Misery (romanzo)

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« Il libro più devastante di tutti i tempi dopo il Mein Kampf. »
(Il corriere dei piccoli letterati)
« Una pura genialata, come sempre. »
« Io queste cose le scrivevo a dieci anni »
« Sti'cazzi »
(Stephen King sulla citazione sopra)

Misery” è un romanzo del 1987 scritto dal supremo, unico, inimitabile, fantasmagorico... Scusate, è che King mi ha promesso mille dollari per ogni leccata di culo e allora... Supercalifragilistichespiralitoso Stephen King (un applauso).


Genesi del capolavoro

L'idea di dover chiamare Federico Moccia "collega" lo preoccupa.

Stephen King (un altro applauso), durante un viaggio aereo verso Londra, si appisola, complice probabilmente la pesantezza di stomaco dovuta al cervello di presentatrice Avon avidamente divorato poco prima. Nel sonno, il nostro, il vostro ed il loro viene colto da una terribile visione profetica: egli vede che nell'anno 2004 tale Moccia Federico sarà definito “scrittore” da un'orda di intrepidi bimbiminkia. Una volta giunto in quel di Londra, nel tentativo di rilassarsi un po', si darà all'uccisione e allo squartamento di varie prostitute, che in Inghilterra, si sa, fa sempre molto vintage. Tuttavia, la previsione del losco futuro letterario, lo lascia ancora sconvolto. Sicché, giunto in albergo, dopo aver spedito biglietti anonimi a Scotland Yard, dove sfida gli inquirenti britannici a catturarlo (il Maestro non perde mai il suo sense of humor) decide di mettersi al lavoro. Il portiere, vedendolo così preso dal sacro fuoco della narrativa, lo invita gentilmente a smetterla di scrivere sulle pareti, ridipinte da poco, con il sangue di un gatto nero ucciso in loco, e gli porta carta e penna. La leggenda vuole che le prime sacre righe siano state vergate su una scrivania usata anche da Rudyard Kipling, in verità, la voce “Kinghiana” che mi parla in testa, assieme alle altre, smentisce seccamente questa diceria. Posso con certezza affermare che il romanzo abbia preso vita sulla scrivania di “Porta a porta”, dove Bruno Vespa e Silvio Berlusconi stavano ultimando la stesura del famoso “Contratto con gli italiani”. Quindi l'autore statunitense ha potuto beneficiare dell'atmosfera di grande fantasia che già aleggiava nella stanza, a tonnellate. Dapprincipio, la storia era concepita come un racconto breve – invito esplicito, dove Federico Moccia veniva costretto a mangiarsi tutti i suoi libri, uno per uno, per poi rispondere alle lettere dei lettori di “Cioè” ed infine essere legato braccia e gambe a quattro cavalli fatti partire in direzioni differenti. Temendo però la reazione dei fan negli Usa, che, fortuna loro, non avranno la minima idea di chi sia Moccia, King (applauso) decide di sviluppare l'idea “imbrattacarte giustamente seviziato” in modo più approfondito, ma con nomi di fantasia.

Trama del capolavoro

Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler.

Ti ricordi quella volta che per sbaglio hai toccato la vagina a tua madre? Ecco, se continui a leggere te ne pentirai allo stesso modo.

Paul Sheldon, autore dei best-seller: “Misery tre metri sopra il cielo”, “Ho voglia di Misery”, ”Scusa ma ti chiamo Misery”, ”Scusa Misery ma ti voglio sposare”, “Misery 14” e “Cercasi Misery disperatamente”, viene colto da una depressione fulminante quando si rende conto che il suo sogno di creare il grande romanzo americano si è ridotto a scrivere delle solenni cagate per tirare a campare. Quindi, si ritira in uno chalet sulla cima dell'Everest dove neanche un satellite spia dell'esercito cinese potrebbe trovarlo, portandosi però il suo vecchio e fedele Nokia 3310 tenuto insieme con il nastro adesivo, perché non si sa mai. Il progetto iniziale prevedeva dosi megagalattiche di Rum e Vodka allo scopo di dimenticarsi perfino il nome, nonché l'ex moglie spaccamaroni che lo vorrebbe ospite nel suo talk pomeridiano su Rai2, insieme a Cristiano Malgioglio e Carmen Russo come opinionisti. Le cose però andranno in maniera diversa. Paul, chino sulla tazza del cesso a vomitarsi l'anima, e a prendere in considerazione l'idea di essere un tantino dipendente dall'alcol, dato che ormai da due giorni è chino su quella tazza ad alternare conato-sorso di bottiglia-conato-sorso di bottiglia, ha un'ispirazione per un nuovo romanzo.

Paul Sheldon durante uno dei suoi momenti di maggiore lucidità.

Il libro che dovrà consacrarlo definitivamente come Scrittorone con la S maiuscola, uno di quelli che viene intervistato da Fabio Fazio, per capirci. L'opera tratterà di un giovane agente della FBI che si infiltra tra una banda di piloti di macchine iper modificate, che nel tempo libero rapina i furgoni portavalori, per incastrarli, ma finisce con l'innamorarsi della sorella del capo della banda e con il farsi una miriade di pippe mentali. Decide di chiamarla “Bolidi”. Terminato il romanzo, e le riserve di alcol, Paul salta baldanzoso a bordo della sua Fiat Duna, senza ruote termiche e senza catene (lui è un intellettuale, non può occuparsi di queste piccolezze), facendo rotta verso la casa editrice. Stranamente, la Duna si rivela non adeguata agli insidiosi sentieri dell'Everest, e Paul finisce fuori strada, sfracellandosi il 98% del corpo e ferendosi il restante 2% con le schegge di vetro. Qui, viene recuperato dalla sorella segreta di Moira Orfei, Annie Wilkes, che ha lavorato come infermiera alla clinica Santa Rita di Milano. Annie si prende cura di Paul, imbottendolo di antidolorifici ma decantandogli, falsa come Giuda, le sue virtù mediche. Paul, contento di essere vivo, non si fa domande sulle proprie gambe, piegate all'indietro ad angolo retto, e sulle pustole piene di pus e sangue che gli ricoprono buona parte delle ferite. Un giorno, mentre Paul inizia ad accusare i primi sintomi di una grave Setticemia, Annie trova il manoscritto di Bolidi. Essendo una ammiratrice di Vin Diesel, Annie reagisce molto male a questo plagio spudorato di Fast and Furious, decidendo di tagliare un piede a Paul, con un'accetta. Dopo un mese di tremenda agonia, lo scrittore si rassegna a non avere più un piede, che però gli era stato dato da mangiare qualche sera prima, a cena, quindi in un certo senso è sempre con lui. Educatamente, chiede ad Annie cosa cazzo voglia per lasciarlo libero, quest'ultima, agitandogli una motosega accesa davanti alla faccia, risponde cortesemente se non gli sia di troppo disturbo scrivere un altro romanzo di Misery. Della quale, trattandosi nella fattispecie di una psicopatica schizzata, non può che essere una grande fan. Di Misery e di Harry Potter, nemmeno a dirlo. Paul, superato il disgusto provocatogli dalla prospettiva di scrivere un'altra volta di Misery, anche grazie alla paura di morire tra atroci tormenti, si mette all'opera. Nasce così il romanzo “Twilight Misery”, in cui la protagonista, Misery-Isabella Chastain-Swan, si innamora del vampiro Edward Ristori di Rivombrosa, creatura millenaria della notte con tendenze omosessuali che al sole sbrillucica tutto come una palla da discoteca anni '70. Annie, alla lettura, viene presa da un attacco epilettico che la conduce in breve all'oltretomba.

La faccia di Annie dopo l'attacco epilettico. La conserva tuttora nella bara.

Paul, anche lui sul punto di fare il grande salto (e preso dal dubbio che forse Annie non era poi tanto brava come dottore) viene fortunatamente ritrovato da uno Yeti di passaggio. Costui lo sodomizza per alcune ore (gli Yeti usano così) e lo scarica di fronte a una stazione degli autobus sulla Tiburtina. La storia si conclude con una seduta del consiglio di sicurezza dell'Onu che classifica i libri di Paul Sheldon come armi di distruzione di massa.

Accoglienza della critica

Misery viene generalmente definito uno dei classici della produzione di King, nonché la prova provata della sua follia galoppante. Il romanzo conquista la vetta delle classifiche, la vetta del K2, la vetta della Torre di Pisa e numerose altre vette. Sul Corriere della Sera, Mario Chitteseincula lo definisce “il romanzo che Umberto Eco avrebbe sempre voluto scrivere”. Citato poi da Umberto Eco in giudizio per diffamazione, ritratterà tutto, inutilmente, dato che verrà condannato al pagamento di tre fantastiliardi di lire per danni morali, fisici ed emotivi. La moglie lo tradirà con il migliore amico, i genitori si suicideranno per la vergogna e insomma, una vita rovinata, ma mi sto dilungando, povero Mario...


Trasposizioni cinematografiche

Il romanzo viene riadattato nel film “Misery non deve morire” del 1990 ( wow! Siamo coetanei!) diretto da Rob Reiner e interpretato da James Caan e Kathy Bates. Misery, a dispetto del titolo, muore lo stesso, ed il titolo, indispettito dalla mancanza di rispetto, lascia il set e chiede di non essere citato nei titoli di coda. La Bates, per l'interpretazione di Annie, vince un Oscar, che Stephen King pretende di avere per metà dato che è stato lui a creare il personaggio, sbattendo i piedi, per giunta. I due stanno ancora litigando dato che entrambi vorrebbero avere la parte di sopra, la Cassazione, tra le risate, ha fatto sapere che non ha intenzione di decidere sulle controversie di due che evidentemente stanno fuori come le terrazze[citazione necessaria]

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