Calamaro

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Calamaro

Loligo cartoccis
Classificazione scientifica
Regno Bestie appetitose
Sottoregno Animali buoni col limone
Phylum Anellidae
Famiglia Fritture
Genere Paranza
« ... e dopo aver creato il calamaro Dio prese l'olio, la pastella e il sale, li unì e vide che era cosa buona. »
(Bibbia 2, Pausa pranzo durante la Genesi - 5,27.)

Calamaro, o calamaro europeo, è il nome comunemente usato per identificare gli anelli di pesce fritto, invenzione che giustifica da sola l'esistenza della specie.
Questo mollusco non ama stare da solo, si accompagna volentieri ai gamberi e al limone in quella che viene chiamata frittura di pesce, unica forma in natura di "simbiosi a tre" che coinvolge due animali e un vegetale.
Il suo nome scientifico è Loligo vulgaris, e il solo fatto che inizia per LOL lo rende simpaticissimo.
Tra i suoi parenti troviamo anche:

  • il calamaro gigante (Architeuthis dux) che ha alimentato i racconti terrificanti di vecchi pescatori alcolizzati;
  • il calamaro colossale (Mesonychoteuthis hamiltoni) versione del precedente infarcita di steroidi;
  • il calamaro di Humboldt (Dosidicus gigas) che prima o poi bisognerà ridarglielo.

A questi si aggiunge suo cugino il totano (Todarodes sagittatus), meno pregiato del primo, che si spaccia spesso per calamaro mettendo in imbarazzo gli incolpevoli pescivendoli[da verificare].

Cliente : È fresco il calamaro?
Pescivendolo : Freschissimo, me possino cecamme|!
Cliente : Scusi dove guarda?! Sono qui, yuuhuu... Ma non è esageratamente grande?
Pescivendolo : È normale, viene dall'Atlantico.

È infatti risaputo che negli oceani il plancton è sostituito dagli anabolizzanti.
Esistono praticamente da una fracca[1] di tempo, lo testimoniano alcuni fossili ritrovati e un paio di selfie di scarsa qualità.

  • Camerocerato (Cameroceras explanator) vissuto tra l'Ordoviciano Inferiore (475 milioni di anni fa) e il Siluriano (periodo in cui compaiono i primi sommergibili atomici russi causandone l'estinzione).
  • Tusoteutide (Tusoteuthis longa) estinto alla fine del Cretaceo superiore, subito dopo la comparsa delle prime padelle.

I calamari odierni sono classificati come cefalopodi, cosa che ci rende giustamente orgogliosi.

Caratteristiche fisiche

Anatomia di un calamaro.

Il calamaro è un mollusco, diamolo per scontato altrimenti rispolveriamo antichi rancori e futili discussioni accademiche fatte con mio cugino, e non ne vale davvero la pena. È caratterizzato da una conchiglia interna (perché per averla fuori si doveva chiedere al geometra del comune per i vincoli architettonici) e dal corpo allungato con esercizi mattutini di stretching. Ha due pinne laterali che non servono a una ceppa, perché procede a scorregge espellendo aria attraverso un sifone collegato alla marmitta. Possiede dieci tentacoli, cosa che rende enormemente felice la femmina. Due sono più lunghi, il primo è ricoperto da alcune file di ventose, le usa per catturare le prede e arrampicarsi sugli oblò dei relitti sommersi (azione priva di senso, almeno stando ai canoni di un essere umano); il secondo ha quattro file di luci a led, che utilizza per vederci al buio subaccu subbiac delle profondità marine, per evitare di attaccare le ventose al culo di uno squalo e finire a 200 miglia da casa. Il colore è roseo-trasparente con venature rosso scuro e viola, si può avere anche metallizzato (pagando qualcosa in più) ma bisogna aspettare un bel pezzo. Raggiunge una lunghezza di 30–50 cm a riposo, da arrapato può arrivare anche al metro e venti, in questo caso prende il nome di totano ed è la gioia di qualsiasi orca femmina. La bocca è dotata di una coppia di robuste mandibole cornee simili al becco di un pappagallo, che per puntiglio scientifico chiameremo "coppia di robuste mandibole cornee simili al becco di un pappagallo", o se preferite con l'acronimo CDRMCSABDUP, o anche più semplicemente "tenaglia". Il sistema nervoso è relativamente complesso, avvistare una preda lo impegna quasi al 100%, quindi per sferrare l'attacco il calamaro procede alla cieca, con l'incognita di afferrare per sbaglio qualcos'altro (tipo un barracuda) e pagarla cara. Gli occhi sono molto evoluti, in tutto simili a quelli dei vertebrati, vale a dire dotati di cornea, iride sensibile alla luce, retina e cristallino, peccato che abbia un cervello che sarebbe insufficiente anche per un fungo, motivo per cui le immagini arrivano capovolte orizzontalmente, girate di 90° a sinistra e col fastidioso effetto alone di un film 3D senza occhialetti colorati.

Riproduzione

Un calamaro che fa il figo per rimediare la femmina.
Calamarò: specie dell'oceano Indiano a rischio estinzione.

La fase riproduttiva è restata un mistero fino al 2004 ma oggi, grazie al sacrificio del noto calamarologo[forse] tedesco Jens Bauchspieß, finalmente sappiamo. L'ostinato plurimiliardario crucco, appassionato di ittiologia, è rimasto in immersione nove giorni dentro uno scafandro da palombaro, filmando e commentando via radio questo fondamentale aspetto della vita del calamaro. Purtroppo la pompa che forniva l'aria allo studioso si è improvvisamente arrestata a causa di un evento infausto, successivamente raccontato dalla moglie agli inquirenti.

« Mi stavo spalmando la crema solare con una chiave inglese, sono inciampata e quel maledetto attrezzo è finito negli ingranaggi. »
(Elga Fünderich Bauchspieß (attuale proprietaria di Berlino).)

Secondo quanto scoperto (a caro prezzo) dal compianto Bauchspieß, nei calamari i sessi sono separati e con compiti ben distinti, i maschi vanno a caccia e fanno i loro porci comodi tutto il giorno, le femmine badano alla prole. Questo ci porta a considerare alcune cose:

  1. saranno anche dei cefalopodi ma di sicuro non sono fessi[2];
  2. la natura ha da sempre fissato dei ruoli ben precisi, quindi il femminismo è chiaramente una cazzata in termini scientifici;
  3. Jens Bauchspieß è morto per niente che già non si sapesse;
  4. Elga Fünderich è meglio averla come amica.

L'accoppiamento è preceduto sempre da un complesso rituale di corteggiamento:

  • il maschio stacca dei pezzi di corallo e li offre alla femmina,
  • la femmina se la tira borbottando che era meglio un diamante,
  • il maschio inizia a compiere ardite e veloci piroette per impressionarla,
  • la femmina guarda in alto e fa spallucce con le alucce[citazione necessaria] laterali,
  • il maschio insulta gli antenati di un pesce sega a rischio della vita,
  • la femmina sbadiglia,
  • il maschio inizia a masturbarsi con tutti i tentacoli pensando ad una bella polpa che bazzica[3] da quelle parti,
  • la femmina capisce che è ora di mollarla, altrimenti prima o poi ci troverà delle alghe dentro.

Durante l'accoppiamento il maschio trasferisce gli spermatozoi, contenuti in capsule dette capsule contenenti gli spermatozoi, a mezzo di un tentacolo specializzato, l'ectocotile, chiamato anche "puparuolo" (a Napoli). Le uova fecondate vengono deposte a grappoli, durante la stagione della vendemmia le nascite sono rare. Dall'uovo fecondato crescono forme giovanili simili agli adulti, quindi la risposta è "Si, sono brutti pure da piccoli".

Specie particolari

Specie poco diffuse.
  1. Calamaro gigante: è uno dei più grossi della famiglia, il sogno di ogni friggitrice industriale del pianeta. Per prepararlo occorrono 150 litri di olio, mezza quintalata di sale e due metri cubi di fogli di carta paglia per i cartocci. Una volta fritto, gli anelli misurano come la ruota di un autobus, uno solo di questi contiene una quantità di colesterolo sufficiente a sterminare tutti i gatti del Canadafrica. Secondo una stima approssimativa, ne basta uno per sfamare Sudan e Sudan del Sud.
  2. Calamaro volante: scoperto da un gruppo di ricercatori dell' Università di Hokkaido, nel nord del Giappone. Dopo aver effettuato il salto in aria, il bestio aziona getti di acqua attraverso il sifone e poi, sfruttando la portanza delle pinne laterali, prolunga il volo fino a 30 metri. Quella che a prima vista può sembrare un'evidente evoluzione della specie, in realtà è una colossale stronzata perché, dopo essere riuscito a sfuggire ai duemila predatori marini naturali, finisce in bocca al primo gabbiano che passa.
  3. Calamaro fumante: il più buono della specie. Soffritto di aglio e cipolla, 1 kg di calamari, 300g di pomodorini, mezzo bicchiere di vino e prezzemolo. Per la preparazione abbiamo provato a chiamare Benedetta Parodi, ma era appena uscita per un impegno inderogabile.
  4. Calamaro trombante: il più pericoloso, ma anche il più schivo. Nessuno è mai riuscito a catturarlo, e nemmeno a fotografarlo. Dalle poche testimonianze in nostro possesso, che stiamo inventando in questo preciso momento, sembra che sia stato il principale indiziato nel caso della tragica scomparsa della contessa Francesca Vacca Augusta. Secondo queste voci, ancora al vaglio degli inquirenti, dopo un iniziale idillio amoroso, l'ittico ménage andò via via degenerando in continue liti, fino al tragico epilogo del ritrovamento sulla scogliera della Vacca[però Augusta].
Secondo questa immagine sembrerebbe esistere anche il Calamaro sostante, ma propendiamo per la burla.

Curiosità

L'unico predatore del calamaro gigante è Adam Richman.
  • Grazie ad un tasso metabolico ridicolo, determinato dalle basse temperature delle profondità marine in cui vive, un calamaro colossale di 500 kg può sopravvivere per 200 giorni mangiando un solo merluzzo antartico di 5 kg. Il suo equivalente terrestre (Giuliano Ferrara) deve mangiare 200 kg di calamari per sopravvivere 5 giorni.
  • Quando un calamaro è attaccato da un predatore scagazza[4] inchiostro mentre fugge, questo gli fa guadagnare tempo perché l'altro ne approfitta per firmare autografi.
  • L'unica cosa più buona di una frittura di calamari è una doppia porzione di frittura di calamari.
  • I calamari sono davvero buoni, finché non li fai incazzare.

Note

  1. ^ notevole quantità
  2. ^ almeno i maschi
  3. ^ bazzicare: frequentare, aggirarsi, fare due vasche
  4. ^ per dare un'idea precisa della tecnica

Voci correlate

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