Utente:GorillaK2/Sandbox: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
Nessun oggetto della modifica
Riga 31: Riga 31:


== Caratteristiche ==
== Caratteristiche ==
[[File:piroscafo Principessa Iolanda naufragio.jpg|left|thumb|280px|La sfortunata gemella ''Principessa Iolanda'': primo piroscafo italiano affetto dalla sindrome del [[palombaro]].]]
[[File:piroscafo Principessa Iolanda naufragio.jpg|left|thumb|320px|La sfortunata gemella ''Principessa Iolanda'': primo piroscafo italiano affetto dalla sindrome del [[palombaro]].]]
La ''Lloyd Italiano'', committente del natante, era una compagnia di navigazione fondata a Sestri Levante nel [[1904]] da Erasmo Piaggio. Nel frattempo, a Sestri Ponente, un certo Rinaldo Piaggio iniziava a giocherellare con i motori. Sembra confermato che tra i due non fosse mai esistito un rapporto di parentela, ma la strana coincidenza ''[[Piaggio]]-[[Genova]]-[[Cazzata]]'' ci lascia più di un dubbio.<br /> La compagnia si stava comunque imponendo nel trasporto passeggeri, svolto prevalentemente tra l'Italia ed il Sud America, composto in larga parte da emigranti. Il successo del ''Principessa Mafalda'' fu che li ospitava in ambienti confortevoli, contrariamente alla maggior parte delle altre navi di linea, dove li avrebbero stipati come mattoncini [[Lego]] e, in caso di lamentele, frustati e messi ai ceppi.<br /> Altri particolari avevano suscitato l'ammirazione di tutta l'[[Europa]], rendendolo il più prestigioso {{s|guscio di no}} piroscafo della flotta italiana.
La ''Lloyd Italiano'', committente del natante, era una compagnia di navigazione fondata a Sestri Levante nel [[1904]] da Erasmo Piaggio. Nel frattempo, a Sestri Ponente, un certo Rinaldo Piaggio iniziava a giocherellare con i motori. Sembra confermato che tra i due non fosse mai esistito un rapporto di parentela, ma la strana coincidenza ''[[Piaggio]]-[[Genova]]-[[Cazzata]]'' ci lascia più di un dubbio.<br /> La compagnia si stava comunque imponendo nel trasporto passeggeri, svolto prevalentemente tra l'Italia ed il Sud America, composto in larga parte da emigranti. Il successo del ''Principessa Mafalda'' fu che li ospitava in ambienti confortevoli, contrariamente alla maggior parte delle altre navi di linea, dove li avrebbero stipati come mattoncini [[Lego]] e, in caso di lamentele, frustati e messi ai ceppi.<br /> Altri particolari avevano suscitato l'ammirazione di tutta l'[[Europa]], rendendolo il più prestigioso {{s|guscio di no}} piroscafo della flotta italiana.
* Il salone delle feste era esteso in verticale su due ponti. L'innovativa caratteristica, particolarmente elogiata dagli addetti ai lavori, non incontrò però il favore degli ospiti. Durante la serata di gala del terzo giorno, complice l'insidioso rollio causato dall'onda oceanica, quelli al piano di sopra vomitarono l'impepata di cozze su quelli di sotto.
* Il salone delle feste era esteso in verticale su due ponti. L'innovativa caratteristica, particolarmente elogiata dagli addetti ai lavori, non incontrò però il favore degli ospiti. Durante la serata di gala del terzo giorno, complice l'insidioso rollio causato dall'onda oceanica, quelli al piano di sopra vomitarono l'impepata di cozze su quelli di sotto.

Versione delle 10:25, 2 giu 2016

P/s Principessa Mafalda

"Mamma, guarda quanti gabbiani neri!"
Caratteristiche principali
Tipo:

Piroscafo per ricchi

Equipaggio:

300 allegri marinaretti

Periodo:

1908-1927

Nazione:

Italia

Esemplari: Uno[1]
Caratteristiche tecniche
Peso:

'na fracca[2]

Dimensioni:

146 m

Motore:

Due motori a sogliola[3] da scarsanta cv

Trazione:

Due grosse girandole metalliche

Velocità:

18 nodi e 6 fiocchi

Autonomia:

Finché c'è gasolio

Armamento principale:

Spingardino a sale

Armamento secondario:

Mannaia del cuoco

Corazzatura:

Cartongesso

Passeggeri: 180 (I classe), 150 (II classe), 950 (emigranti/zavorra)

Il Principessa Mafalda, dal nome della principessa di Casa Savoia, è stato un

piroscafo del Lloyd Italiano varato nel 1908. All'epoca poteva vantare diversi titoli:

  • fu il più grande transatlantico costruito per una compagnia italiana;
  • fu il più lussuoso natante costruito per una compagnia italiana;
  • fu l'ultimo piroscafo costruito per una compagnia italiana, perché la fattura non fu mai pagata.

Al cantiere navale di Riva Trigoso, leader europeo nella costruzione di pedalò e ciambelle di salvataggio, furono commissionate due navi gemelle: la Principessa Iolanda e la Principessa Mafalda. Il 22 settembre 1907, nel corso del varo, la prima prese una grossa boccata d'aria e andò sott'acqua, riuscendo a stabilire il record mondiale di apnea per un natante d'acciaio.

« Sono lieta di essere la madrina di questo meraviglioso piroscafo, orgoglio della nostra flotta! »
(La contessina Ulderica Gattineri Iellati durante il varo del Principessa Iolanda.)
« ... ma è normale che proceda inclinata come la Torre di Pisa? »
(La contessina Ulderica Gattineri Iellati preoccupata dalla bizzarra postura della nave.)
« ... perché si inabissa come un sommergibile? »
(La contessina Ulderica Gattineri Iellati sorpresa dallo strano comportamento dell'imbarcazione.)

Il varo del Principessa Mafalda venne affidato (prudentemente) al duca Emanuele Filiberto d'Aosta. Stando all'avvenenza della moglie era logico pensare che fosse notevolmente sculato, inoltre, c'era l'auspicata possibilità che nel viaggio di ritorno la bottiglia colpisse in modo letale quella portasfiga di Ulderica, stavolta seduta nella tribuna VIP.
Purtroppo il piano, seppur ben congeniato, dovette fare i conti con l'acerbo sviluppo della scienza balistica. A farne le spese fu Doña María del Rosario de Silva y Gurtubay, marchesa di San Vicente del Barco e futura madre della Duchessa d'Alba, che riportò la rottura del setto nasale e fu chiamata da allora Doña María del Carlino per via della somiglianza col quadrupede.
Stavolta la cerimonia ebbe successo. Il 30 marzo il transatlantico prese il mare, il capitano salutò con tre colpi di sirena la folla festante e, nel contempo, annunciò la fine delle preghiere in sala macchine.

Caratteristiche

La sfortunata gemella Principessa Iolanda: primo piroscafo italiano affetto dalla sindrome del palombaro.

La Lloyd Italiano, committente del natante, era una compagnia di navigazione fondata a Sestri Levante nel 1904 da Erasmo Piaggio. Nel frattempo, a Sestri Ponente, un certo Rinaldo Piaggio iniziava a giocherellare con i motori. Sembra confermato che tra i due non fosse mai esistito un rapporto di parentela, ma la strana coincidenza Piaggio-Genova-Cazzata ci lascia più di un dubbio.
La compagnia si stava comunque imponendo nel trasporto passeggeri, svolto prevalentemente tra l'Italia ed il Sud America, composto in larga parte da emigranti. Il successo del Principessa Mafalda fu che li ospitava in ambienti confortevoli, contrariamente alla maggior parte delle altre navi di linea, dove li avrebbero stipati come mattoncini Lego e, in caso di lamentele, frustati e messi ai ceppi.
Altri particolari avevano suscitato l'ammirazione di tutta l'Europa, rendendolo il più prestigioso

piroscafo della flotta italiana.

  • Il salone delle feste era esteso in verticale su due ponti. L'innovativa caratteristica, particolarmente elogiata dagli addetti ai lavori, non incontrò però il favore degli ospiti. Durante la serata di gala del terzo giorno, complice l'insidioso rollio causato dall'onda oceanica, quelli al piano di sopra vomitarono l'impepata di cozze su quelli di sotto.
  • La reception era decorata secondo i canoni dell'Art Nouveau, quindi sembrava di essere nella sala di attesa del bordello Sora Ginetta a Testaccio, mancava solo Amelia Cecioni detta "l'idrovora della Magliana".
  • Le cabine di I classe avevano il telefono in camera, ma fu un grosso errore. Il primogenito della ricca famiglia industriale Scampulla, che aveva fatto fortuna nel settore dei misirizzi per anziani, si divertì a fare numeri a caso. Appena sentiva la cornetta alzarsi diceva sottovoce: "Ciao bella maiala! Quando il cornuto dorme, levati le mutande e raggiungimi!" Durante la notte la percentuale dei vedovi a bordo salì del 27%.
  • Nella sala della musica si trovava una glassarmonica di pregevole fattura, affiancata da un pianoforte a coda e da un'arpa. Erano lì solo per fare scena. In realtà i concerti si tenevano con raganella, putipù, tamburello e triccheballacche, gli unici strumenti che sapevano suonare i componenti della "Mergellina Folk Band & Review".
  • I ponti di II classe erano collocati a poppa e ospitavano le aree all'aperto, provviste di sedie a sdraio. Quelli di III classe erano circa due metri sotto la linea di galleggiamento.
  • C'erano inoltre un jardin d'hiver e un fumoir, casomai fosse capitato un Enzo Miccio dell'epoca e avesse rotto i maroni con la carenza di gusto.

Il transatlantico fu fra i primi ad essere dotato di illuminazione elettrica e telegrafo, lo stesso Guglielmo Marconi effettuò a bordo i primi esperimenti radiofonici.

L'ultimo tormentato viaggio

La compagnia fu accusata di non avere le scialuppe di salvataggio a norma.

La nave partì da Genova l'11 ottobre 1927, diretta a Rio de Janeiro. Dopo anni di usura, e scarsa manutenzione, sarebbe dovuto essere l'ultimo viaggio del transatlantico. Gli armatori risparmiarono il gasolio del viaggio di ritorno e le spese di smantellamento.
In effetti, si capì da subito che non sarebbe andata benissimo.

  • Giorno 1: partenza con 5 ore di ritardo a causa di un guasto ai motori. Insoliti avvistamenti di gabbiani neri, razza solitamente presente nell'entroterra africano.
  • Giorno 2: scalo forzato a Barcellona. Si cerca di risolvere il problema che ha fermato i motori per ben otto volte. La cinghia della trasmissione è logora, viene sostituita con l'elastico delle mutande del cuoco.
  • Giorno 3: a poche miglia dallo stretto di Gibilterra il motore di sinistra va in vacanza. Lasciato il Mediterraneo entra in agonia quello di dritta. Dopo sei ore di riparazioni il piroscafo riparte, navigando leggermente piegato a sinistra. Praticamente con l'andatura di Igor.
  • Giorno 4: scalo forzato a Dakar. L'asse dell'elica sinistra è storto come il naso di Owen Wilson.
  • Giorno 5: scalo forzato a São Vincente. Riparazione delle celle frigorifere e acquisto di suini e bovini. Le scorte di carne si erano avariate nel frattempo, causando un'epidemia di squaqquera a fischio tra i passeggeri. Nel porto le altre navi erano ancorate a circa trenta metri di distanza.


... segue

Curiosità

  • Tra i sopravvissuti c'era il pasticciere Ruggero Bauli

Note

Template:Legginote

  1. ^ l'altro è ito perso durante il varo
  2. ^ molto più di parecchio
  3. ^ non fare quella faccia, esistono davvero

Voci correlate