Luigi Cadorna

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« Il nostro miglior generale! »
(Austro-Ungarici su Luigi Cadorna)
« ATTACCARE FRONTALMENTE! »
(Luigi Cadorna, sempre)
« La colpa è di tutti tranne che mia! »
(Luigi Cadorna, dopo ogni battaglia persa)
« Tutta colpa della propaganda comunista »
(Luigi Cadorna giustificandosi dopo la perdita di metà dell'esercito italiano)

Luigi Cadorna (Un paesino che viola le Linee Guida, 1850 - Da qualche parte, X) fu un generale, un politico, ma soprattutto un attore comico. Italiano, purtroppo.

Infanzia

Il piccolo Luigi che gioca con i suoi soldatini[citazione necessaria]

Luigi Cadorna nacque da madre ignota e padre veterano di guerra. Cadorna senior, infatti, partecipò come ufficiale alla decisiva partita a scopone scientifico di S.Martino, scontro saliente della Seconda guerra d'indipendenza da alcol e droga. L'abilità strategica e militare di Cadorna senior ebbe un grande impatto sulla partita, infatti grazie alle sue grandi doti gestionali e tattiche, pescò l'asso di denari, che assicurò un punto decisivo all'Italia. Ma il figlio avrebbe superato anche il padre.

Da subito si notarono le qualità di costanza e determinazione del piccolo Luigi, il quale veniva sovente trovato a sbattere camminando contro i muri, un po' come quei cagnolini robot: passo, passo, muro; passo, passo, muro; passo, passo, muro; e così via con poche variazioni.

Il piccolo Cadorna dimostrò grande predisposizione per la carriera militare, infatti era un pusillanime buono a nulla e anche un po' lardoso. Per incoraggiare questa vocazione i suoi genitori gli regalarono dei soldatini giocattolo. Il piccolo li divise subito in due eserciti, Austria e Italia. Riuscì a far perdere entrambe le fazioni.

Quando entrò nella pubertà fece grandi progressi, infatti ottenne che perdesse solo l'Italia, mentre l'Austria portò a casa il pari. Per vedere anche vincere l'Austria bisognerà aspettare l'età adulta.

Accademia militare e prime esperienze sul campo

Quando fu abbastanza grande, fu spedito all'Accademia militare, di dove non ha importanza, tanto c'era l'Italia unita. In ogni caso il puberale Cadorna trovò un ambiente molto diverso da come lo aveva descritto il veterano suo padre. La rivoluzione morale del 1848 era giunta anche nelle scuole più conservatrici. Lo Scopone scientifico e la Briscola non erano più i giusti passatempi dei giovani. Oramai c'erano le confraternite di Risiko.

Cadorna entrò nella Alfa Beta Gamma Delta Epsilon Zeta Eta Theta Iota Kappa House. Qui si faceva tutto ciò che si fa in una confraternita, tralasciando le fighe, l'alcol e il divertimento in generale. Probabilmente quindi gli adepti passavano il tempo a girarsi i pollici o a contare le mattonelle del controsoffitto.

Il Risiko prese subito Luigi Cadorna, più dei soldatini e delle pippe che questi cominciava a farsi regolarmente. Famosa è una sfida con la confraternita degli Skulls and Bones, nella quale il futuro generale si accanì contro il Kamchakta e la Jacuzia, noncurante del fatto che nessuna delle due regioni fosse ancora stata esplorata, perdendo tutti i carrarmati, noncurante del fatto che non fossero stati ancora inventati.

Celeberrima è la frase che a quel punto il Cadorna nazionale pronunciò:

« Cazzo, rosiko! »

Gli studi filarono piuttosto lisci, grazie al duro lavoro di Cadorna padre, che con generose donazioni alla scuola risparmiò al figlio l'onere dello studio[1].

Così l'esimio professore Gianluigi Manganelli, all'epoca docente d'Ingegneria Gestionale[2]:

« Era un ragazzo diligente, bravo, di intelligenza brillante, di animo nobile, con un certo acume, grande fiuto, persino simpatico a volte, molto costante, generoso coi compagni, di gran cuore, molto devoto, con un certo fascino e alla mano, a volte dimostrava un vivo spirito critico e un'immensa cultura. »

Lo stesso prof, cinque minuti dopo:

« Ah, ma si parlava di Cadorna? Che cazzo! Quello era un idiota, con una faccia da cazzo che metà sarebbe bastata! »

Nonostante tutto, compreso se stesso, Luigi Cadorna si diplomò e ricevette la nomina a sottotenente aggiunto.

Seguì il padre quando nel 1870 Vatikan City fu conquistata. Partecipò attivamente alle azioni militari porgendo al padre bevande calde e lustrando gli zoccoli del suo cavallo prima dell'entrata trionfale in Roma.

Con qualche magheggio ottenne due o tre promozioni e un reggimento tutto suo che venne dislocato nel centro dell'azione: l'Appennino Tosco-emiliano. Poi, quando i piani alti si accorsero che forse i pastori romagnoli non stavano pianificando una rivolta, fu trasferito al seguito dello Stato maggiore del generale Cadorna senior. Questi però non poteva soffrire la compagnia dell'insopportabile figlio, il quale era noioso e stupido. Non si dovette aspettare quindi molto prima che il giovane Luigi fosse spedito a leccare il culo a qualcun'altro.

Carriera militare

Cadorna e la sua "X regiment orchestra" presentano: Per un paio di centimetri in più!

Per qualche anno Luigi continuò a vagare per l'Italia in cerca di qualche generale che riuscisse a sopportare il suo odore muschiato e i suoi mustacchi astronomici. Sfortunatamente nessuno fu in grado di sostenere un simile sforzo. Il Cadorna venne quindi promosso al comando del X reggimento, ovvero quello degli scarti che non sapevano nemmeno allacciarsi le scarpe.

Fu dislocato ad Ancona dove non c'era nulla da fare, se non respingere qualche saltuario gommone di clandestini, e per quello bastavano i carabinieri[3].

Per passare il tempo, Cadorna reinventò se stesso e il suo reggimento come compagnia di cabaret, metodo che avrà modo di riutilizzare in futuro.

Ottennero il primo ingaggio con un musical dai toni fortemente libertini: Per un paio di centimetri in più, la storia di una ragazza che, salendo a cavallo, aveva scoperto un calcagno facendo innamorare perdutamente tutti gli allupati del Far west. Ma i tempi non erano maturi per oscenità di quella portata e il pubblico inorridì alla vista dell'astragalo peloso del caporale Cuccureddu, che interpretava la ragazza. Per pararsi il culo, Cadorna abiurò, prendendo posizioni fortemente conservatrici, la rappresentazione successiva infatti si intitolò: Giacca piena di metallo, dove le donne andavano in giro con certe armature puritane, che nemmeno in Vaticano le suore.

La carriera militare di Luigi Cadorna non era però destinata a fermarsi sui palchi di qualche teatruccio volgarotto, ma doveva proseguire come esempio di meritocrazia[citazione necessaria]. Fattostà che però gli anni passavano e Cadorna si vide superato nella lista d'attesa per diventare generale dai più incredibili incompetenti, tra cui Bob Dylan, Caligola e un certo Umberto Pollo, per la nomina del quale rosikò perfino col presidentissimo Giovanni Giolitti.

Inoltre non gli furono affidati ruoli nelle gloriose e semplici[citazione necessaria] spedizioni in Libia; sicché il nostro buon Luigi si ritrovò a 61 anni suonati senza aver mai combattuto. Non solo, non conosceva nemmeno l'esistenza dell'artiglieria, dei gas letali e delle trincee poiché i maggiori pericoli erano corsi dai suoi uomini per salvare gatti impelagatisi su qualche ramo e/o per ricondurre Vittorio Sgarbi a più miti consigli.

Fu a questo punto che la carriera del comandante prese una piega fortunata[4].

Lo stesso gen.Pollo che gli aveva scippato il posto pochi anni prima morì nel 1914 per indigestione di calamari fritti, mentre partecipava a un'onesta cena riconciliatrice con lo stesso Cadorna, nella casa di quest'ultimo. Così un cronista dell'epoca[5]:

Lo sguardo penetrante di Luigi Cadorna
« La morte del generale Pollo non poteva avvenire in un momento peggiore, quale ironia. Il compianto ufficiale stava desinando con il suo più acerrimo nemico, il comandante Cadorna, il quale gli aveva appena teso il ramoscello d'Ulivo. In segno di gran devozione inoltre, Cadorna aveva versato un esaltatore di sapidità, come egli stesso, visibilmente imbarazzato alla domanda, ebbe a definirlo, nei calamari fritti del suo superiore. Con che cura, poi, aveva riposto il contenitore di quel sublimatore di sapori, quasi per curarsi che nessuno conoscesse questa debolezza, questa sensibilità, che modestia! Che uomo è quel Cadorna! Subito dopo la morte del suo amico ritrovato si è ritirato nelle sue stanze a consumare il suo dolore in solitudine. Quali lamenti provenivano dai piani superiori quando arrivammo sul posto! Come un monarca solitario che compianga la sanguinosa repressione di una qualche rivolta popolare, così Cadorna si straziava! »

Dopo il giusto lutto per l'infelice e infausta fine del generale Pollo, iniziarono i colloqui per sostituirlo. A causa di una spiacevolissima epidemia di dissenteria che colpì tutti i papabili eccetto lo stesso Cadorna, i colloqui durarono poco. Lo sguardo penetrante e l'affabile competenza del comandante convinsero i capi dello Stato maggiore che egli era l'uomo giusto per la carica. Luigi Cadorna fu quindi nominato generale dell'Esercito italiano il primo luglio 1914, con grandi rosikate da parte di quello stesso Giolitti che tanto si era opposto alla sua nomina[6].

Il giorno dopo l'Austria dichiarò guerra alla Serbia, di fatto scatenando la Prima guerra mondiale. Alcuni storici hanno collegato le due cose, affermando che l'Austria avesse aspettato la nomina di un incompetente quale generale, per poter aver la vittoria assicurata contro l'Italia, ma i fatti smentirono questa teoria.[citazione necessaria]

Convinzioni strategiche

Un attacco frontale sapientemente ordito da Cadorna. Notare la valigetta contundente, parte della dotazione di ogni soldato italiano.

Occorre ora trattare le convinzioni tecnico-tattiche del neo-generale Cadorna, per comprendere meglio le sue azioni durante la guerra. Egli era un fermo sostenitore del temporeggiamento e dello sfiancamento dei nemici, infatti nella sua imprevedibilità spaziava tra attacchi frontali, attacchi ad oltranza e attacchi non-importa-quel-che-fate-basta-che-correte-dritti. Era inoltre convinto dell'inutilità dell'artiglieria, poiché i cannoni non potevano correre in avanti e attaccare frontalmente.

Cadorna inoltre non teneva in nessun conto i rifornimenti, le trincee, le munizioni e la retroguardia. Così scriveva in una lettera al collega gen.Trombetta:

« Perché gli uomini rendano in battaglia devono aver come obbiettivo qualcosa di più alto dello stato in cui sono. Devono sapere che se vinceranno potranno stare meglio. Ora, poiché il livello di utilità di una vittoria militare di questi tempi è nullo, le condizioni dei soldati devono trovarsi persino al di sotto del livello della stessa vittoria. Come può essere possibile ciò? E qui mi degno di dire di aver avuto un'intuizione geniale: nessun rifornimento, nessun rinforzo, nessun riposo e nessuna munizione di scorta. Così sì il morale dei miei soldati sarà in alto! Per quanto riguarda le trincee, si sta stretti e scomodi, preferisco di gran lunga l'aria pura di un bell'accampamento allo scoperto, dal quale inoltre è più semplice osservare il paesaggio e le bellezze della natura alpina. »
Uno dei rivoluzionari metodi offensivi di Cadorna

Più avanti nella stessa lettera, un passo sulla retroguardia:

« Non ho bisogno di guardie per il mio culo! Quelli sessualmente deviati li abbiamo mandati in ricognizione qualche mese fa verso il nemico, a giorni li aspettiamo di ritorno, ma anche no. »

Inoltre, a mo' di saluto:

« ATTACCHIAMO FRONTALMENTE SUO, gen.Luigi Cadorna. »

Quando il generale Trombetta lesse la missiva a lui indirizzata, informò il comando affinché sopprimesse Luigi Cadorna, ma ormai era troppo tardi. E inoltre Cadorna doveva 150 lire al Capo di Stato Maggiore Sgarbozza, e chi gliele ridava, se lo si accoppava?

La Guerra

« BOOM! »
(Rumore)
« Poffare, dev'essere scoppiata una guerra! »
(Luigi Cadorna)
Lo scoppio della Prima guerra mondiale.

In verità il generale si era solo seduto sopra un palloncino, rimasuglio della festa per la sua nomina, la sera precedente a quest'episodio. Mentre gli Austriaci inviavano, quello stesso giorno, ultimatum a destra e a manca, Cadorna stava cercando di carpire i misteri nascosti in un compasso.

« Mmm »
(Luigi Cadorna)
« BOOM »
(Rumore)
« Per mille attacchi frontali! Devo essermi seduto su un altro palloncino »
(Luigi Cadorna)

In verità era scoppiata la guerra, la Prima guerra mondiale. Per un po' l'Italia rimase neutrale, divisa nel dibattito tra interventisti, anti-interventisti, interisti, quelli-che-sì-sono-contro-la-guerra-ma-che-stavolta-farebbero-anche-uno-strappo-alla-regola, nichilisti e interventisti-ma-non-troppo. Cadorna si schierò pro-guerra e in Parlamento tenne un discorso conciso, diretto, convincente e carismatico a favore degli anti-interventisti. Quando gli fecero notare che forse[citazione necessaria] si era un attimo confuso, non sapendo come fare per uscire da quella situazione incresciosa, si calò le brache. Il Parlamento non capì quella mossa, così per non rischiare una crisi di pazzia lo assecondarono e dichiarono guerra all'Australia; poi si accorsero dell'errore e dichiarono guerra all'Austria[7].

Immediatamente Cadorna fu mandato con tre armate, un plotone di animali combattenti, due divisioni ninja e tre mitragliatrici e mezzo ad attaccare l'Impero austriaco sull'Isonzo, vero punto nevralgico del conflitto.

« Oh Dio! Dovevo essere fatto! »
(Il Capo di Stato Maggiore Frullantini su questa scelta.)

Poiché nessun soldato era tanto stupido da seguire Cadorna in guerra, gli ufficiali misero in giro la voce che il generale aveva deciso di riprendere l'attività di cabarettista. Di fronte alla prospettiva di comparire su Chi?, Cioè e sulla pagina dei necrologi sulle copertine di un sacco di rivistucole di gossip pochi poterono resistere.

Alcuni reggimenti in marcia

Iniziò così l'avanzata verso l'Isonzo, l'allegra combriccola passava il tempo cogliendo margheritine e cantando canzoni popolari. Vi era chi si allenava nel solfeggio e chi osservava la natura. L'umore era alto e tutti erano felici. Poi arrivarono all'Isonzo.

Quando, dall'altra parte del fiume, videro gli Austriaci con i fucili puntati, tutti pensarono fosse ora di pranzo. Cenarono nell'Ade. Gli Austriaci aprirono il fuoco senza pietà, poi quando si accorsero che bastava sparacchiare a caso e gli Italiani per contro si guardavano intorno attoniti cercando di eseguire coreografie e balli di gruppo, si misero a giocare a carte e quel giorno non si combatté più. Cadorna fu distrutto da questa sconfitta ma, da gran esperto militare qual era, attribuì la strage ad alcuni errori nell'esecuzione del secondo atto dello spettacolo preparato, che avevano scatenato la disapprovazione del pubblico.

Questa fu solo la prima delle 12 battaglie dell'Isonzo, da notare che la qualità delle rappresentazioni aumentò man mano, solo che alla fine non c'erano più uomini per metterle in scena. Cadorna arrivò addirittura a inserire un numero con fisarmoniche e costumi tirolesi per far piacere agli Austro-Ungarici, ma la maggior parte di loro proveniva dall'Ungheria, mentre gli altri erano impegnati a infilarsi scoiattoli nei pantaloni. Una notte infine, gli Italiani approfittarono della pioppa[8] del nemico per svignarsela fino a giungere a Caporetto. Poi la popolazione di Caporetto scappò via urlando vedendo il generale Cadorna e gli Austriaci se ne accorsero. Si doveva arrivare al momento decisivo di tutta la guerra.

La battaglia di Caporetto

Alcuni soldati cercano di vincere l'ansia da palcoscenico.

Con questi avvenimenti si era giunti allo scontro fatidico, quella che doveva essere denominata Battaglia di Caporetto. Per vincere, secondo Cadorna, era necessario fare un grande show, il migliore mai visto. Per questo furono inviati a lui alcuni reparti speciali, addestrati ed esperti per inscenare uno spettacolo dei migliori mai visti. Ce n'era anche uno sulla sedia a rotelle, tanto per commuovere un po' gli Austriaci.

La tensione era palpabile, l'aria elettrica, si respirava l'odore del sangue, i cosi uscivano dalle fottute pareti, le banane erano un'ottima fonte di potassio, non c'erano più le mezze stagioni e l'America non si sarebbe mai appassionata al calcio.

I reggimenti speciali inviati a Luigi Cadorna per la battaglia.

Lo spettacolo iniziò con un rapido scambio di battute veramente esplosive e a raffica. Poi si passò all'azione vera e propria con balletti rapidi accompagnati da una musica forte e martellante, che tuoneggiava terribile sull'intera area. Poi con abili giochi di luci si creò un panorama rosso e giallo e arancione in cui i reggimenti speciali diedero il meglio di sè, eseguendo balletti penosi e canzoni puerili cantate male e fuori tempo. Tutto ciò avrebbe dovuto scatenare una violenta compassione nei duri cuori degli Austro-Ungarici.

Invece quei bastardi vennero ancor più incattiviti da tutto ciò poiché non si vedeva nemmeno una bella tetta, si distinsero chiaramente urla del tipo:

« TETTEN! NOI FOLERE TETTEN! »
« YA! TETTEN MASCHIEN! PELOSEN UND SUDATEN! »

[9]

Cadorna restò completamente disorientato da questo comportamento che non aveva previsto, quindi mandò d'urgenza sul palco il caporale Cuccureddu, per soddisfare la voglia di peli sudati del nemico. I fischi si alzarono inesorabili dal compatto esercito austriaco che prese a urlare disgustato. Si levò poi una voce:

« YA! TU PUTTANELLEN! FENIRE QUI! TU BALLARE KON ME! »

Ai pochi secondi di sbigottimento generale, seguirono scoppi d'ira tra gli Austro-Ungarici e quello che aveva urlato fu denudato e massacrato a schicchere d'asciugamano. Dopo quest'episodio riprese lo spettacolo con un monologo del tenente Raspeghini sui parcometri automatici. Per il nemico la misura era colma. Cominciarono a piovvere insulti, uova e pomodori marci, che colorarono la terra di rosso. Pensando che quel rosso fosse sangue, metà degli italiani scapparono via terrorizzati. Poi partirono i fischi.

« Fischiateci pure, vedremo cosa ne penseranno a Broadway »

Così risposero i più orgogliosi, prima di accorgersi delle granate che stavano per cader loro in testa.

A quel punto il maggiore Draghisucci, attendente e lustrascarpe dello stesso generale Cadorna ebbe una brillante idea: sparare sui nemici!

Cadorna fu subito entusiasta e diede l'ordine di aprire il fuoco. L'ordine si propagò rapidissimamente e in poco tempo tutti i fornelli a gas in dotazione furono accesi. Qualcuno buttò dentro la pasta.

« Fuoco a volontà! »
(Luigi Cadorna, poco dopo.)

Subito un reggimento si diresse compatto verso il plotone austriaco per chiedere se volessero del fuoco. Quelli si guardarono per un po' e poi scoppiarono a ridere, tanto da spanciarsi. Dopo essersi ripuliti delle budella dei nemici morti dal ridere, gli italiani iniziarono un coro di "Popopopopopopo". Presi dall'entusiasmo si lanciarono all'assalto lanciando contro il nemico scarpe, scoreggie infuocate, gatti e bombe puzzolenti. Qualche temerario cominciò a rivolgere antani, come trazione, per due, manco fosse la supercazzola bitumata, ha lo scappellamento a destra, mentre altri presero a illustrare i vantaggi di una multiproprietà.

Quando poi ci si accorse che ormai erano stati quasi tutti ammazzati Cadorna approntò una mossa risolutiva e geniale:

Nemmeno sua madre l'avrebbe riconosciuto.
« Si attacchi frontalmente! Si attacchi all'arma bianca! »

Fu chiamato il soldato scelto Prensichetti, che da giovane faceva l'imbianchino, per dipingere in fretta tutte le armi di bianco. Non ce la fece, fu travolto dalla carica austriaca. I nemici piombarono sulle ultime disperse fila italiane a cavallo di mucche corazzate e non ci fu più nulla da fare. Cadorna provò addirittura a calarsi le brache, ma nemmeno quello funzionò.

Il generale si salvò grazie a un abile travestimento. Tornato a Roma, venne sollevato dall'incarico per manifesta incapacità motivi politico-lobbistici. L'Italia intera gioì come se fosse finita la guerra si indignò per questa scelta, ma che ce vuoi fà?

Cadorna nel fascismo

Per qualche anno Cadorna fu sottoposto all'ignominia pubblica e se ne stette in disparte a rosicare perché senza di lui si era vinta la guerra. Quando poi il Supremo DVCE prese il potere, venne completamente riabilitato. Alcuni storici[10] sostengono che questa con questa mossa, Mussolini volesse dotarsi di un esperto in campo militare. Probabilmente invece voleva circondarsi di idioti per sembrare più intelligente. Fattostà che Cadorna ricoprì ruoli sempre più importanti, fino a diventare Ministro dell'Attacco Frontale. Fu messo in uno studio, dove continuò a dare testate al muro, fino a che questo non lo uccise.

Si suppone che Mussolini si fosse consultato con lui prima di intraprendere la Seconda guerra mondiale e che il generale gli avesse suggerito di commuovere il nemico con la pochezza e inadeguatezza degli equipaggiamenti militari: scelta che si rivelò azzeccatissima.[citazione necessaria]

A lui sono dedicate alcune barchette di carta e un redirect inutile di Kiwipedia.

Curiosità

  • Il cognome Cadorna è stato scelto dai suoi genitori[11] in onore della celebre fermata della metropolitana Milanese.
  • Sembrerà forse assurdo, ma Cadorna era astemio.
  • Cadorna ha conosciuto anche una breve carriera da allenatore di calcio: è stato lui, infatti, a creare il modulo 0-0-11. Tuttavia, ha mollato la panchina dopo che gli hanno detto che almeno uno in porta lo avrebbe dovuto schierare.
  • È uno dei co-fondatori dell'Inter.

Note

  1. ^ per preservare le sue qualità intellettive per il futuro
  2. ^ o qualcosa del genere, è superfluo dire che a nessuno importa
  3. ^ Allora sì che i clandestini erano stupidi!
  4. ^ E solo così poteva essere, poiché, morto Cadorna padre, le raccomandazioni erano finite.
  5. ^ Alfonso Strabazzi per L'eco dell'Oca
  6. ^ Si presume per allergia ai mustacchi del Cadorna, dotati di orbita propria.
  7. ^ Per la cronaca, Cadorna aveva intenzione, già che c'era, di attaccare anche l'Australia. Per fortuna non aveva idea di dove si trovasse.
  8. ^ leggesi:ubriachezza
  9. ^ Come si constaterà erano tutti affetti dalla Sindrome di Caps Lock
  10. ^ Lorenzo Gravvianelli, I Luigi nella storia, dal Re Sole a Super Mario, DelPrada edizioni
  11. ^ Sì, a quel tempo i genitori decidevano il nome e non il cognome