Pedalò

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Il pedalò è la più potente imbarcazione a scopo bellico mai creata dai tempi dell'invenzione del pedalò.

Struttura

Pedalò da sbarco Stenton 54F Emanuele Flambé di Savoia.

Il pedalò presenta uno scheletro in cemento e vetroresina, uniti e impermeabilizzati con settordici strati di scotch[1]. La stiva è suddivisa in tre, quattro, o addirittura cinque sezioni, di cui almeno due sono unite in un'unica sezione, ottenendo così un totale di una, due o addirittura tre sezioni, a seconda del modello e dell'ora del giorno. Tali sezioni sono separate tra loro da paratie di cartongesso e segatura rappresa, per ottenere un sicuro affondamento in caso di falle.

Il ponte di coperta non ha alberi ma solo bassi arbusti. Gli spogliatoi sono provvisti di sauna e vasca idromassaggio. Le pedaliere sono tutte poste nella chiglia; alcuni modelli prevedono però la presenza di pedaliere aggiuntive sul ponte di comando, sul ponte di coperta e sul ponte ponente ponte pì[2].

Il vano motori contiene dalle 10 alle 20 paia di remi e due motori a propulsione, messi lì solo per bellezza. Il cofano è ampio e spazioso e può contenere fino a due alani in fase di accoppiamento.

Tra storia e mitologia

Uno squalo speronato da un pedalò.

Il pedalò non è stato inventato, era già lì quando l'uomo ha messo il primo ombrellone sulla spiaggia e il primo vu cumprà ha cercato di vendergli un braccialetto[3]. Secondo la mitologia sveva, il pedalò sarebbe nato dal rapporto amoroso tra una cyclette da palestra e un pattino depresso. Artefice della sua nascita sarebbe stato Loki, dio norreno delle cazzate.

Diversamente, gli storici della scienza affermano che uno degli inventori del pedalò sia stato Raimondo de Sangro, principe di Sansevero, che ne avrebbe costruito uno bellissimo, fatto a forma di teschio galleggiante, con cui usciva a fare delle passeggiate in mare nel golfo di Napoli. I suoi concittadini si toccavano e poi gli mandavano degli accidenti.

Molti i momenti storici che hanno visto protagonisti i pedalò, come la battaglia di Salamina, la battaglia di Azio, lo sbarco in Normandia e la disfida di Barletta. Tutti questi eventi storici hanno assistito all'affondamento sistematico di tutti i pedalò presenti, eccetto la battaglia di Salamina, in cui i pedalò esplosero ancor prima di lasciare il porto.

Benché lo scopo primigenio del pedalò fosse far ridere i presenti, oggi il pedalò viene utilizzato solo per saccheggiare litorali vacanzieri poco lontani dal lido di partenza. Famosa è la guerra dei pedalò da spiaggia, in cui un gruppo di ragazzi in amore va all'arrembaggio di pedalò guidati da ragazze che tentano di prendere il sole in topless a largo dalla costa.

Habitat

I pedalò vengono generalmente avvistati lungo le coste del Mediterraneo settentrionale[4] o nei bacini d'acqua chiusi. Raramente se ne vedono esemplari in mare aperto o sulle coste dell'oceano, perché si cappottano. I pedalò privilegiano essenzialmente specchi d'acqua calmi e piatti, non escono mai con il mare agitato o mosso o poco mosso. La sua caratteristica propulsione gli permette infatti di spostarsi anche in assenza di vento. Se si esce con un pedalò, quindi, è importante ricordasi di portare sempre con sé almeno un paio di piedi.

Il pedalò nei mezzi di comunicazione di massa e nella cultura pop

Che sia dotato di scivolo e piscina (quella massa d'acqua che si forma sempre sotto la pedaliera, l'avete vista?), di fungo per prendere il sole o che sia forgiato a forma di fenicottero, ovvero finalmente ricondotto alla forma quintessenziale di assi, sedie e pedali, il pedalò è sempre stato componente essenziale della fauna mediterranea, in particolare romagnola e quindi compare con nostalgia nella filmografia di Pupi Avati come nella sua serie televisiva "Dancing Paradise", come alternativa al lungo ponte di legno che conduce nell'Aldilà - ma anche la cinematografia d'oltralpe non si è sottratta al fascino di questo specifico natante a propulsione muscolare: nel lungometraggio gallico "Appuntamento a Belleville", la vecchia nonna Madame Souza affitta un pedalò per mezz'ora (due franchi al cambio attuale) e parte tosto per la traversata dell'Oceano Atlantico.

Voci correlate

Stiva di una corvetta pedaliera del '600. Poteva contenere circa tantimila schiavi a pedalare.

Pedalografia parziale

  1. ^ Costruisciti da solo il tuo pedalò, tutte le settimane in edicola, Edizioni del Bradipo, 2008
  2. ^ Manuale Pedalò T1000 Iveco, Torino.
  3. ^ Bagnino di Fregene, momenti di sclero post-ebbrezza, agosto 2010.
  4. ^ Articolo sul Mar Mediterraneo da Nonciclopedia, l'Enciclopedia priva di qualsivoglia contenuto.

Collegamenti esterni