Utente:Zurpone/Sandbox: differenze tra le versioni

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[[File:strage di Bologna i giornali.jpg|right|thumb|540px|Nemmeno il quotidiano della [[Vatikan|Santa Sede]] restò insensibile di fronte alla strage.]]

[[File:strage di Bologna le vittime.jpg|right|thumb|320px|Arriverà mai l'ora della verità?]]
La '''strage di Bologna''' ebbe luogo nella [[stazione|stazione ferroviaria]] di [[Bologna]], sebbene alcuni canali pseudoinformativi, a cui crede un sacco di [[gente]], la collochino altrove, da [[New York]] a Gallarate. Gli amanti del [[sensazionalismo]] e della cronaca [[splatter]] hanno dichiarato che essa è senz'altro uno degli atti [[terrorismo|terroristici]] più gravi accaduti in [[Italia]] dal secondo dopoguerra. Ma a quei tempi non esisteva ancora il [[reality show]]. A differenza di altri tragici avvenimenti, in questo caso sono stati individuati dei responsabili che sono stati condannati in via definitiva. Resta però una sensazione strana, come quando usciamo dallo studio del [[dentista]] e ci accorgiamo di avere un altro [[dente]] [[carie|cariato]]. Gli [[Antropologia|antropologi]] del [[centro commerciale]] la chiamano ''sindrome dell'allodola davanti allo specchio''. A causa della strage sono morte 85 persone e oltre 200 sono state ferite gravemente.
La '''strage di Bologna''' ebbe luogo nella [[stazione|stazione ferroviaria]] di [[Bologna]], sebbene alcuni canali pseudoinformativi, a cui crede un sacco di [[gente]], la collochino altrove, da [[New York]] a Gallarate. Gli amanti del [[sensazionalismo]] e della cronaca [[splatter]] hanno dichiarato che essa è senz'altro uno degli atti [[terrorismo|terroristici]] più gravi accaduti in [[Italia]] dal secondo dopoguerra. Ma a quei tempi non esisteva ancora il [[reality show]]. A differenza di altri tragici avvenimenti, in questo caso sono stati individuati dei responsabili che sono stati condannati in via definitiva. Resta però una sensazione strana, come quando usciamo dallo studio del [[dentista]] e ci accorgiamo di avere un altro [[dente]] [[carie|cariato]]. Gli [[Antropologia|antropologi]] del [[centro commerciale]] la chiamano ''sindrome dell'allodola davanti allo specchio''. A causa della strage sono morte 85 persone e oltre 200 sono state ferite gravemente.



Versione delle 21:12, 13 feb 2013


A causa del divieto di amministrare la giustizia vigente nel nostro Paese, l'articolo che segue tratta di fatti che non hanno spiegazioni e/o colpevoli. Quindi ce li siamo inventati di sana pianta.
Può anche darsi che i fatti narrati non siano mai accaduti e che siamo tutti vittime di un'allucinazione collettiva.

« Si scoppia dal caldo, qui dentro. Esco a prendere una boccata d'aria! »
(Turista random che ha avuto il culo di salvarsi.)
« Nella sala d'attesa c'è sicuramente più fresco! »
(Turista che non ha avuto la stessa fortuna.)
Nemmeno il quotidiano della Santa Sede restò insensibile di fronte alla strage.
Arriverà mai l'ora della verità?

La strage di Bologna ebbe luogo nella stazione ferroviaria di Bologna, sebbene alcuni canali pseudoinformativi, a cui crede un sacco di gente, la collochino altrove, da New York a Gallarate. Gli amanti del sensazionalismo e della cronaca splatter hanno dichiarato che essa è senz'altro uno degli atti terroristici più gravi accaduti in Italia dal secondo dopoguerra. Ma a quei tempi non esisteva ancora il reality show. A differenza di altri tragici avvenimenti, in questo caso sono stati individuati dei responsabili che sono stati condannati in via definitiva. Resta però una sensazione strana, come quando usciamo dallo studio del dentista e ci accorgiamo di avere un altro dente cariato. Gli antropologi del centro commerciale la chiamano sindrome dell'allodola davanti allo specchio. A causa della strage sono morte 85 persone e oltre 200 sono state ferite gravemente.

Pochi minuti prima

Fumare uccide, ma a volte anche la pigrizia.

Bologna, 2 agosto 1980, mattina. La stazione ferroviaria è un brulicare ininterrotto di gente che va e viene. Nel bel mezzo dell'estate c'è chi parte, chi torna, chi si è perso, chi si è riperso, chi elemosina spiccioli per la pera del mattino. Soprattutto ci sono turisti a bizzeffe[Ma non eravamo a Bologna?]. E c'è anche il caldo estivo: già alle 9:00 il sudore prodotto dall'imponente massa umana avrebbe risolto il problema della siccità in mezzo Sahara; i venditori di grattachecca in trasferta fanno affari d'oro, la birra scorre a fiumi come in Sardegna e nell'aria c'è un grande tanfo di ascelle. Non sono neanche le 10:00 che i treni del mattino hanno accumulato ritardi non inferiori alle quattro ore, ma in fondo non è un grosso problema, si va in vacanza o si torna da essa, non c'è da timbrare il cartellino. Non c'è angolo di stazione che sia libero da presenza umana, il sovraffollamento è paragonabile ad una selezione per concorso nel pubblico impiego. Nella sala d'attesa di seconda classe i passeggeri bivaccano ininterrottamente da ore, forse giorni. Qualcuno, in attesa di un treno che non arriva mai, vi ha spostato la propria residenza allestendo tendopoli dotate di frigo-bar, televisione a carbone e sala biliardo. È stato addirittura aperto un ufficio postale, una drogheria e un lavasecco. I più intraprendenti e prepotenti esercitano un diritto di prelazione sugli attigui cessi pubblici. Una città nella città. Alle 10:20 in il bucato è già steso ad asciugare e molte massaie preparano piadina e tagliatelle col ragù, cantando i motivi più in voga di Raoul Casadei. Insomma, la vita scorre normale. Tempo pochi istanti e scorrerà un po' troppo.

L'esplosione

Sono le ore 10:25 quando l'ala ovest della stazione, dove si trova la sala d'attesa di seconda classe, viene disintegrata, assieme all'antistante parcheggio dei taxi e al retrostante primo binario, da un'esplosione talmente forte che non viene udita da nessuno. Almeno questa è la prima sensazione: in realtà tutte le persone che circolavano all'intorno dell'edificio riportano danni permanenti ai timpani, se non sono già state dilaniate dal botto. I più attenti noteranno che la pubblicità della Amplifon diventerà sempre più martellante a partire da quella data.
Quando la visibilità tornò accettabile, si presentò uno spettacolo terrificante: la città nella città, con la sala d'attesa che la conteneva, era sparita nel nulla, frazionata in una montagna di polvere impalpabile. Uguale destino ebbe l'antistante parcheggio di taxi. Il primo binario, sul quale era in sosta il treno Ancona - Chiasso, i cui macchinisti ebbero la sciolta per quattro settimane, si ritrovò con trenta metri di pensilina accartocciata su sé stessa.

Le prime reazioni

Lo sdegno percorre immediatamente tutta la penisola, oltrepassa lo stretto di Messina e finisce a farsi un bagnetto su una spiaggia di Marsala, d'altra parte come dargli torto, è agosto e c'è una canicola da far paura.

Le indagini

La storia è maestra (inascoltata) di vita

Il Presidente del Consiglio dei Ministri era in quei giorni Francesco Cossiga, e forse ciò può fornire un senso almeno parziale della linea investigativa che si decise di intraprendere. Va anche ricordato che i testi di studio su cui si formavano poliziotti e carabinieri non venivano aggiornati da decenni. L'approccio alle indagini fu quindi di tipo classicheggiante, come accadde per la strage di piazza Fontana: all'origine dell'esplosione dovevano esserci cause fortuite, accidentali, tipo una caldaia che esplode... No. Non è uno scherzo, e nemmeno una battuta di pessimo gusto, ed il fatto che rischi di diventare un tormentone è alquanto irritante. Alcuni agenti che avevano contatti con i sorci che abitavano da sempre gli scantinati della stazione, effettivamente stanarono colà una vecchia caldaia, che fu ammanettata senza tanti complimenti e sottoposta a snervanti interrogatori, durante i quali più di un inquirente rischiò di perdere la calma:

« Vuoi "cantare" sì o no? Questa reticenza ti creerà solo problemi. Vuoi forse fare la fine di quello là? »

La situazione era quanto mai critica per la caldaia, pervicacemente chiusa nel suo ostinato mutismo, ma per sua buona sorte intervenne un oscuro manutentore della stazione:

« Commissario, non per insegnarvi il mestiere, ma in pieno agosto, col caldo che fa, la caldaia è sempre spenta: la accenderemo solo a ottobre! Non può essere stata lei. Non questa qua. Non questa volta! »

Gli investigatori furono costretti a rilasciarla, ma le misero sotto controllo il telefono per qualche tempo. Furono i familiari delle vittime a dare la sveglia alle forze dell'ordine: "Che ne direste di iniziare a lavorare sul serio"? Leggermente piccata la replica della questura: "Calmini, eh! Guardate che non ci mettiamo niente a sbattervi tutti dentro per adunata sediziosa!"

Indagine su cittadini al di sopra di ogni sospetto

La polizia brancolava nel buio, specialmente dalle 21:00 della sera alle 5:00 del mattino, nonostante l'impiego di fotocellule. Ma intervenne con decisione il quotidiano L'Unità, già dal 3 agosto, affermando che i responsabili della strage andavano ricercati tra i raggruppamenti di estrema destra.

« Marescià, secondo me questi comunisti stavolta c'hanno ragione! »
(L'appuntato Calcedonio Caccavalle mentre sfogliava L'Unità.)
« Butta via quel giornalaccio, cretino! Anzi, No! Aspetta un attimo, fammi dare un'occhiata... »
(Il maresciallo Temistocle Caccavella colto da improvvisa ispirazione.)

Cominciò così, tanto per far credere all'opinione pubblica che c'era una pista calda da seguire. Il 26 agosto successivo la Procura della Repubblica di Bologna spiccò ventinove mandati di cattura nei confronti di ventotto appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari, NAR per i camerati (un mandato era stato erroneamente spiccato due volte), tra cui vale la pena citare Roberto Fiore e Massimo Morsello, futuri fondatori di Forza Uova; Aldo Semerari, psichiatra e criminologo ambiguo, che il 1 aprile 1982 fu vittima di un pesce d'aprile che forse si spinse oltre le intenzioni iniziali; Francesca Mambro, perché una donna nel gruppo ci voleva; Giuseppe Valerio Fioravanti, senza il cui fondamentale contributo la vita sociale degli anni '70 e '80 in Italia sarebbe stata di una noia mortale. Nel 1981 vengono tutti scarcerati in vista degli imminenti Mondiali di Spagna.

Depistaggi, teorie alternative e cazzate in libertà

I servizi segreti italiani trovarono negli anni a venire una valida motivazione esistenziale creando false piste, inventando moventi, vendendo finte cure dimagranti a prezzi esorbitanti. Così venne inventata di volta in volta la pista franco-tedesca, l'ipotesi cambogiana, il complotto delle Faer Oer, fino alle immancabili teorie sugli alieni, le piramidi e il calendario Maya. Ovviamente i tempi di indagine si dilatarono un pochino. Lo stesso Cossiga, quando fu Presidente della Repubblica, ritirò fuori la convinzione della colpevolezza della caldaia, che nel frattempo però era stata sostituita e risultava quindi irreperibile. ma chi poteva avere interesse a incasinare le indagini? A un certo punto gli inquirenti si posero questa domanda e iniziarono ad indagare su sé stessi. Saltò fuori che in effetti alcuni investigatori in libera professione avevano volutamente condotto indagini insensate al solo scopo di prolungare la durata del loro contratto di lavoro, un po' come fanno gli operai stagionali delle squadre antincendio, che si improvvisano piromani per poter lavorare qualche settimana in più. Fa tristezza, non c'è dubbio, ma col mutuo da pagare e tante bocche da sfamare a volte non si va tanto per il sottile.

I processi e le condanne

E dopo?