Enrico VIII

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« Ma non era Enrico Wiii? »
(Nintendaro su Enrico VIII)
« Non dubitate nemmeno per un momento di godere del Nostro amore e della Nostra totale fiducia. »
(Enrico VIII, dieci minuti prima di far decapitare qualcuno)
« Era il Nostro più fedele servitore!! »
(Enrico VIII in lacrime, dieci minuti dopo aver fatto decapitare il suddetto)


Enrico VIII Tudor (Londra, 28 giugno 194128 gennaio 1997) fu un re d'Inghilterra famoso, oltre per le sue sei mogli, per aver scoperto in tutti i sensi Paris Hilton e aver fondato una nota agenzia di talent-scouting assieme a Lele Mora. È inoltre uno dei pochi individui, assieme a Martin Lutero e Maometto, che può vantarsi di aver inventato una religione tutta sua.

Enrico VIII posa per la pubblicità dei wurstel di suino.

Infanzia e adolescenza

Enrico VIII, noto anche come Erricottàro o Enricoviii, come era chiamato da parenti e amici intimi, nacque il 28 giugno 1941 nei pressi di Londra, da Enrico VII e da Elisabetta di New York, famosa intrattenitrice dei salotti mondani di Manhattan. Il principale intento della madre era quello di introdurlo alla vita mondana di mezza Europa, ma il giovane Enrico sembrava prediligere a una vita frivola discipline come l'equitazione, il tiro con l'arco e la musica: grazie al suo stile di vita, Enrico diventava sempre più forte ogni giorno, ma al tempo stesso era piuttosto magrolino, per via della sua inappetenza, e tutto questo di certo non lo faceva risultare attraente agli occhi delle sue coetanee.

Egli stesso affermò che « a 15 anni facevo già strage di vergini »

La svolta della sua vita avvenne nell'aprile del 1956, quando la regina di Francia Maria Antonietta si trovava in Inghilterra per partecipare all'inaugurazione da Harrod's della prima filiale londinese della sua celebre ditta produttrice di brioche. La regina lo vide mentre presenziava con i genitori all'evento, e fu sorpresa nel vedere quel ragazzino che nonostante i molti sport praticati era così esile per via della scarsa alimentazione. Per correre in suo soccorso, con la sua solita regale eleganza, esclamò: "Che mangi le brioche!". Enrico, forse per la sua naturale propensione a soddisfare in tutti modi i desideri delle donne, obbedì, e in una decina di minuti fu capace di divorare un chilo intero di brioche. In questo modo sarebbe nata una dipendenza durata tutta la vita, che lo avrebbe portato a pesare a 40 anni molto più di un centinaio di chili. "È per via della robusta costituzione se il re può apparire leggermente grassottello", avrebbe detto in seguito il suo fidato consigliere, il Cardinale Wolsey.

Negli anni successivi però, un po' per il folgorante incontro con la carismatica regina di Francia, un po' per l'influenza che su di lui esercitò la madre, Enrico si sarebbe dato alla pazza gioia, furoreggiando ai party più vipparoli di tutta l'Europa. E in questo periodo che egli poteva vantare tra le sue amicizie nomi celebri del tempo, come Lapo Elkann, Simona Ventura e Flavio Briatore.

L'ascesa al trono e il primo matrimonio

La vita sembrava trascorrere idilliaca per il giovane Enrico, ma nel giugno del 1958 ci fu un evento che sconvolse la solita routine del giovane rampollo. Il fratello, il principe ereditario Arturo, morì mentre si trovava in viaggio di nozze a Capri, per un'intossicazione dovuta a una cena che comprendeva un'intera partita di cozze crude, che si sarebbero per sua sfortuna rivelate infette. In realtà fonti non confermate affermano si sia suicidato per la vergogna di non essere riuscito a consumare il matrimonio.

Appena si seppe la notizia, Enrico venne nominato Principe di Galles, il tradizionale titolo dell'erede al trono d'Inghilterra. Colei che però ci rimise più di tutti fu sicuramente la moglie di Arturo, la povera Caterina d'Aragona: la signora in questione, non era più tanto bella, e non più giovane come un tempo. Tuttavia, Enricone, grazie al suo grande senso di solidarietà con il gentil sesso, decise che era giusto trovare un modo per consolare la cognata, e così, dopo aver ottenuto una dispensa papale decise di sposarla: il matrimonio avvenne a marzo del 1959, circa nove settimane dopo la sua ascesa al trono. Finalmente la povera donna, che aveva già 25 anni, trovò un marito in grado di sverginarla.

Ormai Enrico era diventato re d'Inghilterra, e aveva anche una moglie, ma a quanto pare le cose peggiorarono con il trascorrere del tempo: Caterina infatti, sembrava emanare una scia di jella al suo passaggio, visto che la coppia reale, o meglio, la regina, non generava alcun erede maschio. Ci fu solo una femmina: il suo nome era Maria. Enrico così, perse interesse per quella moglie troppo ingombrante, e decise di trovare una bella fanciulla da impalmare.

Le ragazze Bolena

Una delle mogli di Enrico VIII.

Il giovane re non dovette scervellarsi troppo per cercare moglie, anzi la prima gatta morta la trovò nella sua stessa corte, e si trattava della figliastra di un certo Sir Thomas Boleyn: il suo nome era Paris Hilton, una ragazza certamente bella d'aspetto, ma soprattutto passionale, e non dalle elevate capacità intellettive, cosa che a quel tempo faceva sempre comodo. Anche se il re sembrava aver trovato in Paris un piacevole diversivo, purtroppo, galeotta fu una notte troppo birichina: infatti, Enricone, dopo aver esaurito ogni sua fantasia grazie a quella creatura insaziabile che era Paris, decise di girare un video piccante che immortalava i due amanti nelle loro performance. Il video sarebbe dovuto rimanere nascosto, ma dopo che Paris decise di lasciare il suo re per via dell'alitosi cronica che lo affliggeva, Enrico decise di mostarlo pubblicamente.

Credette in questo modo di causare la rovina della disgraziata fanciulla, e invece la sua popolarità crebbe enormemente in tutto il mondo, cosicché per la prima volta vennero mostrate le grandi qualità di quella ragazza scialba considerata la pecora nera della sua famiglia. La stessa immagine del re nel mondo dello show-business godette dei risvolti positivi di questa storia: dopo la fama planetaria di Paris, erano sempre più le giovani fanciulle che decidevano di affidarsi a lui per cercare di ottenere il successo con mezzi facili, e il re, sempre così solidale, non poteva fare altro che accorrere in loro aiuto. In breve tempo, arrivò addirittura a fondare in collaborazione con il famoso talent-scout Lele Mora una nota agenzia di giovani talenti, la "London Tower Agency".

Ovviamente Enricone capì bene che con Paris non avrebbe potuto avere l'ideale di vita felice che si aspettava, ma tuttò cambiò quando cominciò a dare particolarmente attenzione all'altra ragazza Boleyn, la sorellastra Anna, che a differenza di Paris, era molto più sveglia e intraprendente, oltre a essere naturalmente di bell'aspetto. Aveva insomma tutte quelle qualità che il re ricercava in una donna, il quale in particolare aveva finalmente trovato dopo tanto tempo una donna degna di sostituire quella lagna della moglie. Ora che aveva trovato una nuova compagna, c'era però un nuovo problema: come poteva sposarla considerando che a quell'epoca il divorzio era un qualcosa di impensabile, specialmente per un re? Ma il nostro Enrico era caparbio, e così decise di crearsi una religione tutta sua, la chiesa anglicana, e di divorziare dalla moglie Caterina pur di sposarsi con Anna: scoppiò subito un putiferio in tutta Europa, e a nulla servirono i family day organizzati dal Papa per convincere Enrico a demordere, ma non successe nulla.

Al contrario, dopo l'annullamento del matrimonio precedente, i due si sposarono felici e contenti, mentre Caterina cercava in tutti i modi di riconquistare Enrico, e arrivò addirittura a far intercedere la sua amica Maria de Filippi invitando l'ex-marito a "C'è posta per te". Ovviamente Enrico non volle aprire la busta, e così, a Caterina non rimase che trascorrere i suoi giorni in solitudine ripensando ai bei tempi andati. Nonostante l'onta di vergogna che aveva investito i due allegri coniugi, le cose andavano alla grande, e per di più a un certo punto Anna rimase pure incinta: ma la solita sfiga di casa Tudor sembrò manifestarsi anche in quest'occasione. Nacque infatti nuovamente soltanto una bambina, a cui fu imposto il nome di Elisabetta, o come dicevan tutti, Bess.

E anche in questo caso, la sfiga sembrò non fermarsi: infatti Anna da quando aveva partorito non riusciva più a riavere la splendida linea di un tempo, tanto che i cortigiani indisponenti l'avevano maliziosamente ribattezzata "Anna Balena". Ormai era nervosissima, e più era nervosa, e più per tranquillizzarsi faceva grandi abbuffate del suo piatto preferito, lo stufato di rognone. Così decise di ricorrere a una soluzione estrema, affidandosi a Vanna Marchi e i suoi rimedi miracolosi: in effetti funzionò tutto così bene, che Anna acquistò la silhouette di un adolescente. La natura ambiziosa della neo-regina però prese il sopravvento in questa situazione; infatti era rimasta così soddisfatta dei rimedi della Marchi, che decise segretamente di entrare in affari con la nota televenditrice.

Sfortunatamente per Anna, in seguito alle truffe multimilionarie della sua socia Vanna, venne fuori anche il suo nome. Fu perciò pubblicamente accusata di associazione a delinquere e di stregoneria, ed Enricone, dopo averla tenuta rinchiusa per lungo tempo nella Torre di Londra, non ebbe altra scelta che condannarla a morte assieme a tutti i suoi soci in affari.

La terza moglie

Lele Mora, nella sua posa plastica.

Il nostro eroe, insofferente alla solitudine, non poteva certo rimanere solo: già mentre Anna era ancora in vita aveva cominciato a perdere interesse per lei, e allo stesso tempo adocchiò una nuova pulzella, l'attrice Jane Seymour, famosa per aver interpretato il ruolo della dottoressa Quinn nel telefilm "La signora del West". A differenza delle due consorti precedenti, questa volta Enricone si sentiva davvero innamorato, ed era così innamorato che sposò Jane il giorno dopo la morte di Anna, il 16 maggio 1986. Jane esercitava un' attrazione così forte sul re, che da quel momento in poi la sua terza moglie sarebbe passata alla storia semplicemente come "Calamity Jane".

E anche se sembrava che finalmente Enrico potesse essere felice, purtroppo era ormai assodato che la sfiga fosse portata in casa non dalle sue mogli, ma dal re stesso: anche Jane si rivelo essere nient'altro che la poveraccia di turno. La sua vita finì in tragedia appena dieci giorni dopo aver dato alla luce il tanto sospirato erede al trono, Edoardo. La regina infatti morì andando a sbattere contro un albero con la sua nuova Lamborghini, mentre si recava a Londra per fare shopping: a quanto pare però, i freni dell'auto erano stati manomessi da qualcuno, forse una cortigiana gelosa segretamente innamorata del re.

Purtroppo nessuno fu in grado di svelare l'identità del colpevole, e il mistero riguardo questa storia fu così indecifrabile che a nulla servì la collaborazione di Roberto Giacobbo per risolvere il caso e i suoi speciali di Voyager dedicati a questa storia: ancora oggi non si sa il nome dell'autore del delitto. Enricone fu così colpito da questa tragedia, che decise di rimanere senza moglie per l'interminabile periodo di due anni: fu una veramente una dura prova di fedeltà.

La quarta moglie

Il re però pensava che non era molto conveniente ai fini della successione avere un unico erede al trono, anche perché tra le sue intenzioni di monarca c'era quella di formare una squadra di calcio reale, che poi in effetti non nascerà mai per il numero troppo esiguo di giocatori. La designata per diventare la sua quarta moglie era una certa Anna di Cleves, una principessa tedesca. Nonostante gli fosse stato detto che Anna era una bella donna, in realtà Enricone non sapeva che era alta 1,50 m e pesava 80 kg, aveva il 44 di scarpe, era stata allevata a birra e crauti e si faceva il bagno una volta ogni cinque anni, senza considerare che non aveva mai fatto la ceretta in vita sua.

Quando arrivò in Inghilterra, Enrico bestemmiò per tutto il giorno, rimpiangendo di averla scelta come moglie: credeva di aver trovato una bella biondona teutonica, e invece si ritrovò di fronte una salama da sugo. Nonostante ciò, il re acconsentì alle nozze, ma avere un solo incontro sessuale con la nuova sposa era una prova di coraggio difficilissima da sopportare, ma si sa, la carne è debole, e nonostante la "creatura" somigliasse più a un porcellino che a un essere umano, Enrico volle dimostrare la sua generosità…ma nulla, era troppo difficile da superare questa prova, e così i due non consumarono mai il matrimonio.

Alla fine il matrimonio venne annullato, e Anna venne mandata a vivere in una casetta di campagna assieme ai Sette Nani, che avevano tanto sofferto per l'abbandono da parte di quell'arrivista di Biancaneve: fortunatamente trovarono in Anna un'ottima amica, e per la cronaca, l'ex-regina era molto più in gamba della precedente inquilina nel preparare le torte di mirtilli.

La quinta moglie

Enrico VIII

Non passò molto tempo prima che Enricone, che più che un playboy sembrava essere diventato ormai un vero e proprio erotomane, si invaghì dell'ennesima cortigiana di turno: il nome della malcapitata era Catherine Howard. La ragazza fu irrimediabilmente sfortunata: Enrico non era più il ragazzone aitante della gioventù, ma la sua dipendenza dalle brioche l'aveva fatto diventare un essere abnorme. Nonostante ciò Catherine non era mica cretina, e nonostante non avesse un fisico da modello, il re le avrebbe fatto fare la bella vita che tanto desiderava.

Infatti Enrico e la sua nuova moglie cominciarono a condurre una vita che più che ai reali inglesi, si addiceva a dei miliardari russi: divennero una presenza fissa in Costa Smeralda, e le foto che li ritraevano sugli yatch di gente come Briatore o Roberto Cavalli erano in prima pagina sui rotocalchi rosa ogni settimana. Fu proprio in questo momento che si andò facendo sempre più salda l'amicizia con Lele Mora, tanto che gli inviti alla coppia reale nella sua villa di Porto Cervo si facevano sempre più frequenti.

E fu proprio alla villa di Mora che la giovane Catherine iniziò a stringere i rapporti con Briatore, che fino ad allora aveva sempre ignorato. Quella che sembrava essere una normale amicizia, si tramutò però in un'infuocata e passionale relazione; i due, per sfortuna loro, si rivelarono schiocchi, e non mantennero nemmeno un po' di discrezione: Enricone infatti beccò la coppia infedele in flagrante nella camera da letto di Lele Mora. Inutile dire che ne uscì fuori una sceneggiata degna dei peggiori film di Mario Merola.

Come era inevitabile, il re non riuscì a trattenere la sua collera, e così ordinò che gli amanti venissero rinchiusi nella Torre di Londra e giustiziati appena il giorno seguente. Per il grande dolore, la moglie di Briatore, Elisabetta Gregoraci, si ritirò in convento, per trascorrervi il resto dei suoi giorni, dedita soltanto alla preghiera e alle opere di carità.

La sesta moglie e la morte

Enricone, ormai era un vecchio solo e ammalato, e considerando che non aveva fatto altro che prendere e lasciare mogli per tutti questi anni, perché avrebbe dovuto fermarsi ora che ne aveva più bisogno? E così, come dal nulla spuntò fuori una nuova regina: il suo nome era Catherine Parr, e il matrimonio avvenne il 22 giugno 1993. A dire la verità, Catherine non era certo un'innocua verginella, ma aveva già due matrimoni alle spalle, e sapeva bene come si trattavano gli uomini: ma con Enricone non era certo il caso di sfoggiare tutte le "arti" che aveva imparato nel corso degli anni, e preferì essere solo una brava cuoca e infermiera, una badante praticamente.

Purtroppo non fu la perfetta donna di casa che Enrico si sarebbe aspettato: un giorno infatti, dopo aver passato la cera sul pavimento delle cucine dimenticò di dire al maritino adorato che l'aveva fatto, ma il re, che nonostante l'età avanzata non aveva perso il suo appetito, si precipitò a tutta forza in cucina non appena sentì l'odore del suo piatto preferito, che Catherine gli aveva preparato con tanto amore: spezzatino d'interiora di pecora.

Purtroppo non appena andò per precipitarsi, fece uno scivolone talmente forte, che batté violentemente la testa per terra. Il vecchio re ebbe un trauma cranico, e le sue condizioni erano ormai irreversibili. Morì il 28 marzo 1997, tra le braccia della sua sesta e ultima moglie, alla quale sospirò le sue ultime parole prima di addormentarsi per l'eternità: "Ti supplico, metti in caldo lo spezzatino, che sennò si fredda". Poco dopo, Catherine partì per un pellegrinaggio a piedi a Loreto per ringraziare la Vergine Santissima di essere stata l‘unica moglie a non essere liquidata da quel re un po' troppo pazzerello.

Peccato che la sfiga, per lei fu solo a scoppio ritardato, infatti al matrimonio seguente morì partorendo. Ah, e prima mangiò lo spezzatino.

Il mistero sulla morte

La storia sopra riportata rimane tuttavia solo la versione ufficiale dei fatti. Parecchi testimoni affermarono infatti che Enrico non prese mai questa brutta caduta, e che quindi non morì mai in questo modo. Al contrario molti studiosi sostengono invece che sia ancora vivo, e che viva nel nostro Paese, lontano dalla mondanità e dagli sguardi indiscreti, sotto il nome fittizio di Giuliano Ferrara.

Ma perché questa scelta? Semplice, ormai il vecchio re aveva goduto troppo dei frutti della popolarità, e aveva deciso di vivere nell'anonimato: quest'ipotesi è peraltro confermata dalla decisione di passare tutte le quote delle sue azioni della società di talent-scout a Lele Mora, appena nell'estate del 1996, non molti mesi prima di morire.

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