Utente:L'Imperatore/Inventario

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File:Diverbio.jpg
« Eh, devo dipingere una parete grande, mi serve un pennello grande... »
(Comune ciclista, un bel mattino a Milano)
« Mannò, non le serve un pennello grande. Ma un glande pennello! »
(Avveduto polizziotto al ciclista di prima)
« Cinghiale™, la Grande Marca! »


Ha fatto storia, alcuni anni fa, l'acceso diverbio che fermò il traffico milanese dalle 13 alle 22:30 il 4 luglio 1979.[1] L'episodio, conclusosi con l'arresto di un ciclista genovese di 56 anni, incensurato, portò alla luce le sconvolgenti lacune del sistema edilizio europeo. [2]

Stufi dei condoni edilizi? Con il presente manuale, distribuito da Edizioni nel Prato, potrete imparare a dipingere quella fastidiosa parete grande che si trova fuori da casa vostra, e dire orgogliosamente a vostra moglie: "Guarda tesoro: anch'io ce l'ho grande!"

Doverosa premessa

File:Grande pennello.jpg
Ci vuole questo!

Ebbene sì, la notizia potrebbe sconvolgere molti lettori, ma per dipingere una parete grande occorre un grande pennello, non un pennello grande.
Durante in terzo Dopoguerra, ha sottolineato più volte l'importanza di questo aspetto il premio Nobel Marco Maria Pazienza: "è sottovalutato spessissimo -dice- soprattutto dai più giovini".

Questo manuale si attiene rigidamente al protocollo di Abbiategrasso, sancito dopo il ventireesimo convegno semestrale della pappardella al cinghiale, per la regolamentazione del pennello in Ipaglia.

Pittura

La cura dei dettagli

Presentare il risultato

Ma che cacolavoro!

Note ♪

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ARTICOLO CHE QUALCHE STRONZO MI HA GIÀ PLAGIATO


Questa è un'attività per gente di una certa levatura sociale,

girate al largo sporca plebaglia!


Aho! Ma quanno se comincia?
« Non è colpa nostra, è la Polonia che ha cominciato! »
(Joachim Von Ribbentrop a Norimberga)
« I nostri soldati si annoiano, Saddam è antipatico e laggiù c'è troppa sabbia... »
(George Bush e un buon motivo per invadere l'Iraq)
« Questa è SPARTAAA!!! »
(Leonida dichiara guerra all'Iran)


Come l'inizio di un film, o l'inizio di una storia d'amore, l'inizio di una guerra è la parte più divertente di un conflitto.

Se state leggendo il presente Manuale avete evidentemente intenzione di dichiararne una, prendete dunque alcune precauzioni e... buon divertimento!

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, ci dispiace ma questo articolo non è presente sulla diabolica.
Vergogna wiki!

Prefazione: Con chi mi schiero?

Non è opportuno dichiarare guerra se siete in Mongolia.

Prima ancora di cominciare una guerra è opportuno decidere da che parte schierarsi. Questa è una scelta molto importante, poiché, in base a questo, verrà deciso chi sono i buoni e chi sono i cattivi.

Se siete dei giovani dittatori, ambiziosi e con tanta voglia di fare, ma disponete di scarse truppe, il procedimento ideale è dichiarare guerra alla nazione più debole: come ci insenga la storia, il Belgio o la Polonia sono bersagli perfetti, e dopotutto a chi gliene importa se invadete il Kuwait?? Inoltre, se scompare una nazione come Andorra o il Liechtenstein, è molto probabile che nessuno se ne accorga...
Se invece siete voi la nazione piccola, il consiglio allora è quello di allearsi con il più forte; in questo caso è probabile una vittoria rapida, con un minimo dispendio di energie.

In genere, una volta che si è deciso da che parte stare, non è più possibile cambiare schieramento. Pur essendoci onorevoli eccezioni come Stalin durante la Seconda guerra mondiale, o Anakin Skywalker in Guerre Stellari.

  • Note: Se si ha intenzione di cominciare una guerra mondiale, è caldamente sconsigliato allearsi con la Germania o con l'Austria-Ungheria.

Assembliamo un'armata

File:Enarmy.jpg
Il terribile esercito inglese.
Il generale Badoglio assembla un'armata.

A meno che tu non viva nel fantastico mondo di Arthur e i Minimei, è impossibile cominciare una guerra (e ritenere di portarla a termine con successo) se si è sprovvisti di un esercito.
Dunque, mettere insieme un'armata "seria" è un lavoro molto complesso. Occorrono reclute agguerrite, armamenti all'avanguardia e un addestratore esperto. Tuttavia, se pure il "Kosovo" è riuscito a vincere una guerra, mettere insieme un'armata almeno al livello della Brancaleone non dovrebbe essere un'impresa ardua.

Innanzitutto occorre disegnare una bandiera e inventarsi un ideale per cui si combatte. Le guerre ideologiche, dalle Crociate alla Jihad, sono sempre piaciute! Inoltre non è affatto importante che il vostro ideale sia coerente o abbia qualche senso, ci sarà sempre qualcuno disposto a morire per lui o qualcuno che pensi che voi ci crediate davvero! A questo punto, trovato un valido baluardo ideologico, potete radunare un buon manipolo di uomini e fanatici.

La prima cosa di cui i vostri uomini hanno bisogno è di cibo. Ancora prima di abbisognare di una divisa infatti, i soldati hanno bisogno di mangiare.
Altrimenti muoiono. È abbastanza inutile che preghiate il dio porcino perché faccia scendere la manna dal cielo, diciamo la cosa migliore è che facciate portare ai vostri uomini il pranzo al sacco o sperare di conquistare qualche filiale della Mc Donald's in territorio nemico.
Secondariamente i soldati del vostro esercito hanno bisogno di armi.
Eh già, a meno che voi non combattiate la Guerra contro gli Inestetismi, nessun conflitto è mai stato vinto senza una pistola. E non si comincia nulla. Dunque, la cosa migliore da fare in questi casi è quella di chiamare l'apposito numero verde "Pronto Trafficante" e, dopo una rapida consulenza, acquistare gli armamenti che vi servono.

  • Note: Qualora vi mancasse il tempo, potete anche acquistare delle confezioni di armate già assemblate, ovvero reparti militari surgelati e pronti all'uso. Sono un caso le SS tedesche o la ex Guardia Rossa Sovietica, che attualmente è impiegata nel recupero dei tossicodipendenti e nell'assistenza agli anziani.
    In ogni caso, le confezioni sono disponibili ogni giorno su Mediashopping, dopo le 14:00.
Concitata fase della guerra contro le armate verdi.

Fatto??

Se non avete dimenticato nulla, siete pronti a cominciare una guerra.
Tutto quello che vi manca è un "motivo per cui dichiararla", definito in gergo militare "casus belli", ovvero casa del bello.

Inventarsi una scusa

Inventarsi un valido motivo per cui dichiarare guerra può sembrare una cosa semplice, tuttavia non è un compito affatto facile. Abbiamo elencato dunque alcune delle "scuse" più utilizzate, corredate da un piccolo giudizio critico.

  • Quella terra è nostra. La scusa in assoluto più frequentata. Usata tanto dai Greci durante la guerra di Troia, quanto dagli americani durante la conquista del Far West. Semplice e sbrigativa, si rivela inefficace se combattete contro popolazioni aggressive, basta un semplice "Checcazzo dici? È nostra!" per smontare tutto il vostro entusiasmo. Banale. Voto: 5 ½
  • Non rispettate i diritti umani. Motivazione sciocca e ridicola, tuttavia subdola. Sicuramente utile se volete invadere la Cina e l'Iran, o se avete l'Onu dalla vostra parte. La fregatura è che richiede che siate voi i primi a rispettare i diritti fondamentali dell'uomo, una bella scocciatura. Svantaggiosa. Voto: 3
  • Combattiamo in nome della pace. Scusa a dir poco spettacolare! Fantastica e ingegnosa al tempo stesso, pur nella sua evidente contraddizione. Non richiede nemmeno molte spiegazioni. La preferita dagli USA del terzo millennio. Originale. Voto: 8
  • Dio lo vuole. Il classico movente per la cosiddetta guerra di religione. Il vantaggio è che andrete in Paradiso, lo svantaggio è che non sarete presi sul serio. Equilibrata. Voto: 6 ½
  • Missione civilizzatrice. Probabilmente il motivo migliore per giustificare la vostra sana guerra. Voi rappresentate la cività e il progresso, Loro invece sono i barbari incivili e selvaggi. Beffarda. Voto: 9+
Schema di attacco classico.

Come si attacca?

Bene: adesso che avete un nemico, un esercito e un buon motivo per combatterlo, dovreste sbrigarvi ad invadere il suo territorio.
Altrimenti lo farà lui con voi. Semplice.

Ora, la tecnica è decisamente elementare: basta spostare le vostre armate sulla zona della cartina geografica occupata dal vostro nemico e lanciare un dado a sei facce, tante volte quanti carroarmatini avete spostato nell'area avversaria.
Ah già! Quasi me ne dimenticavo, nel caso non stiate combattendo una guerra da tavolino con la nonna e i vostri parenti, le cose sono un po' più complicate...

Sicuramente ora potrei dilungarmi a spiegare tutte le varie strategie belliche possibili immaginabili, come ad esempio la tattica usata da Napoleone ad Austerlitz, il ruolo della cavalleria e dell'artiglieria su un terreno fangoso e di sicuro un sacco di altre cose.
Tuttavia, noi siamo per il metodo Pallemberg, ovvero la "teoria del disimpegno"[1] che prevede di non farci perdere troppo tempo in minuzie e dettagli di poca importanza.

File:Suicida.jpg
Modo sbagliato di tenere la pistola.

Il concetto di base è che se un vostro soldato spara e colpisce una persona (anche per sbaglio) le fa tanto male, si rischia in molti casi la morte. Se siete quindi dei pacifisti impenitenti, la guerra non fa per voi; se siete invece degli uomini duri, fate sparare i vostri soldati tutti assieme: farete un vero figurone!

Per quanto concerne la "strategia" invece, dovete ricordare

Annotazioni

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  1. ^ Tratta dagli insegnamenti dei professori: Aldo, Giovanni e Giacomo.