Anna Bolena

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« E mo' come me la levo dalle palle?? »
(Enrico VIII su Anna Bolena dopo la nascita della sua prima figlia )
Anna Bolena posa per il cugino di Isaac Newton, Sir Helmut Newton.

Anna Bolena fu la seconda delle sei teste di mogli collezionate da Enrico VIII. Ex shampista con un diploma da parrucchiera, divenne regina d'Inghilterra grazie a un matrimonio vantaggioso.

Infanzia

Nata in un anno con dodici mesi, Anna Bolena era figlia di Peppiniello Bolena, conte del Wiltshire, duca di Norfolk e cittadino onorario di Barletta. La madre era una donna e si faceva chiamare per nome. L'anno di nascita è un vero rompicapo, gli studiosi sono indecisi tra il 1507 e il 1962. I suoi avi comprendevano un conte, un marchese, due cavalieri e un cavallo.

Il matrimonio del secolo

Al ritorno in Inghilterra, Anna divenne dama di compagnia di Caterina d'Aragona, e a lei Caterina raccontava tutti i pettegolezzi circa la sua (non) vita sessuale con Enrico VIII. Ciononostante Anna si era fatta due conti (oltre a svariati marchesi) ed aveva capito che sposarsi un re era un’operazione redditizia, molto più che diventare velina o farsi mettere incinta da un calciatore.
I familiari volevano sì sbolognargli qualcuno dei suoi cugini ma non erano abbastanza ricchi.

Frattanto anche Enrico VIII cominciava a manifestare una tenera simpatia per la giovane Anna:

- Enrico VIII: “Chi è quella tipa seduta là in fondo?”
- Paggio di Corte: “Anna Bolena, sire.”
- Enrico VIII: “Che sorca!”


Poco dopo (o dopo poco) diede carta bianca ai suoi avvocati per cancellare il matrimonio con Caterina. Per dare al tutto una parvenza di verosimiglianza disseminò la stanza di Caterina di prove compromettenti e pagò un paparazzo per sorprendere Caterina in atteggiamenti equivoci con lo stalliere, che tra l’altro era pure gay dichiarato. La reazione di Caterina non si fece attendere e il giorno dopo urlò la verità a tutti i giornali:

Quel gran suino di Erricottàro si sposava per il gusto di collezionare teste.

Ma ormai il danno era fatto. Domenica 25 gennaio 1533, poco prima dell’inizio delle partite, Enrico sposò in segreto Anna nella Cappella dell’Amore, dove il prete officiò il rito vestito da Elvis Presley.
Frattanto il popolo la prese malissimo. Prima Enrico VIII che balla nudo in piazza durante il suo addio al celibato ed ora un secondo matrimonio.
Sfortunatamente per Anna il suo non fu un matrimonio fatto per amore e lo capì la sera stessa delle sue nozze, a cena inoltrata:

«  fatti trovare tra mezz’ora sul letto con le cosce già aperte, così non perdo tempo a sfilarti le mutande. »
(Enrico VIII alla moglie)

In seguito a quest’invito romantico ci furono 12 tentativi da parte dei due coniugi di fare un bambino, al termine dei quali Enrico VIII si decise a leggere un opuscolo informativo per capirne di più. Dopo aver capito che il buco giusto non era l’ombelico i due ci riprovarono con molto impegno ma ci furono solo aborti, bimbi morti e un cucciolo di dobermann, tra lo stupore generale.
Giacché il cucciolo non poteva per legge essere candidato come erede al trono anche la seconda moglie di Enrico si rivelò un clamoroso flop. Oggi uno come Enrico VIII sarebbe stato spedito seduta stante da un andrologo cazzuto ma allora le cose andavano diversamente e se una coppia non aveva figli era colpa della moglie per partito preso.

Enrico capì che sua moglie non gli era utile e così, seguendo una simpatica prassi molto di moda a quell’epoca per sbarazzarsi di una consorte, la fece imprigionare nella torre di Londra, sezione carcere femminile. Poi per ingannare il tempo si sposò per la terza volta, cercando di battere il record stabilito da Lyz Taylor.

Anna Bolena il giorno della sua esecuzione indossava gioielli Morellato.

In seguito si passò all’accumulo di prove fasulle, come con Caterina d’Aragona. Il pescivendolo di corte venne costretto a dichiararsi l’amante di Anna Bolena per evitare l’impiccagione, ma essendosi dichiarato amante della regina venne condannato al rogo. A quei tempi arrivare illeso a quarant’anni era come vincere alla lotteria. Poi toccò al pizzicagnolo di corte il quale avendo visto l’orrenda fine del pescivendolo non si dichiarò né l’uno né l’altro ma si finse pazzo per non rispondere. Venne squartato vivo all’alba perché pazzo. Niente, non si sfuggiva.

Intanto Anna Bolena passò le sue ultime giornate nella torre di Londra scrivendo alla madre e giocando alla Wii. Il giorno dell’ esecuzione si fece scattare una foto col boia ordinando alla sua dama di corte di caricarla su Facebook.

Venne giustiziata alle sei del mattino. Enrico VIII poiché s’era perso lo spettacolo a causa dell’orario ordinò di riattaccare la testa col Bostik e fece ripetere esecuzione. Vezzi da re. Il suo corpo venne sepolto; la sua testa, inizialmente utilizzata come fermacarte, venne anch’essa sepolta col corpo.