Campionato mondiale di calcio 1982

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Per il logo ufficiale la FIFA si era rivolta nientemeno che al celebre Joan Mirò, che realizzò l'opera a sinistra. Scambiata per lo scarabocchio di un gibbone, fu cestinata a vantaggio del logo a destra, realizzato da una bertuccia di Gibilterra. Mirò non la prese affatto bene e morì di crepacuore l'anno dopo.
« Pooo po po po...no aspè, cos'è che cantavano all'epoca? Ah, già: da, da, da, tutti figli di Bearzot. »
(Qualunque italiano mentre rivede le immagini del trionfo dell'1982)

I Mondiali di calcio Spagna 1982 sono stati la dodicesima edizione del mondiale di calcio, nonché la prima in cui ai nastri di partenza si presentavano 24 squadre anziché le tradizionali 16, perché la FIFA ci teneva a dimostrare al mondo intero di sapersi destreggiare anche con numeri grandi. Tale decisione ebbe un impatto determinante sulla crescita del gioco del calcio a livello globale, e poi che mondiali sarebbero senza squadre come il Burundi e la Groenlandia?

È tuttora il mondiale ospitato da un'unica nazione che ha visto impiegato il maggior numero di stadi, alcune partite furono giocate anche nel campo dell'Oratorio Don Bosco de la Vega, dietro raccomandazione di Zorro.

La scelta della Spagna come Paese organizzatore era dovuta ad una mera semplificazione linguistica: si era provveduto a riciclare la documentazione in lingua spagnola in uso nei Mondiali precedenti, svoltisi in Argentina, effettuando solo piccole correzioni qua e là a colpi di sbianchetto. Ciò comportò un notevole risparmio sulle traduzioni e sulla redazione di nuova modulistica, grazie al quale i vertici della Federcalcio spagnola poterono garantirsi ogni sorta di sollazzo sessuale per tutta la durata del torneo.

Qualificazioni

File:Tango España - pallone ufficiale Mondiali Spagna 1982.jpg
Il pallone del torneo era identico a quello usato in Argentina quattro anni prima anche nel materiale: 100% vera pelle di desaparecido.

Nonostante l'allargamento del torneo a 24 squadre non mancarono le sorprese in fase di qualificazione: in Europa non riuscì a qualificarsi l'Olanda, finalista nelle due precedenti edizioni, che venne superata da Francia e Belgio: a conti fatti, è lecito ritenere che continuare ad affidarsi a un Cruijff ormai quarantenne e un Neeskens dipendente dalla macchina per la dialisi non sia stata un'idea brillante. Ottenne la qualificazione invece la sorprendente Irlanda del Nord, che eliminò Svezia e Portogallo mandando l'IRA a far saltare in aria i loro aerei all'aeroporto di Belfast. Quanto all'Italia, a un avvio di girone folgorante fecero seguito diverse prestazioni balbettanti, che non costarono la qualificazione solo perché la Danimarca si ostinò a disputare l'intero girone con la squadra di hockey su prato.

In Sud America fece scalpore l'eliminazione dell'Uruguay fresco vincitore del Mundialito del 1981: per la Celeste fu un vero peccato non poter contare nella partita decisiva in Perù su cinque titolari, bloccati alla dogana con del materiale sospetto che poi si scoprì essere dell'arbre magique all'aroma di mars fritto. Nel girone del Centro-Nord America invece riuscì a fallire l'approdo alla fase finale il Messico, che pagò cara la presunzione con cui affrontò il girone eliminatorio: infatti la stella Hugo Sánchez, centravanti del Real Madrid, onde non affaticarsi in vista del torneo insistette per giocare tutte le qualificazioni in porta.

I gironi africani videro la qualificazione di Camerun e Algeria, che beneficiarono di numerose defezioni dovute a motivi finanziari e riuscirono ad arrivare in Spagna nascosti nella stiva di un cargo che trasportava calamari. In Asia, infine, la Nuova Zelanda vinse lo spareggio contro la Cina e conquistò insieme al Kuwait il posto di materasso annunciato del Mondiale.


Gruppo 1

File:Portachiavi di Naranjito, mascotte dei mondiali di Spagna 1982.jpg
Naranjito, la mascotte, s'impiccò dopo aver puntato tutti i suoi averi sulla vittoria delle Furie Rosse.

Un gruppo ben equilibrato che comprendeva l'Italia quarta in Argentina quattro anni prima, la solida formazione polacca che poteva contare sulla vecchia guardia che giunse terza nel 1974 rafforzata da uno Zbigniew Boniek non ancora rimbecillito dalle apparizioni alla Domenica sportiva e il Perù che aveva superato il primo turno nel 1978 ed era guidato da quel Gerónimo Barbadillo che ad Avellino era venerato quasi quanto Ciriaco De Mita. A completare i quadri i poco accreditati camerunensi, la cui preparazione tattica e atletica al Mondiale era stata curata da un'équipe di sciamani.

La prima partita fu disputata a Vigo tra Italia e Polonia. Gli azzurri, convinti che si stesse parlando di Vigo di Fassa, avevano disputato le ultime due amichevoli pre mondiali calzando scarponi da sci e giunsero quindi all'appuntamento più preparati a disputare la Vasaloppet che il Mondiale. Per fortuna la nazionale polacca aveva come giocatore di riferimento il veterano Grzegorz Lato, che aveva sulle spalle più mondiali disputati che capelli: per non rischiare perdite umane a causa della calura, le due squadre scelsero dunque di prenderla con calma, e finì 0-0. Il giorno successivo, Perù e Camerun decisero a loro volta di non spremersi troppo e chiusero anche il loro incontro a reti bianche. Seguirono quindi l'1-1 tra Italia e Perù e lo 0-0 tra Polonia e Camerun, in un gruppo così piatto che al confronto una partita di tresette a perdere sembrava la corsa degli spermatozoi verso l'ovulo.

Alla vigilia dell'ultimo turno, visti i risultati degli altri gironi, gli scaltri polacchi realizzarono che arrivando secondi nel girone rischiavano di doversi scornare nella fase successiva con Brasile e Argentina, perciò si scossero dal torpore dei primi due incontri e ipotecarono il primo posto con un sonoro 5-1 al Perù, che dal canto suo non se la prese troppo a male visto che aveva già prenotato il volo di ritorno per Lima per la sera stessa. Per evitare di finire con le due grandi sudamericane, l'Italia era dunque costretta ad infliggere un punteggio analogo al Camerun: un'impresa disperata poiché le statistiche sottolineavano impietosamente come l'Italia non aveva mai segnato 5 gol in una girone intero, figurarsi in una sola partita. Gli azzurri affrontarono dunque gli africani con lo stato d'animo di un bovino al macello, e pensarono che per evitare figure di merda annunciate era meglio cedere il passo agli sprovveduti camerunensi. Inaspettatamente però al 61' un calcio di punizione di Antognoni destinato in fallo laterale carambolò addosso a un Graziani intento a scaccolarsi e finì in fondo alla rete difesa da N'Kono. Colti di sprovvista dall'accaduto, gli Azzurri rimediarono in fretta e furia grazie a Dino Zoff che simulò una colica renale su un innocuo passaggio di M'Bida, ma non riuscirono a regalare la decisiva rete del vantaggio ai Leoni Indomabili che, mangiata la foglia, per evitare ogni rischio nascosero il pallone agli Azzurri e improvvisarono una partita a bitch volley fino allo scadere. La frittata era dunque fatta: contro Brasile e Argentina si prevedevano tanti di quegli scapaccioni da far rivalutare persino i risultati dello Zaire del 1974.

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Polonia 4 3 1 2 0 5 1 +4
Italia 3 3 0 3 0 2 2 0
Camerun 3 3 0 3 0 1 1 0
Perù 2 3 0 2 1 2 6 --4

Gruppo 2

Il gruppo 2 sembra sorteggiato apposta per far qualificare la Germania. Nella benevola urna, riconoscibile perché coperta di svastiche, vengono inserite tre squadre inutili che iniziano per A: Austria, Algeria e Andokazzostan. A fine estrazione ci si accorge che il Cile è restato fuori, si scopre la burla e si fanno tutti grasse risate. Tranne i cileni, che sono palesemente condannati. Contrariamente a quanto accade di solito, l'Algeria non ha prestato i suoi migliori giocatori alla Francia, se ne accorge troppo tardi la Germania che perde alla partita d'esordio per 2-1. L'Austria, rassegnata al fatto che non potrà giocare con le palle di Mozart (ritenute non regolamentari), batte comunque il Cile per 1-0. La Germania deve recuperare, vittima sacrificale ancora il Cile, battuto per 4-1. Dopo il 2-0 tra Austria e Algeria, quest'ultima infligge un 3-2 ancora al Cile. La classifica è fuori di ogni logica calcistica, Algeria e Austria a 4 punti, Germania a 2 e Cile non pervenuta. Nell'ultima partita del girone, la Germania affronta l'Austria già matematicamente qualificata. Per i crucchi è l'ultima spiaggia, in caso di sconfitta o pareggio sarà fuori. Per evitare la clamorosa eliminazione, il cancelliere Helmut Schmidt promette al presidente austriaco Rudolf Kirchschlager di restituirgli le spoglie di Adolf Hitler, conservate surgelate in un luogo segreto. Al 10' minuto il tedesco Hrubesch ruba palla a centrocampo, i difensori austriaci sono disposti malissimo, due di essi sono sdraiati a prendere il sole sulla tettoia della panchina, altri due sono impegnati ad unire i puntini da 1 a 46 su la Settimana Enigmistica, la Germania passa in vantaggio. Il risultato va bene ad entrambe le squadre, per il resto della partita gli spettatori organizzano gare di karaoke per passare il tempo, si ubriacano tutti assieme con otto cisterne di birra, inneggiano al terzo Reich ed escono abbracciati dallo stadio.

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Germania Ovest 4 3 2 0 1 6 3 +3
Austria 4 3 2 0 1 3 1 +2
Algeria 4 3 2 0 1 5 5 0
Cile 0 3 0 0 3 3 8 --5

Gruppo 3

Prenotato Zurpone...

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Belgio 5 3 2 1 0 3 1 +2
Argentina 4 3 2 0 1 6 2 +4
Ungheria 3 3 1 1 1 12 6 +6
El Salvador 0 3 0 0 3 1 13 --12

Gruppo 4

Testa di serie del girone era l'Inghilterra, che dopo la vittoria ai mondiali del 1966 aveva battuto solo San Marino e Samoa Americane ma fu piazzata in prima fascia per evitare confronti con l'Argentina, con cui la tensione era alle stelle a causa della guerra nelle Isole Falkland e del fatto che, per ritorsione, il Tottenham licenziò il regista argentino Osvaldo Ardiles obbligandolo a rimpatriare a bordo di un pedalò. Avversari degli inglesi erano:

Ad iniziare le ostilità fu la sfida di Bilbao tra inglesi e francesi, con un'importante defezione tra le fila britanniche: l'asso Kevin Keegan, infatti, dovette saltare tutta la prima fase a causa di una tendinite al piede destro che si era procurato nel vano tentativo d'imparare a infilarsi le infradito. Prevalse l'Inghilterra per 3-1, con l'ispirato duo di centrocampo composto da Bryan Robson e Ray Wilkins che scardinò la difesa francese con millimetrici passaggi filtranti e colpi di piede di porco sui reni. L'indomani, la volitiva formazione del Kuwait impose l'1-1

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Inghilterra 6 3 3 0 0 6 1 +5
Francia 3 3 1 1 1 6 5 +1
Cecoslovacchia 2 3 0 2 1 2 4 -2
Kuwait 1 3 0 1 2 2 6 -4

Gruppo 5

L'eccitazione dei tifosi spagnoli, pronti a vedere la loro squadra diventare la terza nazione consecutiva a trionfare nel mondiale in casa, era talmente palpabile che nessuno batté ciglio quando, alla vigilia del debutto, il governo alzò il prezzo della benzina, raddoppiò le imposte sulla casa e si spinse addirittura a tassare le tapas con l'aperitivo, costringendo i bar spagnoli a sostituirle con le pizzette Catarì. D'altronde il sorteggio sembrava aver apparecchiato per la Spagna un avvio di torneo morbido, poiché a far compagnia alle Furie Rosse nel raggruppamento capitarono:

L'incontro d'esordio a Valencia vide i padroni di casa opposti agli honduregni in una gara dal pronostico talmente chiuso che a chiunque scommettesse sulla vittoria dei centroamericani veniva prescritta una perizia psichiatrica. Il portiere spagnolo Luis Arconada, presagendo una serata di completo riposo, si presentò in campo in vestaglia e pantofole e, al posto della tradizionale Gatorade, posizionò a lato della porta una bottiglia di Cardenal Mendoza: prima ancora che potesse accomodarsi in poltrona, però, il centravanti honduregno arrivò a tu per tu con lui, lo fece uscire con la scusa di dover leggere il contatore del gas e infilò in porta il pallone dell'1-0, fregandogli anche il brandy. Da allora in avanti la Spagna cinse d'assedio l'area avversaria grazie a un prolungato possesso di palla e a un plotone di tiratori scelti posizionati sugli spalti, ma venne respinta ripetutamente dai prodigiosi interventi del portiere honduregno e trovò l'1-1 su rigore solo perché l'estremo difensore, gasato dai miracoli compiuti, tentò di parare il tiro con la sola imposizione delle mani. Il giorno successivo, jugoslavi e nordirlandesi pareggiarono 0-0 un incontro talmente noioso che al 15' del secondo tempo le televisioni di tutto il mondo ne sospesero la messa in onda per trasmettere le repliche dell'Ispettore Derrick.

Nella seconda giornata la Spagna faticò nuovamente ed ebbe ragione per 2-1 della Jugoslavia solo grazie a un dubbio rigore assegnato per un fallo di mano del portiere, mentre l'Honduras costrinse al pareggio per 1-1 anche l'Irlanda del Nord in una partita dove la somma del valore di mercato dei giocatori in campo equivaleva a un panino con la coppa e una gassosa. Il turno conclusivo si aprì con il successo 1-0 della Jugoslavia sull'Honduras, che permise agli slavi di sperare nel passaggio del turno in caso di vittoria della Spagna sull'Irlanda del Nord: vista la forma mostrata fin lì dalle Furie Rosse, tanto valeva augurarsi che un meteorite radesse al suolo Valencia durante la partita. Infatti furono i nordirlandesi a prevalere per 1-0 contro la fischiatissima formazione di casa, apparsa talmente giù di tono che metà squadra accusò i crampi già durante il riscaldamento, aggiudicandosi così il girone e spedendo gli spagnoli contro Inghilterra e Germania Ovest nel girone di Madrid, dove arrivarono di corsa con gli imbufaliti jugoslavi che li inseguivano sparando loro sui piedi. La classifica finale recitava dunque:

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Irlanda del Nord 4 3 1 2 0 2 1 +1
Spagna 3 3 1 1 1 3 3 0
Jugoslavia 3 3 1 1 1 2 2 0
Honduras 2 3 0 2 1 2 3 -1

Gruppo 6

Il portiere carioca Valdir Peres, oltre a somigliargli sospettosamente, era colpito dallo stesso sortilegio che colpì Massimo Mattolini, la maledizione della saponetta[1]. Ma nessuno lo sapeva.

L'ultimo dei gruppi si caratterizzava per un equilibrio perfetto: ne facevano parte due squadre dell'emisfero boreale (URSS e Scozia) e due di quello australe (Brasile e Nuova Zelanda). Che tra Brasile e Nuova Zelanda ci fosse un divario tecnico di circa 67 anni luce era un dettaglio formale; che tra Scozia e URSS ci fosse di mezzo l'Europa era noto a tutti, bastava dare un'occhiata su un qualunque atlante, ma di sicuro questo girone avrebbe garantito gol e spettacolo. E così fu: nel gruppo 6 furono segnati più gol che in tutti gli altri e le partite furono tutte avvincenti e combattute, a cominciare dalla prima.

Si affrontavano Brasile e URSS. L'esito sembrava scontato, anche perché i sovietici erano in astinenza forzata da vodka, secondo le ferree disposizioni del cittì Konstantin Beskov. L'indiscutibile supremazia brasiliana sembrava destinata a fare un sol boccone degli avversari, ma al 34' il centrocampista Andrij Bal' ciabattò casualmente il pallone nel tentativo di liberarsi di una vespa che gli ronzava intorno: la sfera rimbalzò innocua verso l'estremo difensore brasiliano Valdir Peres, che stava cercando di decifrare uno striscione collocato sulla tribuna opposta che recitava "Бразилия дерьмо" e, quando si rese conto che la palla passava dalle sue parti fu troppo tardi: si produsse in un intervento goffo e sgraziato degno del miglior Garella, senza però pesare 170 kg come lui: la palla gli passò quindi tra le gambe e i russi si trovarono dunque inopinatamente in vantaggio. Durante l'intervallo, nel chiuso degli spogliatoi, Valdir Peres fu sottoposto ad uno sparticulo con doppio riporto. Nella ripresa il Brasile ribaltò il punteggio con due "surricagni" da fuori area di Éder e Sócrates, che il portiere sovietico Dasaev nemmeno vide, tanto che fino al novantesimo era convinto di essere imbattuto: si arrese all'evidenza solo quando vide le immagini registrate in tv e un biglietto per una vacanza-premio quinquennale al gulag di Verhojansk sul suo comodino.

Nessuna sorpresa negli altri incontri, in un girone in cui ciascuna squadra recitò senza sbavature il ruolo che le era stato ritagliato:

  • il Brasile asfaltò Scozia e Nuova Zelanda (4-1 e 4-0);
  • l'URSS pareggiò una gara di shottini di whisky (2-2) con la Scozia e asfaltò la Nuova Zelanda (3-0);
  • la Scozia asfaltò la Nuova Zelanda (5-2);
  • la Nuova Zelanda ebbe, nel giro di tre partite, l'intera rete stradale rimessa a nuovo (e 12 gol sul groppone).

L'URSS passò il turno come seconda e già pregustava il fatto di inglobare il Belgio tra le Repubbliche Baltiche, ma soprattutto di dare una lezione con i controcazzi a quegli stronzi catto-dissidenti della Polonia.
Il Brasile passò il turno al primo posto e già pregustava il fatto di somministrare l'ennesima mazzulata ai danni dell'Argentina, ma soprattutto di impartire all'Italia una lezione con i controcazzi di futebol bailado.

Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Brasile 6 3 3 0 0 10 2 +8
Unione Sovietica 3 3 1 1 1 6 4 +2
Scozia 3 3 1 1 1 8 8 0
Nuova Zelanda 0 3 0 0 3 2 12 -10

Seconda fase a gruppetti

Nota di Zurpone: secondo me qui ci vorrebbe un piccolo preambolo per descrivere in modo divertente il meccanismo che ha portato alla creazione di questi 4 gruppetti che di fatto hanno sostituito ottavi e quarti di finale. Mi sta venendo in mente qualcosa, ma domani dovrei riuscire a buttar giù il concetto di base. Se avete idee a riguardo fate lo stesso.

Gruppetto A

Il girone prese il via con il confronto tra Polonia e Belgio, vincitrici a sorpresa dei rispettivi gironi: a stupirsene furono soprattutto gli spettatori del Camp Nou, che affollarono l'impianto non appena si accorsero di non doversi sorbire l'Italia. Defezioni importanti da entrambe le parti: il portiere belga Jean-Marie Pfaff dovette dare forfait a causa di un improvviso colpo di frusta, vibratogli sulla schiena dall'allenatore Guy Thijs dopo che era rientrato in albergo la mattina stessa alle 7 gonfio di sangria; i polacchi invece erano privi del capitano Władysław Żmuda, di cui non era ancora stato completato lo sradicamento dal terreno al termine dell'incontro col Perù. Non ci fu partita: la Polonia s'impose per 3-0 grazie a una tripletta di Boniek, che per tutta la durata dell'incontro tenne sotto scacco la difesa belga posizionandosi in C6 con l'alfiere.

Tre giorni più tardi il Belgio affrontò l'Unione Sovietica: i sovietici, più riposati poiché la loro ultima partita della prima fase risaliva al novembre dell'anno prima, la spuntarono per 1-0 contro degli avversari tanto stremati da dover essere portati fuori dal terreno di gioco con scopa e paletta.

Gruppetto B

  • Germania Ovest-Inghilterra 0-0. La partita va in scena al Santiago Bernabéu di Madrid, il 29 giugno di fronte a 75.000 spettatori. Le due squadre si temono a vicenda, un passo falso e tutto può complicarsi, anche perché nel loro girone c'è la Spagna. Ne scaturisce una partita per lunghi tratti noiosa, sugli spalti c'è chi si tira i petardi in mezzo ai piedi per restare sveglio, altri comprano roba da mangiare e sgranocchiano. I venditori di fusaje fanno affari d'oro, alcuni di loro servono i clienti a bordo di una portantina con quattro lacchè. L'arbitro Arnaldo César Coelho, uno dei più esperti del mondiale, per accendere lo spettacolo da' del finocchio a Stielike parlando in inglese e, quando il crucco si gira visibilmente alterato, incolpa McDermott e lo ammonisce pure. La partita finisce 0-0 e McDermott in rianimazione.
  • Germania Ovest-Spagna 2-1. È il 2 luglio, lo scenario è lo stesso ma i padroni di casa portano al Bernabéu quasi 100.000 persone. Per tutto il primo tempo si assiste a continui ribaltamenti di fronte, l'arbitro (l'italiano Paolo Casarin, leggermente in là con gli anni) dirige l'incontro stando a centrocampo con un binocolo. Al 50' Littbarski porta in vantaggio la Germania, poi raddoppia Fischer al 75'. La Spagna accorcia le distanza con Zamora al minuto 82. Casarin è a corto di fiato, vede manifestarsi lo spettro dei supplementari e sposta l'orologio avanti di 10 minuti. La Spagna è fuori, sugli spalti si vocifera di culla di Giuda, Casarin esce dallo stadio travestito da ballerina di flamenco.
  • Spagna-Inghilterra 0-0. È il 5 luglio e siamo all'ultimo atto del girone. L'Inghilterra per qualificarsi deve battere la spagna almeno 3-1. In caso di sconfitta i calciatori spagnoli saranno portati a Pamplona per la festa di San Firmino, durante la corsa dei tori saranno fatti uscire nudi cosparsi di ferormoni di vacca. La minaccia sortisce l'effetto sperato, le furie rosse i chiudono in difesa e la gara finisce in parità. L'Inghilterra è fuori e la Germania guadagna le semifinali.
Squadra Punti Giocate Vinte Pari Perse Gol fatti Gol subiti Differenza reti
Germania Ovest 3 2 1 1 0 2 1 +1
Inghilterra 2 2 0 2 0 0 0 0
Spagna 1 2 0 1 1 1 2 -1

Gruppetto C

di tutti e 3 scegliete quale partita fare Italia-Brasile prenotata CX
Italia-Argentina prenotato Zurpone Brasile-Argentina coming soon Gorilla

Gruppetto D

Prenotato Zurpone

Semifinali

Germania-Francia

La classe francese contro la fisicità tedesca. Briegel calpesta la nuca di Platini mentre Schumacher lo tiene fermo.

Quella che fu soprannominata in seguito "Notte di Siviglia", fu l'esaltante incontro della seconda semifinale del mondiale, giocato tra Germania Ovest e Francia la sera dell'8 luglio. Per gli amanti del calcio è la seconda partita più emozionante della storia dei mondiali, dopo ovviamente Italia-Germania 4-3 ai mondiali Messico '70.
La Francia vantava in campo il fuoriclasse Platini, a cui il ct Hidalgo aveva affiancato Tigana, Rocheteau e Giresse, preferiti durante le convocazioni ad Athos, Porthos e Aramis. I quattro formavano il cosiddetto "quadrato magico francese", in cui la palla spariva in una fitta serie di passaggi. La Germania, dopo l'avvio zoppicante con l'Algeria, aveva ritrovato fiducia nei propri mezzi, specie quelli pesanti come Briegel, Förster, Stielike e Breitner. I quattro venivano chiamati il "quadrato della Bundesliga" perché, parafrasando il Triangolo delle Bermuda, ci svanivano puntualmente tibie e femori degli avversari.
Arbitra la partita l'olandese Charles Corver, un addetto alle vendite della multinazionale Heineken, che si presenta in campo con un cartone da sei di Affligem Tripel che, con i suoi 10 gradi alcolici, non testimonia a favore della lucidità del direttore di gara.

Durante la partita si sfiora la tragedia. Schumacher colpisce con una tremenda culata Battiston, poi tenta di farla franca cambiando maglietta ma l'arbitro non è un fesso e lo scopre. Il francese ci rimette due denti e viene portato via in barella.
In basso, le drammatiche immagini del giocatore in ospedale, dove restò in coma per qualche giorno. Oggi sta bene e fa l'attore.


      • 7' : Bossis atterra Dremmler al limite dell'area, guadagnandoci una punizione contro e la certezza che prima o poi la pagherà. La punizione di Littbarski si stampa però sulla traversa.
      • 17' : Ancora Littbarski, che approfitta di una respinta corta del portiere francese e del fiato corto del suo marcatore, è 1-0.
      • 27' : Förster atterra in area Rocheteau, poi tenta di finirlo con un superfly splash ma lo sterno dell'avversario tiene. L'arbitro era dietro la panchina tedesca a fare pipì, assegna il rigore dopo il consulto col guardalinee. Platini va a segno dal dischetto, è 1-1.
      • 37' : L'arbitro accusa Matthäus (seduto in panchina) di avergli finito la birra, lo espelle dopo che il crucco gli rutta in faccia.
      • 47' : Doccia.
        • 52' : Battiston entra al posto dell'ammonito Genghini. Un gatto nero gli passa davanti mentre entra in campo, la cosa non promette bene.
        • 62' : Schumacher perde le staffe, a rimetterci è proprio Battiston che perde due denti, i sensi per un minuto e la possibilità di continuare a giocare. Al suo posto Lopez. L'arbitro per un momento vorrebbe espellere il portiere tedesco per tentato omicidio, poi il ringhio di Breitner lo fa desistere.
        • 72' : Entra Hrubesch al posto di Maghat, mentre Rummenigge resta in panchina per colpa di una squacquera invalidante che ne sconsiglia l'impiego.
        • 90' : La Francia colpisce una traversa con Amoros, che scavalca il cardinale Richelieu nella classifica Mangialumache odiati da loro stessi.
          • 92' : Trésor porta in vantaggio i galletti, ad uno dei gargoyles di Notre Dame viene dato il suo nome. Siamo sul 2-1.
          • 97' : Entra Rummenigge e i suoi movimenti sono fluidi, come le feci nel suo intenstino.
          • 98' : Giresse sigla il terzo gol, a lui vengono intitolate due montagne, nove bambini nati in quel momento e un nuovo modello di motosega della Efco. È il 3-1, i crucchi sugli spalti sono attoniti.
          • 102' : Rummenigge accorcia le distanze, dopo che tre difensori francesi vanno a terra scivolando sul fango, anche se sono due mesi che non piove. È il 3-2 e nulla è perduto (a parte il controllo dello sfintere).
            • 108' : L'assalto dei tedeschi ha successo, grazie ad una splendida rovesciata di Klaus Fischer si arriva al 3-3, portando l'incontro ai rigori e lo sconforto tra i ciucciachiocciole.
              • Kaltz 1-0; Giresse 1-1; Breitner 2-1, Amoros 2-2; Stielike (errore) ancora 2-2, Rocheteau 2-3; Littbarski 3-3; Six (cazzata) ancora 3-3; Rummenigge 4-3; Platini 4-4. Si procede ad oltranza, Hrubesch realizza il 5-4 per la Germania, Bossis realizza invece che dovrà sparire dalla Francia.

            La Crucchia si qualifica per la finale, i calciatori vengono informati che ad attenderli ci sarà l'Italia. Alla notizia, Rumenigge smette improvvisamente di avere la diarrea.

            Le stelle del mondiale

            Alcuni giocatori hanno inciso sui risultati più che altri, tra loro Claudio Gentile, roccioso difensore degli Azzurri.

            Claudio Gentile, un nome un controsenso.

            La gara nella gara

            Una delle novità di questo mondiale è la scelta di premiare un po' tutti, come si usa nelle gare di atletica delle scuole elementari, una medaglietta non si nega a nessuno. Per dare una possibilità di prendere un premio alle squadre sfigate, si organizzò l'elezione del "Calciatore più brutto del mondiale". Ogni nazione presentò il suo campione e poi, nello stadio con più donne incinta che abortivano spontaneamente, venne eletto il vincitore. Questi furono i selezionati:

            Difficile esprimere una preferenza, siamo di fronte a fuoriclasse da freak show.

            L'ambito premio se lo aggiudicò il peruviano Eusebio Acasuzo, più che un uomo una bestemmia con le gambe. A dargli filo da torcere, arrivarono alle finali: l'inglese Kevin Keegan (detto il Paggetto del Demonio), il tedesco Paul Breitner (soprannominato Trifase) e il salvadoregno Juan Gilberto Quinteros (detto Scotizzolamerde), ma fu davvero dura scegliere.

            Note

            1. ^ Non è quello che state pensando voi, luridi sporcaccioni.