Aeroporto

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« Se volare è così sicuro, perché chiamano l'aeroporto il "terminale"? »
(Netscape One-Liners su aeroporto)
« Mai sentito quando sull'aereo vi dicono: "Nel caso di improvviso calo di pressione nella cabina - cioè se il tetto dell'aereo si scardina - una maschera d'ossigeno scenderà automaticamente davanti a voi. Indossate la maschera e respirate normalmente". Be', io non ho problemi. Io respiro normalmente tutte le volte che mi trovo in un aereo senza controllo in caduta verticale a seicento miglia l'ora. Inoltre, mi cago addosso normalmente. »
(George Carlin sul volare)
Un comune aeroporto marittimo.

In architettura, in urbanistica ed in aeronautica, un aeroporto è una infrastruttura attrezzata per il decollo e l'atterraggio di aeromobili, per il transito dei relativi passeggeri e del loro bagaglio, per l'hangaraggio ed il rifornimento dei velivoli.

O, più semplicemente, un posto pieno di aerei volto a togliere il sonno a chi abita nelle vicinanze.

Origine

Ipotetico aspetto del primo aeroporto, costruito da Wilson K. Herbert. Gli aeromobili dell'epoca, come è chiaramente visibile, ancora non possedevano ali.

L'aeroporto fu inventato in Danimarca nel 1892 da Herbert K. Wilson, un allevatore visionario dedito alla coltivazione di frumento. Fatto che lo frustrò non poco, quando gli spiegarono che quelli che coltivano si chiamano agricoltori.

Una notte, stremato da un'indigestione di suoi stessi prodotti, gli apparve in sogno il fantasma di Amelia Earhart, che gli disse

« Diamine, ora che ci penso per essere fantasma occorre che io sia morta. Cosa impossibile, dal momento che ancora non sono nata. »

e cedette il posto alla Madonna di Loreto, che incaricò Herbert di costruire un aeroporto. Così egli fece, e quando la gente gli chiedeva cosa diavolo fosse quella strana struttura, lui faceva spallucce e indicava la statua della Madonna che dall'episodio portava sempre con sé.

Il primo aeroporto della storia aquisì un senso solo dodici anni dopo, nel 1904[1], ma fu comunque utilizzato per allevare legumi fino al 1928.

I primi aeroporti, necessari dal momento che mettere il proprio aereo in garage risultava poco pratico, erano primitivi ed apparivano essenzialmente come delle distese erbose o in terra battuta dalle quali far partire il proprio trabiccolo in balsa e stoffa. L'affermarsi di tali strutture era tuttavia rallentato dal fatto che, a causa dei rischi che al tempo comportava l'aviazione, venivano ben presto convertite in camposanto. Per giungere alla concezione odierna di aeroporto saranno necessari decenni e un paio di guerre mondiali.

Composizione dell'aeroporto

Esempio delle conseguenze del circolare quando non si è passata la revisione.

Pista

È quello a cui pensa l'uomo comune quando si parla di aerodromi[2]. In soldoni, si tratta di una lunga striscia di asfalto dove si lancia l'aereo per fargli prendere il volo e che tutti vorrebbero sempre usare per testare le prestazioni della propria vettura.

È costellata di lucine di svariate forme e colori per creare la coreografia giusta in modo da poter scattare spettacolari foto notturne. Solitamente termina sul mare in modo che i passeggeri a bordo temano fino all'ultimo un mancato decollo.

Vie di rullaggio, raccordi e piazzale di sosta

Concetto partorito con l'intenzione di costituire un'area di parcheggio finalmente adatta alle donne, le vie di rullaggio vennero reinventate come spazi dove far circolare gli aeromobili di linea dal momento che le donne trovavano in ogni caso qualche modo per toccare con la macchina. [3]

Non volete sapere che succede negli hangar. Però ve lo dico lo stesso. I meccanici sono impegnati a revisionare gli aeromobili, ma anche e soprattutto a dimenticarsi di farlo. I più sensibili saranno sorpresi[4] dal sapere che tali macchine non sono unità perfette fatte di pura essenza, ma un prodotto dell'uomo soggetto a errori umani, appunto.

I controlli di sicurezza.

Terminal[5]

Struttura adibita allo scarico, carico e smistamento di bagagli e passeggeri, ma più comunemente al loro smarrimento. È la parte più prossima ai parcheggi (che sono già occupati subito dopo essere stati costruiti, per semplicità) e ai collegamenti che porteranno ai più vicini centri abitati.

Non allontanatevi mai dal vostro bagaglio nel terminal. L'addetto alla sorveglianza che dorme davanti agli schermi potrebbe pensare ad un pacco bomba e si creerebbe tanta cagnara per niente. Se poi si scoprisse che la bomba c'era davvero, le cose potrebbero evolvere in modo poco simpatico.

Una volta effettuato il check in, se dovete comprarvi qualcosa da bere o da mangiare, fatelo subito. Perché comprare drink e stuzzichini dal servizio bar in aereo pagando cinque volte il prezzo reale quando è possibile farlo in aeroporto ad appena il triplo? No, da fuori non puoi portarti niente. Il tuo caffè potrebbe esplodere rendendo nervosi tutti coloro che si trovano nelle vicinanze.

Odissea Tragitto del passeggero dal terminal all'aeroplano

Non è affatto semplice arrivare fino al proprio aereo. I passaggi che il maratoneta deve fare prima di poter lottare per il proprio posto e in seguito rilassarsi nel frastuono dei reattori sono le seguenti.

Partenza

Tipico ritardatario su un volo regionale[6].
L'operazione di controllo attraverso il metal detector è utile, semplice e veloce. O almeno lo sarebbe, se la gente non si vestisse da black metaller e lasciasse a casa quell'oggettistica come il phon a forma di bazooka o la grossa candela sferica a forma di bomba. Avvertenza: se chiedendo alla persona che avete di fronte dov'è diretta questa risponde "in un posto migliore", non partite.

Aspettare di salire sull'aereo può risultare snervante: nessuno è più odioso degli snob col biglietto che gli dà la priorità all'imbarco. Tranne, forse, quelle odiose famigliuole con bambini al seguito. Se doveste per caso[7] tramortire il marmocchio che vi punzecchiava col una biro da una buona mezz'ora, non scusatevi: è legittima difesa.

Le proprietà fisiche di un pilone[8] risulteranno estremamente utili al momento dell'imbarco, specie nei voli low-cost.

Arrivo

Una volta sorbitisi l'atterraggio e gli applausi nostrani di rito[9], l'ente aeroportuale non vedrà l'ora di liberarsi di voi. Vi scaricherà quindi su un pulmino dell'ATAC e vi porterà all'uscita.

Inutile dirigersi al nastro trasporatore del ritiro bagagli, il primo bagaglio a uscire non sarà MAI il vostro. Andate pure a farvi una pisciatina liberatoria. Sembra che il fantomatico primo bagaglio sia inviato dall'ente aeroportuale al solo scopo di farsi due risate alle nostre spalle, e che sia pieno di assorbenti (usati) delle hostess.

Aeroporti minori e aviosuperfici

Generalmente poco rassicuranti.

Note

  1. ^ I fratelli Wright, cazzo. Un minimo di cultura.
  2. ^ Insomma, sì, aeroporti.
  3. ^ Come hanno fatto? Mah!
  4. ^ Traumatizzati.
  5. ^ In antica lingua prebabilonese, "labirinto".
  6. ^ A molto gli serve, il casco.
  7. ^ Che so io, girandosi di scatto, stiracchiandosi, agitando a caso nell'aria il proprio nuovo machete.
  8. ^ Rugby, cazzo. Un minimo di cultura.
  9. ^ Recentemente l'ICAO ha dichiarato non perseguibili le aggressioni verso chi dovesse applaudire dopo un atterraggio.