Joy Division
I Joy Division sono la più importante cover band molisana degli Eugenio In Via Di Gioia.
Storia
Prima degli inizi
Ian Curtis viene partorito dall'oscurità stessa il 15 luglio 1956, nel Regno dell'oscurità. Passa i primi anni della sua vita nel buio più assoluto[1], da cui esce soltanto quando il suo pallore raggiunge lo stadio terminale. Non appena vede la debole luce della luna, che a malapena a riesce a filtrare attraverso la fitta coltre di nubi, ha un attacco epilettico.
A undici anni comincia a dilettarsi con la fotografia, ma la luce del flash che si riflette su ciò che fotografa gli provoca ustioni e, talvolta, attacchi epilettici. Il giovane cade in uno stato di profonda depressione, che lo porterà poi a voler esprimere i propri sentimenti attraverso la musica. Ian comincia quindi a girare per l'Inghilterra alla ricerca di altri depressi con cui formare una band.
Ci sarebbero anche le storie degli altri componenti, ma a nessuno importa di loro.
Gli inizi
Una volta trovati tutti i componenti Ian comincia a provare con loro in un buio scantinato, con il nome provvisorio di L'Orso Yoghi & The Depression Experience. Durante le prove il Bassista[2] alza il volume del suo amplificatore. Gli altri membri della band, invece di picchiarlo come sarebbe giusto fare quando un bassista fa qualcosa di sua iniziativa, continuano a suonare. Alla fine sono tutti colpiti dal sound che hanno creato, e si mettono a scrivere canzoni in questo stile con l'intento di registrare un album.
Dopo qualche settimana gli altri membri della band stanno aspettando Ian in cantina, pronti per registrare, quando egli entra trafelato, portando con sé un disco degli Eugenio In Via Di Gioia. Lo fa sentire agli altri, che rimangono sbalorditi.
Eugenio In Via Di Gioia
Dopo l'ascolto del disco il gruppo decise che sarebbe stato inutile registrare un proprio album, poiché la perfezione era già stata raggiunta dagli Eugenio In Via Di Gioia. Proprio come i neoclassicisti decisero che potevano solo sperare di eguagliare questa perfezione imitandola.
Per prima cosa cambiarono il nome della band in Joy Division, per omaggiare gli Eugenio In Via Di Gioia, poi si trasferirono in Molise per avvicinarsi fisicamente ai loro ispiratori[3].
Il successo molisano
Dopo appena due serate di cover in un locale in Molise i Joy Division diventano una band di culto, celebre in tutta la regione. Dopo un mese di tour, all'apice del successo, decidono di partecipare al 41º Festival Annuale Delle Cover Band Molisane Degli Eugenio In Via Di Gioia, classificandosi secondi. Ormai sono inarrestabili.
Il primo album
Una volta terminato il tour molisano i Joy Division entrano in studio per registrare il loro primo album, Eugenio In Via Di Piaceri Sconosciuti. Il disco ha un successo strepitoso, e si piazza primo in tutte le classifiche del Molise, superando album del calibro di Pippo Franco Reinterpreta I Canti Popolari Del Molise, Pippo Franco: Nato Rolling Stone e The Very Best Of Pippo Franco.
Nonostante tutto questo successo Ian soffre di depressione, causata da liti con l'amico Pippo Franco, conosciuto durante il tour molisano, e da problemi con la moglie, che per qualche assurda ragione non accetta il fatto che Ian abbia una relazione con un'altra donna.
La fine
Il 18 maggio 1980 Ian si impicca ad una rastrelliera, in mezzo alla sua collezione di rastrelli, proprio alla vigilia dell'inizio del tour FriuliVeneziaGiuliano.
Quando gli altri componenti del gruppo apprendono della morte di Ian non ne rimangono colpiti, poiché il frontman sembrava già più di là che di qua, fanno spallucce e formano un altro gruppo.
Il secondo album
Due mesi dopo la morte di Curtis esce Closer To Eugenio, album postumo nel quale i Joy Division reinterpretano brani degli Eugenio In Via Di Gioia aggiungendo un tocco personale, rimanendo però fedeli al sound indie pop del gruppo.
Discografia
- Eugenio In Via Di Unknown Pleasures (uscito in Italia come Eugenio In Via Di Piaceri Sconosciuti).
- Closer To Eugenio
Formazione
- Ian Curtis: Voce, depressione, pallore, carisma (?) e chitarra.
- Peter Hook: Basso ma a volume alto.
- Bernard Sumner: Chitarra riverberata, piano giocattolo.
- Stephen Morris: Batteria con gli effettini.
Note
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