Roberto Benigni

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Roberto Remigio Benigni (Manciano La Misericordia, 27 ottobre 1952) è un attore, comico, regista e sceneggiatore italiano. Fra i numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, vanta il ricevimento del premio Oscar per il film La vita è bella (1997), come attore protagonista, e la candidatura al Premio Nobel per la letteratura 2007[1] (principalmente per l'impegno profuso in favore della diffusione della Divina Commedia di Dante Alighieri).

Noto e popolare monologhista teatrale, dalla comicità ironica e dissacrante, è diventato personaggio pubblico tra i più amati in Italia e nel mondo. Le sue apparizioni televisive sono poco frequenti e testimoniano un carattere gioioso e irruente, sovvertendo spesso il clima dei programmi di cui è ospite: spesso è stato oggetto di polemiche intentate dalla classe politica, specie di centrodestra, per la sua satira tagliente, che ha spesso come bersaglio esponenti politici di rilievo, in particolar modo Silvio Berlusconi. Benigni si è altresì distinto come lettore, interprete a memoria e commentatore della Divina Commedia di Dante Alighieri, ricevendo ampi consensi di pubblico e critica.



Biografia

Infanzia

Benigni da bambino a otto anni

Nato a Manciate di Misericordia, in Toscana, il 27 ottobre 1952, appena venuto alla luce tentò immediatamente di rientrare nell'utero, cosa questa che avrebbe continuato a fare, con scarsi risultati, per i successivi 56 anni. Successivamente strizzò il pisello del primario ostetrico dell'ospedale e lo baciò in bocca ridendo.

A scuola era considerato dai compagni il classico simpaticone divertente e sboccato che non avrebbe mai avuto un futuro, il tempò dimostrò come questi si sbagliassero: Roberto non era poi così divertente.

Adorava fare scherzi, da solo o con il suo migliore amico: Massimo Troisi, coetaneo meridionale figlio del bidello della sua scuola. Fu proprio uno di questi scherzi (i due si divertivano a scureggiare spalle all'Arno) a causare l'alluvione di Firenze nel 1966.

Dopo questo sfortunato incidente, Benigni fu costretto a lasciare la scuola e trovò lavoro a 15 anni presso le Ferrovie dello Stato: svolgeva l'incarico di barra del passaggio a livello con il suo pene nella contrada di Galciana.

Putroppo anche qui accade una cosa triste: pochi mesi dopo il prezioso attributo gli fu amputato per essere utilizzato come batacchio della campana della chiesa del centro di Vergaio.

Carriera

A 20 anni non avendo nulla da fare e sopratutto roso dalla fame decise di cominciare la carriera televisiva come attore, ottenendo una raccomandazione da Loretta Goggi, un giorno vedendola la bacia, la tromba e poi dopo quell'eccitatissimo amplesso le dice: "Mi fai fare una trasmissione" lei accetterà ma non prima di averlo mandato a quel paese facendogli sentire la canzone di Gianni Morandi "Fatti mandare dalla mamma" (infatti un problema comunicativo impediva all'epoca alla giovane conduttrice di mandare a quel paese le persone).

Allora ottenne la parte di presentatore nella trasmissione Telecacca dove si vedevano in diretta belle sedute sul cesso di donne che cercavano in tutti i modi di far pipì in piedi, anche se il titolo faceva pensare diversamente.

Nel 1977 dopo quella sfigata esperienza televisiva inizia la sua carriera cinematografica con Berlinguer ti voglio bene! storia di un omosessuale innamorato di Enrico Berlinguer e della madre di lui (una settantenne rompiballe) sul set del film Benigni scrisse tra l'altro anche la Divina commedia improvvisandola e recitandola in un campo (incazzato quando Berlinguer disse alla proposta di matrimonio "No!"). Benigni non rinnegherà questa opera, tanto che ne farà spesso dizioni pubbliche.

Nel 1984 gira con il suo amico d'infanzia Troisi Non ci resta che piangere che racconta una vicenda che i due hanno vissuto da piccoli, mentre stavano tentando di tornare a casa un temporale li improvvisa e i due si ritrovano nel 1492. Il film ebbe un grandissimo successo e valse a Roberto l'Oscarrafone che gli diede fama mondiale.

Nel 1987 il giovane Roberto incontra l'uomo che cambierà la sua vita: Dario Fo. Benigni lo incontra in un bar di Via dei Bigozzi. In preda alla gioia gli salta in braccio, lo bacia e gli piscia nel caffé; il grande comico rispose dandogli un paterno consiglio: "Ma va all'inferno, deficiente". Queste affettuose parole illuminano il giovane: Il piccolo diavolo è infatti il suo terzo film, girato poco dopo quel fortunato incontro.

Benigni sconvolto dal dolore ai funerali dell'amico Massimo Troisi.

Fece nel 1991 un altro film Johnny Stecchino storia di un ragazzo che usa sempre stuzzicandenti per potersi levare un pezzo di cannolo siciliano rimasto tra un dente dopo un'abbuffata di paste dolci, alla fine riuscirà a levarlo, ma dopo 10 ore di film!!!

Il film successivo, Il Mostro, è in gran parte autobiografico: Benigni fu in effetti sospettato di essere il Mostro di Firenze dal GIP, che ordinò venisse messo sotto stretta sorveglianza. Il comico lo capì un giorno che, rincasando a casa presto, trovò il postino a letto con sua moglie: la coppia infatti non riceveva mai posta.

Nel 1997 realizza La vita è bella: la toccante storia di un padre deportato nei campi di concentramento nazisti. Con Leonardo Pieraccioni da bambino nel ruolo del figlio di Benigni.

Ultimi film

Il suo successivo film, Pinocchio, è tanto demenziale da non poter essere descritto nemmeno su Nonciclopedia. La verità, tuttavia, è che la pellicola altro non è che la versione cinematografica del celebre Inno del corpo sciolto dello stesso Benigni.

La sua ultima fatica è La tigre e la neve, la storia di una ragazza che parte per l'Iraq in guerra per ritrovare il suo grande amore: Fabrizio Quattrocchi.

Curiosità

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  • Ha probabilmente palpato più cazzi di Paris Hilton. Fra i vari personaggi che sono fatti strizzare le palle da lui, ricordiamo Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Fiorello, Topo Gigio e Maria de Filippi.
  • Come dimostrato durante la cerimonia di consegna dell'Oscar per La vita è Bella, il suo maestro di inglese è Aldo Biscardi.
  • Una volta ha baciato in bocca Giovanni Paolo II. Ha successivamente provato a fare la stessa cosa con Ratzinger, ma questi lo ha fatto arrestare dalle Guardie svizzere e deportare a Sobibor.
  • È talmente snodato che, a 56 anni passati, è ancora in grado di infilarsi la testa fra le gambe e leccarsi l'ano. Incidentalmente, questo è anche il suo passatempo preferito.

Voci correlate