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'''Nereo Rocco'''([[Trieste]], [[Impero Austro-Ungarico]], [[20 maggio]] [[1912]] - [[Trieste]], [[Italia]], [[20 febbraio]] [[1979]]) è stato un allenatore <s>italian</s> Austro-Ungarico. Lega il suo nome al [[Milan]] con il quale vinse scudetti e coppe regalate come punti del latte. <br /> |
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Fu l'inventore del "[[catenaccio]]", ovvero: tutti in difesa, appena arriva la palla lanciamola, e che Dio ce la mandi buona. |
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Nato da una famiglia di macellai, sin da piccolo la sua passione è il calcio. Tuttavia si trova di fronte l'opposizione dei genitori, che lo vogliono in futuro dietro l'affettatrice. Resistendo all'osteggiamento della madre e al machete del padre, Rocco a 17 esordisce in serie A con la [[Triestina]]. |
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Pur non essendo un campione, Rocco riuscirà ad esordire anche in [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]], dove collezionò una presenza, dando la colpa al suo matrimonio se giocatori come Ferrari e Meazza, futuri campioni del mondo, abbiano preso poi il suo posto in attacco tra gli azzurri. Insomma, aveva voglia di scherzare.<br /> |
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Rocco gioca altre 6 stagioni alla Triestina, dove colleziona ben 54 francobolli, e nel '37, il presidente del [[SSC Napoli|Napoli]] Achille Lauro, uno che amava spendere molti soldi per qualsiasi giocatore, un po' come [[Massimo Moratti|Moratti]] oggi, sborsa la bellezza di 160mila lire per un giocatore che nessuno aveva né visto né sentito. Dopo una stagione conclusa al decimo posto, il Napoli fallisce, e Rocco se ne va a [[Padova]].<br /> |
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Fu proprio lì (dove giocò gli ultimi anni della sua carriera) che Rocco imparò il cosiddetto "catenaccio": il suo allenatore, lo sconosciuto [[Repubblica Ceca|cecoslovacco]] Banas, aveva infatti pensato che una squadra dove gli attaccanti facevano schifo, faceva bene a chiudersi in difesa. Fu così che nacque il catenaccio, e Rocco pensò bene di rubare l'idea a Banas, sapendo che questi sarebbe rimasto uno sconosciuto, e che nessuno l'avrebbe scoperto. |
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Versione delle 11:58, 21 giu 2009
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Il Padrino
Il Padrino è un film di Francis Ford Coppola, con Bernardo Provenzano, Totò Riina, e Luciano Moggi, primo di una trilogia di due film, tratti dall'omonimo romanzo di Mario Pizzo.[1]
Il film è considerato un vero cult movie, nonostante ciò che rappresenti sia pura fantasia. Perché la mafia non esiste, ricorda.
"Il padrino" è stato premiato con il premio Oscar una serie infinita di volte, il che ha spinto il regista a girare il sequel: "Il padrino parte II", l'ennesimo successo ha permesso la regia anche di un terzo film: "Il padrino parte III". Nonostante il film sia stato una cagata, Coppola ha deciso di girare anche un "padrino parte IV", dove don Vito resuscita (ooops! forse non dovevo dire che è morto), e che vedrà la partecipazione del cast di Harry Potter (insomma, bisogna incassare. È lo showbusiness).
Trama
Attenzione, da qui in poi questo articolo contiene spoiler. Gli spoiler rendono il testo più aerodinamico aumentandone la velocità, quindi attenzione ai colpi d'aria. |
New York, 1946. Vito Corleone è un immigrato siciliano, che, dopo anni di discriminazioni, è finalmente diventato, grazie a giochi clandestini e racket di lavavetri, "il padrino", ovvero il capo della mafia della Grande Mela. La sua azienda, chiamata Famiglia Corleone in un attacco di fantasia, coinvolge il figlio Sonny[2], vero mariuolo e degno erede del padre, e Fredo, che, al contrario del fratello, è un nerd mammone che a trent'anni vive ancora con i genitori. Ma la vera pecora nera della famigghia è Michael, il quale non solo non fa parte dell'azienda è addirittura fidanzato con una ragazza non siciliana!
Note
- ^ In realtà il vero nome era Mario Puzo, ma doveva farsi un po' di pubblicità...
- ^ Il vero nome era Santino, ma si preferisce far chiamare Sonny, a causa delle continue prese per il culo che gli riservavano i suoi compagni di liceo («Santino? E dov'è finito il presepe?», questa tralaltro detta dalla sua professoressa).
NEREO ROCCO
Nereo Rocco(Trieste, Impero Austro-Ungarico, 20 maggio 1912 - Trieste, Italia, 20 febbraio 1979) è stato un allenatore italian Austro-Ungarico. Lega il suo nome al Milan con il quale vinse scudetti e coppe regalate come punti del latte.
Fu l'inventore del "catenaccio", ovvero: tutti in difesa, appena arriva la palla lanciamola, e che Dio ce la mandi buona.
Carriera
Nato da una famiglia di macellai, sin da piccolo la sua passione è il calcio. Tuttavia si trova di fronte l'opposizione dei genitori, che lo vogliono in futuro dietro l'affettatrice. Resistendo all'osteggiamento della madre e al machete del padre, Rocco a 17 esordisce in serie A con la Triestina.
Giocatore
Pur non essendo un campione, Rocco riuscirà ad esordire anche in Nazionale, dove collezionò una presenza, dando la colpa al suo matrimonio se giocatori come Ferrari e Meazza, futuri campioni del mondo, abbiano preso poi il suo posto in attacco tra gli azzurri. Insomma, aveva voglia di scherzare.
Rocco gioca altre 6 stagioni alla Triestina, dove colleziona ben 54 francobolli, e nel '37, il presidente del Napoli Achille Lauro, uno che amava spendere molti soldi per qualsiasi giocatore, un po' come Moratti oggi, sborsa la bellezza di 160mila lire per un giocatore che nessuno aveva né visto né sentito. Dopo una stagione conclusa al decimo posto, il Napoli fallisce, e Rocco se ne va a Padova.
Fu proprio lì (dove giocò gli ultimi anni della sua carriera) che Rocco imparò il cosiddetto "catenaccio": il suo allenatore, lo sconosciuto cecoslovacco Banas, aveva infatti pensato che una squadra dove gli attaccanti facevano schifo, faceva bene a chiudersi in difesa. Fu così che nacque il catenaccio, e Rocco pensò bene di rubare l'idea a Banas, sapendo che questi sarebbe rimasto uno sconosciuto, e che nessuno l'avrebbe scoperto.
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