Utente:Giallo Antracite/Sandbox: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Scollatura2.jpg|thumb|180px|Adesso vi ho dato un ottimo motivo per guardare la mia Sandbox. Metodo [[Paolo Bonolis|Bonolis]]: comicità + [[tette]]= audience.]]



{{Cit|Scusi....Troia?|Ulisse chiede informazioni stradali ad una passante}}
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Versione delle 20:47, 26 ott 2008

Il titolo di questa pagina non è il titolo di questa pagina perché siamo dei cretini. Il titolo corretto è GAS- Giallo Antracite's Sandbox.

Benvenuto, straniero.
Questa è la Sandbox di Giallo Antracite, ovvero l'utero dove si annida l'insano ovulo della satira.
Se non sei già fuggito potresti fermarti a leggerne i contenuti e se ti hanno anche insegnato a scrivere puoi lasciare eventuali consigli qui.
File:Scollatura2.jpg
Adesso vi ho dato un ottimo motivo per guardare la mia Sandbox. Metodo Bonolis: comicità + tette= audience.


« Scusi....Troia? »
(Ulisse chiede informazioni stradali ad una passante)
« Favolosi effetti speciali, ma personaggi un po’ stereotipati »
(Il corriere della Sera)
« Troia sei grande! »
(Priamo su Troia)
« Sei una gran troia! »
(Menelao su Elena)


L’Iliade è assieme all’Odissea una gigantesca soap opera divisa in 1316 puntate che spopolò dal IX al VI secolo a.C. dando inizio a fenomeni di divismo e di emulazione da parte di tutto il mondo antico.

Venne trasmessa da tutte le principali emittenti del mondo allora conosciuto, compresa Al-Jazeera (dove il protagonista invece che Achille si chiamava Salaàm Affheèt) e Playboy TV (dove il protagonista si chiamava Palomo).

L’opera, che valse ad Omero 8 Grammy Awards e ben 12 Oscar (tra cui miglior regia e migliori effetti speciali) avrebbe dovuto parlare di tutta la guerra di Troia, ma risultava essere uno sproposito di pellicola e così a 2 giorni dalla prima proiezione a Hollywood si decise di tagliare 13 chilometri di pellicola e di raccontare solo l’episodio dell’ira di Achille, fottendosene allegramente di tutti i massacri avvenuti nei decenni addietro. Le parti tagliate sono comunque disponibili nel Director’s cut.

Mandato in onda per la televisione dall’emittente americana FOX ha sbaragliato tutti gli indici d’ascolto, battendo persino LOST e Ippocrate’s anatomy, che allora andava per la maggiore. Vennero fatte ben 20 stagioni (10 più di Baywatch), dopodiché Omero si ruppe il cazzo e si fermò, godendosi i proventi della serie televisiva prendendo il sole a bordo della piscina della sua megavilla, nella S. Bernardino Valley.

Prima Stagione

Il sacerdote di Apollo Krise con sua sorella gemella Krise (noti come Krise & Krise) va da Agamennone per farsi ridare indietro la figlia Criseide, che il potente capo acheo aveva deliberatamente rapito e messa a mezzo servizio presso di lui, per lavare le sue camicie sporche di sangue e i suoi stivali imbrattati di sterco di cavallo, compito tra l’altro ingrato perché il sangue non si toglie nemmeno col Dixan.

Allora Bric à Brac non esisteva ancora e se ti serviva qualcosa te la prendevi e zitto, una vigliaccata che Agamennone aveva svolto benissimo. Il capo acheo, che aveva assoluto bisogno di una colf che gli lavasse i pedalini e gli facesse qualche preliminare prima di prendere sonno era assolutamente felice con Criseide, che tra l’altro era una straniera non regolarizzata e senza permesso di soggiorno, ma le maglie della giustizia erano piuttosto tenere allora, specialmente se eri un Re. Krise & Krise incazzatissimi vanno a fare la spia ad Apelle ,figlio di Apollo, che tanto per cambiare cazzeggiava con una palla di pelle di pollo e che comunicò al dio del Sole quanto stava accadendo, e cioè che Criseide era tenuta praticamente in ostaggio e che Agamennone era uno stronzo arrogante. Apollo si incazzò moltissimo, ma né per l’affronto al suo sacerdote,né per il rapimento: ce l’aveva con Agamennone perché due anni or sono gli prestò 20 dracme senza averle avute mai più indietro. Così cominciò a perseguitare il campo Acheo con quella che Omero chiama “nera pestilenza”, in realtà una pioggia di sacchetti della spazzatura che si abbattè sul povero accampamento Acheo.

File:CavallodiTroia.jpg
Una convivenza difficile

Oltre ad Agamennone nella prima stagione compare la figura di Achille. Achille era il protagonista della soap, la star, il masto, il capo, il numero 1, il più forte, il più virile, il più figo, il più dotato degli achei. Il più e basta. Non c’era competizione, dal sollevamento pesi al torneo di briscola, che non venisse vinta da Achille. Se Achille si guardava allo specchio la sua immagine riflessa fuggiva via perché si cagava addosso.

Se è vero che dietro ad ogni uomo di successo c'è una donna, dietro ad ogni uomo morto c'era Achille. Achille non portava l'orologio: decideva lui che ora era. Quando Achille faceva le flessioni, non alzava sè stesso, abbassava la Terra. Achille riusciva a prendere al volo una freccia lanciata da un arco. Dopo averla tirata lui stesso. Insomma Achille non portava mai due volte lo stesso paio di mutande perché aveva i coglioni che gli fumavano.

Pochi sanno che prima di tutti i supereroi, prima dell’incredibile Hulk, di Steven Seagal e addirittura di Chuck Norris, c’era Achille. Achille tuttavia, a dispetto della sua oscena sfilza di qualità era solo come un paguro: gli achei infatti erano arcistufi di gareggiare con lui perché era tempo perso così spesso il campione acheo si trovava a vincere ai tornei di solitario contro sé stesso.

Tuttavia in seguito alla pioggia di monnezza-meteore anche quell’asociale di Achille venne convocato e, assieme ad Agamennone, Guido Bertolaso e Gianni De Gennaro, indice una riunione straordinaria per decidere il da farsi e interpella Calcante, il vate scorreggiante, il quale tra un’aria e l’altra spiega che il motivo è stato il mancata restituzione di quelle 20 misere dracme da parte di quel pidocchio di Agamennone. Alla fine, dopo aver recitato la classica scena del rabbino, che fa vedere di aprire il portafogli ma finge di non trovarci i soldi dentro (una cosa tristissima) l'Atride acconsente per logica a lasciar andare Criseide, ma per non restare senza una cameriera con la sua solita personalissima democrazia decide di prendere quella di Achille, Briseide. “Ma tu c’hai le pigne nel cervello!” risponde Achille irato e sfodera il suo lungo spadone per lanciarlo contro Agamennone, ma Atena si presenta a lui travestita da boccale di birra, lo fa ragionare dicendogli che era inutile sfogarsi ora quando ben presto avrebbe avuto l’occasione per metterlo nel culo ad Agamennone senza sporcarsi le mani (cosa mica facile se ci pensate!).

La profezia fa gongolare Achille che, rinfoderata la spada, rassicura Agamennone dicendo che per ora non l’avrebbe sputato in un occhio ma che lo sputo era solo rimandato a quando avrebbe avuto più saliva in bocca.

“Cambiooo!” urla Agamennone, che dà ordine di riportare Criseide dal padre, e di andare a prendere Briseide nella tenda del Pelide e di portarla nella sua. Ed incarica di far questo il più paraculo dei suoi guerrieri, ovvero Ulisse. Ulisse c’è stato da sempre tramandato come l’eroe pensante, scaltro, quello che ragiona, come se il resto degli Achei fossero tutti una manica di teste di cazzo. Ulisse aveva studiato, elementari, medie e poi il diploma di geometra. Ulisse era l’unico in tutta l’Acaia che sapeva fare le divisioni a due cifre. Ulisse sapeva scrivere bene, per questo Agamennone gli faceva sempre scrivere i bigliettini d’auguri a Natale. Achille rimaneva il più forte, ma sapeva contare solo fino a 12. Intanto Peti, la madre di Achille, era inizialmente felice per il divorzio tra il figlio e Briseide giacchè mal sopportava di sapere suo figlio sistemato con l’ucraina di turno; lei avrebbe tanto voluto fargli sposare la figlia dell’avvocato, quella dell’interno 5. Ma visto che il figlio piangeva la mattina, piangeva il pomeriggio, piangeva la sera pensò: qui ci becchiamo tutti i reumatismi! Ed andò a conferire con Zius, lo zio di tutti gli dei, l’equivalente del nostro Dio per i greci, solo molto più incazzoso e interventista del nostro. Ironia della sorte anche Zius aveva sulle palle a morte Agamennone perché quando era ispettore alla motorizzazione bocciò suo figlio Ercole, che dovette farsi tutte le dodici fatiche viaggiando in autostop. Con tutti i nemici che aveva Agamennone è un miracolo che non sia schiattato di acne fulminante a 6 anni! La prima serie si conclude con un gigantesco banchetto su nell’Olimpo in cui Zius, ubriaco e in crisi d’astinenza d’ambrosia invia Mercurio (dio dei termometri) a prenderne una bella scorta al banco Ambrosiano.