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Wayne Gretzky

Questo articolo è una traduzione maccheronica della voce Wayne Gretzky, importata di contrabbando dalla Nonciclopedia in Polacco sotto licenza Creative Commons scaduta.

Wayne Gretzky, noto anche con il nomignolo The Great One nonostante pesi 64 chili bagnato, è un ex giocatore canadese di hockey su ghiaccio, nonché l'unica divinità di Stato canadese. anche se in Polonia continuano a credere che in realtà sia un loro connazionale per via del cognome e di una modifica da lui apportata su Wikipedia alla voce Katowice. Grazie a un talento cristallino, al duro lavoro e agli occhi dietro la schiena è riuscito a diventare il migliore di ogni tempo del suo sport, secondo la Federazione Internazionale di badminton.

Tra i massimi allori della sua carriera costellata di trionfi si ricordano quattro Stanley Cup, otto premi consecutivi come miglior giocatore della NHL, tre articoli della settimana su Nonciclopedia, un Festivalbar. Attualmente allena i Phoenix Coyotes, squadra plurititolata ma in difficoltà in seguito al suo avvento, coinciso con la stesura del ghiaccio sulla superficie di gioco dell'impianto di casa che ha posto fine al dominio della formazione dell'Arizona nella disciplina dell'hockey su sabbia.

La venuta sulla terra a miracol mostrare

Secondo la stampa sportiva canadese, appartenente per intero alla schiera dei suoi agiografi ufficiali, Gretzky nasce 1961 anni e 32 giorni dopo Gesù Cristo nella Terra Santa denominata Ontario.

Programma spaziale austro-ungarico


Nel corso del XX secolo, l'Austria-Ungheria è un Paese all'avanguardia del progresso scientifico e tecnologico. Mentre altre grandi potenze, in particolare l'URSS e gli Stati Uniti, concentrano le loro forze nella corsa agli armamenti, l'impero asburgico si è invece votato al bene dell'umanità. La ricerca spaziale è condotta dalla NASA (Nuova Agenzia Spaziale Austro-ungarica), insieme alla quale si sono unite numerose imprese, proprietari terrieri e nobili che, a dispetto dell'opposizione delle autorità ecclesiastiche, hanno permesso di portare a Vienna le massime autorità scientifiche mondiali, favorite anche dalla pace che la monarchia riuscì a mantenere nel corso dell'intero secolo.

L'avveniristico programma spaziale imperiale è dunque la dimostrazione che l'Austria-Ungheria è il Paese più evoluto del pianeta, fonte d'orgoglio per tutti i cittadini del regno danubiano, ancor più del valzer e delle palle di Mozart.

Primi tentativi

La ricerca spaziale austro-ungarica si basa su fondamenti teorici di assoluto rilievo, maturati nel tempo anche grazie ad alcuni eroici personaggi purtroppo caduti nell'oblio. Tra questi un posto di spicco è occupato dall'illustre[citazione necessaria] Jindřich František Boblig che, consapevole del calore cui sarebbe stato sottoposto un corpo al momento del rientro nell'atmosfera, condusse dettagliati studi sul limite della sopportazione alle alte temperature da parte del corpo umano. Si devono dunque a lui gli avanzati test, compiuti grazie a munifiche elargizioni da parte della Chiesa, effettuati su stuoli di donne pronte a immolarsi per il progresso, che gli valsero l'appellativo di Torquemada della Boemia.

Inizi

A partire dalla fine del XIX secolo alcuni eminenti luminari austriaci, tra i quali Arnold Schwarzenegger e Jörg Haider, avviano le ricerche senza le quali il programma spaziale sarebbe rimasto un'utopia. Importanti calcoli vengono inoltre portati a termine da Albert Einstein e i suoi assistenti presso l'Università magiara di Székesfehérvár, che permettono di determinare con esattezza i campi magnetici terrestri e soprattutto la grafia corretta del nome della città.

A partire dagli anni '40, poi, i costruttori austriaci, guidati da Werner Von Braun, iniziano la sperimentazione dei razzi a lunga distanza. Dopo che un razzo partito dal centro spaziale imperiale nella Romania centrale atterra sulle alpi svizzere, provocando una valanga che travolge Zurigo e Berna, i tentativi successivi devono essere trasferiti sul mare ed alcuni mesi più tardi due missili partiti dall'incrociatore Francesco Giuseppe nel Mar Baltico raggiungono le coste del Venezuela, causando mareggiate che sarebbero poi state narrate a imperitura memoria nel brano "Maracaibo".

Primi voli

Solo durante gli anni '50, tuttavia, i tempi sono maturi per la conquista dello spazio. Il 4 ottobre 1957 il satellite Ausgang viene mandato in orbita dall'aeroporto militare di České Budějovice. Nel successivo lancio del satellite Ausgang 2 insieme al satellite prende il volo anche il cane Kartoffeln, allenato per l'occasione all'istituto Švejk di Praga. Poco più tardi, le sonde asburgiche decollano verso la Luna, Marte e Venere.

Le tappe del progetto spaziale procedono spedite, così già nel 1961 può aver luogo il primo volo spaziale umano. Il 12 aprile l'astronauta Hans Wilhelm Strunz, originario di Innsbruck, a bordo del razzo Bratwurst completa le prime orbite attorno alla Terra, facendone alcune fotografie dall'alto (una delle quali immortala la principessa Sissi in topless sulle sponde del lago Balaton) e atterrando in piena sicurezza nella puszta magiara. Il 1963 vede inoltre l'apertura dello spazio anche alle donne: la cosmonauta Valentina Töröki, nativa di Budapest, pilota con successo il razzo Bratwurst 6, e nel 1965 avviene addirittura la prima uscita nello spazio: Alexander Lövenberg, originario di Bratislava nonché primo ebreo nello spazio, rimane per un'ora all'esterno della navicella, perché il suo compagno di equipaggio gli aveva nascosto le chiavi.

Dato l'enorme successo delle missioni compiute, ben presto l'obiettivo del progetto spaziale diventa la Luna: avviene così il varo del progetto Maria Teresa.

Progetto Maria Teresa

I primi tentativi di raggiungere la Luna erano avvenuti già nel 1804 ad opera del principe del Liechtenstein, che già all'epoca disponeva di un razzo pronto a raggiungere il satellite terrestre. Il mezzo, per la cui costruzione erano stati stanziati milioni di lingotti d'oro protetti da segreto bancario, era ormai sulla rampa di lancio nel centro spaziale di Vaduz ma fallì per due ragioni:

  • Nonostante sistemi di propulsione e raffreddamento all'avanguardia, il veicolo spaziale si rivelò troppo lento per poter uscire dall'atmosfera a causa del telaio in pietra;
  • Le basi scientifiche non erano ancora sufficientemente evolute, dal momento che le competenze dei tecnici si limitavano al teorema di Pitagora e a 1=0.

Già nel 1961, tuttavia, Sua Altezza Imperiale dichiara che prima della fine del decennio il piede umano calpesterà il suolo lunare. I primi risultati del progetto iniziano a vedersi nel 1968, allorché le missioni Maria Teresa 7 e Maria Teresa 8 dimostrano la perfetta funzionalità delle astronavi. Il 21 luglio 1969, il modulo lunare della missione Maria Teresa 11 atterra senza complicazioni sulla Luna. Quando il capitano Norbert von Krapfen di Graz lascia l'impronta del suo primo passo sulla superficie lunare, pronuncia le celebri parole:

« È un piccolo passo per l'uomo ma un grande passo per l'Austria-Ungheria. »
(Capitano Norbert von Krapfen)

Negli anni successivi altre cinque missioni raggiungono la Luna, portando numerosi elementi utili allo studio scientifico del satellite terrestre e al perfezionamento del moonwalk.

Verso i pianeti e oltre

L'esplorazione dei pianeti è una delle massime priorità del programma spaziale austro-ungarico. Negli anni '60 le prime sonde atterrano su Venere e Marte. Dopo il 1970 vengono lanciate le sonde Pilsner e Weißbier, che durante gli anni '80 forniscono dettagliatissime documentazioni fotografiche dell'intero sistema solare e che tuttora continuano il loro viaggio verso le altre stelle della galassia, portando con sé un messaggio del popolo d'Austria e d'Ungheria.

Ancora oggi continua l'invio di sonde verso i pianeti: l'ultimo successo finora riportato è quello delle sonde Sturmtruppen e Bildungsroman, pilotate automaticamente per l'esplorazione di Marte.

Note

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