Indie

Versione del 10 apr 2011 alle 19:50 di NerdEXE (rosica | curriculum) (Eliminata la lista (pallosa e inutile) e qualcos'altro, nonché aggiunta una sezione ancora incompleta sulla musica. Credo che la prima parte richieda ancora una sistematina.)


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Disambiguazione – Ritenta, sarai più fortunato. Se ti aspettavi L'India, vedi India.
Questo non è un indie rocker.
« L'indie non è una moda. Indie vuol dire indipendente, individuale... ora scusa, ma devo cancellare dall'iPod tutto ciò che negli ultimi 7 giorni è diventato mainstream. »
« Mah respirare ormai è mainstream... »
(Un indie 90 secondi prima della sua morte)
« Ah ma non è quella musica con tutte quelle melodie indiane e robe simili? »
(Un poveraccio che non sa che fra pochi istanti non meno di 25 indieboys infoiati gli faranno un'interminabile supercazzola sull'indie.)

Origine

 
Questo sì purtroppo.

Il movimento indie nacque quando l'immigrato Apu Nahasapeemapetilon[1] decise di mettere su una band con alcuni amici; presero così il nome di Culto di Ganesha. Ovviamente i mezzi economici erano decisamente scarsi, e dovettero quindi procurarsi strumenti di seconda mano, microfoni anni '30 e amplificatori che andavano in feedback al minimo battito di ciglia di uno qualunque dei componenti della band. Il look della band constava di camice di flanella tipo camionista, pantaloni attillatissimi perché erano 16 anni che non trovavano i soldi per comprarsene di nuovi, e coloro che soffrivano di difetti di vista portavano gli occhiali dei loro nonni; nascondevano inoltre il pessimo lavoro fatto dai loro parrucchieri con dei cappelli comprati al mercatino cinese.
La band fu notata da dei discografici che gestivano una piccola etichetta indipendente.[2] Tali individui altro non erano che degli intellettuali snob che praticavano il culto di Scaruffology, secondo il quale dietro una band dal sound cacofonico e incomprensibile c'è un incommensurabile valore artistico. Non vedevano quindi l'ora di mettere sotto contratto tale band, evidentemente parte della scena underground.[3] Il demo da loro poco dopo pubblicato suscitò grande ammirazione da parte degli intellettualoidi locali, che iniziarono a seguire entusiasticamente questo talentuoso ed emergente gruppo. Il loro seguito aumentò al punto che il primo disco vero e proprio vendette la bellezza di 500 copie. I fan della prima ora non vedettero bene questo successo[4], e gridarono immediatamente al tradimento, accusando i musicisti di essersi venduti. Ma poco importa: pian piano sorsero altre band che ricalcavano l'originalissimo sound dei Culto di Ganesha ed ebbero una storia molto simile alla loro: fu così che il movimento indie si diffuse a macchia d'olio in tutto il mondo, e che nessuno ha ancora capito se indie sta per indipendente o indiano.


L'evoluzione

Dopo essere stata per millemila anni la musica degli indigeni, l'indie cominciò a cambiare stile introducendo nuove sonorità cominciando così a essere ascoltata da tutta la popolazione mondiale. Gli inglesi che non erano affatto degli sprovveduti pensarono bene di prendersi tutto il merito e cominciarono a diffondere in giro la voce che l'indie l'avevano scoperto loro, e tutti i bimbominkia inglesi cominciarono a fondare gruppi per rinforzare la tesi; fu così che nacquero decine di band scarse con transgender con i capelli a scopino del cesso come leader...ah no scusate quelli erano altri. Caratteristica principale della musica indie è che appena essa si diffonde tramite i tradizionali mezzi cessa di essere indie e diventa commerciale (Sellout) cosa che fa arricciare il naso a tutti gli ascoltatori dell'indie. Ed è per questo motivo che una vera indie-band è conosciuta al massimo da dieci persone, superato questo limite la band diventa la musica delle masse (mainstream).

Musical-indie-tà

La caratteristica invece più odiosa della comunità indie è quella di annunciare istericamente almeno 3 volte all'anno "Il Miglior disco della storia del Rock" oppure "La band che cambierà la storia della musica" facendo riferimento al disco di esordio di un gruppo totalmente sconosciuto di bimbiminkia che naturalmente produrranno un disco di cui ci si dimenticherà 2 settimane dopo l'uscita. Diciamo che un buon 80% delle indie-band è indicata all'esordio come la "next big thing", e che visto l'andazzo ogni band a cui viene attribuita questa espressione sa già che avrà vita breve.

La conoscenza musicale media di un indie spazia dall'indie pop all'indie thrash metal passando per l'indie alternative rock e l'indie elettronica. Da ciò si evince anche che la parola indie non significa un emerito cazzo e che nel genere indie vengono ammassati gruppi senza un minimo filo conduttore, basta che sembrino indipendenti. In genere, se parli con un indie, egli ti citerà sicuramente gruppi tipo gli White Lies o i Joy Division, che sicuramente erano i migliori nei loro primi 3 album (anche se ne hanno fatti a malapena 2), oppure i Sonic Youth oppure ancora quel gruppetto sconosciuto di cui non sai il nome ma che si veste male come te quindi è OK.


La disputa Muse - Radiohead

Come noto a tutti gli hipster del quarticciolo, nel corso degli anni si sono delineate due fazioni ben precise nel mondo degli ascoltatori indie: quella pro-Muse e quella pro-Radiohead. Il vero indie obbligatoriamente dice sempre che una delle due band è sottovalutata e l'altra è commerciale mainstream venduta alle major, e che l'una abbia copiato dall'altra. Obbligatoriamente. Infatti ambedue sono gruppi talmente poco commerciali che l'una compose l'OST di Twilight (notissimo film non commerciale) e l'altra collaborò per quasi tutta la sua carriera con la celebre etichetta di nicchia EMI, ovviamente totalmente esclusa dalla scena mainstream; due simboli dell'indipendenza dalla commercializzazione moderna, ovviamente.
Ma come si distinguono gli appartenenti ad una fazione rispetto ad un altra? Ecco qui di seguito due esempi di argomentazioni della propria posizione:

« Io amo i Muse. Li ho seguiti sin dagli inizi, ho tutta la loro discografia, peccato siano sottovalutati. Cioé, fanno delle canzoni troppo belle, rispetto alla scena mainstream di oggi. Tipo l'ultimo disco non mi è piaciuto molto, perché temo si stiano un po' svendendo, ma i Muse del primo periodo sono stupendi, riescono a suscitare sentimenti particolari come nessun'altro riesce a fare e non sono venduti alle major come i Radiohead. Ma io poi non capisco cosa ci trovino di bello in loro, si sono venduti subito e fanno canzoni che cioé si vede che sono commerciali, addirittura trasmettono i loro video su MTV! »
(Indie pro-Muse)
« Io amo i Radiohead. Li ho seguiti sin dagli inizi, ho tutta la loro discografia, peccato siano sottovalutati. Cioé, fanno delle canzoni troppo belle, rispetto alla scena mainstream di oggi. Tipo l'ultimo disco non mi è piaciuto molto, perché temo si stiano un po' svendendo, ma i Radiohead del primo periodo sono stupendi, riescono a suscitare sentimenti particolari come nessun'altro riesce a fare e non sono venduti alle major come i Muse. Ma io poi non capisco cosa ci trovino di bello in loro, si sono venduti subito e fanno canzoni che cioé si vede che sono commerciali, addirittura trasmettono i loro video su MTV! »
(Indie pro-Radiohead)

Da notare la profonda differenza di ideali e di come ambedue i gruppi siano totalmente privi di cliché. Due gruppi musicali veramente indipendenti, insomma.

 
Chi non vorrebbe essere come loro, eh?

Vestiario dell'indie

File:Indie.jpg
Cioé, è troppo alternativo

Ecco cosa un indie deve avere:

  • Occhiali Ray-Ban Wayfarer, Caravan o Aviator, oppure Carrera di plastica per acquistare un aspetto da svegliatodopolasbornia come se non ce l'avessero già. Se sei una ragazza vanno bene anche gli occhialetti del cinema 3D senza lenti, che ti danno un'aria troppo indipendente.
  • Capelli di media lunghezza mossi o lisci[5], e che probabilmente sono stati tagliati dallo stesso indie perché il suo barbiere era troppo mainstream. Nei maschi devono essere rigorosamente sporchi e unti mentre ragazze amano portare i capelli spettinati per ostentare la loro aria da donne vissute.
  • Magliette di colori osceni spaccaretine, quali il viola magenta o il blu elettrificato tendente all'arancione, spesso coperte da un cardigan della nonna e/o da un maglione a quadri. Sicuramente nel loro guardaroba c'è anche una T-Shirt di celebri gruppi indie quali i "Fallout Dogs" oppure i "Romantics without flowers", o comunque roba conosciutissima nella scene indie,
  • Skinny jeans con il risvoltino della mamma (così tanto stretti da impedirti la circolazione nelle gambe) o pantaloni femminili (nel caso tu sia maschio) abbastanza stretti che vanno da quelli di lana fino ai pantaloncini da attività fisica indossati la sera prima di andare a letto e che non si cambiano mai
  • Le scarpe sono quasi sempre All-Stars, Vans old skool, Superga e scarpe simili ovviamente dall'aspetto bellissimo e di marche totalmente indipendenti.
  • Le donne generalmente usano borse della nonna che le fanno sembrare pastorelle bergamasche, i ragazzi tracolle assurdamente piccole dalla dubbia utilità, nelle quali probabilmente non ci sta neanche un pacchetto di sigarette (ma tanto il vero indie se le rolla da solo, comprarle dal tabaccaio è troppo mainstream)

Gli pseudo-indie

Esiste però una sottocultura di indie che viene praticato molto di più quello originale, lo pseudo-indie. Gli pseudo-indie sono dei truzzi che originariamente escono con i loro simili (ovvero capre e vacche da monta), che poi essendo troppo intelligenti per il livello standard dei truzzi vengono emarginati dal resto del gregge. Il povero truzzo non sapendo più con chi uscire decide di cambiare stile e non essendo abbastanza depresso per essere emo, non abbastanza fatto per essere grunge, non abbastanza brutale per essere metallaro e troppo intelligente per essere punk decide di diventare un indie. Partendo dal presupposto che questi individui non sanno riconoscere una chitarra da un basso, essi cominceranno a scassare i coglioni agli amici indie per farsi dire i nomi dei celeberrimi gruppi indie e i nomi di qualche locale dove si svolgono i concerti da loro eseguiti. Lo pseudo-indie comincerà ad autoinvitarsi alle feste, a dire cose obbrobriose del tipo "Penso che i Kings of Convenience rockeggiano tantissimo" e a vestirsi come un indie pur sempre però, conservando lo stile pacchiano dei tempi truzzi ad esempio: maglietta Paul Frank, pantaloni Burberry, felpa Carhartt, giubbotto Woolrich ecc. ecc. Tutto questo messo anti-esteticamente insieme.

Esso manterrà costantemente un carattere altezzoso, non rendendosi conto che sta sulle palle alla gente. Oltre a questo aggiunge anche dei filosofeggiamenti tipo "Credo che l'umiltà sia l'unica cosa per andare avanti" quando poi nelle sue foto sui social network scrive cose tipo "La bellezza è l'unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed è un possesso per tutta l'eternità.".


Gergo utile (se cerchi di essere indie o perlomeno di capire il loro perverso modo di comunicare)

  • Mainstream: la musica commerciale, nemica dell'indie!
  • Scene: l'insieme di band sconosciute a tutti che solo gli indie ascoltano.
  • Sellout: venduto. Appellativo dato a qualsiasi band che venda più di 2 dischi.
  • Sopravvalutato: aggettivo diretto a qualsiasi genere o band musicale finora mai esistito.

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  1. ^ Per l'appunto, indiano
  2. ^ Quando dico piccola intendo che il quartier generale era nel garage della nonna di uno di loro e che l'unico gruppo compreso nel roster dell'etichetta era il gruppo messo su dai figli dodicenni dei dirigenti.
  3. ^ Per essere underground lo erano, infatti suonavano sempre negli scantinati o nelle fogne.
  4. ^ Si trattava in realtà di pura e semplice invidia
  5. ^ Basta che tu ci abbia dormito una notte sopra