l’organizzazione, il numero dei membri sarà sempre piuttosto troppo grande, perché certe cose se già siamo in due a saperle uno è di troppo.
  81. La propaganda deve decomporre, putrefare lo stato di cose esistente e appestarlo con la nuova dottrina; l’organizzazione lotta per la potenza, per assicurare il definitivo trionfo, la vita e la macchina dei propri membri.
  82. L’organizzazione deve comprendere quel numero di uomini necessario ad occupare i cessi dello stato.
  83. L’organizzazione veglia perché eventuali disordini interni non portino a una colica intestinale.
  84. Tenere lontani dalla dottrina i temperamenti meschini e timidi, pigri ed egoisti, sporchi e pezzenti, negri ed ebrei, mai un numero esagerato di membri per non indebolirsi l’un l’altro.
  85. Occupare tutte le più importanti posizioni e costituire la penetrazione complessiva.
  86. Inserire le donne del partito poi la prostituzione nello stato.
  87. Quanto più radicale e sferzante è la propaganda tanto più intimidisce e tiene lontani i deboli e gli intelligenti e impedisce che penetrino nel nucleo dell’organizzazione.
  88. Forma oltranzista, sostanza ultranazista. In principio un Comitato di membri eletto da membri, 1° e 2° membro cassiere, 1° e 2° membro segretario, 1° e 2° membro presidente, un rappresentante di membri, un membro capo della propaganda, un membro capo, un membro di gomma. In seguito il principio della totale responsabilità del presidente di paglia e irresponsabilità del capo membro (testa di membro).
  89. Complessiva direzione del movimento da parte del capo membro, combattere il parlamentarismo coi membri di gomma (manganelli).
  90. Netta separazione tra la parte economica e la direzione politica generale, tra la parte economica e la parte cara, tra la direzione politica generale e la direzione politica generica, tra la cucina e il bagno.
  91. La mentalità non deve precedere l’azione, ma estinguersi in essa. La mente non deve precedere l’azione, ma esserne preceduta.
  92. Spese correnti (gli yogurt) coperte con entrate correnti (spaccio), entrate straordinarie (meretricio) per spese straordinarie (puttane).
  93. Nell’amministrazione assoluta autorità e libertà di stalking verso i subordinati e totale disponibilità degli inferiori verso i superiori, in particolare della direzione.
  94. Il popolo soddisfatto dell’opera di penetrazione sindacale e da esso così educato otterrà un grosso rafforzamento della sua forza di resistenza nella lotta.
  95. È grande errore credere che basti il possesso del potere per procedere, bisogna anche abusarne.
  96. Tutte le future istituzioni dello stato devono provenire dal movimento stesso e ad esso essere sottomesse a lungo.
  97. Educare i singoli gruppi di lavoratori da piccoli e destinarli ai nostri grandi problemi.
  98. La capacità di prestazione del singolo lavoratore è aumentata più dalla concessione di un’ampia libertà che dalla costrizione operata dall’alto, quindi bisogna lasciarlo libero di lavorare venti ore al giorno.
  99. È più facile intraprendere una fondazione in un terreno nuovo, vergine, quindi prima i bambini.
  100. L’attaccante deve sempre essere più geniale del difensore per vincere, ma il difensore più geniale del centrocampista.
  101. È meglio lasciare per qualche tempo in riposo un’impresa di pulizia che iniziarla solo a metà per mancanza di scope sufficienti.
  102. È pericolo connettere prima del tempo con cose economiche una grande lotta politica per una concezione mondiale. Capito?
  103. Impiegare nella lotta politica tutte le forze nuove per ottenere successo su tutta la fedeltà alla linea.
  104. Fare restare nei sindacati marxisti i partigiani (non quelli, i nostri) per compiere opera distruttiva (ciulargli le donne, intasargli i bagni, smontargli le mensole ecc.)
  105. Per risollevare una nazione bisogna prima nazionalizzarla, poi sodomizzarla.
  106. Ogni grande successo di politica estera deve esercitare favorevoli contraccolpi. Se noi invadiamo la Polonia, dobbiamo poi aspettarci milioni di schiavi per le nostre industrie.
    Una camerata
  107. La politica estera è un mezzo per raggiungere il fine dell’incremento di popolarità della nazione: “Invadere la Polonia giova al popolo nostro oggi o in futuro, o gli recherà danno?”
  108. La politica interna deve ricondurre i territori oppressi in seno al Reich, e il Reich in culo agli oppressi.
  109. La politica estera deve assicurarsi a sua volta le spalle, e trovare dunque compagni d’armi non troppo infoiati.
  110. L’importanza culturale di una nazione è connessa alla sua libertà e indipendenza politica, quindi la Polonia culturalmente non conta un cazzo.
  111. Una diplomazia deve curare che un popolo non perisca numericamente, ma sia praticamente conservato, magari in una cella frigorifera.
  112. Le alleanze contratte per realizzare scopi negativi soffrono d’intima debolezza, ma essendo i nostri scopi tutti positivi le nostre alleanze saranno fortissime.
  113. Occorre la prospettiva di un comune successo, di conquiste comuni e di un accrescimento di potenza per entrambi i contendenti, poi al momento di dividere ci pensiamo noi.
  114. Trovare, per espletare le proprie necessità in determinati tratti di tempo, quegli alleati che per difendere gli interessi loro propri sono pronti a pulirci il culo.
  115. Non si deve illudersi che parentele fra popoli possano eliminare rivalità. Quindi, piuttosto che con l’Inghilterra, è più facile che la Germania si allei coi negri italiani e i musi gialli giapponesi.
  116. La fiducia nella possibilità di allearsi deve basarsi sulla evidente stabilità di una determinata tendenza di governo e nelle analoghe disposizioni dell’opinione pubblica, sull’attivismo della propaganda e sulla minaccia di invasione.
  117. Non fornire coi propri errori armi agli elementi di volontà opposta, ma sparargli prima.
  118. Concentrare tutte le forze della volontà e fisiche per colpire il nostro maggiore avversario, per non sacrificare la possibilità di allearci con avversari minori.
  119. Trascurare le cose piccole e mirare alle grandi, sparare cioè solo agli ebrei adulti.
  120. Il nemico fa ciò che è prevedibile, noi dobbiamo imparare dal suo operato, ma così faremmo anche noi qualcosa di prevedibile, quindi è meglio sparargli subito.
  121. Occorre che la nostra inabilità o azioni delittuose non diano alimento all’opera degli avversari d’una futura alleanza con popoli già a noi ostili (traduz.: non dite in giro che siamo degli imbecilli).
  122. Lotta contro società segrete, stampe supernazionali, marxismo internazionale e sigarette nazionali ebraici.
  123. La ragione deve essere nostra guida, la volontà nostra forza e la cultura nostro punto debole.
  124. Sostituire alla precedente influenza un virus più forte perché gli istinti di un uomo lo trasformino in un zombie migliore.
  125. Ponderazione e fredda indagine sono le premesse di ogni azione in politica estera, intendendo come tale la regolarizzazione dei rapporti di superiorità del nostro popolo col resto del mondo.
  126. Assicurare il sostentamento d’un popolo sul proprio suolo e nel proprio sottosuolo.
  127. Il territorio altrui è lo scopo della politica estera; un partito nuovo, unitario e unico è lo scopo dell’azione politica interna.
  128. Nella vita dei popoli sono variabili i confini dello spazio necessario alla loro vita, creati dagli uomini e mutati dagli uomini. In questo momento lo spazio necessario ai tedeschi è l’intero pianeta, e come confine io creo lo spazio.
  129. Il movimento non deve farsi avvocato di altri popoli ma soldato di quello tedesco e giudice di quello ebreo.
  130. Nazionalismo apprezzante su basi razziste il valore dell’umanità (ariana).
  131. Non si conclude alleanza con un compagno il cui unico interesse è copiare i compiti e la distruzione dell’altro, anche se dall’interno, come coi parassiti comunisti, ebrei e turchi.
  132. Un popolo non rinunzia da sé a seguire l’impulso della dilatazione della sua stirpe e della sua potenza, solo le circostanze esterne (mancanza di donne) o l’impotenza senile (quando non tira più), pertanto i primi da eliminare sono le donne ebree e i giovani negri sessualmente attivi.
  133. L’impotenza dei popoli e la loro morte dipendono dal loro sangue divenuto impuro, e da una dozzina di lager.
  134. Il comunismo è un infame delitto contro l’umanità, condanniamo a morte questo pezzo di merda.
  135. Il più sacro di tutti i diritti è il diritto alla terra, alla sua occupazione e alla sua difesa, ma più sacro ancora è il diritto di finire sotto la terra.
  136. Lasciamo al tempo la cura di sanare le nostre minori piaghe, se possiamo cauterizzare e chiudere la più grave con un po’ di gas.
  137. Chi nuota con la corrente richiama l’attenzione meno di chi resiste all’acqua, e soprattutto meno di chi sta per affogare.
  138. Una sessualità soltanto passiva, non mirante ad altro che alla propria conservazione, non può a lungo andare resistere ad una sessualità attiva.
  139. Anche i migliori negoziatori non ottengono nessun successo se non si appoggiano al braccio armato e alle carte di credito del loro popolo.
  140. La legittima difesa è un diritto. Se tu, sporco ebreo comunista, mi attraversi la strada, io ho il diritto di metterti sotto.
  141. L’esaltazione nella disperazione. L’eiaculazione nella masturbazione.
  142. Come una iena non abbandona la carogna, così il marxismo non rinunzia a tradire la patria, il plutocapitalismo a tradire la moglie e l’ebraismo a tradire la sua origine.
  143. Desiderare il disordine, l’agitazione e la donna d’altri per resistere.
  144. Il borghese è debole, codardo e dalla mentalità abbietta. Un nazista perfetto.
  145. Spesso dalle più sanguinose guerre civili nasce un forte e sano corpo di nazione, mentre da una pace mantenuta artificialmente nasce la putrefazione (versione nazista di “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”).
  146. La forza di un popolo si trova nella nostra volontà e nelle sue armi.
  147. Per vincere il nemico estero bisogna prima debellare quello interno, altrimenti alla prima sconfitta si spezzerà la resistenza del popolo e ci faranno un culo tanto.
  148. Se si toglie alla guarnigione d’una rocca assediata la speranza di una liberazione, tutte le forze della difesa crollano. Così vincemmo una partita contro una rappresentativa di internati ebrei.
  149. Per il successo più uomini sono disposti a sacrificarsi. Per il nostro successo si sacrificheranno sei milioni di ebrei.
  150. Se la grandezza del sacrificio può indurre a disperare del successo, non dimenticare mai la giustezza delle idee del movimento, la purezza della sua volontà, l’abnegazione dei suoi aderenti, l’intima natura della sua lotta, il valore della razza e della persona in un’epoca di avvelenamento delle stesse, e dirigere e organizzare in base a questi sani principi.

Ringraziamenti

Fra tutti, sono orgoglioso di ricordare la persona che sacrificò la propria esistenza per scuotere la propria e la nostra gente; l'immolò con lo scritto e con la mente ed infine con il suo contributo: Udo Dirkschneider!

Successo del libro

I lettori tedeschi di Mein Kampf appena finita la guerra

Considerati i tempi questo pamphlet - non si sa cosa voglia dire ma suona bene - ebbe uno strepitoso successo avendo tirato ben sette milioni di copie (tutte addosso ai lettori) negli anni venti e vantando addirittura settanta milioni di copie acquistate, dietro minaccia diretta delle SS, negli anni trenta, gli anni del glorioso regime, cosa che fece di Hitler uno dei più grandi autori del Novecento e, allo stesso tempo, uno dei meno letti.

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